CHIUSI: ARRIVANO I COMUNISTI? ACEA ‘STRACCIA’ IL JOBS ACT NEL CONTRATTO AZIENDALE. IL COLOSSO HA IL VOLTO UMANO

CHIUSI – Una delle preoccupazioni maggiori riguardo al progetto Acea per un impianto di trattamento dei fanghi di depurazione a Chiusi, è quella che “essendo Acea un colosso a livello nazionale, non sarà facile per un Comune come quello di Chiusi imporre prescrizioni e paletti da rispettare”. In sostanza, il timore è che Acea, una volta insediato l’impianto possa poi fare quello che vuole. E se qualcuno cercherà di tenere fermi quei “paletti” l’azienda mobiliterà schiere di tecnici e avvocati e sarà impossibile tenerle testa”. Questa tesi è stata sostenuta in Consiglio Comunale dal capogruppo dei Podemos Luca Scaramelli ed è stata ripresa in altri interventi anche all’assemblea pubblica promossa da Paolo Scattoni alla sala Eden. Anche tra i 5 Stelle qualcuno ha pigiato su questo tasto, oltre quello della necessità di “pareri tecnici preventivi” e di una maggiore informazione dei cittadini. Quindi oltre ai possibili rischi legati alle possibili emissioni dell’impianto, magari dovute al trattamento di sostanze diverse da quelle dichiarate o ad ampliamenti della gamma di materiali da trattare, secondo le opposizioni chiusine ci sarebbe anche il rischio di uno scarso potere contrattuale dell’Amministrazione locale nei confronti di un “colosso”come Acea, di fatto incontrollabile. Visto come vanno le cose in Italia non sono preoccupazione del tutto campate in aria. Vedi Ilva, vedi Terni ecc…
I 5 Stelle non sembrano rassicurati più di tanto dal fatto che Acea è una multiutility controllata dal Comune di Roma (che ne è l’azionista principale) e il Comune di Roma è in mano a Virginia Raggi e al Movimento grillino. Nè dal fatto che nel programma nazionale 5 Stelle un posto rilevante ce l’abbia l’economia da riciclo dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare. Che è ciò che almeno nelle enunciazioni propone Acea a Chiusi. Però è di questi giorni una notizia che potrebbe incrinare le posizioni – e i dubbi – delle due minoranze chiusine, sulla questione.
La notizia è che Acea, pur aderendo a Confindustria, ha firmato u contratto aziendale con i sindacati, che di fatto “cancella” il Jobs Act, derogando alle tre grandi novità introdotte dalla riforma del Governo Renzi: licenziamento per giusta causa, demansionamento e controllo a distanza dei lavoratori. L’intesa, che prevede premi di risultato e norme sul welfare aziendale stabilisce “per tutto il personale e per coloro che saranno assunti in futuro, le tutele previste dall’articolo 18 della legge 300, così come modificato dallalegge Fornero del 2012”. Significa che potranno essere reintegrati dal giudice in caso di licenziamento illegittimo (il Jobs act concede solo un indennizzo). Affida poi le decisioni su eventuali demansionamenti dei lavoratori a un accordo che l’azienda dovrà trovare con i sindacati. Stesso discorso per “l’introduzione di sistemi di controllo della prestazione a distanza” per i quali invece il Jobs act (se considerati strumenti di lavoro) ha eliminato l’obbligo di intesa con i sindacati. Per Confindustria si tratta di un “tradimento che coglie di sorpresa gli industriali, non informati dai vertici dell’azienda nominati ad aprile 2017 dalla giunta 5 Stelle. Anzi proprio per la natura pubblica di Acea, Confindustria vi intravede anche una ingerenza della politica (cioè da parte del Comune di Roma).
