LA MORTE DI CASADEI E QUELLA NOSTRA “CROCIATA” CONTRO IL MONOPOLIO DEL LISCIO E LE ORCHESTRE FASULLE
CHIUSI – Tre giorni fa è morto Raoul Casadei, il re del liscio, l’uomo che dagli anni ’70, ha fatto ballare milioni di italiani, facendo delle balere della Romagna un modello nazionale. Romagna Mia, Ciao Mare… la canzone popolare tipica delle aie contadine della pianura padana elevata all’ennesima potenza. Diventata cult e business. Casadei è stato anche l’inventore dello orchestre spettacolo, quelle che poi hanno monopolizzato tutte (ma proprio tutte) le feste popolari, non solo le balere romagnole. Dalle feste de l’Unità alle sagre di paese che le hanno via via soppiantate.
Dalle colonne di primapagina, nei primi anni 2000 lanciammo una sorta di “crociata” contro il monopolio del liscio nelle feste di paese e di partito. Più che altro in quelle di partito, dove un tempo (negli anni 70) si faceva anche un po’ di sperimentazione e si proponeva anche jazz, rock, blues, folk di qualità. Non solo musica da ballo.
Che poi anche sul termine musica da ballo ci sarebbe da discutere, perché si balla anche il folk, il rock e il blues. Lo swing e pure il jazz, volendo. Il tango di Piazzola o la fisarmonica di Richard Galliano sono certo più “intellettuali” dei tanghetti e delle habaneras delle orchestre spettacolo, ma sono altrettanto ballabili. Se uno ci sa fare.
La nostra crociata però non era contro Casadei e la sua via romagnola al socialismo musicale… Perché l’orchestra Casadei suonava davvero. E anche bene. Ha sempre suonato. Ed esaltava una certa cultura, una certa tradizione.
La crociata antiliscio di primapagina era contro quelle orchestrine, nate sull’onda di Casadei, ma fasulle, che non suonano, ma fanno finta, che usano solo basi preregistrate e sempre uguali, che hanno trasformato la canzone popolare in canzonette sciatte, improbabili, spesso con testi ammiccanti e pruriginosi e con suonatori che portano a spasso gli strumenti e ballicchiano sul palco, senza suonare mezza nota… Il tutto soppiantando il ballo vero (il valzer, la mazurka, il tango…) con balli di gruppo da polli di allevamento in batteria, il più delle volte su ritmi simil sudamericani, molto simil e poco sudamericani…
Negli ultimi 15-20 anni c’è stata un’invasione di orchestre del genere, che tra l’altro costano cifre esorbitanti agli organizzatori di eventi e dati i costi impediscono a chi organizza feste e sagre di chiamare altre band di tipo diverso, che suonino davvero, perché poi il pubblico abituato ormai ai balli di gruppo sempre uguali, se cambi ritmo non ci capisce più niente e non si diverte…
Una roba devastante dal punto di vista culturale, che ha devastato e desertificato anche le feste de l’Unità. E molto diversa dall’Orchestra Casadei…
Ci piacerebbe che anche gli appassionati e gli amanti del “lissio” e delle atmosfere da balera, ora che Raoul Casadei se ne è andato, anche lui portato via da questo maledetto virus, d’ora in avanti pretendessero, in suo onore, di ballare su musica suonata davvero, dal vivo, non per finta… E ci piacerebbe che gli organizzatori di eventi (quando si potranno riorganizzare), imponessero essi stessi la musica live e non quella fasulla preregistrata.
Ci sarebbe più spazio anche per musicisti e band di tipo diverso, anche rock, blues, jazz, swing, probabilmente, ma anche i valzerini tipo Romagna mia avrebbero un altro perché. La musica è sempre una cosa meravigliosa, una cura per l’anima (e il ballo per il corpo), ma se è fasulla è peggio delle cure dei medicastri… Anche la musica popolare, da balera, ha una sua dignità se suonata come Cristo comanda. Come la suonava Raoul Casadei. Non è mai stata il nostro genere preferito e quindi noi, nel nostro piccolo, la nostra crociata la continueremo, imperterriti. Con il rispetto dovuto però agli avversari leali.
Marco Lorenzoni
Battaglie contro il nulla ”….è la globalizzazione bellezza” fatta di progresso tecnologico e di fruizione di massa di tale progresso applicato alle attività umane e quindi anche a quelle ricreative direbbe qualcuno ed anche applicate in questo caso verso il nulla della gente,che io spesso in maniera forse anche eccessiva ed apparentemente sprezzante chiamo OGM( coloro che tu definisci giustamente come polli da batteria…). Ma non avrei altro modo per definirla tale gente anche se possa apparire una definizione forte.Proprio concernente tale argomento mediatico e che fa vedere quanto siamo influenzati dal comparto mediatico dove siamo immersi,stamattina mi è arrivato un filmato sul telefonino, girato alla stazione centrale di Milano che inquadra due donne con un maiale al guinzaglio che procedono lentamente sulle scale con tanto di borse e valigie e con una folla di passeggeri che si dirigono ai treni che si girano guardando stupiti l’imbecillità materializzata delle persone.Spesso intorno a noi transita anche gente che anche se non traina un maiale al guinzaglio ci sembra che si comporti normalmente perchè non dà segno alcuno di anormalità,ma presto o tardi tende a manifestarla con azioni o con discorsi in modo molto palese e la cosa negativa che avviene nei nostri tempi è che tutto questo ci dia la sensazione di una manifestazione di libertà, quasi di una salutare rottura degli schemi, perchè per certa gente gli ”SCHEMI”sono questi.Di certo la legge Basaglia è durata molto poco,attribuendo le affidabilità dei casi in questione al servizio sanitario nazionale, ma la riflessione-giusta secondo me- è anche quella di potersi chiedere se siano di più quelli fuori o quelli assistiti.Purtroppo credo che la risposta comprenda molto di più i primi…difatti ho girato il filmato ad una mia amica animalista che mi ha subito risposto con queste parole :”ma se sono felici le due donne perchè romper loro i coglioni ?”.Ecco un esempio di ciò che dicevo prima.La colpa-se colpa la si possa chiamare- non è mai degli animali, la colpa è degli uomini.Ed anche nei riguardi del ballo e della musica che sottolineavi tu,- la negatività di cui parli e che condivido- anche nel caso più ”leggero” della ricreazione, è una forma derivata dall’accettazione acritica di quanto abbiamo intorno che comunque ci fà compiere azioni come quelle a cui tu fai riferimento. Ma tutto questo direi che sia più dipendente dalle mode e dai tempi in cui tali comportamenti si affermano.Ogni tempo ha avuto i propri filoni culturali e sottoculturali daltronde ma stà alle persone rendersene conto ed alla loro sensibilità di apprezzarli o di rifiutarli. Anche per il semplice fatto che il piacere non può solo riguardare l’uniformità comportamentale di come ci si possa coordinare con i movimenti davanti ad una orchestra che suona e quindi di muoversi a tempo di musica ma la partecipazione a tutto questo credo che debba essere altresì anche culturale ed anche quella di mettere alla prova continua le nostre facoltà interpretative.