PROGETTO ACEA, MOLTA GENTE ALL’ASSEMBLEA DEL COMITATO ARIA. CRESCE LA PAURA
CHIUSI – Indipendentemente dal tema e dai toni, iniziative come quella di ieri sera alla sala San Francesco di Chiusi riconciliano con la politica. A prescindere. Quando la gente esce di casa e si mobilita o prova a discutere con “cognizione di causa” è sempre un fatto importante e positivo. E indubbiamente per il Comitato Aria che ha organizzato la serata si è trattato di un successo. Della conferma che il tema è caldo e la gente ne vuole sapere di più. Detto questo l’iniziativa è stata, come prevedibile e previsto, una iniziativa di parte. Del resto nel manifesto di invito si leggeva “Per ribadire il nostro NO”, il che non è esattamente un invito al confronto, all’approfondimento o alla discussione, quanto un legittimo, ma altrettanto chiaro mettersi da una parte della barricata.
Il tema era l’impianto proposto da Acea Ambiente per l’area dell’ex centro carni, che il comitato chiama “Carbonizzatore”. Con un invito del genere era anche prevedibile l’assenza, rimarcata e stigmatizzata, a tratti sbeffeggiata degli amministratori. I quali a dire il vero finora sono apparsi sì propensi a realizzare l’impianto, ma non hanno mai detto SI’ ad ogni costo. E sì ad ogni costo non lo ha mai detto nessuno. Anzi la realizzazione del progetto proposto da Acea è stata prima “ingabbiata dentro certi paletti” (l’atto di governo del giugno 2018 e le conseguenti norme di piano regolatore), poi condizionata ad alcuni passaggi inderogabili come la bonifica dell’area, la messa in sicurezza idraulica dell’intera zona e ovviamente l’assenza di rischi per la salute e per l’ambiente dovuti a emissioni o altro.
Ma, si sa, gli assenti hanno sempre torto, e ieri sera l’assemblea a San Francesco non ha lesinato critiche e sarcasmi al sindaco, alla giunta e alla maggioranza. Anche per come è stata gestita e portata avanti la faccenda: “evitando il confronto e seguendo un iter al contrario”. Così per esempio si è espresso il capogruppo dei Podemos Luca Scaramelli sottolineando il fatto che prima è stato venduto il terreno ad Acea e poi si è cominciato a parlarne…
Lo stesso Scaramelli ha anche accusato pesantemente la stampa locale di “non aver fatto informazione sul’argomento, piegandosi alla voce del padrone”, dimostrando però una strana concezione della stampa e dell’informazione, che evidentemente secondo lui è libera e buona solo se dice cose in linea con il suo pensiero. Questa testata per dirne una ha pubblicato qualche decina di articoli sull’argomento, dal 2017 ad oggi. Se non gli sono piaciuti ce ne faremo una ragione. Pazienza. Ma l’informazione non è certo mancata. Non da pate nostra, quantomeno.
I tre esperti chiamati dal Comitato Aria invece hanno fornito elementi utili di conoscenza e “consigli” su che fare per avere voce in capitolo e far pesare il diritto dei cittadini ad essere resi non solo edotti di ciò che si costruendo, ma anche partecipi del processo decisionale.
L’ingegner Fulvio Santucci ha illustrato le caratteristiche dell’impianto proposto da Acea secondo ciò che Acea ha scritto nelle relazioni presentate alla Regione e cioè che si tratta di un impianto per il trattamento e la trasformazione dei fanghi derivanti dalla depurazioe di acque reflue urbane, di natura biologica, che l’impianto ha una potenzialità per trattare 80 mila tonnellate/anno di fanghi; che questi dovrebbero pervenire da impianti situati in Toscana, Umbria e Lazio; che il processo produttivo per la trasformazione dei fanghi in prodotto secco è quello della “carbonizzazione idrotermale” (HTC), che prevede l’uso di una caldaia alimentata a gas naturale e 8 reattori che utilizzeranno acqua calda a 200°. I processo durerà 3 ore. Ha spiegato che non ci sarà combustione e che i prodotti che usciranno da tale processo saranno due: l’Hydrochar, una sorta di lignite biologica da utilizzare come combustibile o ammendante, per un totale di circa 7.600 tonnellate/ anno e una frazione liquida da utilizzare come base per fertilizzanti, per un totale di 5.600 tonnellate/anno. L’impianto produrrà inevitabili emissioni in atmosfera, comprese anidride solforosa, acido solfidrico e particolato mobile, il famigerato Pm10… Non si escludono diossine. Ovviamente entro i limiti previsti dalla normativa, se no sarebbe fuori regola e non potrebbe essere autorizzato.
