UCRAINA, PERCHE’ SOLO LA DESTRA SPINGE PER LA FINE DEL CONFLITTO E NEGOZIATI? QUANDO ANCHE MOSTRE E SPETTACOLI FANNO RIFLETTERE SULLA FEROCIA DELLA GUERRA

venerdì 19th, luglio 2024 / 12:51
UCRAINA, PERCHE’ SOLO LA DESTRA SPINGE PER LA FINE DEL CONFLITTO E NEGOZIATI? QUANDO ANCHE MOSTRE E SPETTACOLI FANNO RIFLETTERE SULLA FEROCIA DELLA GUERRA
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“Soprattutto sulla questione dell’Ucraina, chiunque abbia un po’ di cervello sa che tutto questo finirà con i negoziati… L’Ucraina è funzionalmente distrutta come Stato. La nostra politica in Ucraina è insostenibile. L’età media dei soldati nel loro esercito è di 43 anni, ossia sono più vecchi di me. Nessuno può spiegare cosa si otterrà con 61 miliardi di dollari, quindi dobbiamo portare avanti i negoziati per porre fine alla guerra”. Chi lo dice?

Lo dice James David Vance candidato Vice presidente di Donald Trump alle prossime presidenziali Usa, 39 anni. Viene da ambienti popolari, ma adesso è l’esponente di punta della nuova destra made in Usa. Ha fatto fortuna, incarna il classico sogno americano del giovane che dal nulla arriva ad avere successo.

Le cose che Vance dice sull’Ucraina non sono boutades. Sono un ragionamento serio, di real politik. Cose che dovrebbero dire anche altri, soprattutto sull’altra sponda politica, quella democratica e progressista non solo americana.

Viene da domandarsi come mai le cose più sensate sullo stato dei fatti del conflitto russo-ucraino e sulla necessità di negoziati per porre fine ai combattimenti e ai bombardamenti si sentano dire ad alti livelli solo da esponenti della destra populista e sovranista. Come Vance, appunto, ma anche Orban o Marine Le Pen. In Italia da Salvini.  Il fatto che una certa destra abbia in passato tifato per Putin e fatto affari con il presidente russo e i suoi oligarchi e abbia un certo feeling per l’autocrazia di stampo putiniano non è un mistero, ma non spiega tutto. E non si spiega nemmeno come mai tranne pochissime e sparute eccezioni il mondo progressista americano ed europeo, almeno quello che fa capo ai maggiori partiti, sia invece appiattito sulle posizioni belliciste, verrebbe da dire guerrafondaie, e sull’invio ad oltranza di armi per alimentare il conflitto anziché fermarlo “fino alla vittoria dell’Ucraina”, che nella realtà dei fatti, è – a detta di tutti gli analisti –  ipotesi assai labile, per non dire fuori da ogni logica. Non solo: spingedosi perfino ad avallare la possibilità di bombardare con missili a medio raggio, la Russia, il che vorrebbe dire scatenare la terza guerra mondiale. Se non è follia è delirio.

Il voto al parlamento Europeo a favore della conferma di Ursula Von Der Leyen va in tale direzione e dispiace che forze progressiste come il Pd e i Verdi italiani, ma anche altre formazioni di altri Paesi abbiano votato compatti senza battere ciglio. Cosa che non ha fatto Giorgia Meloni, che con il gruppo di Fratelli d’Italia ha votato contro, ponendo di fatto il governo italiano all’opposizione di quello europeo. Anche se sulla questione Ucraina e su Gaza Meloni e FdI hanno sempre sostenuto le posizioni della Nato e di Israele, come tutti gli altri.

La questione guerra (anzi guerre, perché ce n’è più d’una in corso) è uno spartiacque pre-politico. Non è una della tante questioni sul tappeto: è la prima e principale, è una questione che può far sparire in 5 minuti tutte le altre.  Viene da chiedersi anche come facciano i militanti, gli iscritti, gli elettori e e elettrici, del Pd, dei Verdi, di Sinistra Italiana, dei socialisti francesi e spagnoli, dei laburisti britannici, della Spd in Germania a sostenere o anche solo ad accettare scelte del genere e una deriva che cozza con il “pacifismo strutturale” insito nel pensiero della sinistra occidentale e anche con il pensiero ecologista, perché la guerra, con i bombardamenti e le distruzioni e ciò che lascia sul campo, non fa certo bene ai territori in cui si combatte.

Nel nostro territorio (Valdichiana e Trasimeno) è stato celebrato di recente l’80esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel giugno del 1944. A Chiusi, in piazza della stazione e nelle strade e piazze del centro storico è allestita una mostra fotografica itinerante, con immagini della città nei giorni del passaggio del fronte e dei mesi successivi. E’ interessantissima, come ricordo e testimonianza di memoria, ma lo è ancor di più perché mostra senza filtri cosa significhi la guerra. In quelle immagini Chiusi appare come oggi noi vediamo Kherson in Ucraina o Gaza City in Palestina: un ammasso di macerie, palazzi sventrati dalle cannonate, strade e monumenti fatti saltare in aria con le mine, gente in strada che ha perso tutto quello che aveva… La guerra – anche quando può sembrare che abbia motivazioni giuste  o “doverose” – è sempre una montagna di merda. E sempre si porta appresso lutti, macerie, ferite che non si rimarginano… La mostra citata ce lo ricorda. Visivamente. Così come il reading “Lo straniero. Il polacco deve morire!” che abbiamo allestito come primapagna e che sabato 20 e domenica 21 sarà presentato alla Festa del Pd a Chiusi Scalo e nella Piazzolina dei soldati a Chianciano Terme (in entrambi i casi alle ore 18,00) ci ricorda che la guerra si porta dietro anche pagine nere, feroci e dolorose.

Una mostra e uno spettacolo, due occasioni per riflettere su una guerra di 8o anni fa, ma anche – ce lo auguriamo, almeno – sulle guerre di oggi.

Certo la posizione assunta dal Pd e da altre forze di centro sinistra con il voto a Ursula Von der Leyen e la reiterata decisione di insistere sull’invio di armi sempre più potenti invece che sui negoziati non ci trova per nulla d’accordo. Anzi ci lascia alquanto sconcertati. Però si può non essere d’accordo su tutto e fare lo stesso delle cose insieme, in questo frangente con il Pd e con i comuni a guida Pd (ma vale per chiunque altro) e se queste cose vanno nella direzione del recupero e salvaguardia delle memoria e di una riflessione sulle tragedie e sulla ferocia della guerra, siamo contenti di farle. E di farle insieme al Pd, all’Anpi, a Legambiente e ai comuni.

m.l.

Nella foto (ilsussidiario.net):  il candidato vice presidente di Trump, J.D.Vance

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