CHIUSI, LA RISPOSTA DEL SINDACO AI 5 STELLE SUL PROGETTO ACEA. “L’OBIETTIVO E’ MIGLIORARE LA SITUAZIONE ATTUALE DELL’AREA”
CHIUSI – Due giorni fa in Consiglio Comunale il sindaco è tornato sulla questione Acea, rispondendo ad una interrogazione dei 5 Stelle, con la quale le due consigliere del Movimento chiedevano come mai il Comune non avesse aperto una fase di partecipazione pubblica sull’argomento, accusando quindi l’amministrazione di sfuggire al confronto e all’ascolto dei cittadini.
Il sindaco ha risposto che trattandosi di intervento privato in un’area industriale che prevede tali attività ed essendo il progetto sottoposto a iter autorizzativo regionale, spetta se mai alla Regione assicurare la consultazione della cittadinanza e delle associazioni. Ma anche spiegato che la questione è stata ampiamente e più volte dibattuta sia in Consiglio Comunale, sia in altre sede, quali le assemblee pubbliche sul bilancio nel gennaio 2018 e nel gennaio 2019, nell’incontro sul Piano Operativo del dicembre 2018, e anche nell’iniziativa del Pd del gennaio scorso quando è stata presentata la relazione di metà mandato… La citazione dell’iniziativa di partito ha fatto infuriare i 5 Stelle che sui social si sono poi scatenati, accusando ancora il sindaco di aver privilegiato la sua platea e di aver consultato e spiegato le cose ad un pubblico selezionato e di parte.
Quello che dice Bettollini è vero, le occasioni per discutere del progetto Acea non sono mancate, l’argomento è stato effettivamente più volte affrontato, ma una iniziativa specifica sull’argomento, promossa dall’Amministrazione non c’è stata. Ed è su questo che adesso si appunta la polemica delle opposizioni e del Comitato appositamente costituito intorno alla vicenda.
Al di là del fatto che spetti alla Regione o al Comune la gestione della fase partecipativa, un’assemblea pubblica tematica, con la possibilità per i cittadini di esprimere le proprie opinioni sull’argomento, potrebbe sgombrare il campo non solo dalle polemiche, ma anche da molti dubbi, perplessità, paure.
Probabilmente il sindaco aspetta di avere in mano i pareri tecnici di Regione, Asl e Arpat per poter dare il proprio e quindi per “affrontare la piazza”. Fermo restando – dice Bettollini – che “i dati in nostro possesso sono tutti accessibili e non li abbiamo negati a nessuno, così nessuno si è sottratto a domande o richieste di chiarimento sul progetto e sulle ricadute ambientali, economiche, occupazionali”.
L’obiettivo dell’Amministrazione – ha ribadito il sindaco anche in Consiglio – è “migliorare la situazione dell’area ex Centro Carni, compreso il depuratore attuale. Sulla carta il Progetto Acea va in quella direzione. Se gli organi competenti ne daranno conferma il progetto partirà, altrimenti no…”.
In ogni caso, nella risposta ai 5 Stelle, il sindaco ha ribadito anche i “paletti” fissati dal Comune. Spiegando che l’atto di governo del giugno 2018 è diventato una norma di carattere generale inserita nel Piano Operativo in fase di adozione della variante e inviata alla Regione Toscana e alla Provincia di Siena in data 18/02/2019 con nota di protocollo 1565 e pubblicato sul BURT del 27 febbraio scorso. Norma, a scanso di ogni equivoco, che recita:
“Nella parte destinata ad attività produttive, in recepimento della Delibera n.33 del 15/06/2018, non è consentita la realizzazione di nuovi:
-inceneritori di rifiuti; carbonizzatori; termovalorizzatori; discariche di rifiuti; nuove aziende insalubri che abbiano emissioni nocive, ad eccezione delle attività per le quali venga dimostrato, riguardo ai processi produttivi, di utilizzare la migliore tecnologia possibile per abbattere emissioni, finanche alla loro totale eliminazione.
