SPOSTAMENTI NEI COMUNI AL CONFINE TRA DUE REGIONI: BETTOLLINI E BURICO AL TG2. MA GLI ALTRI SINDACI DOVE SONO?
INIZIATIVA ANALOGA ANCHE DA PARTE DEL CAPOGRUPPO M5S NEL CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO GIANNARELLI
CHIUSI – Ieri sera il Tg2 ha mandato in onda una intervista doppia ai sindaci di Chiusi e di Castiglione del Lago Bettollini e Burico, sul tema degli spostamenti nei comuni al confine tra due regioni. Intervista realizzata in mattinata sul fatidico “ponte delle Torri Beccati Questo e Beccati Quest’altro” luogo simbolo del confine tra Toscana e Umbria, anche se certamente meno “trafficato” di quello sulla Chianetta a ridosso della rotatoria tra Chiusi Scalo e Po’ Bandino.
Ora che è partita la fase 2 e che gli spostamenti, le passeggiate e le visite ai parenti sono consentite, il problema di non poter andare a trovare genitori, figli, nonni e nipoti al di là del confine regionale, magari a pochi passi, è uno di quelli che creano disagi e malcontento.
Proprio su queste colonne avevamo posto la questione il 23 aprile scorso, prendendo spunto da alcuni post in tal senso pubblicati sui social da parte di alcuni cittadini pievesi e chiusini. In quell’articolo e in altri successivi auspicavamo un’azione comune dei sindaci dei comuni confinanti tra Umbria e Toscana, ma ovviamente il ragionamento vale per tutti i comuni di confine. In Toscana per esempio sono 47…
Bettollini e Burico, per primi hanno ripreso e rilanciato l’argomento incontrandosi sempre lì su quel ponte delle Torri e scrivendo al premier Conte. Il Tg2, che è testata tv nazionale ha ora amplificato la loro richiesta, certo ad un livello più ampio di quanto non possa fare primapagina.
Vediamo se il presidente del Consiglio ascolterà e prenderà provvedimenti. Intanto sappiamo – anche dalle cronache regionali che altri sindaci toscani hanno rivolto a Conte analoga richiesta, nella zona di Marradi al confine tra le province di Firenze e Ravenna per esempio. Ma pure in lunigiana dove la Toscana incontra Liguria ed Emilia, nel grossetano verso il Lazio ecc.
Il consigliere regionale toscano del M5S Giacomo Giannarelli annuncia una sua iniziativa in proposito. E scrive: “I confini regionali sono oramai superati dagli scambi sociali ed economici. Molti comuni toscani confinanti con altre regioni, (i confini regionali terrestri sono oltre i 550 km circa), intrattengono da sempre importanti scambi sociali, economici e demografici con i territori confinanti. Occorre dunque pensare, per la nuova fase, ad un allargamento di queste possibilità di spostamento per i cittadini confinanti, inserendo limiti chilometrici di distanza massima, azione a mio avviso fondamentale dal punto di vista sociale e decisiva per la ripresa economica. Questa situazione di disagio per molti cittadini potrebbe essere superata con un riconoscimento di spostamento quantomeno nei territori dei Comuni situati all’interno delle provincie confinanti, anche oltre il confine regionale. Tale riconoscimento, peraltro, anche se esteso a livello nazionale riguarderebbe un numero di persone limitato, con un impatto contenuto anche in riferimento al contenimento del contagio. Presenterò pertanto un atto in Consiglio regionale affinché la Regione, in vista anche della prossima tappa del 18 maggio che prevederà ulteriori alleggerimenti alle restrizioni, avanzi questa richiesta in sede di Conferenza Stato-Regioni e per attuare protocolli d’intesa interregionale”
Ci fa anche piacere che due sindaci del territorio, entrambi di centro sinistra abbiano fatto propria la nostra iniziale sollecitazione. E che anche il consigliere M5S Giannarelli si stia interessando. Ma sul fronte sindaci, al momento Bettollini e Burico sono stati i soli ad esporsi. Eppure il problema è molto sentito anche a Città della Pieve per esempio. O a Montepulciano, a Cetona, a San Casciano Bagni, dove il confine è anche con il Lazio. Gli altri primi cittadini dove sono?
