PROGETTO ACEA: BETTOLLINI METTE LE CARTE SUL TAVOLO. ORA IL QUADRO E’ PIU’ CHIARO
I PODEMOS CHIEDONO CHE IL COMUNE SOTTOPONGA IL PROGETTO AL PARERE DI ESPERTI
CHIUSI – Cosa vuol fare di preciso la società ACEA AMBIENTE SRL del gruppo Acea nell’area dell’ex centro carni di Chiusi? C’è il rischio che a Chiusi sbarchino migliaia di tonnellate di “fanghi” da trattare e che quindi la zona industriale delle Biffe diventi una sorta di grande pattumiera nazionale? Nelle settimane scorse, dopo la notizia che Acea Ambiente sta acquisendo l’area e ha in animo di rilevare anche il depuratore di Bioecologia che attualmente vi è insediato, si è sentito di tutto. Qualcuno ha parlato anche di “secretazione” delle carte relative da parte del Comune, adombrando quindi scenari apocalittici o comunque di rischio per la popolazione e per l’ambiente. Su queste colonne abbiamo cercato, in più occasioni di fornire il massimo dell’informazione possibile sull’argomento, ovviamente sulla base dei dati resi noti dall’amministrazione e di nostre considerazioni.
Ieri, in Consiglio Comunale, rispondendo ad una interpellanza del gruppo di maggioranza Pd-Psi che – considerando la questione di grande interesse per la collettività – chiedeva di far conoscere con la massima trasparenza lo stato degli atti, il sindaco Bettollini ha scoperto le carte e le ha messe tutte sul tavolo. Ha infatti letto la relazione presentata da Acea Ambiente Srl che ha accompagnato l’offerta per l’acquisizione dell’area, sulla base del bando comunale, poi la richiesta di integrazione inviata dal Comune ad Acea per verificare la compatibilità del progetto aziendale con il Piano Regolatore di Chiusi e il rispetto dei vincoli ambientali presenti sull’area e la successiva risposta di Acea Ambiente, con le integrazioni richieste.
Ha spiegato, Bettolini, ancora una volta, che la procedura di acquisizione è ancora in corso, non è stata definita, come non è definita l’acquisizione del depuratore di Bioecologia, che Acea sta trattando. Ma dai documenti presentati e fatti mettere agli atti in modo che siano consultabili da tutti i cittadini, sono emersi tutti i dettagli dell’operazione, per quella che è allo stato attuale delle cose. Innanzitutto il sindaco ha voluto sgombrare il campo dalle voci sulla possibile realizzazione di inceneritori, impianti a biomasse o discariche per il trattamento di rifiuti.
L’impianto che Acea Ambiente Srl vuol realizzare a Chiusi sarà un impianto industriale per il trattamento di fanghi biologici residui di acque reflue e la trasformazione degli stessi in materiale da riutilizzare sia come combustibile, che come fertilizzante per l’agricoltura. Tale materiale è denominato “biolignite”. I fanghi trattati dovrebbero essere quelli di un depuratore sul posto (quello di Bioecologia, che però se verrà acquisito e rilevato, verrà smantellato e ricostruito con sistemi più avanzati) e altri provenienti da impianti Acea situati in Toscana. Non altrove. Ciò in ordine a due problemi: dare una risposta a situazioni di emergenza che in Toscana potrebbero verificarsi; evitare che i fanghi suddetti vengano dispersi nei terreni agricoli, cosa che attualmente avviene di frequente. Sarebbe insomma un sistema che consente di “chiudere i ciclo dei fanghi di risulta” in maniera ecosostenibile e con un ritorno in termini di economia circolare.
I fanghi che arriverebbero all’impianto di Chiusi sarebbero comunque materia biologica già uscita da depuratori. Quindi trattata e disidratata. La quantità totale prevista è stimata in circa 80.000 tonnellate annue, che è in sostanza la stessa quantità che oggi tratta il depuratore di Bioecologia, non senza problemi. Non ci sarebbe dunque nessun aumento esorbitante di materiale a rischio, come si poteva temere.
L’impianto industriale di Chiusi dovrebbe prevedere insieme all’impianto per il trattamento dei fanghi, anche quelli per la trasformazione in compost, la pellettizzazione e l’insaccamento per la commercializzazione. Il tutto in un capannone di 10.000 mq, costruito ad hoc, chiuso e dotato di sistemi avanzati di controllo per eliminare fumi e esalazioni maleodoranti.