Sono invece consentite, secondo criteri e modalità esplicitate nei successivi capoversi del presente comma, le attività industriali e produttive in genere che non producano alcuna emissione nociva in atmosfera, anche rientranti nei principi dell’economia circolare e dalla green economy”.
Quanto al miglioramento della situazione attuale nell’area ex Centro carni, il sindaco così risponde a Cippitelli e Martinozzi:
” (…) ritengo utile e ancora nuovamente importante, confermare che il parere del Sindaco e di tutti i consiglieri che vorranno supportarlo è sempre il medesimo, ovvero quello che ci guida fin dall’inizio e cioè che l’area dell’ex centro carni, estesa a tutto il comparto anche di Bioecologia, deve trovare necessariamente un sostanziale e concreto miglioramento rispetto alla situazione attuale e pertanto, già in questa fase posso affermare che le condizioni minime per cui l’Amministrazione Comunale esprimerà il proprio parere, saranno quelle di verificare e comunque prescrivere che la progettazione contenga le seguenti previsioni :
- Bonifica di tutta l’area ex centro carni sia in superficie sia nel suolo;
- miglioramento ambientale di tutto il comparto previa la realizzazione di nuovi spazi verdi pubblici e privati, urbanizzazione primaria e secondaria, il tutto gestito dal privato a totale carico del soggetto privato ma reso di fruizione pubblica, proponendo una soluzione che rispetti integralmente i contenuti del piano operativo e di eventuali altre opere richieste dall’Amministrazione, funzionali al comparto.
- messa in sicurezza idraulica di tutto il comparto mediante la costruzione della vasca di espansione a totale carico del soggetto proponente.
Non solo. Per il Comune di Chiusi “l’intervento dovrà essere conforme alle disposizioni ambientali ed alle limitazioni contenute della variante al piano operativo, già adottata e pubblicata del Burt nel febbraio scorso, quindi escludendo ogni attività di combustione né oggi né in futuro . Il soggetto proponente Acea dovrà presentare un piano di demolizione e ricostruzione dell’attuale impianto di trattamento rifiuti di BioEcologia, prevedendo l’installazione di nuove tecnologie che favoriscano l’eliminazione completa di ogni sorta di emissione, producendo cosi una chiara e netta risoluzione della problematica dei cattivi odori che la cittadinanza manifesta da tanto tempo. Il nuovo stabilimento industriale dovrà trattare solamente materia domestica già depurata, quindi, chiaramente ascrivibile nel reparto dei rifiuti non pericolosi e dovrà essere connotata giuridicamente come attività di economia circolare rientrante nei processi di green economy ovvero capace di produrre materia prima seconda o comunque equivalente, ma riconosciuta e certificata a norma di legge. Il progetto dovrà contemplare uno specifico edificio da destinare anche a centro studi collegato con le varie università che, nel campo dell’economia circolare, stanno sviluppando progetti e tecnologie innovative favorendo occupazione e nascita di molte start up. Gli autoveicoli necessari per le operazioni di carico e scarico dell’attività industriale siano, per quanto possibile, eco sostenibili come la struttura proposta”.
A queste prescrizioni è vincolato dunque il parere positivo del sindaco. Che costituisce alla fine, l’ultima parola.
I 5 Stelle non si sono dichiarati soddisfatti. Ma la loro posizione è di critica all’atteggiamento dell’amministrazione sul versante della partecipazione, non è di contrarietà a prescindere al progetto Acea. Il Comitato continua invece ad essere contrario, basandosi per esempio sul no che lo stesso Pd ha espresso ad un progetto analogo a Capannori e Piombino. Sempre in Toscana.
Ma i paletti e le prescrizioni (che sono norme di piano e non solo “indicazioni politiche e di principio”) fissati dal Comune sembrano piuttosto stringenti e tali da ingenerare una certa tranquillità. In questo senso la risposta data da Bettollini ai 5 Stelle appare abbastanza ampia e precisa. E il fatto di attendere i pareri tecnici degli organi preposti (Asl, Arpat e Regione) prima di pronunciarsi appare, non solo come un passaggio obbligato, ma anche come una garanzia in più.