L’accordo aziendale sottoscritto da Acea non è il primo del genere: già la Ducati e la Lamborghini e altre aziende metalmeccaniche hanno firmato contratti che ripristinano di fatto l’art. 18 e derogano al Jobs Act. E’ una linea, questa, che la Cgil, tenta da tempo di attuare almeno nei contratti aziendali…
A livello locale sia 5 Stelle che Possiamo si sono sempre dichiarati contrari al Jobs Act, quindi questa “sortita” di Acea potrebbe in qualche misura farli ricredere, se non altro riguardo al giudizio dato finora dell’azienda. Da “colosso incontrollabile” a “colosso dal volto umano”, almeno con i propri dipendenti.
Noi, da queste colonne, abbiamo sempre sostenuto che è naturalmente necessario e opportuno fare tutte le verifiche del caso, che quando si parla di depuratori o impianti di trattamento di rifiuti, fanghi, liquami la cautela non è mai troppa e i dubbi sono legittimi. Ma abbiamo anche sempre detto che le cose vanno valutate senza farsi prendere la mano dalle paure e dai pregiudizi, e abbiamo anche detto che, proprio il controllo pubblico di un Comune (in questo caso il Comune di Roma) sull’azienda è di per sé una garanzia in più rispetto alle aziende esclusivamente private. Anche quelle che sembrano le più moderne e avanzate. Detto tra noi, ci fidiamo più di un’azienda come Acea che di un Cucinelli o un Della Valle che finanziano restauri di monumenti, teatri e antichi borghi, ma i sindacati in fabbrica non ce li vogliono…
Questa notizia sul contratto aziendale di Acea ci sembra insomma una buona notizia, che in qualche modo conferma quanto abbiamo fin qui sostenuto. Non è la garanzia assoluta che l’impianto di Chiusi non presenterà rischi e criticità, ma intanto ci dice che Acea lavora in un certo modo e con i lavoratori intende impostare rapporti più corretti e più umani.
I Podemos che in più di una circostanza si sono trovati a fianco della Cgil e della Fiom potrebbero trovare in tutto ciò un motivo per tirare quantomeno un sospiro di sollievo. Stai a vedere che insieme al carbonizzatore arrivano anche i comunisti… O sono quelli dei 5 Stelle?
m.l.
Permettimi una battuta ma poi mica tanto una battuta: io dico che peggio di così non si poteva….ma come? Mi dici cosa c’entra tirare in causa i licenziamenti e la possibilità di reintroduzione dell’art.18 con il fatto dell’azienda che possa avere un percorso di salubrità od insalubrità sul territorio chiusino? Che dai le pennellatine per dare l’impressione che la cosa principale sia quella del ripristino possibile dell’art.18 che abbia come contropartita la possibilità ad ACEA di insediarsi e stabilire le sue priorità industriali e possa venire poco ostacolato nel caso ci fossero problematiche poichè le opposizioni a Chiusi siano formate anche dai 5 stelle ? Ma dico io è mai possibile portare un paragone simile o tentare di spargere certi fumi perchè la gente dal momento che un gruppo 5 stelle c’è anche a Chiusi tale gruppo si possa credere che non faccia l’interesse della gente e nel qual caso faccia l’interessedi Acea? Se nel caso si dimostri una pretesa insalubrità eccolo lì l’avvelenatore a 5 stelle !? Via Marco,ma cosa li fai a fare tali discorsi, che modo di ragionare è questo e cosa perdipiù c’entra l’art.18 con il merito che debba essere certamente espletato ogni genere di controllo per scongiurare l’assoluta insalubrità di ciò che si andrà a fare. Una cosa è il trattamento degli operai e maestranze e per quello ci sono i contratti ed i sindacati ed un altra cosa è il fatto che se fosse dimostrato che possa essere una produzione insalubre la cosa non dovrebbe essere permessa.le due cose non hanno relazione alcuna fra loro e vederci un pèarallelismo politico o possibili convergenze non sò come chiamarlo tale pensiero perchè non ci sono parole.Punto.Arrivano i comunisti ? Se arrivassero davvero parecchi starebbero più fermi, lasciamelo dire , a cominciare proprio da quelli che governano e che parecchia gente li scambia per loro.Io li chiamerei spalmatori di vasellina non comunisti.Questa è la verità e tali titoli a mio avviso contribuiscono ad annebbiare le idee proprio a coloro che per i comunisti votavano e che oggi votano per i democristiani credendoli la continuazione dei comunisti.Pensa te come siamo messi……ti ricordi come si cantava 40 anni fà nelle piazze e nelle strade il motivo per il quale non volevamo la bandiera bianca? Che simbolo rappresentava ?
