DATI ISTAT, MORTALITÀ IN AUMENTO DEL 49,4%. IL COVID-19 INFLUISCE ANCHE INDIRETTAMENTE SUL NUMERO COMPLESSIVO DI DECESSI
Su queste pagine abbiamo più volte affrontato il tema dell’attendibilità dei dati sulla mortalità per Coronavirus. Ad aprile ne abbiamo parlato con il medico dello sport Alessandro Lanzani, da Milano. Oggi riportiamo gli ultimi dati Istat che rilevano la possibilità che il Covid incida anche indirettamente sul tragico numero di decessi degli ultimi tre mesi.
Nel rapporto L’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente del primo trimestre 2020 redatto insieme all’Iss (Istituto Superiore di Sanità), l’Istat fornisce un primo quadro dettagliato della mortalità nel paese a partire dai primi focolai di Coronavirus registrati a gennaio fino al 31 marzo 2020. La statistica, relativa a 6.866 comuni su 7.904 -selezionati in base alla disponibilità dei dati- prende in considerazione 13.710 decessi dei 14.324 registrati in persone diagnosticate con Covid-19. La comparazione avviene tra i dati di mortalità complessiva (Covid e non Covid) del mese di marzo 2020 e quelli dello stesso mese nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019.
Il Rapporto evidenzia in primo luogo l’eterogeneità dell’impatto Covid classificando tre aree di diffusione dell’epidemia e tre tassi di incidenza: alta, media e bassa.
Come si percepisce dalle notizie quotidiane, nell’area del nord, ad alta diffusione, si registra il 91% dell’eccesso di mortalità a livello medio nazionale. Nel periodo 20 febbraio-31 marzo 2020 si è raggiunta la drammatica cifra di 49.351 decessi contro 26.218 del mese di marzo del quinquennio 2015-2019. Circa 12.156 decessi sono dovuti al Covid-19, che in alcune province ha raggiunto numeri devastanti. Si pensi alle città più colpite come Bergamo con un aumento del 568% o Cremona con + 391%.
Le zone del centro-nord, a media diffusione registrano un incremento più moderato: da 17.317 del quinquennio 2015-2019 a 19.743 del 2020. Circa 1.151 sono attribuibili al Covid.
Un giro di boa completamente diverso caratterizza l’area meridionale, a bassa diffusione, dove il tasso di mortalità del mese di marzo 2020, pari all’1,8%, è addirittura inferiore rispetto alla media del quinquennio in esame.
Il dato nazionale complessivo registra un aumento del 49,4% rispetto al quinquennio 2015-2019, in cui il numero dei decessi rinvenuti nei mesi di marzo è pari a 65.592. A marzo 2020 se ne registrano 90.946, di cui 13.710 segnalati come casi positivi deceduti e 11.640 casi non classificati.
Quali sono allora le cause di decesso?
Secondo l’Istat la diffusione dell’epidemia incide anche in maniera indiretta sull’aumento complessivo dei decessi, e ipotizza tre possibili fattori: un numero superiore di decessi per Covid non registrati perchè non sottoposti a tampone; una mortalità indirettamente correlata, cioè i casi in cui il virus ha colpito persone che soffrivano di altre patologie o fragilità; una mortalità non correlata al virus ma determinata dalla crisi del sistema sanitario e la paura di recarsi nelle strutture sanitarie e ospedaliere.
Ma, avverte l’Istat, sarà solo l’analisi di tutte le cause di morte del 2020 a consentire “di valutare quanto l’eccesso di mortalità osservata nel 2020 sia attribuibile anche ai decessi di persone non sottoposte al test ma certificate dai medici sulla base di una diagnosi clinica di Covid-19 (che al momento non sono conteggiate nella sorveglianza) e quanto agli effetti indiretti correlati o non all’epidemia”
Elda Cannarsa
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