Parlare per esempio di “carboinizzatore”, alla luce della risposta data dal sindaco alle consigliere pentastellate e soprattutto alla luce della norma di piano richiamata, che vieta la costruzione di carbonizzatori, appare quantomeno improprio e ormai superato…
Poi le opposizioni fanno giustamente il loro mestiere ed è normale che polemizzino e cerchino di mettere in risalto le contraddizioni o le carenze dell’amministrazione. Ancora una volta però, la polemica sembra essere più metodo, sulle procedure che sulla sostanza. Ovvero sul merito della questione. Il progetto Acea va ad inserirsi (se andrà avanti) in una zona industriale già ampiamente compromessa dal punto di vista ambientale e da bonificare, non in un’area incontaminata o turistica; va ad inseririsi in un’area dove esiste già un impianto di depurazione problematico che tratta 70-80 mila tonnellate all’anno di fanghi, reflui industriali e percolato di discarica (17 mila tonn/anno) e serve anche parte dell’abitato di Chiusi Scalo. Quindi è necessario. Il nodo principale pertanto è: l’impianto Acea migliorerà o peggiorerà la situazione attuale? Dopo di che si può anche discutere della tecnologia prevista, dell’economia circolare, della quantità e qualità delle emissioni e di tutto il resto.
La polemica per quanto mi riguarda, non so se vale anche per i 5 stelle, può essere anche di merito perché al di là di come lo si chiami, carbonizzatore o no (si produce biocharb che di fatto è un tipo di carbone), è la procedura che per quanto innovativa non ha grandi esperienze che la supportano e i no di Piombino e Capannori dipendono anche da questo.
Il fatto che certe procedure siano nei limiti di legge, per quanto mi riguarda, non garantiscono rispetto alla salute. La storia è piena di esempi a questo proposito, per non parlare di sostanza tossiche per le quali si aumentano i limiti di tolleranza senza nessuna base scientifica.
Il fatto che quella zona abbia bisogno di interventi non significa che l’introduzione di un certo tipo di impianto sia per forza la soluzione, su questo credo bisognerebbe ragionare e credo che sia soprattutto su questo che abbiano ragionato a Capannori e Piombino. Molti di quelli che adesso ci dicono che serve assolutamente l’impianto per sanare la situazione presente, non più tardi di tre o quattro anni fa ci dicevano che Bioecologia era il massimo e tutto andava bene, Io credo che ci sarebbe bisogno spesso di mettersi d’accordo con se stessi, ma più spesso è necessario cambiare opinione per rimanere a galla.
Luca, io no dico (mai detto) che serve assolutamente l’impianto Acea per sanare la situazione nell’area centro carni, dico (sempre detto) che la situazione di quell’area (e del depuratore esistente) va assolutamente migliorata e sanata. Se l’impianto Acea può contribuire a migliorare la situazione senza rischi aggiuntivi, secondo me è da fare, altrimenti no. E mi pare che sia anche ciò che afferma il Comune, non solo nelle dichiarazioni, ma anche negli atti ufficiali. Come la norma di Piano richiamata nell’articolo. E io non sono mai stato tra quelli che dicevano che Bioecologia andava bene, anzi. Per anni ho scritto dei problemi che ha prodotto. Non a caso la vicenda nichel venne fori proprio da una verifica sul depuratore di Bioecologia. E se il sindaco, la giunta, la maggioranza dopo aver difeso Bioecologia in passato, oggi affermano che il depuratore è obsoleto e va sostituito con uno più efficiente e moderno, secondo me è un passo avanti. E il riconoscimento che certe battaglie erano giuste e giustificate.