Il progetto Acea Ambiente prevede l’utilizzo di una tecnologia innovativa, già sperimentata in Spagna (“carbonizzazione idrotermale”) che consentirà tra l’altro di ridurre drasticamente i tempi di trasformazione dei fanghi da 90 giorni a… 10 ore.
Oltre a ciò sarebbero realizzati anche uffici, aree di servizio per il carico e lo scarico, posteggi ecc. per un totale di circa 78 mila metri quadrati. Le previsioni occupazionali parlano di 14-20 addetti full time.
L’investimento complessivo previsto da Acea Ambiente è di circa 28 milioni di euro.
Dai documenti presentati dal sindaco, si evince anche il fatto che l’azienda dovrà provvedere propedeuticamente, cioè prima di realizzare l’impianto vero e proprio, alla bonifica dell’area (demolizione di alcuni fabbricati ed eliminazione e smaltimento dell’eternit in essi contenuto) e alla realizzazione di opere per evitare il rischio idraulico. Tutto ciò nel rispetto delle norme e dei limiti previsti dal Piano regolatore e dalle norme e vincoli ambientali (fasce di rispetto da fossi e torrenti, dalla ferrovia ecc..).
Naturalmente quello presentato nella relazione di Acea Ambiente è un progetto di massima. Il progetto esecutivo verrà presentato una volta acquisita definitivamente l’area e sarà sottoposto al vaglio degli organismi tecnici preposti.
Il Consigliere di Possiamo Scaramelli, facendo notare che il Comune di Capannori che è considerato il comune pilota per quanto riguarda le “buone pratiche” per la gestione dei rifiuti e ciclo delle acque, dopo attenta valutazione tecnica ha detto no ad un progetto simile a quello di Acea. E per questo ha chiesto, con una mozione, che anche il Comune di Chiusi sottoponga il progetto Acea al parere di esperti della materia, e di farlo, magari prima che Acea avvii l’investimento. Perché dopo sarebbe più complicato. E ha anche invitato l’Amministrazione a non accettare supinamente le richieste di Acea, magari sotto l’abbaglio dei posti di lavoro e dello sviluppo…
Bettollini, dal canto suo, in conclusione ha ribadito che non si tratta di un’opera pubblica e che il Comune ha potere di controllo sul rispetto delle norme e dei parametri fissati dal Piano, non altro. Ma ha anche sottolineato che “il fatto che Acea sia un gruppo a partecipazione pubblica è di per sé una garanzia e un elemento che fa stare tutti più tranquilli”.
Del resto, oggi l’area del centro carni è un’area industriale dismessa, parzialmente demolita, inquinata e da bonificare e mettere in sicurezza, con all’interno un depuratore non di nuovissima generazione, che tratta circa 80 mila tonnellate all’anno di “liquami e fanghi” solo in piccola parte provenienti da Chiusi, e in larga parte provenienti da chissà dove, non senza problemi relativamente a emissioni e acque reflue…
Non è che l’impianto di Acea verrebbe ad insediarsi in una zona di pregio ambientale, in mezzo alle tombe etrusche o alle case… E se non venisse Acea, l’area andrebbe bonificata e messa in sicurezza lo stesso. La zona industriale delle Biffe e quella dell’abitato più vicina presenta diverse criticità ambientali (nichel nella falda, elettrodotti, presunti interramenti di rifiuti tossici, sversamenti, amianto…), tanto che più volte è emersa anche la preoccupazione della popolazione per un tasso di tumori e malattie rare più alto che altrove…
Quindi alla luce delle informazioni note, la situazione complessiva dell’area, anche dal punto di vista dell’inquinamento, potrebbe e dovrebbe migliorare rispetto allo stato attuale.
Detto questo però, dato che l’impianto proposto non tratterà acqua di Colonia, né vasetti di fiori o marmellata, ma fanghi di depurazione è bene che l’attenzione e la trasparenza sia massima e costante e che tutti i soggetti (Giunta, maggioranza, opposizioni, commissione consiliare ambiente, Asl, Arpat ecc.) facciano la propria parte, anche acquisendo pareri e informazioni o organizzando incontri pubblici o tecnici.
Per ora, con la mossa di eri, Bettollini e il gruppo maggioranza che gli ha fatto da spalla si sono messi con le spalle al muro. Hanno mostrato le carte. Ora chiunque ne abbia voglia può andarsele a guardare. Non sollo, ma con una mozione propria la maggioranza “impegna comunque Il sindaco ad attuare tutte le verifiche comunali e sovracomunali prima dell’arrivo in consiglio comunale del piano attuativo che produrrà la proprietà”. E questa è in sostanza un’apertura alla richiesta dei podemos.
m.l.
