CHIUSI – “Che Vladimir Putin, ex iscritto al Pcus, ex dirigente dei servizi segreti sovietici, sia tra i leader più acclamati della destra mondiale, fautore attivo dell’ascesa di Trump, idolo dei sovranisti d’Europa, “amico Putin” del Berlusca, ora del Salvini, è cosa che fa molto riflettere: specie noi nati nei ruggenti Cinquanta, nel pieno della Guerra Fredda, quando il braccio di ferro tra America e Russia incarnava lo scontro titanico tra capitalismo e socialismo. Con il suono dell’Internazionale nelle orecchie, mai avremmo potuto pensare che la Russia si sarebbe contrapposta all’America, di lì a breve, nel nome del nazionalismo; e per conto della destra mondiale riorganizzata su basi autocratiche, antieuropee, tradizionaliste, religiose (nel senso confessionale del termine), plutocratiche. Invece è proprio così che è successo. E i pessimi rapporti tra Biden e Putin dicono che niente come un democratico alla Casa Bianca può dispiacere a Mosca, e che l’ostilità è ricambiata”. Michele Serra su Repubblica.
L’ho già scritto ieri,a proposito di un suo pezzo sullo Ius Soli, Letta e Salvini: il suo “buonismo da bravo ragazzo di sinistra con la pancia e il portafoglio pieni” non mio piace, anzi a volte mi disturba. Anche il giornale su cui scrive che un tempo mi piaceva e che ho comprato per 40 anni, non mi piace più. Per niente. Eppure mi capita spesso di trovarmi d’accordo con quello che scrive Michele Serra. Ieri sullo Ius Soli, oggi su Putin e la democrazia. Due volte i due giorni consecutivi. Concordo con la conclusione di Serra: “Il dubbio, non trascurabile, è che il ribaltamento ideologico sia, tutto sommato, abbastanza relativo. Che la carica virale antidemocratica del comunismo sovietico fosse così alta da sopravvivere facilmente alla morte del comunismo stesso, lasciando profonde tracce nelle società dell’Est. Radicalmente mutato l’assetto di potere, dall’oligarchia del partito unico alle oligarchie economiche, che si sono messe in tasca in un baleno l’immenso patrimonio dell’ex Unione Sovietica, affamando gli espropriati come e peggio che nell’epoca zarista, quello che non è cambiato è il nemico: che è la democrazia. Questo, ovviamente, ce la rende ancora più preziosa”.
Esatto, io e Michele Serra siamo della stessa generazione. Entrambi abbiamo votato Pci negli anni di Berlinguer. Lui è ovviamente più bravo, io meno; lui scrive per un grande giornale, io per questa testata locale, della provincia profonda; lui è sicuramente benestante, io meno… Ma il pedigree, la cultura di fondo, come si diceva un tempo, quella è. Io sono leggermente più incazzato e meno buonista, ma è solo una questione di condizione. Il “sentire è comune”.
E anche io preferisco la democrazia imperfetta e piena di falle ai “partiti unici” e alle oligarchie, preferisco il Democratico Biden, che non sarà Che Guevara e neanche Corbyn o Bernie Sanders, all’ex comunista Putin e non solo perché preferisco le chitarre di Springsteen e dei rockers californiani alle balalaike e i poeti della beat generation agli scrittori russi. Devo dire che neanche quando cantavo nelle manifestazioni di piazza l’Internazionale non ero per nulla attratto dall’Unione Sovietica e dai regimi dell’Est. Non mi piaceva niente di quel tipo di società. Non sono mai stati filosovietico neanche quando ero un militante e un dirigentino locale del Pci, dove di filosovietici ce ne erano parecchi e si ostinavano a non vedere…
Mi piaceva poco anche a società americana di Nixon, della guerra del Viet Nam e della segregazione razziale, ma avevo la speranza che quest’ultima fosse in qualche modo riformabile, migliorabile (e in parte è successo). Quella sovietica no. Si capì con Gorbaciov che la speranza era destinata a soccombere (come poi è successo). Con la certezza che il post-comunismo non fosse certamente migliore, perché gli oligarchi erano e sono alla fine gli stessi che prima comandavano nel partito unico, come Putin… Che, come dice Michele Serra, oggi è l’amico e il modello dei sovranisti e della destra più estrema. Non mi piace il buonismo della sinistra politically correct, ma ancora meno chi fa avvelenare i dissidenti e fa fuori i giornalisti con una facilità e una nonchalance che fanno impressione, rispolverando
parole e metodi da Kgb, senza pudore.
