PROGETTO ACEA, NUOVA INTERROGAZIONE IN REGIONE. QUANDO IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE? MA UNA COSA E’ CHIARA: L’INVASIONE DI RIFIUTI NON CI SARA’

mercoledì 30th, gennaio 2019 / 13:03
PROGETTO ACEA, NUOVA INTERROGAZIONE IN REGIONE. QUANDO IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE? MA UNA COSA E’ CHIARA: L’INVASIONE DI RIFIUTI NON CI SARA’
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FIRENZE – Era quasi un anno fa, esattamente marzo 2018,  quando il Consiglio Regionale della Toscana votò all’unanimità una mozione presentata dal consigliere  di Toscana a Sinistra Tommaso Fattori sul progetto Acea nell’area dell’ex Centro carni di Chiusi. La mozione chiedeva alla Regione di “avviare un confronto con Comune di Chiusi, cittadini, associazioni, esperti e la stessa Acea Ambiente” , chiedendo altresì alla Regione Toscana “di attivarsi, tramite gli organi competenti, quali Arpat ed Asl, per una rigorosa verifica dell’effettiva efficacia della tecnologia proposta”, escludendo impatti ambientali e sanitari.  “Non solo la popolazione deve essere subito coinvolta –  scriveva Fattori – ma prima di procedere con il progetto ed autorizzare l’opera, ogni rischio ambientale e sanitario deve essere escluso”.

E questo è anche quello che ha sempre sostenuto l’Amministrazione di Chiusi, subordinando il proprio parere favorevole al superamento di tutte le eventuali criticità ambientali. “Se non sarà a emissioni zero, il progetto non otterrà il nostro via libera” ha sempre detto il sindaco Bettollini, e l’ha ribadito anche lunedì scorso nella sua chilometrica “relazione di mid-term” presentata all’inizitiva del Pd al Palasport.

Ora però, Fattori e il suo collega Sarti di Sì, Toscana a sinistra , tornano sull’argomento e si chiedono, con una nuova interrogazione al presidente del Consiglio regionale, datata 24 gennaio, se e quando “la Giunta Regionale intende attivarsi per realizzare un’approfondita consultazione pubblica con i cittadini e le istituzioni locali interessate al Progetto Acea”. In sostanza Fattori e Sarti chiedono l’avvio dell’iter partecipativo previsto in questi casi. E chiedono altresì – dato che Acea ha già presentato il progetto al fine di ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale  – se la Regione non ritenga prematuro concedere un’autorizzazione basata su elementi al momento normativamente non sussistenti (come la classificazione di “end of waste” – fine del rifiuto – della biolignite e dell’ammendante ottenuto).

I due consiglieri di Si Toscana a Sinistra chiedono inoltre di sapere secondo quali criteri  il “progetto Acea” sarebbe inquadrabile come opera privata di interesse strategico regionale, anche alla luce del Piano Regionale Rifiuti; e quale soggetto dovrà provvedere alla bonifica preventiva dell’area ex Centro Carni.  Chiedono infine anche un’altra cosa e cioè se la Regione intende predisporre una accurata campagna di misurazioni che traccino un quadro della situazione ambientale attuale… valutando anche l’opportunità di uno studio di impatto sanitario” e se non sia il caso di interrompere la procedura di VIA…

L’interrogazione di Fattori e Sarti, ricalca sostanzialmente alcune delle richieste sempre avanzate dai Podemos locali e in parte anche dal Comitato cittadino, poi diventato Comitato ARIA che a fine dicembre ha anche presentato osservazioni al Progetto che Acea ha depositato in Regione.

Insomma la questione Acea tra rassicurazioni del sindaco e perplessità di altri soggetti, continua a far discutere. Evidentemente i dibattiti avvenuti a più riprese in Consiglio Comunale e il confronto recente in sede di presentazione della Variante al Piano Operativo, non sono stati sufficienti a diradare le nubi e le diffidenze.

Da segnalare che la stessa interrogazione di Fattori e Sarti parla di “impianto che tratterà 80 mila tonnellate anno di fanghi biologici di risulta della depurazione di acque reflue, provenienti da Toscana, Lazio e Umbria”. Ecco: 80.000 tonnellate di “fanghi”, che è più o meno la stessa quantità trattata oggi dal depuratore esistente nella stessa area (impianto Bioecologia, rilevato anch’esso da Acea). E anche i fanghi che vengono depurati attualmente sono in parte quelli delle fogne di Chiusi Scalo e in parte (più consistente) fanghi provenienti da altre zone della Toscana e di altre regioni. In termini quantitativi insomma la differenza sarebbe minima. Il depuratore esistente infatti tratta circa 70 mila tonnellate/anno, il progetto Acea ne prevede lo smantellamento e la ricostruzione con tecnologie più moderne e avanzate, quindi con meno emissioni.

Se la quantità di fanghi sarà la medesima, la temuta “invasione di rifiuti da tutta Italia” non sembra essere alle porte. E’ un po’ come l’invasione di migranti e di profughi che molti agitano come uno spauracchio e nella realtà non esiste.  Ma così come non si possono fermare le migrazioni, perché sono sommovimenti biblici, epocali, allo stesso modo i fanghi di depurazione vanno trattati e smaltiti. Sul modo si può discutere, ma nessuno se li può portare a casa o può sperare di portarli a casa d’altri.

M.L.

 

nella foto (di repertorio):un impianto Acea già esistente

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