Acea Ambiente Srl, chiusi, Depuratore, Juri Bettollini, Possiamo
Troppe inesattezze in un solo articolo.
Quali sarebbero le inesattezze? Una sì, ce n’è: seguendo la seduta in streaming non ho sentito o capito che la mozione letta da Luca Scaramelli era non solo di Possiamo, ma a nome di Possiamo e 5 Stelle insieme. Di questo mi scuso, ma mi pare che sposti poco rispetto al ragionamento complessivo. Quanto a tutto il resto, ho riguardato la registrazione del Consiglio e in tutta franchezza mi pare che l’articolo sia fedele rispetto a quanto è stato detto (letto) dal sindaco nell’esporre i documenti ufficiali della questione. Dico di più:
Ora, con le carte in mano, le verifiche da parte di esperti indipendenti, chieste da Scaramelli all’amministrazione, possono farle fare le opposizioni per conto loro. I 5 Stelle tra l’altro governano il Comune di Roma che è il socio pubblico con maggior peso all’interno di Acea, possono attingere anche lì informazioni utili e di prima mano, quantomeno sull’azienda, sulle sue “diramazioni”, sui sistemi produttivi ecc. Il legame Acea-Comune di Roma dovrebbe (potrebbe) essere una garanzia più per i 5 Stelle che per Bettollini, oppure di Virginia Raggi ci si può fidare quanto di Nardella?
Allora diciamola tutta. Durante il penultimo consiglio comunale il consigliere Luca Scaramelli ha chiesto quasi in chiusura di seduta se la documentazione (le famose 17 pagine) sarebbero state consultabili anche i per i normali cittadini. La risposta è stata di chiedere al segretario comunale. Fuori seduta il consigliere Scaramelli ha chiesto (almeno così ha riferito) al segretario ff. Luca Scaramelli mi ha riferito che questa possibilità non ci sarebbe stata. Evidentemente il sindaco ha poi capito che questa situazione sarebbe stata insostenibile e ha deciso di leggere le famose 17 pagine. Diciamo che la stampa simpatizzante (per utilizzare un eufemismo) questa questione la solleva dopo i “fochi”. Congratulazioni!!!!!
Per correttezza e per amore di verità, confermo integralmente la versione di Scattoni, ufficialmente i documenti non erano “disponibili”, se non per i consiglieri comunali e per l’uso consentito ai consiglieristessi. Compreso che il loro contenuto sarebbe emerso durante il dibattito in Consiglio Comunale, il Sindaco ha pensato di anticipare leggendo ne il contenuto. Questi i fatti riguardo alla documentazione.
Quello che è emerso dalla lettura dei documenti ufficiali nell’ultima seduta, questa testata l’aveva già ampiamente raccontato in articoli precedenti. Non perché stampa “di regime o compiacente” ma perché quelle erano le informazioni note (alle quali abbiano aggiunto le nostre considerazioni, naturalmente). L’ultimo Consiglio Comunale ha confermato di fatto tutto ciò che avevamo scritto. Con qualche dettaglio in più, forse. Ora il quadro è effettivamente abbastanza chiaro. Ognuno può fare o richiedere le verifiche che ritiene più opportune, anche chiamando in causa esperti indipendenti, affinché non ci siano dubbi di sorta. Ma, per quanto riguarda l’informazione sull’argomento, Primapagina il suo l’ha fatto.Le opinioni sono un altro paio di maniche. Se i documenti erano disponibili non per tutti, ma SOLO per i Consiglieri comunali, cosa ha impedito ai consiglieri comunali, anche quelli di opposizione, di renderli pubblici e accessibili a tutti?
(P.S. per Paolo Scattoni: che pensavi di trovarci nelle 17 pagine che il sindaco o chi per lui non avevano già divulgato con comunicati stampa e interventi vari? Io non ho votato Bettollini, ma non lo ritengo così sprovveduto da nascondere cose che poi verrebbero fuori comunque. E io non sono neanche iscritto al Pd. Tu sì. Quindi dal punto di vista politico il problema è più tuo che mio… ). Buon Natale e Buone Feste
Ricambio gli auguri
Per quanto riguarda l’informazione sottolineo che la velina del Comune è stata pubblicata da Nazione, Promapagina e Valdichiana.it senza avvertire il lettore che di velina (o comunicato) si trattasse. Gli articoli sono del 28 di novembre. Sono stato io a evidenziare che nella convocazione si faceva riferimento a una delibera di Giunta non pubblicata all’albo pretorio. Si è provveduto soltanto il 1° dicembre dopo che alcuni consiglieri avevano comunicato la strana procedura.