Quindi in conclusione, anche dalle periferie, dagli avamposti della provincia più profonda e sonnacchiosa, è bene tenere la barra ferma sulle questioni di principio, cercando sempre di aver ben chiaro chi chi sta dalla parte giusta, pur con molti limiti e magagne, e chi da quella sbagliata, anche se apparentemente dalla parte del popolo. Il populismo, qualunque sia il suo colore, non mi pare una buona medicina. Anzi – per rimanere sull’attualità – mi sembra un vaccino capace di estirpare certe malattie della politica e della gestione del potere. Tutt’altro.
m.l.
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Neppure sarebbe mai stato pensabile che gli eredi del pci e i pacifisti dell’epoca della guerra fredda si sarebbero genuflessi alla corte della Casa Bianca specie quando il suo inquilino è un democratico senza però disdegnare i Bush pur sempre meglio dell’imprevedibile Trump, che però non ha mosso mezza guerra anche se pure lui ha avuto il suo sacrificio umano assassinando Soleimani e la sua scorta. Le guerre dei capitalisti col pretesto della democrazia dall’iraq, dopo averlo strangolato con le sanzioni, all’Afghanistan alla Libia alla Siria, i rapimenti dei sospetti terroristi, le esecuzioni mirate con stragi collaterali inaugurate da Obama quelle sì che vanno bene anche agli ex comunisti e agli eredi dei figli dei fiori. per non parlare delle persecuzioni giudiziarie di dissidenti come Assange o Snowden. Ovviamrnte il golpe del generale Al Sisi, alleato dell’occidente, contro il presidente eletto Morsi va bene anche a chi si sentiva vittima del golpe di Pinochet con buona pace della coerenza. Potremmo continuare a lungo con le incongruenze di ex comunisti ed ex barricaderi de noantri. Se è un paradosso che un ex agente del Kgb sia diventato l’idolo delle destre già anticomuniste è ancor più sorprendente che gli eredi del pci siano diventati filoamericani dogmatici
Vede Sig. Saverio Gpallav, lei con tale discorso apparentemente molto lucido e finalizzato comunque ad una dimostrazione, traccia una linea che lo porta inevitabilmente a dare il valore di ciò che afferma e che tutti siano-come suol dirsi-”ringambati”-abiurando ciò che erano, e quindi immettendo dentro al loro complesso valoriale dei valori diversi da quelli che avevano in precedenza.La sua analisi che ha il punto di partenza negli eredi di quel PCI che per costituzione erano antifascisti, anticapitalisti ma anche antiamericani,ma che oggi dall’evoluzione-involuzione che hanno avuto non posseggono più nessun valore attribuibile che possa essere considerato di sinistra poichè i sedicenti di sinistra sono il miglior e sicuro alleato degli USA e qui sono pienamente d’accordo con lei che consapevolmente fanno gli interessi dell’unico sistema rimasto sulla faccia della terra che è il capitalismo, ma che lei stesso però guarda caso tralascia di affermare che stà parlando di ” sostanza democristiana”( questo non lo dice pur sapendolo)e che nemmeno tanto sapientemente questi hanno rivoltato la frittata al punto tale che la nuova sinistra sia sempre di più coincidente con i valori del capitalismo internazionale.Da una parte afferma la realtà ma l’analisi che fà è su due piani non coincidenti l’uno con l’altro mentre il suo discorso li pone allo stesso piano se resta legato alla temporizzazione evolutiva-involutiva.Chi è stato comunista(PCI) ha difeso quell’impostazione ideologica alla quale poi internazionalmente il maggior attacco portato è stato quello della sinistra diluita(PDS,DS,PD) e democristianizzata,senza mostrare una analisi profonda da parte dei dirigenti di quel partito e soprattutto di uno schema che ogni mezzo mediatico e culturale che si opponesse al PCI(quasi tutti) hanno considerato di dover esaminare sapientemente e coerentemente dopo quella che nel partito comunista Italiano fù la svolta di Salerno.Si chieda la ragione di tutto questo.Da tutto questo che ho detto prima ne è uscita fuori solo l’ossatura e la nervatura della società ex sovietica implosa dopo decenni e che aveva combattuto il capitalismo ed il nazifascismo affermandosi in quello che rimaneva di una Russia ridimensionata ed in piena crisi dove oggi non è ancora cambiata la stratificazione sociale