MONTALTO DI CASTRO, IL COMUNE AZZERA LA BOLLETTA ELETTRICA GRAZIE AI PARCHI FOTOVOLTAICI. CHIUSI POTREBBE FARE LO STESSO SE SI METTESSE D’ACCORDO CON ACEA…

mercoledì 30th, marzo 2022 / 17:32
MONTALTO DI CASTRO, IL COMUNE AZZERA LA BOLLETTA ELETTRICA GRAZIE AI PARCHI FOTOVOLTAICI. CHIUSI POTREBBE FARE LO STESSO SE SI METTESSE D’ACCORDO CON ACEA…
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MONTALTO DI CASTRO – E’ una delle spiagge dei chiusini, dei pievesi, dei cetonesi, dei sancascianesi, ma anche di molti poliziani e di tanti orvietani. Ed è anche la più vicina. In sostanza è il “mare nostrum”. E’ da poco nel Lazio, ma in odor di Toscana, direbbe Guccini, perché anche quella è terra di confine, come la Valdichiana e come il Trasimeno e l’orvietano. Parliamo di Montalto di Castro, comune della Tuscia viterbese, alla foce del Fiora. Ha 8.300 abitanti, esattamente come Chiusi e con Chiusi e Orvieto ha in comune l’antica appartenenza alla Dodecapoli etrusca. All’epoca si chiamava Vulci.

Ne parliamo perché Montalto di Castro è il primo comune italiano ad annunciare l’imminente azzeramento della bolletta elettrica. Ma non grazie alla Centrale Nucleare costruita negli anni ’80 e poi abbandonata dopo ill referendum che sancì il no dell’Italia all’energia atomica del 1987. Montalto azzererà la bolletta elettrica grazie all’energia solare. Per la precisione grazie a oltre 5.500 kilowatt di produzione elettrica per ogni ora di sole. Parliamo di una produzione annua di 1600 kilowattora per ogni kilowatt di potenza installato. Otto milioni e 800 mila kilowattora all’anno. Ma come verrà prodotto questa energia? La risposta è semplice: attraverso una serie di impianti fotovoltaici o meglio attraverso alcuni grandi parchi fotovoltaici.

La cosa non è stata semplice, è da vent’anni che il Comune di Montalto ha intrapreso questa strada ma ha dovuto superare opposizioni di ogni tipo, compresi i soliti comitati affetti da sindrome Nimby, che erano contro la centrale nucleare, ma anche contro i parchi fotovoltaici. Ma probabilmente anche le aziende elettriche hanno fatto resistenza. Alla fine è nato un progetto che ha portato alla rivoluzione dei procedimenti per la scelta delle aree destinate alla costruzione degli impianti fotovoltaici e che ha condotto a rifondare radicalmente i rapporti tra comune e aziende. Un’impresa apparentemente impossibile che dà come risultato pratico l’armonia tra tutela del paesaggio, produzione di energia verde, ricadute economiche per la collettività locale: facendo leva sulle norme che prevedono misure compensative a favore dei comuni da parte delle stesse aziende, e soprattutto rivendicandone l’applicazione, il comune ora ha ottenuto dalle aziende la cessione di impianti fotovoltaici a proprio favore.

Gli impianti municipali hanno un valore complessivo di 4,4 milioni di euro. A questi si aggiunge un altro milione di euro per opere di pubblica utilità: due classi digitali per le scuole, lavori sulla rete fognaria, insonorizzazione di due palestre, punti di noleggio di biciclette e altro.

Il comune, oltre ad azzerare la propria bolletta elettrica, utilizzerà l’energia che produce in sovrappiù per azzerare la bolletta delle famiglie con maggiori difficoltà economiche. Un contributo che partirà da 200mila euro all’anno e che crescerà nel tempo visto che ci sono altri impianti in programma. Questo risultato potrebbe essere replicato da altri comuni e cambia radicalmente il rapporto tra amministrazioni locali, cittadini e aziende fotovoltaiche.