Il dott. Carlo Romagnoli, dell’associazione Medici per l’Ambiente dell’Umbria ha fornito elementi interessanti e utili sulle modalità di controllo e monitoraggio da parte dei cittadini, sullo “spossessamento” dei cittadini stessi di beni comuni e sulla perdita di valore dei beni privati, quad in un territorio si insediano impianti insalubri e a proposito dei Pm1o ha spiegato che sono sostanze cancerogene e che, se anche l’impianto in questione sarà a norma, il problema è dato dalla somma che si formerà con altre emissioni, dovute ad altre industrie insalubri (vedi Metalzinco, Lodovichi), agli impianti di riscaldamento, al traffico ecc… L’avv. Valeria Passeri ha parlato più degli aspetti normativi e procedurali, ha mostrato in questo una certa propensione ad una politica fatta a colpi di carte bollate, ricorsi ed esposti e anche una conoscenza non proprio esatta del territorio, perché ha parlato di “vincolo ambientale dovuto alla presenza del fiume Tedesca”, quando il Tedesca non è certo un fiume, ma un fossetto di campagna con un letto di un metro e mezzo nel punto più largo. E non ha citato neanche en passant la “prescrizione” già nota della messa in sicurezza idraulica del comparto, posta dal Comune.
Sentendo la sua esposizione un cittadino arrivato all’assemblea senza sapere nulla sull’argomento avrebbe potuto pensare che l’area dell’ex Centro carni fosse un grande prato verde dove nascono speranze e non un’area industriale dismessa, e inquinata, dove c’era una grande azienda insalubre e una ce n’è anche adesso e lì vicino, a poche decine di metri ce n’è un’altra.
Un altro problema emerso dalle relazioni dei tre esperti è che il prodotto finale che uscirebbe dall’impianto, sia l’Hydrochar solido, sia la frazione liquida, non si sa se può essere considerato “materia seconda” cioè non più un rifiuto. E non si sa perché a questo proposito la normativa è lacunosa e incerta. “Se non si tratta di ‘non rifiuti’ l’impianto non va autorizzato!” ha detto l’avvocato Valeria Passeri.
Qualche dubbio, nei vari interventi è emerso pure sull’affidabilità di chi deve dare i pareri decisivi, cioè degli enti preposti, inn primo luogo dell’Arpat, che essendo ente di emanazione regionale “è spesso asservito a logiche politiche”, così come gli enti pubblici (Comuni e Regione) “spesso si mostrano più inclini a tener conto delle esigenze dei privati proponenti che dei cittadini esposti a eventuali rischi”. Per di più nel caso specifico siamo di fronte ad un proponente che è un colosso e ha grande potere contrattuale e risorse ingentissime. Insomma Acea fa paura anche per la sua forza, non solo per ciò che vuole realizzare. Il fatto che sia azienda controllata dal “pubblico” (Comune di Roma) e non esclusivamente privata, al popolo del NO al Carbonizzatore non appare come una garanzia sufficiente.
Queste sono opinioni diffuse, tipiche anche del momento politico contingente. Ma se si parte dal presupposto e si è convinti che chi deve controllare, verificare e dare i pareri, lo farà “in mala fede”, è inutile persino discutere. Il dott. Romagnoli su questo aspetto ha sostenuto che se i cittadini tengono il fiato sul collo e incalzano le istitizioni, anche queste ultime lavorano meglio. Su questo siamo tutti d’accordo.
C’è voluto l’intervento in due riprese e quasi in chiusura di serata, di Romano Romanini per colmare alcune lacune e omissioni gravi. E’ stato infatti Romanini il primo a parlare della presenza in loco del Depuratore di Bioecologia che Acea ha acquistato insieme all’area per realizzare l’impianto di trattamento fanghi, ha ricordato che quel depuratore (che già oggi tratta 80 mila tonnellate di fanghi fognari urbani, liquami industriali e percolato di discarica, provenienti da varie regioni d’Italia, ndr) dovrebbe essere smantellato, ricostruito e potenziato con nuove tecnologie e che Acea ha richiesto anche di poter trattare altre tipologie di rifiuti. Il che apre un altro fronte. Che tipo di rifiuti? E in che misura il depuratore presente nell’area fornirà materia prima all’impianto di trattamento fanghi, se questo verrà realizzato? D’altra parte va detto che il depuratore ex Bioecologia tratta anche una parte consistente dei reflui fognari di Chiusi Scalo (20% circa del proprio potenziale) e quelli in qualche modo andranno trattati e smaltiti.
