INIZIATIVA COOP: UN DISPOSITIVO RACCOGLIERA’ PLASTICHE E MICROPLASTICHE NEL TRASIMENO. VENERDI’ 9 LA PRESENTAZIONE
CASTIGLIONE DEL LAGO – Arriva a Castiglione del Lago “Le nostre acque” la campagna di Coop per l’ambiente e per la riduzione della plastica. Nell’ambito del progetto LifeGate PlasticLess, 25 dispositivi Seabin saranno collocati nelle acque di mari, fiumi, laghi per ridurre l’inquinamento da plastica e microplastiche.
Venerdì 9 ottobre alle 11,00 a Castiglione del Lago, presso il Club Velico Castiglionese, Coop presenterà il progetto e il dispositivo Seabin che permetterà di recuperare almeno 500 Kg di rifiuti galleggianti, comprese le plastiche, microplastiche e microfibre nel lago Trasimeno.
“Nostre Acque” è una campagna nazionale di Coop. Quella di Castiglione del Lago, sul Trasimeno, è l’undicesima tappa dopo Firenze, Pescara, Genova, Solcio di Lesa, Livorno, Castiglione della Pescaia, Milano, Brindisi, Trieste, Ravenna. L’iniziativa non finisce al Trasimeno, entro l’estate del 2021, saranno posizionati altri 14 Seabin in tutta Italia nelle acque di mari, fiumi, laghi per ridurre l’inquinamento da plastica e microplastiche.
All’installazione del Seabin a Castiglione del Lago e alla dimostrazione del funzionamento interverranno:
Antonio Bomarsi – Presidente di Coop Centro Italia, Matteo Burico – Sindaco di Castiglione del Lago, Roberto Morroni – Assessore Regionale alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale dell’Umbria; Luca Proietti – Direttore Generale ARPA Umbria; Maura Latini – Amministratore Delegato Coop Italia; Lajal Andreoletti – Responsabile progetto LifeGate PlasticLess; Massimo Sepiacci – Presidente del Club Velico Castiglionese.
L’evento si svolgerà, come da prassi, secondo le norme sul distanziamento sociale e la sicurezza anti contagio da covid 19.
Insomma una grande azienda della distribuzione, si fa promotrice, ma anche soggetto attivo, di un progetto ambientale concreto, per la salvaguardia delle “nostre acque”, siano esse marine, lacustri o fluviali. Sarà interessante capire, se – a livello di costi e funzionamento, il dispositivo potrebbe essere utilizzato anche in bacini più piccoli, come ad esempio il lag di Chiusi (fonte di approvvigionamento idrico della città etrusca) che un paio di anni fa fu segnalato da uno studio internazionale come uno dei più inquinati da microplastiche, derivanti per lo più da lavorazioni agricole sui terreni circostanti, cosa questa comune anche al vicino Trasimeno.
Al tempo di tale segnalazione sul lago di Chiusi che ricordo molto bene,ci fu anche chi disse che tale uscita fosse una bufala vera e propria.Poi mi sembra che tranne quell’allarme iniziale non se ne sia saputo più nulla e come tutte le cose italiane di quel tipo rimangono sospese.
No, ma si spiegò di cosa si trattava, ovvero di uno studio fatto a campione in vari bacini d’Italia e nel mondo. La Bufala fu quella di dire che il Lago di Chiusi era il più inquinato del mondo (lo scrivemmo anche noi, perché la notizia della rivista “Internazionale” questo diceva)… Il problema microplastiche esiste in tutti i corsi d’acqua e bacini interni, oltre che nei mari, dove ci siano vicine attività dell’uomo. In ogni caso i rilievi e le analisi sulle acque del lago di Chiusi, effettuate anche in funzione dell’uso potabile non hanno rilevato concentrazioni oltre la norma e tali da chiudere l’acquedotto. Se no il gestore avrebbe dovuto chiuderlo. Di seguito la notizia iniziale e una “ribevuta”:
https://www.primapaginachiusi.it/2018/03/il-lago-di-chiusi-tra-siti-piu-inquinati-al-mondo-da-microplastca-lo-dice-una-rivista-americana/
https://www.primapaginachiusi.it/2018/09/lago-di-chiusi-tra-microplastiche-acqua-fresca-da-montedoglio-problemi-soluzioni/
Beh ma allora le cose come stanno? Ha a ragione la ”prestigiosa rivista americana” oppure chi ha equiparato quanto detto in quelle righe ad una condizione di normale inquinamento in quanto sembra che tutti i corsi d’acqua e quindi anche i laghi abbiano una percentuale diffusa di particelle di microplastica? Che venga accostato il lago di Chiusi come
fonte inquinata sembra stranissimo anche a me che non sono un addetto ai lavori ma per parlare del Lago di Chiusi qualcuno alla ”prestigiosa rivista” glielo dovrebbe aver suggerito.Io credo che oggi, in un contesto di accavallarsi di informazioni di tutti i tipi ci sia veramente da prendere qualsiasi notizia con le cosiddette molle,perchè anche molte fonti autorevoli aprono bocca e gli danno fiato.E da li proviene una serie di ripetizioni delle notizie che nessuno va a verificare che si spargono ovunque.Ecco come si possa cambiare la realtà in ogni momento,figuriamoci in un mondo come questo fatto da ricorsa al profitto cosa ci voglia per diffondere una notizia non vera oppure distorcerla.Quindi mi sembra da questo caso che ognuno sia rimasto nel ”proprio terreno” ma come in tutte le cose non ci possono essere due verità. La verità è una.O si è data una importanza fuori del comune ad un fatto che nell’inquinamento globale delle acque appare come condizione ”normale” oppure qualcuno ha detto una cazzata forzando una situazione.Personalmente propendo di più per la prima.
Carlo, sul lago mdi Chiusi come scrivemmo allora fu fatto uno studio da parte di alcuni ricercatori internazionali nel 2016… La prestigiosa rivista americana da lì trasse i dati poi pubblicati…
Ho riletto andando sul primo link il mio intervento del 29 Marzo 2018 e mi sono subito accorto di aver scritto una cosa inesatta che voglio qui rettificare ma che non cambia certo nè la situazione a cui si fa riferimento nè quanto contenuto nel testo ma è solo per fare una precisazione di carattere geografico: Il Fiume delle Perle a Canton non sfocia a delta come avevo asserito bensì ad estuario e quindi se questa fosse stata una risposta data ad un esame sarei stato bocciato.Il granchio ribadisco invece che sia stato preso da chi ha scritto che il fiume sfoci ad Hong Kong,cosa questa che è ben nota che in quella località non esista nessun fiume.