Il sindaco, Sergio Caci, e l’assessore all’ambiente e vicesindaco Luca Benni spiegano che le aziende che costruiscono i parchi fotovoltaici si impegnano a costruire gli impianti concordando i criteri di progettazione, prevedendo la piantumazione di migliaia di alberi e siepi, con aree cuscinetto con olivi, cespugli odorosi e arnie per la produzione di miele. In questo modo la produzione di energia solare si fonde con l’agricoltura e l’impatto visivo viene minimizzato, anche perché Montalto di Castro si trova in una zona di pianura e quindi le fasce alberate coprono completamente gli impianti alla vista. Anche questa è stata una battaglia non semplice e non indolore, ma alla fine la logica del dialogo e dell’interesse comune ha prevalso su quella dello scontro. Ma sindaco e vicesindaco spiegano anche che tutto è nato dall’assunto e dalla decisione che il Comune non avrebbe più accettato sul proprio territorio soluzioni decise da altri e in altri luoghi. Le aziende che inizialmente facevano resistenza, alla fine hanno capito che la conflittualità non porta da nessuna parte e alla fine è pure un costo, perché dilata i tempi delle autorizzazioni. Adesso altri comuni limitrofi stanno pensando di fare la stessa cosa e il Comune di Montalto sta anche studiando un sistema che incoraggi le aziende fotovoltaiche a impiegare manodopera locale per la manutenzione. A questo scopo nascerà una scuola per manutentori che formerà 50 addetti. Sono poi in corso contatti con alcune università per riuscire a creare una facoltà dedicata ai mestieri che hanno a che fare con le fonti rinnovabili: biologi, ingegneri, chimici, geologi…

Parliamo di questa storia, che ci sembra interessante, anche per un altro motivo, non solo perché Montalto è il “mare nostrum” e stava nella Dodecapoli etrusca. Ne parliamo perché è dal 2016 che da queste colonne proponiamo du realizzare un grande parco Fotovoltaico nell’area industriale dismessa dell’ex Centro Carni a Chiusi Scalo. E alla fine del 2019, durante l’inchiesta pubblica regionale sul progetto Acea per un Carbonizzatore, bocciato senza appello dalla popolazione e ritirato dalla stessa Acea, prima che i pareri negativi dei vari enti preposti diventassero anch’essi una bocciatura formale, l’idea fu rilanciata dall’allora sindaco di Chiusi Bettollini, il quale chiese formalmente e pubblicamente ad Acea di cambiare programma, ovvero di realizzare un parco fotovoltaico al posto del carbonizzatore, nell’area acquistata. Successivamente, sempre su queste colonne abbiamo ribadito la proposta partendo dal fatto che l’azienda Acea i parchi fotovoltaici li costruisce e li gestisce. L’area in questione, nella disponibilità della Multiutility romana, è di circa 10 ettari, pari a 20 campi sportivi.

Il sindaco attuale Gialuca Sonnini rispondendo ad una sollecitazione sul tema, poco dopo la sua elezione avvenuta ad ottobre 2021, disse che l’idea avrebbe meritato un approfondimento. Non sappiamo se di questo l’amministrazione comunale chiusina ha mai parlato con Acea, soprattutto dopo che Acea ha richiesto indietro i 2 milioni e mezzo spesi per acquisire l’area. Il Comune nell’ultrima seduta del Consiglio Comunale, qualche giorno fa, ha reso noto la risposta che ha fornito ad Acea: “Nulla è dovuto, le pretese di risarcimento sono infondate”. E questa è anche la nostra opinione. Ma l’area è stata acquistata da Acea, che lì nei pressi ha rilevato anche il depuratore ex Bioecologia che tratta da 20 anni circa 100 mila tonnellate di liquami civili e industriali l’anno, compresa parte dei reflui fognari di Chiusi scalo. Un grande parco fotovoltaico di 8-10 ettari potrebbe risultare una soluzione tale da consentire all’azienda di salvare l’investimemento fatto e ricucire il rapporto con il Comune e con la popolazione. Nei panni di Sonnini e della sua giunta, una telefonata in tal senso ai referenti di Acea Ambiente noi la faremmo, magari dopo averne fatta una anche ai colleghi di Montalto di Castro. Se poi a Montalto ci volessero fare un salto, in un’ora e mezza se la cavano. E’ certamente più vicina di Valencia, dove gli amministratori andarono in missione a vedere il carbonizzatore della Ingelia…

m.l.

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