Forse se anche Angiolini, Cottini, Carletti, sul versante senese, e Risini e Maria Elena Minciaroni sindaci di Città della Pieve e Tuoro sul Trasimeno prendessero posizione, la pressione sarebbe più robusta. I due sindaci umbri sono a capo di giunte e maggioranze non di centrosinistra, la Lega li considera “suoi”. Ma in questo caso si parla di confini regionali e non di steccati politici.
E’ probabile che il Governo “apra” alla possibilità degli spostamenti fuori regione nei comuni confinanti, magari secondo criteri precisi (chilometrici o altri) prima del prossimo step, fissato al 18 maggio, quando saranno visibili anche i risultati della “ripartenza” avviata il 4.
Intanto però Bettollini e Burico, dai microfoni del Tg2 hanno chiesto a Conte non solo la possibilità di far incontrare genitori e figli, nonni e nipoti, fidanzate e fidanzati anche nei paesi appena di là del confine, m anche più potere ai sindaci per poter decidere, in base alle situazioni locali, sulle riaperture delle attività commerciali “altrimenti alcune non riapriranno la saracinesca”, nonché, più risorse per i bilanci comunali messi a dura prova dal lockdown per poter aiutare le nostre comunità e non smettere di erogare servizi. A questo proposito i due sindaci avevano già fatto notare nel precedente incontro come i comuni siano in ambasce quanto le aziende a causa dell’emergenza per la riduzione drastica delle entrate: si pensi solo alla tassa sul suolo pubblico, alle concessioni edilizie, all’introito dei parcometri e e a quello delle multe, tutti soldi che per tre mesi circa sono venuti a mancare.
Ora si attende la risposta del Governo. Tra l’altro la sollecitazione di Bettollini e Burico e anche di Giannarelli arriva dalla parte politica che lo sostiene. E per ora è una richiesta, non ancora fuoco amico…
m.l.
Solo pubblicità fine a se stessa, se voleva veramente fare qualcosa avrebbe dovuto rivolgersi alla Regione per chiedere di inserire questa richiesta in sede di Conferenza Stato- Regioni
BONELLA, Bettollini e Burico hanno posto un problema rivolgendosi al comandante in capo. Sara lui se mai a investire della questione la Conferenza Stato Regioni. Non facciamo gli azzeccagarbugli per forza.
I Sindaci devono seguire delle procedure precise, il resto sono solo pubblicità per se stessi. Se si vogliono delle risposte si devono seguire le vie istituzionali
Questo è ciò che abbiamo fatto noi
Agevolare la mobilità interregionale inserendo limiti chilometrici per i territori confinanti. Serve una deroga per gli spostamenti tra comuni confinanti ma in regioni diverse.
La “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus pone alcune limitazioni agli spostamenti tra regioni. E’ consentito spostarsi da una regione all’altra ma per farlo ci vogliono motivazioni specifiche, come ad esempio per lavoro, per assoluta urgenza e per salute. Non è dunque possibile andare a trovare congiunti, fare la spesa o spostarsi per altri motivi da una regione all’altra. Questo vale anche per i cittadini che abitano proprio a ridosso del confine regionale.
In vista della progressiva riapertura di tutte le attività economiche e sociali ad oggi è consentito, per fare un esempio, percorrere gli oltre 300 chilometri che separano Orbetello da Carrara ma non si possono effettuare spostamenti “oltre confine”, con tragitti più brevi andando, di fatto, a bloccare la mobilità tra realtà produttive e socio-culturali molto più coese a livello territoriale. Penso, per fare qualche esempio, alla impossibilità per gli Apuani, di Carrara, di spostarsi nei territori confinanti liguri, per i Lunigianesi verso l’Emilia Romagna, per gli abitanti di Chiusi di spostarsi in Umbria o agli abitanti dell’Amiata di andare nel Lazio.