Romanini ha ricordato anche la vicenda simile di Piombino, e in una certa misura ha risposto ai dubbi sull’affidabilità dell’Arpat. A Piombino infatti, di fronte alla proposta di un impianto simile a quello proposto per Chiusi, l’Arpat ha prima tergiversato, poi ha proposto una serie stringente di prescrizioni, compresa la realizzazione dell’impianto per step successivi, per verificarne il funzionamento uno per uno… Cosa che ha indotto l’azienda proponente a soprassedere. Non è escluso che Arpat faccia la stessa cosa anche per il progetto di Chiusi. Qualcosa di più si capirà al termine dell’inchiesta pubblica promossa dalla Regione Toscana, che comincerà il 12 novembre, nella stessa sala San Francesco a Chiusi, per proseguire in altre 3 sedute, fino a metà gennaio.
Nell’incontro di ieri sera, al quale hanno partecipato numerose persone dei dintorni (Città della Pieve, Fabro, Montepulciano. Di Cetona erano presenti il sindaco, il vicesindaco, un consigliere comunale e il presidente della Pro Loco), non è mancato chi vede nella stessa inchiesta pubblica un atto tardivo e forse inutile, in quanto con il terreno già venduto dal Comune e acquisito da Acea, è assai difficile ipotizzare un passo indietro o un nulla di fatto: “Nessuno spende milioni di euro per una cosa sulla quale potrebbero dirgli di no”. Se è per questo c’è stato anche i segretario del PC della Valdichiana Nicola Bettollini che ha parlato di minacce e pressioni su chi è contrario e della volontà vera di Acea di fare non solo il carbonizzatore, ma anche un bel termovalorizzatore! Perché “questo – secondo il Bettolini comunista – è il vero obiettivo!”. Solo che il Comune di Chiusi, guidato almeno fino al 2021 dall’altro Bettollini, ha scritto nel PRG che i termovalorizzatori a Chiusi non si possono fare… Singolare anche la posizione del consigliere regionale della Lega Casucci, che si è espresso molto duramente sulla giunta chiusina e sul progetto Acea, senza dire mezza parola, però, sul fatto che il suo partito, con il “capitano” Salvini ha proposto non più di 5 mesi fa e continua a farlo, un inceneritore per ogni provincia. La politica assente è criticabile, ma anche quella presente a guardar bene…
m.l.
Che Primapagina ne abbia parlato decine di volte negli ultimi due anni non direi. Forse rimanere sul singolare sarebbe più prudente.
Sul termine carbonizzatore non c’è niente di inappropriato. Si tratta
di un impianto che produce carbone di bassa qualità. Come lo possiamo chiamare. Il termine per esteso è impianto di carbonizzazione idrotermale. In forma contratta come si chiama?
Un impianto che produce carbone di che tipo e di che qualità interessa poco…si chiama carbonizzatore, per la lingua italiana non per opinione di qualcuno. Il resto dell’articolo nemmeno è commentabile, quando si scrive che un’amministrazione vende per tre milioni un terreno ad un’azienda che su quel terreno ha un progetto per 28 milioni e si sostiene che quella stessa amministrazione non è per il si a tutti i costi per la realizzazione dell’impianto di cosa si vuol stare a parlare.