Possiamo stare a filosofeggiare in punta di fioretto sulle parole e sulle sfumature delle affermazioni ma credo non serva a niente. La mia opinione è che bioecologia e l’impianto acea siano due problemi diversi. Se per quanto riguarda l’impianto attualmente in funzione ci sono problemi è bene che siano risolti, per l’impianto acea, ribadisco che produce carbone (biocharb, biolignite o come la vuoi chiamare), questo è un dato di fatto inopinabile, se poi che poi lo si chiami carbonizzatore o Giuseppe mi cambia di poco le cose e altr dato di fatto inopinabile è che la tecnologia che utilizza è anche stata premiata come innovativa ma di fatto sul suo utilizzo non ci sono esperienze consistenti.
Ricordo a tutti che la storia è piena di esempi di tecnologie ritenute rivoluzionarie che poi si sono rivelate disastrose, ddt, amianto ecc, che quando se ne iniziò l’utilizzo erano ritenuti la panacea del mondo. Per cui dico ragionarne in maniera approfondita è fondamentale.
Quello che dici è vero, ci sono tanti esempi di cose che sono andate diversamente da come previsto e dichiarato. Ma è vero anche che non sempre le cose vanno diversamente, che non sempre c’è sotto un inghippo o la fregatura. Per cui, sì, ragionarne in maniera approfondita è fondamentale (e comunque utile, anche per creare una coscienza sul problema), ma è fondamentale farlo senza avere pregiudizi e senza vedere furberie dietro l’angolo, a prescindere…
quando ci sono di mezzo politici e amministratori (e del pd poi, proprio per cultura…. vedi “stai sereno”) la fregatura va sospettata a prescindere, o almeno fino a palese prova contraria.
Obbiettivo: MIGLIORARE LA SITUAZIONE DELL’AREA
BURT 20/09/2010 N° 838
– Richiamato in particolare l’art.1 , primo comma della LR57/09 che dispone che la Regione trasferisce in proprietà a titolo gratuito ai seguenti Comuni i rispettivi beni immobili o parti di essi :
– Comune di Chiusi – Centro Macellazione carni per l’Italia centrale
– Ricordato ai sensi del del comma 2 del richiamato art.1 della LR 57/09 ai Comuni che accettano gli immobili è concesso un contributo straordinario secondo le modalità stabilite dal successivo art 3
– Visto pertanto l’articolo 3, comma 2 , della LR 57/09 che stabilisce che il contributo straordinario è concesso nella quota fissa di euro 500.000,00 per ciascun Comune che ha dichiarato di accettare l’immobile e in un’ulteriore eventuale quota determinata:
– dalla valutazione della documentazione presentata , con particolare riferimento alla qualità dei progetti sotto il profilo del miglioramento della messa in sicurezza e della funzionalità
– della eventuale decisione del Comune di continuare ad utilizzare l’immobile nell’interesse della collettività e per finalità di valorizzazione della filiera agro-alimentare e attività ad essa complementari
– Di valutare positivamente i progetti presentati dai quattro Comuni citati in narrativa e di stabile un contributo straordinario , ai sensi dell’art 3 , comma 2 , della LR 57/2009 per i seguenti importi
Comune di Chiusi : 1.500.000,00 euro
Che si aggiungono alla quota fissa
EVIDENTEMENTE L’AMMNISTRAZIONE COMUNALE NON AVEVA LA FINALITA’ DI CONTINUARE AD UTILIZZARE L’IMMOBILE NELL’INTERESSE DELLA COLLETTIVITA’ E PER FINALITA’ DI VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA AGRO-ALIMENTARE ED ATTIVITA’ AD ESSA COMPLEMENTARI
Ma ha perseguito interessi nettamente contrapposti , pertanto le dichiarazioni attuali in merito all’esigenza di migliorare la situazione dell’area potevano essere credibili se fatte 8 anni fa .
