CHIUSI, EX MAGLIFICIO SEQUESTRATO ALLA CRIMINALITA’ DIVENTA CENTRO DI ACCOGLIENZA PER 25 RICHIEDENTI ASILO. RISPOSTA CONCRETA AD UNA EMERGENZA UMANITARIA E AI RIGURGITI RAZZISTI E FASCITOIDI

mercoledì 30th, agosto 2023 / 23:17
CHIUSI, EX MAGLIFICIO SEQUESTRATO ALLA CRIMINALITA’ DIVENTA CENTRO DI ACCOGLIENZA PER 25 RICHIEDENTI ASILO. RISPOSTA CONCRETA AD UNA EMERGENZA UMANITARIA E AI RIGURGITI RAZZISTI E FASCITOIDI
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CHIUSI – E sono due. Dopo il complesso immobiliare in loc. Molino Astrone, confiscato qualche anno fa e affidato nel 2022 all’associazione Durante e dopo di noi, che si occupa di assistenza a disabili, un altro immobile confiscato alla criminalità verrà adibito (in parte) a centro di accoglienza per richiedenti asilo. Si tratta di due appartamenti situati al piano superiore di un ex laboratorio artigianale nella zona produttiva Boncia Bassa a Chiusi Scalo.
Per la precisione parliamo dell’ex Maglificio Claudio, che dopo procedura fallimentare è stato per anni in mano al Tribunale e alla Banca Valdichiana e successivamente rilevato da una società immobiliare, la Iolanda Immobiliare Srl, facente capo ad un personaggio noto nella zona per essere stato uno dei proprietari della Trafomec di Tavernelle, azienda tra le più importanti della Valnestore, finita anch’essa in un vortice di mala gestione che l’ha portata al fallimento e alla chiusura. Solo nei mesi scorsi è stata rilevata da una cooperativa formata dai dipendenti, ma stenta a decollare, anzi è già in ambasce. Il personaggio in questione risponde al nome di Gabrio Caraffini che del fallimento Trafomec è stato uno degli artefici principali. “Un avventuriero” – così lo definirono il sindacato, i lavoratori e le istituzioni locali – che spolpò l’azienda e la ridusse ai minimi ermini, finendo a più riprese anche nelle maglie della giustizia. Ora l’affaire dell’ex maglificio di Chiusi, confiscato dalla magistratura per connessioni della proprietà con la criminalità organizzata, conferma la “tipologia” del personaggio, e conferma anche le infiltrazioni malavitose in questo territorio a cavallo tra Umbria e Toscana.
Nei due appartamenti sequestrati e affidati a Comune, sulla base di un accordo tra Prefettura di Siena e Agenzia per i Beni Sequestrati alla criminalità, troveranno alloggio 25 richiedenti asilo, sotto la gestione della Misericordia di Chiusi, mentre i locali sottostanti (l’ex laboratorio) saranno a disposizione del Comune. L’immobile confiscato è stato individuato dalla Prefettura per dare una risposta immediata all’emergenza in atto e sarà messo in sicurezza riqualificando un’area da anni abbandonata e in stato di forte degrado. I lavori di ripulitura e sistemazione sono cominciati ieri.
“Il valore aggiunto di questa operazione – afferma il Sindaco Sonnini – è utilizzare per finalità umanitarie un bene confiscato alla criminalità ed è un esempio di buona cooperazione istituzionale. Il progetto ci permetterà innanzitutto di intervenire in modo concreto nell’accoglienza dei profughi e, allo stesso tempo, di riqualificare e mettere in sicurezza un immobile centrale, attualmente in totale stato di abbandono e degrado che aveva più volte destato preoccupazione dei residenti. I due appartamenti saranno affidati direttamente alla Confraternita della Misericordia, esperta nelle gestione dei migranti, i magazzini una volta ripuliti e sistemati saranno a disposizione dell’Amministrazione”.
Qualche anno fa, quando l’immobile era nella disponibilità di Banca Valdichiana, se ne parlò come una delle possibili soluzioni per una sala pubblica polivalente che a Chiusi Scalo non esiste e della quale c’è assoluto bisogno (è una battaglia che come Primapagina portiamo avanti almeno dal 2011: dalla campagna elettorale che vide la vittoria di Stefano Scaramelli e il successo non trascurabile della Primavera). Se ne interessò anche l’associazione GEC, quella che organizza il Lars Rock Fest e nella primavera scorsa aveva aperto l’Officina Creativa Jack in via Leonardo da Vinci e con essa l’Aministrazione Comunale con l’allora sindaco Bettollini e l’assessore Micheletti.   I vincoli che gravavano però sull’immobile resero l’operazione troppo complicata. La banca stessa cambiò denominazione, management e orizzonti e non se ne fece niente.
Adesso quella opzione tornerà in agenda? Vedremo.
Intanto, come dice il sindaco, è importante che Chiusi colga un’occasione che si è presentata per dare una risposta concreta all’emergenza migranti-rifugiati- richiedenti asilo. Risposta che va nella direzione dell’apertura e dell’accoglienza e non dell’egoismo e dei respingimenti. Una risposta umanitaria e civile a chi arriva da paesi in guerra o sottoposti a econome di fame e spoliazione delle risorse e ha bisogno di aiuto, e anche una risposta politica ai sentimenti razzisti e xenofobi, ai rigurgiti fascistoidi sempre più frequenti, anche alle nostre latitudini.
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