Siccome il Prg di Chiusi esclude la possibilità di insediare a Chiusi termovalorizzatori, inceneritori, discariche e carbonizzatori, stiamo parlando del nulla? Se si tratta di un carbonizzatore è vietato in partenza. Dovremmo stare tutti tranquilli. O no? L’area è stata venduta, sì prima di avviare qualsiasi consultazione o discussione sull’argomento, ma la vendita è avvenuta a seguito e in base ad apposito bando. Chi ha contestato quel bando, magari chiedendo che fossero escluse aziende insalubri? Come primapagina, ad esempio, durante la campagna elettorale del 2016 (comunali) proponemmo che l’area del centro carni dismessa fosse utilizzata per realizzare un parco energetico (fotovoltaico per lo più, perché per l’eolico alcuni esperti la ritenevano poco adatta), evitando di piazzare pannelli solari in mezzo ai campi consumando suolo agricolo… Quella proposta la facemmo in particolare ai podemos che si dissero interessati a rilanciarla… Poi però sul bando non ho letto rilievi, osservazioni o opposizioni. Quanto agli articoli di primapagina sul tema sono una trentina. Il primo è del 28 novembre 2017 (che riferiva dell’acquisto ella proposta di acquisto da parte d Acea dell’area) e riprendeva una frase del sindaco in una intervista precedente del 22 novembre. L’ultimo è questo. Nel mezzo abbiamo parlato di tutte le iniziative del Comitato Aria e di altre associazioni o comitati (vedi il Riccio), delle interrogazioni consiliari e di quelle regionali, delle risposte degli assessori, dei vari passaggi burocratici riguardanti l’iter del progetto, abbiamo riferito i pareri di tecnici, esperti e abbiamo anche più volte riferito le posizioni del sindaco rilevate da iniziative pubbliche o di partito o tramite intervista diretta, così come abbiamo riferito le prese di posizione di partiti politici ed esponenti degli stessi (dalla Lega al PC, dai podemos ai 5 Stelle..), così come abbiamo parlato della raccolta di firme del Comitato e delle sedute consiliari sul tema. La verifica è semplice: basta scrivere “progetto Acea” sullo spazio “search” che figura in basso sulla home page del ns sito e cliccare. Uscirà un fiume di informazioni. Un fiume che non è il Tedesca. Su quello, Luca vacci a pescare te… P.S. Ribadisco, non ho letto o sentito da nessuna parte che qualcuno è per il sì a tutti i costi. Il Comune ha venduto l’area, ma ha sempre detto altre cose. Cose a cui le opposizioni, il comitato e chiunque altro, primapagina compresa, potrà ricordare al sindaco e alla giunta se venissero disattese. Vedremo al termine dell’inchiesta pubblica cosa emergerà. Poi tireremo le somme.
Quello che più mi ha disturbato dell’articolo sta nel titolo “Cresce la paura”. Se c’è una cosa che ha dimostrato l’iniziativa è che non c’è paura, ma più semplicemente desiderio di informazione, che non c’è stata. Sino ad ora il sindaco ha raccontato balle come quando ha affermato che non si sarebbero emissioni.
Questa è la sinistra con la quale dovrebbe far i conti la gente? Sono loro che si lamentano che la Lega prende sempre più piede nei nostri territori ma a questo c’è una alternativa? Spesso in politica l’avanzamento della gente dipende anche da coloro che dicono di opporvisi,da ciò che realizzano o non realizzano.In tutti i casi credo che siano di fronte al fatto di insistere e continuare a bluffare ritenendo che la gente si faccia influenzare ancora come lo è stato fin’ora, a tratti temporali sui distinti argomenti ma sostanzialmente di avere risposte acquiescenti.Questo tempo sta’ finendo, ma sta finendo non solo per le amministrazioni del territorio ma per le amministrazioni di tutto un paese.La tattica è quella di poter imbrigliare e ricomporre le questioni ed indirizzarle verso lidi a loro graditi e consoni ma vediamo che tutto questo processo risiede soprattutto in una convinzione che hanno e cioè quella del silenzio acquiescente della gente,anche quello di coloro che prima li votavano( vedi entità come Terni ed altro).Forse non abbiamo capito che sono loro i migliori garanti di questo sistema e che alla fine si ripromettono una alleanza di ferro con coloro che già hanno approvato nella loro natura questo modello di sviluppo.Sta’alla gente organizzarsi per bloccare tali intenti e che la stessa gente che sappia bene e che mantenga bene nella propria memoria l’idea che non indietreggeranno di fronte a nulla perché tale alleanza è la linfa vitale della loro “democrazia”.Ed allora alla fine o si sta’ da una parte o dall’altra, anche a prescindere ben sapendo che giuoca a loro favore l’apparato mediatico che in questi tempi hanno costruito facendo sentire alla gente schierata dalla loro parte che di fronte alle ingiustizie ed ai propositi di ingiustizia, il moderatismo possa pagare.La fotografia della situazione è quella che con il loro moderatismo soggetto all’interventismo di chi realizza profitti i percorsi purtroppo sono gia’ fissati aprioristicamente.Alla gente quindi lo sforzo per lottare contro questa perversa condizione a cui la gente viene sottoposta ed accompagnata col ritenere che tutta questa tipologia di realizzazioni venga fatta per l’interesse della gente.Ecco perché al di là delle peculiarità che contiene l’impianto e di ciò che porterà secondo i loro disegni, personalmente mi dichiaro contrario a prescindere, e lo scrivo.
