ADDIO A GIOVANNA MARINI CANTASTORIE DI UN’ITALIA CHE NON C’E’ PIU’
Ai giovani di oggi, cioè a chi ha dai 20 ai 40 anni, il nome Giovanna Marini probabilmente dirà poco o nulla. Probabile che non l’abbiano mai sentito pronunciare. Per chi ha qualche anno in più, invece Giovanna Marini rappresenta una stagione lunga, dura e nello stesso tempo esaltante. Una voce e una chitarra che sono storia, memoria, impegno, ricerca. In una parola cultura. Quella vera. Quela che lascia il segno perché affonda le proprie radici nelle vicende umane e sociali. Giovanna Marini se ne è andata ieri, all’età di 87 anni. E’ una perdita grave per la cultura italiana. Per la canzone italiana. Per la sinistra italiana. Perché Giovanna Marini è stata una voce contro le storture del mondo, contro i buchi neri della nostra repubblica.
Ha cantato la colonna sonora delle battaglie operaie e civili degli anni ’70, raccontando, accompagnandosi con la sua chitarra, la storia del Paese. Chi ha la mia età (e aveva 20 anni nel ’76 o giù di lì) ricorderà certamente “I treni per Reggio Calabria” scritta dopo le rivolte dei boia chi molla, gli attentati a treni che fecero morti e feriti tra il ’70 e il 72. O il “Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini”… Famoso anche l’album “Il fischio del vapore” fatto insieme a Francesco De Gregori del 2002… Una voce atipica, a volte stridente, disturbante… che volutamente ricalcava le sonorità vocali delle contadine nelle risaie e delle operaie nelle fabbriche, frutto di un lavoro sul campo e non solo di ricerca musicale. Giovanna Marini è stata non solo una cantautrice, una “voce di protesta”, è stata una una antropologa, antesignana di un fenomeno che negli anni ’60-70 accompagnò la nascita del “cantautorato” italiano: la ricerca sul campo, appunto, la raccolta di frammenti di memoria collettiva. In quegli anni andavamo tutti in goiro con un registratore a raccogliere testimonianze, frammenti appunto, di canti di lavoro, di lotta, di resistenza umana… Serviva a capire, a non dimenticare, a non perdersi in un mondo che stava cambiando…
Ora che ci ha lasciato, Giovanna Marini ha un posto in prima fila tra i giganti della cultura italiana. E la sua chitarra l’accompagnerà, fedele, anche nelle praterie di Manitù…
m.l.