ISRAELE-PALESTINESI, DA CHE PARTE STARE
Quando la sinistra americana dà lezioni alla sinistra nostrana. Due giorni fa il segretario del Pd Enrico Letta ha partecipato ad una manifestazione pro-Israele a Roma, insieme a Salvini e alla destra, per affermare il diritto di Israele di difendersi, ma dimenticando quello dei Palestinesi di vivere in pace nei loro territori, da cui gli israleiani li vogliono sfrattare.
Negli Usa, da sempre alleati strenui di Tel Aviv, invece una buona parte del Partito Democratico si è schierata per la fine dei bombardamenti e delle violenze isareliane. “Un numero sempre crescente di congressisti democratici chiede all’amministrazione Biden di chiarire al governo israeliano che lo sfratto dei palestinesi dalle case sulle terre rivendicate dai coloni ebrei a Gerusalemme deve cessare immediatamente” scrive il corrispondente da Washington di Haaretz il quotidiano progressista di Tel Aviv.
Si tratta dei senatori Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Chris Van Hollen e Chris Murphy, i quali hanno chiesto a Israele di fermare gli sforzi per sfrattare i residenti palestinesi dalle loro case nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, sulla base delle rivendicazioni dei coloni ebrei, mentre i deputati alla Camera Alexandria Ocasio-Cortez, Gregory Meeks, Andy Levin, Pramila Jayapal e Ayanna Pressley hanno anche espresso il loro sgomento
“La rimozione forzata dei residenti palestinesi di lunga data a Sheikh Jarrah è ripugnante e inaccettabile”, ha twittato Elizabeth Warren, dicendo che l’amministrazione deve chiarire a Israele che questi sfratti sono illegali.
“Gli Stati Uniti devono parlare con forza contro la violenza degli estremisti israeliani alleati del governo a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, e chiarire che gli sfratti delle famiglie palestinesi non devono andare avanti”, ha detto Bernie Sanders.
E Letta invece cosa ha detto? Niente, ha solo manifestato solidarietà a Israele inseme a Salvini, Tajani, Toti, Maria Elena Boschi…
Una presenza su quel palco, che ha scatenato reazioni – questo va detto- sui social da parte della base Dem. Qualcuno ha postato fotografie di Berliguer e Craxi insieme al leader palestinese Arafat, per dire che un tempo la sinistra sapeva da che parte stare. E tutta ala sinistra, non solo i comunisti. Qualcun altro ha ricordato come in passato la sinistra italiana per un lungo periodo diceva “due Popoli, due Stati” e adesso invece non lo dice più. E si domanda: cosa è successo di così traumatico nella sinistra italiana da non riconoscere gli oppressi dagli oppressori? E lo stesso Letta è preso di mira: come riporta Il Manifesto: «Enrico, ieri hai apertamente sostenuto chi calpesta regolarmente i diritti umani di un intero popolo, hai difeso l’oppressore ai danni dell’oppresso. Per me col Pd finisce qui», scrive Carla Brusati. Giovanni Villani è ancora più esplicito: «Mai più Pd. Sono stato iscritto dal primo momento, ma questa svolta israeliana non è mia». I toni sono spessi composti, si rivolgono a «Enrico» come ad una persona con cui c’è un dialogo aperto. Ma il concetto è chiaro: «Nei vostri discorsi si parla di Israele e manca la parola Palestina, non credo sia un caso», scrive Velia Piccarreta. «Vergogna, mai confondere la violenza dell’oppressore con quella dell’oppresso. La resistenza italiana non vi ha insegnato niente».
Insomma un Pd così apertamente filoisraeliano e insensibile di fronte al dramma dei palestinesi (che sono anche donne e bambini inermi e non solo combattenti o “resistenti”) non piace al popolo dem. E le stesse critiche, più o meno, vengono rivolte al ministro degli esteri Di Maio da una parte almeno dell’elettorato 5 Stelle.