Paolo, all’assemblea di giovedì, ho sentito più persone, tra i presenti, dire testualmente, “questa cosa non mi piace, io ho paura” . Oppure “Ci faranno morire tutti di tumore”. Non ne ho sentito una dire “voglio saperne di più”. Del resto il manifesto d’invito recitava “per ribadire il nostro no”, non diceva “proviamo a informarci”…Se proprio non la vuoi chiamare paura, chiamala preoccupazione. Non voglia di informarsi. E se dici che dell’Arpat e degli enti preposti a dare i pareri decisivi non ci si può fidare, perché sono asserviti al potere politico, generi paura, inevitabilmente, perché la gente percepisce una situazione di impotenza e di “accerchiamento”. E se il moderatore nel chiedere alla platea se qualcuno vuole intervenire dice testualmente “magari qualche infiltrato del sindaco”… Ecco non mi sembra una frase felice, di quelle che aiutano un confronto sereno. Poi non ti puoi lamentare se il sindaco non viene.
Questo modo di fare informazione con “il mio vicino di sedia ha detto” non è accettabile. È stata organizzata un’iniziativa dichiaratamente volta a far sentire la voce di esperti, quindi a dare informazioni. Vicini di sedia a parte, la gente che si è scomodata a venire era per informarsi. Le informazioni ci sono state e hanno spazzato via certe affermazioni del sindaco. Ricordo anche che la variante allo strumento urbanistico che introduce la dizione citata ha avuto almeno un’osservazione, quella del Comitato che propone una dizione diversa e più chiara che esclude l’insediamento di altre industrie insalubri di prima classe. Quindi quell’osservazione deve essere discussa e fino ad allora la variante è adottata e non approvata. L’approvazione del piano può essere deliberata dal Consiglio Comunale dopo l’approvazione delle cosiddette controdeduzioni. A qualcuno risulta che questa delibera ci sia stata? È la solita bufala.
Non mistificare: l’articolo riporta fedelmente ciò che ho sentito in assemblea e mi pare di aver dato atto ai relatori e agli organizzatori sia del successo che dell’interesse delle cose dette. Il riferimento al vicino di sedia l’ho fatto in un commento a margine, in risposta al tuo, per dire che ho sentito parlare di “paura” e credo che certe parole le avrai sentite anche te… D’altra parte avevo già fatto notare anche in occasione di una iniziativa del PC che certe immagini, certi toni, certe parole evocano paure, anzi sembrano essere utilizzate apposta per evocare paure. Questa è una cosa che a me personalmente non piace e che – a mio avviso – rischia pure di rendere meno credibili e meno coinvolgenti battaglie che invece possono essere giuste. In questo senso, per essere ancora più preciso, l’approccio utilizzato dal al problema del dott. Romagnoli e quello alla fine da Romanini mi è sembrato migliore e più utile rispetto all’approccio dell’avv. Passeri e di altri. Ma anche questa è solo una mia personalissima opinione. Quanto alle norme del PRG, se c’è scritto che nel comune di Chiusi non si possono fare inceneritori, termovalizzatori e carbonizzatori, sarà un punto a vantaggio della battaglia che il Comitato sta portando avanti. Basterà chiedere il rispetto di quella indicazione. IL comune non potrà andare contro o vanificare una norma che ha voluto e inserito nel Piano. O comunque contro una “indicazione politica” contenuta in un precedente ‘atto di governo’ presentato, discusso e approvato. No?
No. La variante sarà operativa dopo le controdeduzini che non si capisce perché non vengano portate in Consiglio. A me non risulta che questo sia avvenuto
Man mano che si procede in avanti con questa diatriba -chiamiamola cosi- mi sembra cosa che resti semprepiù evidente che al fondo delle cose la scelta sia ” o per il bianco oppure per il nero” perchè l’una parte cerca di accreditare la bontà e positività di una scelta(quella della costruzione dell’impianto) mentre l’altra parte la nega.