delle popolazioni nei confronti della classe politica che si è riciclata e che ha messo le mano sulle immense risorse del paese,valorizzate in 70 anni di sistema impostato sul ”socialismo in un paese solo” poichè bloccato soprattutto dal confronto con gli USA che gli hanno fatto come sempre l’anello sanitario: la base social culturale nazionalista alla quale si sono affidati i successori sopravvissuti all’URSS è stata prodotta per un fatto di potere soprattutto,non tanto indirizzato al benessere del popolo,ma pigiando sull’acceleratore del nazionalismo anche lì per costruire quella che è oggi una plutocrazia.Ed oggi questa è la fotografia della situazione ma quelle generazioni che si sono affidate alla lotta dei popoli oppressi dal capitalismo come la Cina e molte nazioni dell’Africa hanno potuto riscattare la loro dignità perchè è esistito l’URSS e non perchè sono esistiti gli Stati Uniti d’America alla quale sorte oggi presta buon occhio tutto l’establishment della nuova democrazia cristiana in maniera totale.Quest’ultimo discorso è stato abiurato e dimenticato volutamente dai novelli dirigenti del PD che hanno cercato sempre di galleggiare profondendo falsi messaggi,soprattutto dal punto di vista storico e valoriale. I nomi? Basta cercarli negli organigrammi di partito e vedere chi sono.Allora io credo che le parole se sono parole debbano avere un significato,quel significato che è stato volutamente distorto dall’egemonia culturale di chi ha facilitato e foraggiato i mezzi di produzione mediatica sotto lo sguardo imbelle di ciò che succedeva,sguardo di milioni di persone che appartenevano alla sinistra ed alla sinistra hanno creduto -con tante contraddizioni senz’altro- ma con uno sguardo rivolto alla lotta per la dignità.Oggi di tale dignità nel popolo che gli dà il voto a tale sedicente sinistra non è rimasto nulla, solo fiumi di parole che non hanno rilievo nei fatti.E’ il dominio mediatico dei padroni delle idee che ti dicono cosa devi pensare e sono diventati gli agenti più interessati alla propagazione della sottocultura del mercato.Personalmente soprattutto in un paese allo stremo come questo e dal momento che anche loro- e non solo loro- hanno condiviso i concetti di economia e di sviluppo nelle modalità di come come si sono realizzati,io ne farei molto volentieri a meno.Ma osservo che invece si continua ad ingannare la gente ed a prospettare ad essa che essendo il capitalismo l’unico sistema economico-etico-sociale esistente occora continuare sulla strada imboccata, pensando che verrà il momento di poter migliorare. Codesta teoria è vecchia quanto il mondo e per fortuna più il tempo passa e meno funziona.Ecco perchè la maggior parte degli esclusi si dovrebbero organizzare e porre fine al dominio morale e materiale che li schiaccia, non solo in Italia ma soprattutto nel resto del mondo.Che non sia cosa facile posso essere d’accordo ma è l’unica alternativa possibile liberarsi progressivamente dai lacci di uno sviluppo distorto che beneficia cert’uni a danno di altri che sono numericamente i più e che soprattutto usa i mezzi dell’egemonia culturale mediatica per resistere galleggiando e rimandare il momento che la nave scompaia sotto il livello del mare di mota del capitalismo che stà inghiottendo la nave.L’alternativa dirà lei qual’è? Io credo che non sia un lavoro facile nè dirla, immaginarla e soprattutto di metterla in piedi in condizioni di marciare, ma di sicuro ai punti in cui siamo la cosiddetta ”decrescita felice” osservo che si stia affermando da sola e con velocità prepotente. Credo che sia compito di tutti entrare nel binario e nella direzione che avvalori tale tesi,che se pur dolorosa è quella dalla quale si potrà invertire il sistema di produzione.Anche perchè fra 10-15 anni il lavoro umano nel nostro globo non esisterà più come lo abbiamo conoscuto noi e farà a meno di centinaia di milioni di produttori i quali dal momento che sono stati generati dovranno giocoforza sopravvivere.Ed allora non sarà più possibile ributtarli indietro salvo la guerra nucleare che li annienti perchè i metodi usati in passato nella storia non serviranno più.Questo ha prodotto lo sviluppo capitalistico nei secoli e chi gli si opponeva non con