VERSO LA FASE 2: IL 4 MAGGIO SI RIPARTE… MA SOLO OGNUNO NELLA PROPRIA REGIONE. IL PROBLEMA DELLE ZONE DI CONFINE.
CHIUSI – Continuano le notizie positive circa l’emergenza Covid 19 in tutta la zona. Rallenta il numero dei contagi, che ormai sono sempre più casi isolati, quasi sempre legati a focolai già noti e messi sotto controllo. Aumenta sensibilmente il numero dei guariti. Oggi ha annunciato la guarigione definitiva anche Stefano Scaramelli. Sia lui che sua moglie e sua figlia escono finalmente dal tunnel dopo 49 giorni. Ci fa piacere.
Questa mattina all’ospedale di Nottola sono stati consegnati i due respiratori per il Pronto Soccorso donati dalla Fondazione Ali presieduta da Simona Lombardi e dalla Canestrelli Petroli tramite il Comune di Chiusi. Una buona cosa che rafforza la dotazione tecnologica del reparto recentemente ampliato e potenziato, che deve rispondere alle esigenze dell’emergenza-urgenza al di là dell’epidemia di coronavirus.
Intanto tutti media e o stesso Governo nazionale stanno concentrando l’attenzione sulla scadenza del 4 maggio, data fissata per il primo “tana liberi tutti”, ovvero per il primo allentamento delle misure restrittive e la riapertura di attività economiche, ma anche di alcune attività personali come passeggiate, sport individuali, sconfinamenti. Il tutto naturalmente con le dovute precauzioni e protezioni.
Non si tornerà ancora alla vita di prima, ma già poter fare una camminata all’aria aperta, una corsetta nel parco oltre i 200 metri dalla propria abitazione, sembrerà una liberazione. Si potrà anche viaggiare e muoversi, ma solo all’interno della propria regione. Anche questo, rispetto alle restrizioni attuali sarà un bel passo in avanti.
Ma per certe zone particolari, come quelle poste al confine tra due o più regioni, la questione qualche problemino lo pone. Cioè, chi abita per esempio a Chiusi potrà andare a Montepulciano, a Sarteano o a Cetona, e anche a Firenze, a Siena o a Lucca. Ma non potrà andare a Città della Pieve e a Castiglione del Lago o a Fabro. E nemmeno a fare la spesa nei supermercato di Po’ Bandino. Che sono molto più vicini di qualunque altro paese toscano. Viceversa i pievesi e i pobandinesi, i fabresi e i castiglionesi non potranno andare a Chiusi, a Montepulciano o Cetona e San Casciano che pure sono comuni confinanti con Castiglione del Lago, Città della Pieve e Fabro…
Il “confine resta invalicabile” se non per valide e comprovate ragioni. Servirà ancora l’autocertificazione. Insomma resta in vigore la dogana. E tutto ciò comporterà il perdurare di situazioni di disagio, che vanno oltre la voglia di fare la spesa alla Lidl, alla Conad o all’Eurospin per i chiusini o alla Coop per i pievesi… Rimarrà intatto il divieto di incontrare e far visita ai parenti e amici, ai compagni di scuola o di squadra che stanno di là del fosso,
Rimarrà insomma il problema delle famiglie isolate e divise come a Berlino ai tempi del muro.
Per questo crediamo che se la norma della circolazione solo nella propria regione risponde alla logica di evitare assembramenti e troppa mobilità che può essere pericolosa per i contagi, è vero altrettanto che forse una qualche deroga per le aree di confine andrà prevista. Non vale solo per Chiusi e Città della Pieve o Castiglione del Lago, vale per Sansepolcro e Città di Castello, per esempio, per Attigliano e Orte, per Gubbio e Fabriano…
Il presidente del Consiglio ha detto che si potrà andare al mare (mica poco), ma solo nella propria regione. Per alcuni sarà complicato: umbri, lombardi, piemontesi, trentini e valdostani, il mare nella propria regione non ce l’hanno. Andranno al lago, o in montagna?
Il rischio che i due mesi di “clausura” e di coprifuoco facciano scattare, alla prima riapertura seppur parziale, una voglia irrefrenabile di uscire di casa e fare un viaggetto è molto alto. Molta gente già freme dalla smania di rimettere in moto la macchina e farle riassaggiare il sapore dell’asfalto. Però poter andare a 300 km e non a 400 metri dai genitori o dai nonni, è indubbiamente una cosa poco comprensibile.
Forse potrebbero essere i sindaci a chiedere una deroga al governo. Deroga che potrebbe prevedere ad esempio la possibilità di viaggiare e muoversi non solo nella propria regione, ma anche nei comuni confinanti, anche se fuori regione. Potrebbe essere questa una norma di buon senso. Anche per evitare sconfinamenti abusivi e illegali e il dover mettere le guardie armate e posti di blocco coi cavalli di frisia.
Ovvio che anche in caso di deroga, dovrebbero restare ferme tutte le prescrizioni e le cautele in materia di sicurezza individuale e collettiva.
Non sappiamo cosa ne pensino i sindaci, ma a nostro modestissimo avviso in questa zona di confine, con aree commerciali e produttive a cavallo fra Umbria e Toscana, un piccolo summit in videoconferenza, prima del 4 maggio, tra i sindaci di Chiusi, Montepulciano, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Fabro, Cetona e San Casciano Bagni, potrebbe essere utile. Intanto a chiarire se esiste o meno una esigenza, poi, in caso se ne ravveda l’esistenza, a prendere una posizione comune per chiedere una deroga. Che ovviamente dovrebbe venire dall’alto valere per tutte le zone di confine.
m.l.
Nella foto: le torri Beccati questo e Beccati quest’altro, un tempo “confine storico” tra Chiusi, Castiglione del Lago e Città della Pieve. Tra Umbria e Toscana