Il consiglio convocato per il 4 dicembre alle 19 ha dibattuto la questione. Il segretario comunale ha consegnato la documentazione solo alla vigilia dell’ultimo consigio raccomandando la non diffusione.
Vedi caro direttore si può essere iscritti al PD e sperare in una forza di sinistra. Non è detto che tutti quelli che vi militano siano disposti a condividere il criterio della trasparenza. Anche fuori dal PD sono in molti, anche nella stampa.
Oggi celebriamo la nascita di Cristo che sappiamo essere nato al freddo, che sia il freddo la causa della morte ci sono invece seri dubbi.
Primapagina non ha pubblicato una “velina” del Comune ma un articolo proprio che prendeva spunto da un comunicato del Comune, elaborato e commentato, e da una notizia data “en passant” dal sindaco in una precedente intervista, proprio a Primapagina. Per correttezza di informazione. Poi ognuno legge quello che gli pare…
I documenti vengono forniti ai consiglieri per un uso stabilito dalle leggi. Prima di parlare bisogna informarsi. Non si può presumere di avere sempre ragione.
I miei due commenti precedenti sono dovuti esclusivamente alla necessità di chiarire quali sono stati i fatti riguardo alla disponibilità dei documenti e al loro possibile uso. Sono fatti non opinabili. Sul resto, in questa sede non mi interessa commentare.Grazie.
Luca Sxcaramelli ha ragione. Il quadro e lo svilupparsi della vicenda sono chiari. Inizialmente quei documenti non si voleva fossero a disposizione di tutti. Poi di fronte alla debolezza della posizione ci si è fatti belli per anticipato quello che sarebbe successo entro poche ore.
Luca dice che non gli interesse dibattere su Primapagina. Gli chiedo, però, di trovare un “luogo” dove dibattere la questione. Le dimensioni dell’intervento lo fanno ricadere nella tipologia della convenzione di Arhus del 1998. Forse varrebbe la pena farci un pensiero. Inoltre sarebbe utile recuperare la documentazione che ha indotto alcuni comuni, primo fra tutti quello di Capannori a non consentire l’insediamento di un impianto basato sullo stesso brevetto.
Per quella decisione si è fatto riferimento a consulenze importanti (università di Pisa).
Certo che sarebbe interessante sapere per quali motivi il Comune di Capannori ha ritenuto di non accogliere un progetto simile a quello di Acea per Chiusi. Ma sarebbe anche interessante sapere se a Capannori quel progetto andava ad inserirsi o meno in un’area industriale dismessa, demolita, inquinata, da bonificare e dove insiste attualmente un depuratore che tratta 80 mila tonnellate all’anno di acque reflue, fanghi e percolato di discarica provenienti da chissà dove. Area peraltro messa a bando dal Comune. La cosa ,a mio modestissimo avviso, un suo peso ce l’ha, perché per il Comune di Chiusi e quindi per la collettività chiusina, il progetto Acea può rappresentare (fatte salve tutte le condizioni e le prescrizioni previste dal bando, dal Prg e dalle normative ambientali) un’occasione irrepitibile non solo per creare qualche posto di lavoro, ma anche per bonificare, mettere in sicurezza e rendere produttiva un’area industriale che oggi presenta forti criticità sotto molti punti di vista e che dovrebbe essere bonificata comunque. Qualcuno fa sapere che la “carbonizzazione”, cioè il sistema che vorrebbe utilizzare Acea a Chiusi non è molto conveniente. Ma se invece di Acea fosse arrivata una fabbrica per la produzione di scatole di pomodoro concentrato o bulloni, si potrebbe dire con totale sicurezza che produrre pomodoro concentrato o bulloni conviene?
Paolo sicuramente il nostro impegno sulla vicenda non si esaurisce qui e di spazi adeguati “per studiare e capire” non mancheranno.
L sono d’accordo. Io posso offrire lo spazio di chiusiblog oppure quella di chiusiaperta.it.
Se necessario possiamo aprire un sito opportunamente organizzato con un costo del tutto abbordabile per un comitato che si voglia impegnare per portare un po’ di conoscenza su questa vicenda.