la socialdemocrazia ma con il peso politico e la decisione della costruzione di un diverso sistema si dovrebbe chiedere che tale socialdemocrazia tanto invocata ed osservata nei tempi in cui viviamo non ha fatto altro che produrre ritardi e guerre per delega quindi ha fatto nientemeno che gli interessi delle classi elevate che nulla hanno a che spartire con quelli delle classi subalterne anzi se potessero le abbasserebbero ancora di più visto che ormai la crisi del sistema prende anche le classi medie del mondo occidentale,obbedendo ai fatti della nuova sedicente sinistra che s’incarica di pronunciare fatti e cose a cui non può più dar corso nella lotta politica e nel confronto delle idee. Il suo discorso che raffronta i due sistemi racconta delle verità ma credo che lasci fuori la cosa più importante che è avvenuta che è quella della variazione valoriale del pensiero indebolito dalla sottocultura propagata dal complesso mediatico.Questo secondo me è stato l’errore più grande della sinistra: il non tener presente la modalità di veicolazione delle idee e l’egemonia per acquisire il controllo strategico di tali modalità.Un ritardo imperdonabile dovuto alla rinuncia a pensare ed immaginare qualcosa di nuovo.Ed oggi tale ritardo non lo paga solo la sinistra ma lo paghiamo tutti in termini di qualità di vita,di relazioni sociali con i nostri simili,di reddito e di una minore speranza di vita decentemente vissuta,ma l’origine di tutto questo è nel principio irrazionale che è contenuto dentro all’evoluzione del sistema economico(uno solo quello capitalista) per il quale esiste una sola modalità di produzione valoriale sia materiale che delle idee che ne conseguono:lavoro(che esiste solo se convenga a chi lo dà,reddito che ne consegue,ed investimento).Ed il ciclo si compie.Un altro mondo è quindi impossibile e chi pensa di uscire da tale dilemma è destinato a fallire,produrre idee sbagliate, scontrarsi, soccombere.Quasi una legge naturale del più forte che viga da millenni e millenni.Ma è proprio per tale legge che siamo arrivati al punto che il pianeta scoppia e che la politica produca soprattutto ignoranza e non soddisfacimento dei bisogni umani,anche quelli elementari.siamo al punto-poi concludo- che questo sistema costruito su tali schemi ti porta ad odiare ed a sfruttare chi ha bisogno e considerare all’altezza della situazione coloro che da questo sistema traggono la ricchezza.L’etica sociale del capitalismo- Stati Uniti in testa- difensori dei diritti umani per i quali si dice che si arrivi a preferire un Biden ad uno come Putin così funziona, con i messaggi della pochezza a chi avrebbe bisogno di distinguere con i fatti e non con i discorsi il diritto dal rovescio.Poi sono coloro che si lamentano che la sinistra sia arretrata.E’ tutto un giuoco di apparire e non essere e di ritenersi dispensatori di verità oggettiva di chiaro stampo culturale influenzato dall’egemonia della libertà che possa essere per retaggio storico e futuro superiore a quelle conosciute.Nel mio piccolo personale e nella mia limitata visione del mondo credo che gli Stati Uniti d’America per come sono organizzati non possano rappresentare una idea di futuro proprio per come è organizzata e concepita la vita in ogni risvolto che mostrano di paese plutocratico per eccellenza,in primis proprio eticamente parlando per lo stesso concetto di democrazia dal quale fanno derivare il loro tempio che il mondo dovrebbe osservare ed incensare come modello. E tale modello credo che trovi tanti osservanti -che si dicon seppur critici- ma la sostanza quella che ne viene fuori è quella che scaturisce dal confronto Biden-Putin…capito ?Siamo inevitabilmente italioti e la sinistra tanto invocata,su tale terreno ha lavorato male e seminato peggio e se oggi si trova alle strette vuol dire che il metro del confronto prescinda dalla conoscenza e si basa sui film che ti fanno vedere volutamemnte perchè tu gli serva che possa pensare solo in un certo modo.Si dice oggi che di cultura si possa mangiare,e lo si dice in un mondo ridotto come vediamo essere il nostro in italia,ma non si dice che continuando cosi le ragnatele allo stomaco-per non dire in altre parti del corpo-aumentano e la fanno da padrone.