”perchè l’è il simbolo dell’ign……bandiera bianca la vogliamo no !” Scambiare il bianco per il rosso non è solo daltonismo ma una patologia di natura cognitiva- che lasciamelo dire-è causata a molti fattori, ma quello principale è quello dell’ignoranza procurata dal plagio.Ed è quella dalla quale le classi subalterne oggi non sono vaccinate e penso che di questi passi lo saranno sempre di meno.
Se un’azienda è credibile e seria si vede da tante cose. Anche da come tratta i lavoratori. O da come si muove. La ditta che sta costruendo la centrale a biomasse a San Donnino è sotto inchiesta per truffa ai danni di un comune. Ecco quella per me è poco affidabile e solo per questo motivo credo che il comune di Città della Pieve avrebbe fatto bene a sospendere l’aitorizzazione.Prima ancora di qualsiasii ragionamento sui rischi ambientali. Chiaro il concetto?
Il concetto è chiaro ma molto in parte, nel senso che le aziende non si proclamano postive od idonee ad eserciare la loro attività perchè trattano bene gli operai perchè tale rapporto è regolato dalla legge e dal sindacato deputato a rappresentare le maestranze. Del ” buonismo” delle aziende ho sempre molto diffidato anche perchè il loro primo scopo è quello di guadagnare e trarre profitto dalla loro attività.Se così non fosse e quando i profitti scemano le aziende chiudono, si spostano oppure licenziano.Questo deve restare ben fermo, quindi del benessere degli operai gliene interessa fino ad un certo punto, anzi se talvolta in presenza di calo del profitto vediamo che la prima cosa che fanno è quello della compressione del lavoro.Ma questo è un discorso che ci porta lontano, sulla giustizia dei rapporti umani e/o disonestà nei rapporti sociali ed economici, quindi questa non è la sede giusta per tale discorso.Punto.Quindi se una azienda-come dici te- si possa intendere affidabile e ben disposta a trattare le maestranze ripristinando l’art.18 secondo te ben venga? Non mi sembra proprio questo un pre-requisito per considerarla ammissibile.Il pre requisito dal quale non si può in nessun modo prescindere è quello che non sia nociva al territorio ed agli uomini che vi abitano e che vi lavorino.E mi sembra che in questo caso di cui parliamo ancora siamo in attesa di risposte su tale tema se ho ben capito.Se avessi capito male- e ci stà che così fosse-bisognerebbe anche dimostrare il perchè altri comuni hanno dato il loro diniego all’installazione di dette procedure industriali. La domanda che mi faccio da uomo della strada è quella se ci siano solo furbi in Provincia di Siena che trovano le uova d’oro sepolte sotto la sabbia.Che non bisogna essere prevenuti mi sembrerebbe chiaro, ma se mi permetti visto come va l’italia che prima le cose si fanno al seguito spesso di interessi politici ed economici ed a seguire poi di quelli sociali, la normalità mi sembrerebbe che suggerisca di attendere i responsi tecnici facendoli seguire dal pronunciamento dei cittadini. Se riammettessero l’art.18 per 15-20 maestranze a me sinceramente non me ne puo’ fregare di meno e devo dire che comunque sia è un problema limitatissimo,poichè si possa pensare che per un numero così esiguo di maestranze economiamente una azienda di quel tipo si possa benissimo permettere di essere ”buonista” finalizzata all’accettazione pubblica delle sue finalità. A me interessa invece vedere e sapere ed essere sicuro che quell’attività non porterà nuocimento al paese ed alla salute dei suoi cittadini e non trasformerà sia l’aria che il terreno in una discarica chimica che possa essere nociva.Se gli imprenditori, le banche o le sigle sindacali annuiscono e diano il loro benestare ed alzino il ditino di condivisione, non credo che sia roba questa da considerare e che debba pesare sul piano della