Per questo motivo, anche in vista degli ulteriori alleggerimenti alle restrizioni del 18 maggio, abbiamo proposto di rivedere i limiti inserendo distanze massime chilometriche.
l confini regionali sono oramai superati dagli scambi sociali ed economici. Molti comuni toscani confinanti con altre regioni, (i confini regionali terrestri sono oltre i 550 km circa), intrattengono da sempre importanti scambi sociali, economici e demografici con i territori confinanti. Occorre dunque pensare, per la nuova fase, ad un allargamento di queste possibilità di spostamento per i cittadini confinanti, inserendo limiti chilometrici di distanza massima, azione a mio avviso fondamentale dal punto di vista sociale e decisiva per la ripresa economica.
Questa situazione di disagio per molti cittadini potrebbe essere superata con un riconoscimento di spostamento quantomeno nei territori dei Comuni situati all’interno delle provincie confinanti, anche oltre il confine regionale. Tale riconoscimento, peraltro, anche se esteso a livello nazionale riguarderebbe un numero di persone limitato, con un impatto contenuto anche in riferimento al contenimento del contagio.
Presenterò pertanto un atto in Consiglio regionale affinchè la Regione, in vista anche della prossima tappa del 18 maggio che prevederà ulteriori alleggerimenti alle restrizioni, avanzi questa richiesta in sede di Conferenza Stato-Regioni e per attuare protocolli d’intesa interegionale.
Questa presa di posizione dei 5S è riportata nell’articolo. Ed è significativa. Non meno e non più di quella dei due sindaci di Chiusi e Castiglione del Lago che hanno usato la via istituzionale della “lettera al Presidente del Consiglio”. I servizi Tv, gli incontri sul ponte e gli articoli di stampa sono solo “rafforzativi”. Tra l’altro (almeno gli articoli di primapagina, ma credo anche il servizio del Tg2) sono servizi non richiesti, né sollecitati dai due amministratori. Ma pura cronaca degli eventi o sollecitazione essi stessi. Nel caso di primapagina questo è assolutamente evidente in quanto precedente a tutte le altre. I sindaci si sono “accodati” e ci fa piacere.
Ma non potevano innanzitutto coinvolgere loro il Sindaco di Città della Pieve che è il comune che ha la maggior “vicinanza” con Chiusi, in particolare, si pensi a Po’ Bandino che è in pratica un quartiere di Chiusi.
Su codesto aspetto su questo giornale ne abbiamo scritto abbastanza. E proprio dalla questione Po’ Bandino è partita la nostra proposta rivolta a tutti i sindaci dei paesi confinanti, primi fra tutti Chiusi e Città della Pieve. Il sindaco di Chiusi si era mosso anche da solo, scrivendo al presidente Conte. Poi si è aggiunto Burico di C. Lago. IL sindaco di Città della Pieve ha scritto anche lui a Conte, ma non ha fatto cenno alla questione di cui si parla. Evidentemente non gli interessa. Come non interessa ai sindaci d Montepulciano, Cetona e San Casciano o Tuoro sul Trasimeno. Nel loro incontro al ponte delle Torri Burico e Bettollini hanno anche invitato gli altri colleghi a unirsi alla richiesta. E come a primapagina, anche a loro nessuno ha risposto. Il coinvolgimento in questa battaglia non è a quanto pare nei loro pensieri principali
La necessità di “ricollegare” Chiusi con Città della Pieve credo è nei pensieri di tutti, operatori economici per primi non credo che a Risini non interessi, mi sembra invece che chi si è mosso si è mosso per “amicizia”.
Luca, sai meglio di me che anche nella gestione della cosa pubblica l’amicizia o la “vicinanza politica” tra due amministratori possono aiutare, la “distanza politica” invece allontana. La nostra proposta (fatta prima degli incontri sul ponte) era rivolta a tutti al di là del colore e tendeva ad annullare la distanza politica su un tema come questo. Due sindaci l’hanno raccolta, altri no. La colpa non è nostra e nemmeno dei due sindaci che si sono attivati. Si vede che Risini per esempio aveva ed ha altre priorità.
Vorrei sapere quando il confine tra Brennero e austria apre perche ho la ragazza li