PUTIN E BIDEN, I DUELLANTI CHE GIOCANO A CHI FA PEGGIO

mercoledì 30th, marzo 2022 / 13:03
PUTIN E BIDEN, I DUELLANTI CHE GIOCANO A CHI FA PEGGIO
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Un anno fa, il 18 marzo 2021, riprendendo un articolo di Michele Serra su Repubblica, scrivevo: “Biden o Putin? da postcomunista dico meglio Biden”. E spiegavo perché. E’ scritto qui.
Oggi, il mio giudizio, già severo, su Putin è  ancora più drastico. L’aggressione militare all’Ucraina, anche tenendo conto della guerra nel Donbass cominciata nel 2014 e dell’alargamento a est della Nato, cosa che bon avrebbe dovuto avvenire, non ha giustificazione, perché nel 2022 non può essere la guerra la risposta alle controversie internazionali. La guerra è una follia. E l’azione decisa da Putin è una invasione di tipo imperialista, forse non attuata per conquistare l’intera Ucraina, ma per darle una lezione, per far capire all’Ucraina e a tutti gli altri, Unione Europea compresa, che con la Russia non si scherza e che a giocare con il fuoco ci si può bruciare. Putin ha instaurato da 20 anni un potere assolutista, autocratico, basato su una oligarchia senza scrupoli sul piano economico e sulla polizia e l’eliminazione anche fisica del dissenso, sul piano politico. Non a caso Putin è diventato il modello anche un po’ machista della peggiore destra europea, quella estrema dei neofascisti e dei sovranisti e suprematisti più spinti, ma anche quella più pragmatica e affarista (vedi la Lega in Italia: c’è un’inchiesta de l’Espresso a tal proposito) e quella di certi imprenditori che hanno accumulato fortune ingentissime anche grazie alla politica, come gli oligarchi russi, ma in Occidente vengono chiamati in altro modo. Si pensi a Berlusconi. Non mi piaceva il sistema sovietico, neanche quando ero iscritto al Partito comunista, mi piacciono ancora meno il sistema e la politica di Putin. La guerra scatenata in Ucraina ne fa oltre che un autocrate, anche un aggressore imperialista che non ha esitato a puntare i cannoni e a sparare su un popolo fratello, su città che hanno fatto la storia della Russia, anche della Russia post zarista del ‘900, dalla Rivoluzione d’Ottobre alla resistenza al nazifascismo, come Kiev e Odessa.
Duque l’aggressione all’Ucraina ha solo aggravato il mio giudizio su Putin e il suo sistema di potere. Invece la vicenda ucraina mi sta facendo rivedere totalmente il mio iniziale giudizio si Joe Biden.
Quando vinse le elezioni nel novembre 2020, su queste stesse colonne salutai il fatto come una notizia positiva. “La sinistra può gioire della vittoria di Biden? secondo me sì”, scrissi il 13 novembre 2020, concludendo così: “Rispetto a Trump anche Biden-Harris vanno bene. Da lì si può ripartire. Del resto anche Togliatti, nel ’44, accettò il compromesso con i Savoia, pur di costruire il fronte comune antifascista e cacciare l’occupante tedesco…  E anche Prodi era un “classico democristiano”, eppure quando vinse con l’Ulivo contro Berlusconi gioimmo tutti… L’atteggiamento della sinistra Usa anche quella più radicale verso la vittoria di Biden, alla fine è una lezione di realismo politico, quasi una lezione gramsciana”!
Ero insomma convinto, un anno e mezzo fa, che Biden fosse comunque meglio del sovranista Trump e spiegavo perché .          .
Oggi, sulla questione Ucraina Biden si sta dimostrando non solo peggio di Trump, ma anche pericoloso quanto Putin, perché non perde occasione per soffiare sul fuoco e intralciare, se possible, anche i negoziati che faticosamente stanno procedendo.  Ieri, per esempio qualche passo avanti è stato fatto, ma Biden minimizza, e continua a sparare bordate sul leader russo minando le possibilità di arrivare ad un armistizio e mettendo in imbarazzo anche la stessa UE. Macron è stato costretto a prendere le distanze dal presidente americano in una lunga telefonata con Putin..
Dai colloqui di pace ad Ankara, sta emergendo una cosa: che i punti dell’accordo su cui si sta trattando sono gli stessi che Mosca mette sul tavolo da 8 anni, da quando è cominciata la guerra nel Donbass.
Una firma ancora non c’è, ma l’Ucraina, stando alle dichiarazioni di Zelensky, sembra disposta ad accettare tutti i punti. A partire dalla neutralità dell’Ucraina garantita però da una serie di Paesi tra cui l’Italia, ma anche la Cina (mossa intelligente del leader ucraino), fino al riconoscimento delle repubbliche del Donbass, all’apertura di un percorso più lungo per la Crimea. E d’altro canto , all’entrata dell’Ucraina nella UE, ma non nella Nato.
In questo quadro Biden che fa?  fa sempre di tutto per allontanare le parti e scompigliare continuamente le carte.
Perché non vuole che le carte le tenga in mano la Cina e non ha interesse nemmeno ad un ruolo più forte dell’Europa. Che Biden soffi sul fuoco se ne è accorto anche Bernie Sanders, il vecchio leone della sinistra americana, che scrive:“Sono estremamente preoccupato quando sento i familiari tamburi a Washington, la retorica bellicosa che viene amplificata prima di ogni guerra, chiedendo che dobbiamo mostrare forza, diventare duri e non impegnarci nella pacificazione. Un semplicistico rifiuto di riconoscere le complesse radici delle tensioni nella regione mina la capacità dei negoziatori di raggiungere una soluzione pacifica”.