decisione di accettazione o meno di detta iniziativa.Il perchè di questo te lo immagini oppure deve essere scritto o rappresenta al cervello di molti roba astrusa? Quanto ho detto fa parte dell’establishment che negli ultimi anni ha accettato tutto, anche ogni iniziativa che abbia messo in forse il territorio e la sua sicurezza, basti guardare a come è stato riempito dal cemento.E non parlo solo di Chiusi ma anche di quello del Trasimeno ed è perfettamente inutile che prima si prendano iniziative da parte pubblica e poi qualcuno che riveste funzioni pubbliche od economiche si esprima come si sono espressi (anche perchè esprimendosi così dicevano la verità)ma solo dopo che gli scempi sono stati commessi dicendo che sono stati fatti degli obrobri al territorio. I nomi di questi li soò anch’io come li sai anche te, ma dei loro giudizi fatti dopo gli scempi non me ne può fregare di meno come volgarmente si dice. Tanto per dirne una vogliamo vedere la questione Macciano come una cosettina da nulla percè è da nulla se ci pensiamo bene ma indica uno status, un modo di procedere e di concepire le cose che è comune a quei settori che si sono fatti negli anni i promotori di quello che anche oggi hanno il coraggio di intendere come sviluppo.In effetti sviluppo è stato ma per loro e che mi viene in mente proprio adesso tanto per citare un caso del tutto trascurabile di fronte alla quantità dei casi sul territorio nostro. Allora da tale establishment che ha agito in stretta connessione con la politica e le forze economiche io non mi aspetto nulla di nuovo, mi aspetto solo che continuino a fare ciò che hanno fatto fin’ora.Anche perchè-e mi ripeto- le installazioni industriali procedono per passi progressivi, a seconda di ciò che possa provenire da una attività che possa provvedere a successivi sviluppi in ogni direzione.Chi ti dice che da quella si passi ad altro in futuro? E come potrebbe essere quest’altro? Visto che chi rappresenta la funzione pubblica dispone la politica affidandola solo alle maggioranze, la collettività avrà voce in capitolo per intervenire nel caso della salvaguardia dei propri diritti, primo quello alla salute? Se permetti è questo che m’interessa come cosa primaria e non il ripristino dell’art.18 per 15-20 persone. E come dici te ti domando: è chiaro? Credo che queste siano le condizioni primarie da dover seguire se si vuole essere sicuri che fra poco tempo Chiusi non sia come Taranto ma anche come tanti altri luoghi, dove prima i problemi non c’erano, poi sono arrivati.Ma sono arrivati non perchè una mattina un sindaco od un assessore si è svegliato ed abbia deciso tutto, ma invece è il sistema che ruota intorno a quel sinsaco od a quell’assessore o ad altri che produce questo ed induce a scelte che trasferite in politica vengono edulcorate, rese trasparenti, possibili e degne di aspettativa a realizzale con l’uso mediatico, poi applicate.Si calcola che fra 15-20 anni ci sarà in italia la mancanaza di 15.000 medici di famiglia perchè la scuola e l’università sono impostate in un modo tale che fra restrizioni, tagli di spesa, tagli di stipendi, produca 15.000 medici di famiglia in meno.A chi si deve tutto questo? Mi sembrerebbe logico. a chi programma gli interventi, a chi usa i tagli per cercare di galleggiare, a chi comprime il lavoro per cercare di resistere a produrre con gli stessi scopi e finalità. Allora, dico io mi rispondi perchè non si debbano scongiurare tutti i rischi che nel nostro territorio si possa essere esenti da tutto questo e che sia normale accertarsi prima ed in maniera definitiva e sicura che tutto ciò non possa nuocere? Guardando il panorama che ho intorno io di questi non mi fido perchè la prova l’hanno già data, non solo a Chiusi ma in molte parti d’italia. Chiaro?