Di fronte a tutto questo come si pone il cittadino anche se può pensare che la positività e la negatività risiedano dentro entrambe le scelte? La domanda – dopo tutte quelle che si sono fatte e dopo tutte quelle che si faranno- è anche quella di chiedersi: a chi porta benessere tale scelta? Siamo sicuri che l’iniziativa gestita da questa politica che vediamo intorno così sconclusionata, priva di radicamento nel sociale possa essere quella di portare bene ed utilità alle popolazioni del territorio? Di fronte a tale tema si allargherebbe la discussione che fra l’altro dovrebbe essere dovuta, perchè il supposto inquinamento- e lo ripeto- non è solo inquinamento proveniente precipuamente dall’attività trasformativa dell’impianto ma anche da quella del traffico stradale per accedervi e ciò che tale traffico provoca nel tempo e non solo.In pratica si pone da parte della Pubblica Amministrazione la priorità e l’utilità a costruire contro il parere di coloro che non vogliono che si realizzi.Ciò che ho detto nel precedente mio intervento è che alla fine si dovrà scegliere ( anzi mi sembra di capire che le scelte siano state fatte come sempre) seguendo la tattica di non sentire la gente su un argomento così importante.Cosa vuol dire se è vero questo? Vuol dire ciò che prima asserivo e che le maggioranze politiche di questo comune hanno accettato in pieno la natura di tale modello di sviluppo,facendosi portare per i capelli sopra le cose, non completamente esaminate e restando prigioniere del fatto che tutto questo possa comportare quasi un business, soldi per rimpinguare i bilanci, esaminando superficialmente o fidandosi di ciò che tutta la struttura del sistema proclama a gran voce.Alla fine-come dicevo prima- occorre che la cittadinanza scelga da che parte stare: ”bianco o nero” mettendo dentro al conto anche il benessere di chi verrà dopo di loro.Io ho detto questo che sono personalmente contrario a prescindere, per il fatto che di questa classe politica- e lo si vede- siamo tutti spettatori cosa produca in tutto il paese italia e non mi interessa minimamente se si possano risanare i bilanci con i soldi avuti o che si riceveranno in futuro, e siccome tale dubbio permane dentro di me anche da parte di tutte quelle strutture legate all’economia della politica e delle quali la politica stessa si serve in maniera spesso maldestra, preferisco che il rischio non possa essere corso.Scusate se vi sembra poco il mio NO A PRESCINDERE ! Il terrore in questo caso che si riversa sulla politica è quello che le scelte non partecipate possano portare diminuzione di consensi: questo è il vero terrore del quale soffrono e c’è da capirli e c’è da capirli perchè il loro ruolo di essere separati dall’opinione della gente, vale eccome se vale! E di questo hanno il terrore! Ed allora riflettano che in pratica sono loro che sono il canale giusto perchè questo modello di sviluppo a cui si rifanno possa prevalere nelle teste dei singoli individui ed essere vincente sia adesso sia nel futuro.Adesso le storie che vanno per la maggiore guarda caso sono quelle dell’economia verde alla quale si assoggetta tutto a cominciare dalle politiche nazionali, europee, alle quali si assuefà la gente.Sono tutti all’assalto del complesso produttivo che produce e trasforma e che và verso l’economia verde, il produrre biologicamente, il ciclo di produzione dove si riconvertono forme di materia in energia pulita, e per questo tutti i media a livello mondiale mobilitano le ” Greta della situazione”, mentre da qualche mese hanno individuato quale fosse l’incudine da dove poter battere il martello, e l’incudine è questo che si è passati tutti improvvisamente da una produzione inquinante il mondo ed i mari ad una produzione che dice di salvaguardarli inducendo gli animi e le coscenze a dire: ”Finalmente,qualcosa si muove!” Ma la domanda è: ma vi sembra normale e vi sembra possibile che tutto l’apparato produttivo sposi all’improvviso tali istanze, proprio quell’apparato produttivo che ha pensato al massimo profitto per decenni escludendo le persone e trattandole come numeri per i propri bilanci e che in decenni ha rovinato il mondo e la salute delle persone, adesso d’improvviso sponsorizzi le Grete Thurnberg perchè ha capito che l’Europa dovrà fruire di finanziamenti di miliardi e miliardi di Euro per seguire tale riconversione? Perchè invece non riuscite a pensare che se al sistema Greta Thurnberg desse fastidio non le darebbero lo spazio mediatico che le viene dato, le riprese all’ONU quando piange rivolgendosi ai grande della terra ? Ma davvero si pensa che le persone che ascoltano i media seguano ad occhi chiusi e non ragionino su tutto questo? E che tutto questo non