In merito aderiamo espressamente a quanto già evidenziato da Possiamo
Dopo questo atto (che riguarda la cessione al Comune di Chiusi del complesso Centro carni) ce ne sono stati altri che ne hanno previsto l’inserimento nell’area industriale-produttiva, la demolizione dei manufatti ex centro carni, la bonifica dell’area. Ci sono state decisioni relative al depuratore (vedi ampliamento nel 2011), c’è stato il caso Nichel scaturito da un controllo nell’area centro carni e depuratore. Oggi anche di questi atti e fatti successivi si deve tener conto. L’idea della filiera agro-alimentare cred sia tramontata definitivamente con la storia stessa del centro carni e con la fine ingloriosa di quel complesso, pensato negli anni ’60, realizzato a fine anni ’70 e mai andato a regime… Quanto alle fregature dietro l’angolo, soprattutto quando ci sono di mezzo amministratori e politici del Pd, vale la pena ricordare che Acea è per il 51% controllata dal Comune di Roma e anche come management è in mano ai 5 Stelle, non al Pd. Vedi Lanzalone & c . Secondo la logica “occhio al Pd” questa dovrebbe essere una garanzia, non una fregatura, no?
Perché ciurlare ancora nel manico? Qual è la differenza fra Capannori, Piombino e Chiusi? Sono due milioni e mezzo che hanno permesso di rimediare ad un possibile dissesto? Nessuno sembra voler prendere in considerazione le ragioni che hanno portato le amministrazioni di Capannori e Piombino a rifiutare l’impianto. Ora dice il sindaco per la prima volta che sarà demolito interamente e ricostruito. Può il sindaco darci i riferimenti ufficiali? C’è un progetto? Un impegno di ACEA? Continua il balletto. Facciamo un confronto e mettiamo per favore tutte le carte in tavola.
… ora il sindaco per l prima volta dice che il vecchhio depuratore ….
Qualche dato .
Anno di fondazione di Acea , 1998 , fatturato 2017 2.8 miliardi , utile netto 181 milioni : è una s.p.a che persegue i propri interessi aziendali
Dal 1998 al 2017 i Sindaci di Roma sono stati Rutelli , Veltroni, Alemanno , Marino , Raggi più nel frattempo, tra l’uno e l’altro , 3 commissari straordinari
Il Presidente di Acea, Lanzalone è stato sostituito il 21/06/2018 .
Il 5 marzo 2019 il Campidoglio si è costituito parte civile nel processo contro Luca Lanzalone a tutela della propria cittadinanza.
Acea s.r.l , firmataria del contratto con il Comune di Chiusi , è controllata al 100% da Acea s.p.a
Acea, come notizia , è facente parte anche della Intesa Aretina Scarl , socio privato al 46,16% di Nuove Acque , ove il 53,84 è il socio pubblico , cioè i Comuni , incluso il Comune di Chiusi.
Nel 2010 furono dati dalla Regione al Comune di Chiusi € 500.000,00 ai fini della bonifica dei terreni “ex centro carni” , poi c’è stata Bioecologia , l’amianto , il nichel fino all’ultima dichiarazione dell’assessore della Regione Toscana ove espone che Acea ha rilevato valori superiori ai parametri per ferro , manganese , solfati , arsenico nelle falde acquifere ma che comunque ciò non dipende dal terreno su cui si andrà ad insediare e pertanto allo stato attuale non è “ ritenuto attivabile un procedimento di bonifica del sito “
A questo punto si chiede ma chi deve aver cura dell’interesse alla salute di questa collettività o alle condutture dell’acqua ( per farla breve ) , Acea s.p.a , Acea s.r.l ?
E come si dovrebbe tutelare tale interesse con “decido e firmo che tanto poi viene Acea e ci pensano loro ? “
E chi dovrebbe rendere partecipi i cittadini , il Sindaco di Roma o il Sindaco di Chiusi ?
Movimento 5Stelle Chiusi
navigando in rete mi sono imbattuto in questa relazione del sindaco di Roma Virginia Raggi, all’assemblea annuale ACEA. Il quadro che la stessa Raggi traccia dell’azienda mi pare piuttosto incoraggiante. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, oppure manco da’ a Raggi ce se po’ fidà? https://www.facebook.com/watch/?v=607998223035721