Tra gli “indignados” anche qualche dirigente Dem, il capogruppo alla regione Umbria e neo segretario regionale Tommaso Bori scrive: “In questi giorni nuovi scontri hanno incendiato le strade di Israele e Palestina: la violenza raggiunta in questi giorni non si vedeva dal 2014. Le tensioni sono aumentate al punto che, da ormai 4 giorni, tra Gerusalemme, Gaza e Tel Aviv vengono lanciati razzi e si verificano scontri armati in tutte le principali strade. Il bilancio parziale è di quasi 40 vittime, di cui 12 bambini. Gli scontri sono arrivati nel cuore delle città israeliane, dove musulmani ed ebrei si stanno combattendo come ormai non accadeva da anni. La situazione è giunta ad un punto insostenibile, le violenze devono cessare subito o si verificherà l’ennesima strage. Molti dei principali Stati occidentali non hanno espresso commenti più audaci del “cessate il fuoco”, quando invece servirebbe una reazione ben più chiara da parte delle organizzazioni internazionali e dei Paesi che le compongono, che, ormai da troppo tempo, assistono inermi a espropriazioni, violenze e violazioni dei diritti umani. La pace è raggiungibile solo se verrà permesso ai popoli di autodeterminarsi e di convivere liberamente. Cessare il fuoco subito e aprire un tavolo diplomatico è ormai una priorità essenziale per tutti il mondo. Basta violenze, basta scontri! È arrivato il momento di usare le armi della diplomazia”. Una posizione diversa da quella di Letta, che certifica lo stato di confusione del partito anche sulle questioni internazionali.
Sul versante toscano non ha detto o scritto mezza parola la segretaria regionale Bonafè, che è anche deputata europea; niente di niente da parte del segretario Dem senese Andrea Valenti, che pure è un tipo piuttosto social, ma che stavolta è rimasto silenzioso. Come silenziosa è rimasta finora la segretaria chiusina Simona Cardaioli (che apprestandosi alle elezioni comunali avrebbe un motivo in più per far sapere come la pensa sul tema, che può sembrare, ma non è ininfluente o astruso rispetto alla politica locale). Non una parola da Elena Rosignoli, consigliera regionale, né da Stefano Scaramelli leader di Italia Viva.
Evidentemente a queste latitudini l’eco delle bombe e degli sgomberi manu militari nei territori palestinesi non si avvertono. Eppure la Palestina non è molto lontana. Prima di diventare Israele era la Terra Santa. L’unica a dare un segnale di attenzione è stata la consigliera dei podemos chiusini Daria Lottarini, che ha postato una dichiarazione di Moni Ovadia:
Purtroppo è come dici tu ma se sono d’accordo che PD oggi non voglia dire sinistra e non ha nemmeno un barlume proprio nella modalità della sua etica a rappresentarla, non credo affatto che i democratici americani siano da meno. Credo invece che non bisogna lasciarsi allettare dalle chiacchiere perchè i riflessi della politica democratica statunitense che pervengono qui in italia sono perlopiù portatori di chiacchiere,anche se in seno agli stessi democratici vi sono politici che possono rappresentare la solidarietà verso i palestinesi, ma sono veramente pochi in confronto a quanto di etica politica sia contenuto nella società americana,compreso quella dei democratici di Biden.Mi sembra di ripetermi quando dico guardando alle carriere ed agli interessi perorati di Biden e dal suo partito(che è sempre quello di Obama e soprattutto di Hillary Clinton e soprattutto ultimamente rappresentato da Kamala Harris e Nancy Pelosi. Cosa hanno questi politici da spartire con i palestinesi e quali interessi privilegiano se non quelli ambigui dell’Arabia Saudita che negli ultimi anni si è rivelata non tanto nemica di Israele ma degli stessi palestinesi ? Chi ha avuto politiche di tolleranza verso il Qatar reo di pagare il terrorismo all over the world ? Tutti e due sia i democratici sia i repubblicani, le due facce della stessa medaglia per la quale il dominio economico e di risorse petrolifere delle multinazionali si alimenta dai pozzi della penisola araba.Se Trump ha venduto al regime di Ryhadh 200 miliardi di dollari di armi sofisticatissime(si avete capito bene 200 miliardi di dollari) stiamo pure certi che un alleato sicuro degli Stati Uniti nel mondo è proprio quello,sia in funzione del finto spauracchio iraniano sia soprattutto in funzione anti russa nella Siria di Assad. Il progressismo vero impersonificato da persone come Bernie Sanders non sarà mai destinato a vedere la luce nelle politiche auspicate dai