CITTA’ DELLA PIEVE, L’ASSESSORE REGIONALE SPIEGA IL PRONTO SOCCORSO AVANZATO. IL COMITATO: “RIAPRIAMO LA PARTITA DELL’OSPEDALE UNICO”

martedì 11th, dicembre 2018 / 18:44
CITTA’ DELLA PIEVE, L’ASSESSORE REGIONALE SPIEGA IL PRONTO SOCCORSO AVANZATO. IL COMITATO: “RIAPRIAMO LA PARTITA DELL’OSPEDALE UNICO”
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CITTA’ DELLA PIEVE – Si è tenuto questa mattina a Palazzo Corgna, l‘incontro con l’assessore regionale alla sanità Barberini, chiesto dal Comitato per il Diritto alla Salute. Con l’assessore c’erano anche il presidente della Commissione consiliare Solinas e il dott. Parise, dirigente della Asl 1, oltre al sindaco Fausto Scricciolo. Clima teso (anche troppo), animi abbastanza surriscaldati, ma il confronto c’è stato. Sul tappeto c’era la questione del riassetto dei servizi sanitari nell’area del Trasimeno e in particolare la nota questione del Pronto Soccorso. In particolare Barberini è stato chiamato a spiegare cosa sia il “Pronto Soccorso Avanzato” che ha annunciato qualche giorno fa, perché la cosa non era per niente chiara. E questo l’assessore lo ha spiegato: il Pronto Soccorso avanzato sarà una struttura aperta e funzionante 24 ore su 24, con apposito personale medico e paramedico, che dovrà dare risposta, in loco, a situazioni di emergenza di lieve gravità (codici bianchi. Per quelli verdi dipenderà dalle attrezzature disponibili e dalla valutazione del medico), mentre per i casi più complessi (codici gialli e rossi) agirà in collegamento diretto con il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera regionale, ovvero con il Santa Maria della Misericordia di Perugia. Di più non è possibile, perché – ha affermato l’assessore – “un Pronto Soccorso senza un ospedale non può esistere. Sarebbe un rischio per i cittadini, non un presidio di salute”. In questo modo invece verrà garantita “la risposta più efficace, più veloce e più sicura sia ai casi lievi che ai casi più gravi, perché l’ex Silvestrini garantisce la massima qualità ed è una eccellenza a livello nazionale”… Ci saranno alcuni posti letto per l’osservazione breve…

Ha rammentato Barberini (ma lo hanno fatto anche Scricciolo, Solinas e Parise) che anche prima che chiudesse, il Pronto Soccorso pievese operava solo sui casi meno complessi, perché l’ospedale c’era, ma aveva solo il reparto di medicina generale, per tutte le altre situazioni, dall’ortopedia, alla cardiologia, alle patologie vascolari, il paziente veniva trasferito a Perugia. Come avverrà con il P.S. Avanzato. “A Perugia, non in atri ospedali in giro per l’Umbria”. Anche su questo Barberini e gli altri sono stati chiari e perentori.

In sostanza la decisione di aprire il Pronto Soccorso avanzato, cioè in collegamento diretto con l’ospedale regionale di Perugia e con la possibilità di avere a breve anche la piazzola per l’atterraggio dell’elisoccorso, viene descritta come “un passo avanti rispetto non solo alla situazione attuale, ma anche alla situazione precedente alla chiusura”. E come una prima risposta all’esigenza – riconosciuta (e anche questo è un passo avanti) – di avere una postazione per l’emergenza-urgenza nel territorio del Trasimeno-pievese-alto orvietano e anche alle richieste del Comitato.

Sull’elisoccorso, l’assessore ha annunciato che Regione e Asl stanno lavorando per garantire i voli dell’elicottero anche nelle ore notturne e, per quanto possibile,  in situazioni di maltempo, cosa che oggi non avviene. Questo per dare risposte rapide alle situazioni di emergenza proprio alle zone più periferiche e territorialmente disagiate, con “piazzole” proprio a Città della Pieve e a Norcia. 