sia un indotto,il mezzo necessario che viene emesso per equilibrare le coscenze e diminuire le tensioni ormai insopportabili che scoppiano nel terzo e quarto mondo (Sud America, Medio Oriente, Sud Est Asiatico, Africa) ed in più emesse fuori e regolate dallo stesso apparato a cui serve procedere nel riformismo per controllare le crisi ed al più farle scoppiare lontano dal cuore del sistema e controllare con l’apparato mediatico l’ordine interno al mondo occidentale soprattutto -e non bisogna meravigliarsi-con strategie e l’impiego dei servizi segreti? All’industria privata mondiale, ai colossi delle multinazionali non interessa sporcare o pulire, all’industria interessano i profitti e se l’opinione pubblica di tutta Europa crede che con tali scelte future ciò che ne deriverà possa essere la salute di tanti, allora vuol dire-secondo il mio punto di vista- che non si è capito nulla e nemmeno ci interessi capire nulla di quello che bolle in pentola e che è un formidabile inganno che non fà altro che ripercuotere le condizioni di povertà di tanti contrapposte al benessere di pochi.E’ la storia del mondo sia di quello che ha vissuto la nostra fascia generazionale sia di quello che i nostri figli hanno davanti, un mondo fosco veramente fosco si prepara, dove si fà leva sull’egoismo del privato che se ne fotte se colossi del tipo Amazon migliorano le prestazioni aziendali comprimendo la gente ed i loro diritti mentre ai singoli fruitori gli si è di fatto applicata la logica che non gliene freghi un cazzo se quei lavoratori sono sfruttati e devono correre e non andare nemmeno al bagno per orinare pena il licenziamento perchè a lui interessa ricevere quanto ordinato prima possibile? E’ questo il mondo che ci si prepara e che hanno preparato per noi e per i nostri figli ! Questo già avviene e da diverso tempo per giunta ! Ed è per questo che le persone sensibili ed intelligenti alle quali stà a cuore che il mondo inverta tale processo di sviluppo possa negare il consenso a questo tipo di politiche che vengono attualmente fatte e che anche di per se stesse creano il marasma.Forse sono pochi che hanno compreso come si comporta il capitalismo e cosa possa produrre nel tempo,tante le volte non ci fosse bastato ciò che ha prodotto fin’ora,sostenuto soprattutto da coloro che ne traggono profitto(guerre per delega, distruzioni, guerre civili, fame e miseria,emigrazione a causa dei bombardamenti dei nostri alleati militari )ma anche dall’investitura che lo stesso sistema ha messo in campo nelle classi dirigenti della cosiddetta sinistra.A voi la scelta, e più delle parole sappiate che contano i fatti !! Per le parole hanno tutto un apparato mediatico appositamente funzionante per disintegrarle,spezzettarle e diluirle, quelle che a loro non aggradano. Ed allora il segnale dovrebbe incominciare ad essere chiaro quale debba essere che venga dato !
“Un fiume che non è la Tedesca. Su quello Luca vacci a pescare te” complimenti per lo stile al grande giornalista, riconosciuto da tutti a Chiusi e dintorni per quello che lo.aveva detto prima e meglio di tutti. Che tristezza.
Luca, sei stato te, in pubblico, all’assemblea di giovedì a dire che la stampa locale su questa vicenda non ha fatto informazione ed è rimasta legata al guinzaglio del padrone. Sai benissimo invece che questo giornale non ha padroni e che sull’argomento ha pubblicato decine di articoli, parlando di tutto: anche delle opinioni dei tecnici non favorevoli, delle interrogazioni consiliari e regionali, delle assemblee e raccolte di firme del comitato, delle prese di posizione di partiti politici (Lega, Pc, 5 Stelle), delle risposte degli assessori regionali, del sindaco, abbiamo spiegato come è andato avanti via via l’iter burocratico, come funzionerà l’inchiesta pubblica ecc. Se non ti sono piaciuti è un altro paio di maniche, ma non puoi dire che che l’informazione sia mancata. E’ almeno nei riguardi di questa testata, un attacco ingiustificato, pretestuoso e – lasciamelo dire – anche politicamente sbagliato. Perché a farlo è guarda caso un esponente politico che il giornale ha sostenuto. Comincia te ad essere più rispettoso del lavoro degli altri. Qui non hai mai letto (perché nessuno lo ha mai scritto) che qualcuno non sa fare il veterinario…
Detto questo, sentire una “esperta” che parla di vincolo ambientale sul’area del centro carni per la presenza del Fiume Tedesca, se permetti mi fa sorridere e soprattutto mi fa pensare che la signora sia poco esperta e soprattutto conosca poco o per niente l’area in questione. E abbia tentato di forzare certi concetti per portare acqua al proprio mulino. Molto meglio gli altri due relatori. Ma questo l’ho già scritto nell’articolo.