democratici, mentre uno dei grandi problemi di condizionamento della politica estera statunitense sono da sempre le comunità israelitiche negli Stati Uniti, le banche di loro proprietà, le mano sui flussi finanziari di dette banche amministrate quasi interamente da capitale ebreo made in USA ed internazionale.Questi consentono agli Stati Uniti di non poter cambiare mai politica sostanziale nei confronti del problema palestinese e se ne fottono delle condizioni umanitarie del popolo palestinese,anzi più diventano provocatori gli attacchi armati a Gaza in rivolta più vengono appoggiati dalle opinioni pubbliche europee.Ma questa è forse cosa nuova? Ma perche forse ha prodotto qualcosa nell’opinione pubblica oggi la politica pro-palestinese del PCI ai tempi di 30-40 anni or sono? Quel livello di coscenza indotto nella popolazione italiana oggi non esiste più,nè a partire da coloro che declamano di rapresentare la sinistra ma che poi percorrendo tutto l’arco costituzionale ed approdando ai varti Salvini portano solidarietà a chi ha occupato la casa d’altri.Basta che non se ne parli e dico la verità che mi destano un sorriso a bocca larga le istanze che ci vengono fatte vedere da parte dei giornalisti la maggior parte schierati con i partiti che si sono spartiti la Rai e con questa si capisce che si influenzi non poco il modo di pensare degli italiani.Quando si radunano davanti a Saxa Rubra e chiedono che i partiti escano da tale organo di informazione,quante volte li abbiamo sentiti dire questo? Chi mangia nel piatto del padrone fa finta molto spesso di evocare giuste direttive affinchè la gente creda che vi possano essere istanze che vogliono modificare le cose.In questo anche i 5 Stelle hanno compiuto errori di una gravità assoluta,contrari all’etica che prima esprimevano, e che oggi si ritorce contro di loro quando sono stati stabiliti ed assegnati nella materia gli organigrammi di controllo dei canali radiotelevisivi.hanno cambiato qualcosa? Basta sentire anche solo un TG2 per capire che nulla è cambiato,soprattutto nel modo di divulgazione e di interpretazione dei fatti.Giuseppe Giulietti a sentirlo parlare non fà una grinza,salvo poi incazzarsi contro il sistema che diffonde l’etica della spartizione,non producendo nulla ! Con le parole non si cambia nulla, come nulla cambiano soprattutto negli Stati Uniti tutti quei movimenti a base di riscossa razziale che abbiamo visto sia negli ultimi anni sia recentemente con i fatti che sono successi della polizia che ammazza i negri. Black lives matter, ricordate? Basterebbe un po’ di memoria e nemmeno tanto gnegnero per capire come funziona il sistema della ”Country of Freedom”. Addirittura una cosa del genere a livello di strategia politica la inventarono i romani quando dicevano che se non puoi battere il tuo nemico ti ci devi alleare. Ed ancora purtroppo insistiamo nel non capire di cosa parliamo, portando esempi, portando fatti, portando pensieri di speranza che un domani possa essere diverso dall’oggi. Questa è l’etica del partito democratico americano a cui il PD rassomiglia sempre dipiù, per contenuti e per modi di reagire di fronte agli avvenimenti. Lo raccontino a quelli di Gaza tutti i nostri politici schierati sotto la bandiera con la stella di David che la tendenza mai sopita di Israele ad occupare i paesi arabi ed i relativi territori sfratta gli occupanti di quelle strutture lì da generazioni e generazioni per insediarvici i coloni….poi proprio loro parlano di terrorismo.Ma il nazionalismo al quale guardano Salvini e la destra italiana ma anche dei partiti al governo attuale, di queste cose se ne strafrega ed hanno buon giuoco perchè la gente in Italia ha la memoria corta grazie al complesso mediatico al servizio non degli italiani ma dei partiti così come sono ridotti a distributori di veleno e di mala informazione.E’ inutile perchè quando le idee non hanno il riferimento di un partito di supporto e sono destinate a correre da sole, vengono battute anche se sono idee giuste.Ecco lo scempio fatto all’Italia da questa sinistra che è tutto fuorchè sinistra e credo che quando si possa e vi siano le condizioni di mandarla a casa in ogni luogo essa si trovi si faccia un favore alla verità contrapposta all’ipocrisia.
Per quel poco che può significare, mi trovo in totale accordo con l’ebreo Moni Ovadia
Caro Lele, io mi accontenterei di sentire qualcuno di questo territorio ricordarsi delle posizioni del vescovo Cetoloni, pensa un po’…