ISRAELE-PALESTINESI, DA CHE PARTE STARE

venerdì 14th, maggio 2021 / 11:42
ISRAELE-PALESTINESI, DA CHE PARTE STARE
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Quando la sinistra americana dà lezioni alla sinistra nostrana. Due giorni fa il segretario del Pd Enrico Letta ha partecipato ad una manifestazione pro-Israele a Roma, insieme a Salvini e alla destra, per affermare il diritto di Israele di difendersi, ma dimenticando quello dei Palestinesi di vivere in pace nei loro territori, da cui gli israleiani li vogliono sfrattare.

Negli  Usa, da sempre alleati strenui di Tel Aviv, invece una buona parte del Partito Democratico si è schierata per la fine dei bombardamenti e delle violenze isareliane. “Un numero sempre crescente di congressisti democratici chiede all’amministrazione Biden di chiarire al governo israeliano che lo sfratto dei palestinesi dalle case sulle terre rivendicate dai coloni ebrei a Gerusalemme deve cessare immediatamente” scrive il corrispondente da Washington di Haaretz il quotidiano progressista di Tel Aviv.

Si tratta dei senatori Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Chris Van Hollen e Chris Murphy, i quali hanno chiesto a Israele di fermare gli sforzi per sfrattare i residenti palestinesi dalle loro case nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, sulla base delle rivendicazioni dei coloni ebrei, mentre i deputati alla Camera Alexandria Ocasio-Cortez, Gregory Meeks, Andy Levin, Pramila Jayapal e Ayanna Pressley hanno anche espresso il loro sgomento

“La rimozione forzata dei residenti palestinesi di lunga data a Sheikh Jarrah è ripugnante e inaccettabile”, ha twittato Elizabeth Warren, dicendo che l’amministrazione deve chiarire a Israele che questi sfratti sono illegali.

“Gli Stati Uniti devono parlare con forza contro la violenza degli estremisti israeliani alleati del governo a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, e chiarire che gli sfratti delle famiglie palestinesi non devono andare avanti”, ha detto Bernie Sanders.

E Letta invece cosa ha detto?  Niente, ha solo manifestato solidarietà a Israele inseme a Salvini, Tajani, Toti, Maria Elena Boschi…

Una presenza su quel palco, che ha scatenato reazioni – questo va detto- sui social da parte della base Dem. Qualcuno ha postato fotografie di Berliguer e Craxi insieme al leader palestinese Arafat, per dire che un tempo la sinistra sapeva da che parte stare. E tutta ala sinistra, non solo i comunisti. Qualcun altro ha ricordato come in passato la sinistra italiana per un lungo periodo diceva “due Popoli, due Stati” e adesso invece non lo dice più. E si domanda: cosa è successo di così traumatico nella sinistra italiana da non riconoscere gli oppressi dagli oppressori? E lo stesso Letta è preso di mira: come riporta Il Manifesto: «Enrico, ieri hai apertamente sostenuto chi calpesta regolarmente i diritti umani di un intero popolo, hai difeso l’oppressore ai danni dell’oppresso. Per me col Pd finisce qui», scrive Carla Brusati. Giovanni Villani è ancora più esplicito: «Mai più Pd. Sono stato iscritto dal primo momento, ma questa svolta israeliana non è mia». I toni sono spessi composti, si rivolgono a «Enrico» come ad una persona con cui c’è un dialogo aperto. Ma il concetto è chiaro: «Nei vostri discorsi si parla di Israele e manca la parola Palestina, non credo sia un caso», scrive Velia Piccarreta. «Vergogna, mai confondere la violenza dell’oppressore con quella dell’oppresso. La resistenza italiana non vi ha insegnato niente».

Insomma un Pd così apertamente filoisraeliano e insensibile di fronte al dramma dei palestinesi (che sono anche donne e bambini inermi e non solo combattenti o “resistenti”) non piace al popolo dem. E le stesse critiche, più o meno, vengono rivolte al ministro degli esteri Di Maio da una parte almeno dell’elettorato 5 Stelle.