Il Comitato intervenuto in forze è sembrato tutt’altro che soddisfatto dalle risposte, anche se, alla fine,  la soluzione Pronto Soccorso Avanzato non la butta nel cesso. Perché non sarà tutto, ma qualcosa è. Detto questo però, il Comitato, con più di un intervento, ha ribadito quello che è il suo obiettivo e la sua richiesta numero uno: riaprire la partita dell’Ospedale Unico del Trasimeno. Perché solo il territorio del Trasimeno è stato penalizzato dal “taglio” del progetto, nel 2013, mentre nel frattempo altri ospedali unici sono stati costruiti, vedi quello di Narni-Amelia. Perché l’ospedale di Castiglione del Lago mal si presta, per ubicazione e struttura, all’ampliamento previsto. Ampliamento che in ogni caso non garantirebbe il numero di posti letto necessari previsto dalla normativa vigente, per i casi acuti… Secondo il comitato ne mancherebbero 110. Tutto ciò con una ulteriore conseguenza negativa: l’intasamento del Santa Maria della Misericordia e la “fuga” verso ospedali della Toscana.

Il presidente della Commissione consiliare regionale Solinas si è detto “possibilista” su questo punto e – da buon politico – ha lanciato la patata bollente alle attuali forze di Governo e in particolare ai 5 Stelle, che hanno appoggiato la battaglia del Comitato e ora sono a Palazzo Chigi. “Chiedano al ministro le risorse necessarie, si facciano sentire!” ha detto Solinas. L’assessore Barberini ha ricordato che lui è già andato a parlare con il Ministro per chiedere i fondi necessari per il potenziamento dell’edilizia ospedaliera. Ma sull’ospedale unico del Trasimeno non ha preso impegni, si è mostrato meno possibilista di Solinas (e lo ha sottolineato), ma ha ribadito che l’attività del Pronto Soccorso Avanzato sarà monitorata, per verificarne i numeri strada facendo. Solo i numeri diranno, dopo una fase di sperimentazione, se il territorio ha o meno necessità di un ospedale unico, se ha i numeri per sostenerne l’esistenza. E qui ha fatto notare che quando si parla di Trasimeno, in merito all’ospedale, in sostanza i comuni interessati non sono tutti e 8… perché alcuni da anni gravitano su Perugia. In effetti i comuni di Magione, Corciano, ma anche Tuoro, Passignano, Piegaro sono decisamente più vicini e meglio collegati a Perugia che non a Castiglione o a Città della Pieve.

Infatti, a ragion del vero, quando si parlava dell’Ospedale unico, prima che il progetto venisse improvvisamente abbandonato nel 2013, si ipotizzava un bacino di utenza fatto dai comuni di Castiglione del Lago, Città della Pieve, Paciano, Panicale, a cui si poteva aggiungere una parte dell’utenza di Fabro, Monteleone d’Orvieto e Montegabbione e una parte dell’utenza dei comuni toscani di Cetona, San Casciano Bagni e Chiusi che ha sempre fatto riferimento a Città della Pieve. Una popolazione potenzialmente interessata, tra i 40 e i 50 mila abitanti.

La richiesta del Comitato però è perentoria: inserire la questione ospedale unico del Trasimeno nella discussione in atto adesso sul Piano Sanitario Regionale.

L’impressione è che la partita non è riaperta, ma si potrebbe anche riaprire.

La Regione Umbria è una delle più a rischio per il Pd. Data l’aria che tira, nel 2020 potrebbe anche passare di mano… Barberini & C. potrebbero avere tutto l’interesse politico a non tirare troppo la corda e a non inimicarsi il territorio del Trasimeno (o una parte consistente di esso) e dell’alto orvietano. I voti potrebbero essere merce rara, e meno se ne perdono meglio è…

Manca di fatto un anno e mezzo alle elezioni regionali, sarà un anno e mezzo di fuoco, sotto questo aspetto. Uno dei candidati alla segreteria regionale del Pd, Walter Verini ha rilanciato proprio in questi giorni la battaglia per lo snellimento delle liste di attesa e per una sanità più accessibile e più a misura delle persone. Ecco, la sanità sarà uno dei temi caldi del dibattito politico. In questo senso il vento per il Comitato potrebbe diventare favorevole. I 5 Stelle, chiamati in causa da Solinas, invece, da quando sono al Governo, si son fatti vedere e sentire molto meno. Prima erano sempre in piazza, adesso non intervengono nemmeno nelle assemblee pubbliche, come quella di stamattina. C’erano, ma sono rimasti in silenzio.  Forse devono ancora abituarsi al nuovo ruolo di “governativi”.

m.l.

 

Nella foto: il “rendering” dell’ospedale unico del Trasimeno, che avrebbe dovuto sorgere nei pressi di Villastrada.

 

 

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