Che su Primapagina siano apparsi decine di articoli sull’impianto di carbonizzazione direi proprio di no. Forse sarebbe meglio dire una decina articolo più articolo meno. Negli ultimi due anni in media meno di uno ogni due mesi.
In questi articoli c’è sempre stato un allineamento con le posizioni del sindaco anche quando ha dichiarato cose infondate come l’assenza di qualunque rilascio quando è lo stesso progetto che lo afferma.
Te ne sono sfuggiti parecchi… clicca “progetto Acea” sul riquadro “search” in fondo alla home page e vedrai. Conta bene… Sai bene di mentire (perché sai contare e sai anche leggere).
ECCO DI SEGUITO LA “RASSEGNA STAMPA” DEGLI ARTICOLI USCITI SU PRIMAPAGINA A PROPOSITOO DEL PROGETTO ACEA.. Come s può notare sono parecchi, 40 per la precisione, più questo. E la ns posizione è sempre stata la stessa dal primo articolo, del novembre 2017, ad oggi. Chi si lamenta della scarsa informazione può farsi un’idea. E recuperare terreno. Molti di questi articoli gli saranno sfuggiti. Non per questo però non esistono. Buona lettura e buon ripasso:
https://www.primapaginachiusi.it/2019/11/progetto-acea-bettollini-chiede-il-diritto-di-replica-parla-di-fake-news-diffuse-ad-arte-2/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/10/chiusi-il-comitato-aria-ribadise-il-suo-al-progetto-acea-schiera-gli-esperti/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/10/progetto-acea-parte-linchiesta-pubblica-regionale-che-determinera-il-si-il-no-4-sedute-tra-novembre-gennaio-il-comitato-sara-il-primo-soggetto-ad-essere-ascoltato/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/07/progetto-acea-la-versione-di-juri-che-intanto-annuncia-la-ricandidatura-nel-2021/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/07/progetto-acea-si-apre-la-fase-di-partecipazione-ma-la-deve-fare-la-regione-il-comune-il-comitato-perde-argomento/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/07/anche-comunisti-della-valdichiana-contro-il-progetto-acea/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/06/chiusi-una-giornata-di-lavoro-contro-gli-incivili-ma-qualcuno-accusa-e-allora-il-progetto-acea/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/03/chiusi-la-risposta-del-sindaco-ai-5-stelle-sul-progetto-acea-lobiettivo-e-migliorare-la-situazione-attuale-dellarea/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/03/chiusi-lassessore-regionale-fratoni-rispon-de-sul-progetto-acea-la-falda-e-inquinata-ma/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/01/progetto-acea-nuova-interrogazione-regione-quando-il-processo-di-partecipazione-ma-una-cosa-e-chiara-linvasione-di-rifiuti-ci-sara/
https://www.primapaginachiusi.it/2018/12/chiusi-la-lega-cerca-consensi-schierandosi-contro-il-progetto-acea-si-rivede-cosetta-quiriconi/
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https://www.primapaginachiusi.it/2018/05/progetto-acea-il-comitato-insiste-sul-referendum-ma-anche-il-nascente-governo-lega-5-stelle-punta-sulleconomia-circolare-il-riutilizzo-di-fanghi-rifiuti/
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https://www.primapaginachiusi.it/2018/12/chiusi-adottata-la-variante-che-vieta-inceneritori-carbonizzatori-aziende-insalubri-ridotte-alcune-aree-edificabili/
https://www.primapaginachiusi.it/2019/01/bettollini-al-giro-di-boa-dallo-stile-renzi-quello-di-fidel-castro/
https://www.primapaginachiusi.it/2017/11/la-sicilia-siena-renzi-il-pd-e-chiusi-la-politica-le-cose-da-fare-secondo-juri/
Leggerò. Ho cominciato dall’ultimo indicato. Ma non ho trovato nessun contributo sul progetto ACEA.
L’ultimo articolo indicato è una intervista a Bettollini del 2017, prima che la notizia del’acquisto del terreno da parte di Acea venisse fuori, e nell’intervista c’è un accenno del sindaco a questa possibilità e a certe attenzioni sull’area ex centro carni. Tutto è partito da lì…