Tra gli “indignados” anche qualche dirigente Dem, il capogruppo alla regione Umbria e neo segretario regionale Tommaso Bori scrive: “In questi giorni nuovi scontri hanno incendiato le strade di Israele e Palestina: la violenza raggiunta in questi giorni non si vedeva dal 2014. Le tensioni sono aumentate al punto che, da ormai 4 giorni, tra Gerusalemme, Gaza e Tel Aviv vengono lanciati razzi e si verificano scontri armati in tutte le principali strade. Il bilancio parziale è di quasi 40 vittime, di cui 12 bambini. Gli scontri sono arrivati nel cuore delle città israeliane, dove musulmani ed ebrei si stanno combattendo come ormai non accadeva da anni. La situazione è giunta ad un punto insostenibile, le violenze devono cessare subito o si verificherà l’ennesima strage. Molti dei principali Stati occidentali non hanno espresso commenti più audaci del “cessate il fuoco”, quando invece servirebbe una reazione ben più chiara da parte delle organizzazioni internazionali e dei Paesi che le compongono, che, ormai da troppo tempo, assistono inermi a espropriazioni, violenze e violazioni dei diritti umani. La pace è raggiungibile solo se verrà permesso ai popoli di autodeterminarsi e di convivere liberamente. Cessare il fuoco subito e aprire un tavolo diplomatico è ormai una priorità essenziale per tutti il mondo. Basta violenze, basta scontri! È arrivato il momento di usare le armi della diplomazia”.  Una posizione diversa da quella di Letta, che certifica lo stato di confusione del partito anche sulle questioni internazionali.

Sul versante toscano non ha detto o scritto mezza parola la segretaria regionale Bonafè, che è anche deputata europea; niente di niente da parte del segretario Dem senese Andrea Valenti, che pure è un tipo piuttosto social, ma che stavolta è rimasto silenzioso. Come silenziosa è rimasta finora la segretaria chiusina Simona Cardaioli (che apprestandosi alle elezioni comunali avrebbe un motivo in più per far sapere come la pensa sul tema, che può sembrare, ma non è ininfluente o astruso rispetto alla politica locale). Non una parola da Elena Rosignoli, consigliera regionale, né da Stefano Scaramelli leader di Italia Viva.

Evidentemente a queste latitudini l’eco delle bombe e degli sgomberi manu militari nei territori palestinesi non si avvertono. Eppure la Palestina non è molto lontana. Prima di diventare Israele era la Terra Santa. L’unica a dare un segnale di attenzione è stata la consigliera dei podemos chiusini Daria Lottarini, che ha postato una dichiarazione di Moni Ovadia:

“La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari. Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. E’ una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro. 
La politica di Israele è segregazionista, razzista, colonialista. E la comunità internazionale è di una parzialità ripugnante. Tranne qualche rara eccezione,  non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah. Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c’entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i paesi più potenti della terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa. Io sono ebreo, anch’io vengo da quel popolo. Ma la risposta all’orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l’accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C’è una gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità, e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici. Ci sono israeliani coraggiosi che parlano, denunciano. Ma la comunità internazionale no, ad esempio l’Italia si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro. La pace si fa fra eguali, non è un diktat come vorrebbero gli israeliani…”
Per quello che conta noi siamo d’accordo con Moni Ovadia e con i Democratici americani che definiscono illegali gli sgomberi dei palestinesi e le violenze israeliane, siamo invece perplessi di fronte ai silenzi alle titubanze, al cerchiobottismo e allo strabismo della sinistra italiana. Qualcuno obietterà: ma perché il Pd e Letta sono di sinistra? Verrebbe da rispondere di no, ma a sinistra di altro e di diverso c’è poco. Questa abbiamo. Purtroppo. A noi piace di più la sinistra che non sta sempre coi piedi in due staffe, la sinistra che si schiera da una parte, non però quando si schiera dalla parte sbagliata.
E siccome l’archivio di primapagina è una piccola miniera, ci ricordiamo di quando anche la Chiesa locale sapeva da che parte stare. La prova è in una foto che ritrae padre Ibrahim Falthas, Mons. Rodolfo Cetoloni allora vescovo di Montepulciano, Chiusi e Pienza e don Antonio Canestri, parroco di Chiusi Scalo insieme a Yasser Arafat, leader dell’OLP.  Succedeva 20 anni fa… Avere memoria e coltivarla è importante.
Marco Lorenzoni

 

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