CHIUSI, LA RISPOSTA DEL SINDACO AI 5 STELLE SUL PROGETTO ACEA. “L’OBIETTIVO E’ MIGLIORARE LA SITUAZIONE ATTUALE DELL’AREA”

giovedì 28th, marzo 2019 / 11:18
CHIUSI, LA RISPOSTA DEL SINDACO AI 5 STELLE SUL PROGETTO ACEA. “L’OBIETTIVO E’ MIGLIORARE LA SITUAZIONE ATTUALE DELL’AREA”
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CHIUSI –  Due giorni fa in Consiglio Comunale il sindaco è tornato sulla questione Acea, rispondendo ad una interrogazione dei 5 Stelle, con la quale le due consigliere del Movimento chiedevano come mai il Comune non avesse aperto una fase di partecipazione pubblica sull’argomento, accusando quindi l’amministrazione di sfuggire al confronto e all’ascolto dei cittadini.

Il sindaco ha risposto che trattandosi di intervento privato in un’area industriale che prevede tali attività ed essendo il progetto sottoposto a iter autorizzativo regionale, spetta se mai alla Regione assicurare la consultazione della cittadinanza e delle associazioni. Ma anche spiegato che la questione è stata ampiamente e più volte dibattuta sia in Consiglio Comunale, sia in altre sede, quali le assemblee pubbliche sul bilancio nel gennaio 2018 e nel gennaio 2019, nell’incontro sul Piano Operativo del dicembre 2018, e anche nell’iniziativa del Pd del gennaio scorso quando è stata presentata la relazione di metà mandato…  La citazione dell’iniziativa di partito ha fatto infuriare i 5 Stelle che sui social si sono poi scatenati, accusando ancora il sindaco di aver privilegiato la sua platea e di aver consultato e spiegato le cose ad un pubblico selezionato e di parte. 

Quello che dice Bettollini è vero, le occasioni per discutere del progetto Acea non sono mancate, l’argomento è stato effettivamente più volte affrontato, ma una  iniziativa specifica sull’argomento, promossa dall’Amministrazione  non c’è stata. Ed è su questo che adesso si appunta la polemica delle opposizioni e del Comitato appositamente costituito intorno alla vicenda.

Al di là del fatto che spetti  alla Regione o al Comune la gestione della fase partecipativa, un’assemblea pubblica tematica, con la possibilità per i cittadini di esprimere le proprie opinioni sull’argomento, potrebbe sgombrare il campo non solo dalle polemiche, ma anche da molti dubbi, perplessità, paure.

Probabilmente il sindaco aspetta di avere in mano i pareri tecnici di Regione, Asl e Arpat per poter dare il proprio e quindi per “affrontare la piazza”. Fermo restando – dice Bettollini – che “i dati in nostro possesso sono tutti accessibili e non li abbiamo negati a nessuno, così nessuno si è sottratto a domande o richieste di chiarimento sul progetto e sulle ricadute ambientali, economiche, occupazionali”.

L’obiettivo dell’Amministrazione – ha ribadito il sindaco anche in Consiglio – è “migliorare la situazione dell’area ex Centro Carni, compreso il depuratore attuale. Sulla carta il Progetto Acea va in quella direzione. Se gli organi competenti ne daranno conferma il progetto partirà, altrimenti no…”. 

In ogni caso, nella risposta ai 5 Stelle, il sindaco ha ribadito anche i “paletti” fissati dal Comune. Spiegando che l’atto di governo del giugno 2018 è diventato una norma di carattere generale inserita nel Piano Operativo in fase di adozione della variante e inviata alla Regione Toscana e alla Provincia di Siena in data 18/02/2019 con nota di protocollo 1565 e pubblicato sul BURT del 27 febbraio scorso. Norma, a scanso di ogni equivoco, che recita:

“Nella parte destinata ad attività produttive, in recepimento della Delibera n.33 del 15/06/2018, non è consentita la realizzazione di nuovi:

-inceneritori di rifiuti; carbonizzatori; termovalorizzatori; discariche di rifiuti; nuove aziende insalubri che abbiano emissioni nocive, ad eccezione delle attività per le quali venga dimostrato, riguardo ai processi produttivi, di utilizzare la migliore tecnologia possibile per abbattere emissioni, finanche alla loro totale eliminazione.

Sono invece consentite, secondo criteri e modalità esplicitate nei successivi capoversi del presente comma, le attività industriali e produttive in genere che non producano alcuna emissione nociva in atmosfera, anche rientranti nei principi dell’economia circolare e dalla green economy”.