“Uno dei fattori precipitanti di questa crisi, almeno dal punto di vista della Russia, è la prospettiva di un rafforzamento delle relazioni di sicurezza tra l’Ucraina e gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, compresa quella che la Russia vede come la minaccia dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, un’alleanza militare originariamente creata nel 1949 per affrontare l’Unione Sovietica”, scrive ancora il senatore americano che ha concorso alle primarie del Partito Democratico del 2016 e del 2020, e che dallo scorso anno è il presidente della Commissione bilancio del Senato degli Usa.

“Quando l’Ucraina è diventata indipendente dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, i leader russi hanno chiarito le loro preoccupazioni sulla prospettiva che gli ex stati sovietici entrassero a far parte della Nato e posizionassero forze militari ostili lungo il confine della Russia. I leader statunitensi hanno riconosciuto queste preoccupazioni come legittime all’epoca. Sono ancora preoccupazioni legittime. L’invasione della Russia non è una risposta; né lo è l’intransigenza della Nato. È anche importante riconoscere che la Finlandia, uno dei paesi più sviluppati e democratici del mondo, confina con la Russia e ha scelto di non essere membro della Nato. Putin può essere un bugiardo e un demagogo, ma è ipocrita che gli Stati Uniti insistano sul fatto che non accettiamo il principio delle sfere di influenzaNegli ultimi 200 anni il nostro paese ha operato secondo la Dottrina Monroe – commenta – abbracciando la premessa che, in quanto potenza dominante nell’emisfero occidentale, gli Stati Uniti hanno il diritto di intervenire contro qualsiasi paese che possa minacciare i nostri presunti interessi. Secondo questa dottrina abbiamo minato e rovesciato almeno una dozzina di governi. Nel 1962 arrivammo sull’orlo di una guerra nucleare con l’Unione Sovietica in risposta al posizionamento di missili sovietici a Cuba, a 90 miglia dalla nostra costa, che l’amministrazione Kennedy considerava una minaccia inaccettabile alla nostra sicurezza nazionale. E la Dottrina Monroe non è storia antica. Anche se la Russia non fosse governata da un leader autoritario corrotto come Vladimir Putin, la Russia, come gli Stati Uniti, avrebbe comunque interesse per le politiche di sicurezza dei suoi vicini. Qualcuno crede davvero che gli Stati Uniti non avrebbero qualcosa da dire se, ad esempio, il Messico dovesse formare un’alleanza militare con un avversario degli Stati Uniti?”.

Ecco  io ero tra quelli che avrebbero preferito Sanders a Biden, ma tra Biden e Trump scrissi che mi accontentavo anche di Biden. Oggi penso che Biden non sia stata una buona scelta. Spero che la sinistra americana, anche quella che fa capo a Sanders e alle varie Alexandra Ocasio Cortez ci metta una pezza e porti il presidente a più miti consigli e ad una maggiore attenzione a ciò che dice…
m. l.
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