CITTÀ DELLA PIEVE.ASSEMBLEA PUBBLICA: OSPEDALE UNICO E PRONTO SOCCORSO AVANZATO. OPINIONI E PROSPETTIVE

mercoledì 06th, marzo 2019 / 16:28
CITTÀ DELLA PIEVE.ASSEMBLEA PUBBLICA: OSPEDALE UNICO E PRONTO SOCCORSO AVANZATO. OPINIONI E PROSPETTIVE
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A due anni dall’inizio della contestazione, il Comitato per il diritto alla Salute Art32 chiama a raccolta il territorio in un’assemblea pubblica che si svolgerà il 10 marzo a Città della Pieve presso la Sala di Sant’Agostino. Il dibattito, che seguirà una presentazione da parte del Comitato, avrà come oggetto la recente proposta di istituire un Pronto Soccorso Avanzato e l’istanza di reinserimento dell’Ospedale Unico del Trasimeno nel piano sanitario regionale attualmente in fase di elaborazione.

Il Comitato ribadisce che il problema di fondo è e resta la modalità con cui è avvenuta la presunta riorganizzazione sanitaria nel territorio del Trasimeno: sono state chiuse o avviate ai lavori le strutture esistenti senza garantire un’assistenza alternativa e pronta all’uso, generando il caos più totale .

Un problema questo sollevato già nel 2014 dal Dossier di Cittadinanzattiva in seguito al Patto della Salute che prevedeva la chiusura di 175 ospedali, su proposta dell’allora Ministro Lorenzin: In caso di chiusura delle strutture ospedaliere minori l’assistenza territoriale non è pronta, così come è attualmente organizzata, a farsi carico dei bisogni, poiché non vi è certezza del suo contestuale potenziamento. Il Dossier considerava anche che: le aree montane e le piccole isole rischiano di essere territori maggiormente penalizzati. Una prospettiva alquanto profetica che si  è realizzata in molti comuni italiani da nord a sud.

Entrando nel dettaglio, i lavori di riconversione della Casa della Salute dovevano terminare entro un anno ma hanno subito altrettanto ritardo a causa di una modifica da apportare che non era stata identificata nel piano originale. Un intervento di circa 400mila euro. Il residuo ospedaliero di Castiglione del Lago doveva essere pronto entro 25 mesi, ma non lo sarà perchè anche quei lavori hanno subito un ritardo di un anno dovuto al fallimento della ditta appaltatrice.  E in ogni caso, una volta terminati i lavori, a Castiglione del lago si recupereranno circa 65 posti letti a fronte dei 200 che mancano in questo territorio secondo le disposizioni del DM70. Su questa carenza di posti letto, aggiunge il Comitato, non si è mai espresso nessun decisore pubblico, nonostante esplicite domande al riguardo.

Resta poi sospesa la questione dell’ospedale del Trasimeno, unico dei quattro accorpamenti previsti dal piano sanitario regionale del 2009 ad essere stato cancellato dalla mappa sanitaria. Ad oggi, spiegano i rappresentanti del Comitato, nonostante ripetuti solleciti di chiarificazione all’Assessore alla Sanità, le ragioni di questa decisione non sono venute a galla. Qualcuno ha paventato una motivazione dettata da  scelte politiche. Ma se così fosse, sarebbe gravissimo.

Non se la passa meglio l’emergenza-urgenza. In questi ultimi due anni, sostengono i rappresentanti del Comitato, si sono alternati maldestri tentativi di rattoppare il danno arrecato con un punto di primo intervento prima, uno di primo soccorso poi, e recentemente, un pronto soccorso avanzato, definizione che non sembra neanche rientrare in quelle previste dal DM70 e che offre  un’aggiunta di due letti di osservazione breve ai due esistenti, e “un’integrazione fra il Pronto Soccorso Avanzato del presidio di Città della Pieve e il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Perugia”, come si legge nella delibera del 4/12/2018. Un’ammissione, se vogliamo, che l’ospedale di Castiglione del Lago non ha le capacità di gestire la maggioranza dei casi di emergenza-urgenza.

Sempre secondo la delibera, il Pronto Soccorso Avanzato rientrerebbe nelle linee guida del prossimo Piano Sanitario Regionale, attualmente in fase di elaborazione e quindi, di fatto, non esistente, e risponderebbe all’obiettivo di trattare le patologie lievi localmente, riservando al trasferimento presso i DEA di I e II livello i pazienti con patologie medio-gravi. Ciò consentirà la contemporanea riduzione dei ricoveri impropri presso gli ospedali delle Aziende ospedaliere.

Nella realtà, fa notare il Comitato, il trasferimento verso i DEA di I e II livello già esiste in quanto la lievità delle patologie che possono essere curate localmente è tanto vaga quanto limitata. È evidente che questo tipo di riorganizzazione non funziona, il sovraffollamento dell’ospedale di Perugia è un problema accertato, sperimentato sia dal personale che dai cittadini. E infatti, era proprio per evitare la saturazione degli ospedali di I e II livello che  il piano sanitario regionale del 2009 aveva pianificato ospedali di territorio che avrebbero fatto da filtro, riservando a strutture specialistiche le patologie più gravi.

Il problema dunque è ancora molto sentito a livello territoriale e il Comitato non intende mollare su quella che ritiene essere non solo una grossa deficienza sanitaria ma anche un’incomprensibile discriminazione del territorio del Trasimeno pievese e alto orvietano rispetto ad altre parti della regione umbra.

Il problema sanitario va visto, peraltro, anche in un’ottica nazionale. Tra il 2008 e il 2018 il bilancio dei tagli alla sanità è drammatico: 70mila posti letto, 10mila professionisti e 175 ospedali piccoli in meno contro un numero di giovani medici precari e medici anziani in più. Il 52% dei medici ha più di 55 anni, un record europeo di anzianità primari. Nell’80% circa dei casi le strutture hanno macchinari obsoleti.

E.C.

Foto di Copertina: grafica del progetto dell’ Ospedale del Trasimeno con parcheggio
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