Quanto al miglioramento della situazione attuale nell’area ex Centro carni, il sindaco così risponde a Cippitelli e Martinozzi:

(…) ritengo utile e ancora nuovamente  importante, confermare che il parere del Sindaco e di tutti i consiglieri che vorranno supportarlo è sempre il medesimo, ovvero quello  che ci guida fin dall’inizio e cioè che l’area dell’ex centro carni, estesa a tutto il comparto anche di Bioecologia, deve trovare necessariamente un sostanziale e concreto miglioramento rispetto alla situazione attuale e pertanto, già in questa fase posso affermare che le condizioni minime per cui l’Amministrazione Comunale esprimerà il proprio parere,  saranno quelle di verificare e comunque prescrivere che la progettazione contenga le seguenti previsioni :

  1. Bonifica di tutta l’area ex centro carni sia in superficie sia nel suolo;
  2. miglioramento ambientale di tutto il comparto previa la realizzazione di nuovi spazi verdi pubblici e privati, urbanizzazione primaria e secondaria, il tutto gestito dal privato a totale carico del soggetto privato ma reso di fruizione pubblica, proponendo una soluzione che rispetti integralmente i contenuti del piano operativo e di eventuali altre opere richieste dall’Amministrazione, funzionali al comparto.
  3. messa in sicurezza idraulica di tutto il comparto mediante la costruzione della vasca di espansione a totale carico del soggetto proponente.

Non solo. Per il Comune di Chiusi “l’intervento dovrà essere conforme alle disposizioni ambientali ed alle limitazioni  contenute della variante al piano operativo, già adottata e pubblicata del Burt nel febbraio scorso, quindi escludendo ogni attività di combustione né oggi né in futuro . Il soggetto proponente Acea dovrà presentare un piano di demolizione e ricostruzione dell’attuale impianto di trattamento rifiuti di BioEcologia, prevedendo l’installazione di nuove tecnologie che favoriscano l’eliminazione completa di  ogni sorta di emissione, producendo cosi una chiara e netta risoluzione della problematica dei cattivi odori che la cittadinanza manifesta da tanto tempo. Il nuovo stabilimento industriale dovrà trattare solamente materia domestica già depurata, quindi, chiaramente ascrivibile nel reparto dei rifiuti non pericolosi e dovrà essere connotata giuridicamente come attività di economia circolare rientrante nei processi di green economy ovvero capace di produrre materia prima seconda o comunque equivalente, ma riconosciuta e certificata a norma di legge. Il progetto dovrà contemplare uno specifico edificio da destinare anche a centro studi collegato con le varie università che, nel campo dell’economia circolare, stanno sviluppando progetti e tecnologie innovative favorendo occupazione e nascita di molte start up. Gli autoveicoli necessari per le operazioni di carico e scarico dell’attività industriale siano, per quanto possibile,  eco sostenibili come la struttura proposta”.

A queste prescrizioni è vincolato dunque il parere positivo del sindaco. Che costituisce alla fine, l’ultima parola.

I 5 Stelle non si sono dichiarati soddisfatti. Ma la loro posizione è di critica all’atteggiamento dell’amministrazione sul versante della partecipazione, non è di contrarietà a prescindere al progetto Acea. Il Comitato continua invece ad essere contrario, basandosi per esempio sul no che lo stesso Pd ha espresso ad un progetto analogo a Capannori e Piombino. Sempre in Toscana.

Ma i paletti e le prescrizioni (che sono norme di piano e non solo “indicazioni politiche e di principio”) fissati dal Comune sembrano piuttosto stringenti e tali da ingenerare una certa tranquillità. In questo senso la risposta data da Bettollini ai 5 Stelle appare abbastanza ampia e precisa.  E il fatto di attendere i pareri tecnici degli organi preposti (Asl, Arpat e Regione) prima di pronunciarsi appare, non solo come un passaggio obbligato, ma anche come una garanzia in più.

Parlare per esempio di “carboinizzatore”, alla luce della risposta data dal sindaco alle consigliere pentastellate e soprattutto alla luce della norma di piano richiamata, che vieta la costruzione di carbonizzatori, appare quantomeno improprio e ormai superato…

Poi le opposizioni fanno giustamente il loro mestiere ed è normale che polemizzino e cerchino di mettere in risalto le contraddizioni o le carenze dell’amministrazione. Ancora una volta però, la polemica sembra essere più  metodo, sulle procedure che sulla sostanza. Ovvero sul merito della questione. Il progetto Acea va ad inserirsi (se andrà avanti) in una zona industriale già ampiamente compromessa dal punto di vista ambientale e da bonificare, non in un’area incontaminata o turistica; va ad inseririsi in un’area dove esiste già un impianto di depurazione problematico che tratta 70-80 mila tonnellate all’anno di fanghi, reflui industriali e percolato di discarica (17 mila tonn/anno) e serve anche parte dell’abitato di Chiusi Scalo. Quindi è necessario. Il nodo principale pertanto è: l’impianto Acea migliorerà o peggiorerà la situazione attuale? Dopo di che si può anche discutere della tecnologia prevista, dell’economia circolare, della quantità e qualità delle emissioni e di tutto il resto.

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