E C’E’ CHI ANCORA SOTTOVALUTA IL CORONAVIRUS…
Non più tardi dell’altra sera ho discusso con un amico medico che sosteneva come il coronavirus fosse poco più pericoloso delle influenze stagionali. Ed anche nella cerchia dei miei familiari c’è qualche tentativo di ridimensionare il fenomeno. Questi sono i dati comunicati dal Capo della Protezione Civile alle 18 di ieri 8.03.20: in un giorno i contagi sono stati 1.326, portando i casi positivi a 7.375, compresi i deceduti ed i guariti. I malati deceduti sono 366, che portano la percentuale dei morti sul totale dei contagiati al 4,9%. I contagiati attuali sono 6.387, di cui ricoverati in ospedale 3.557 (55,7% ) e quelli in terapia intensiva sono 650 (10%). Credo che sia difficile sostenere che si tratta di qualcosa che è poco più di un’influenza. E’ vero che la mortalità non è altissima, anche se è più del doppio dell’influenza stagionale. Ma il problema sta nei numeri. Ci hanno spiegato in molti che la diffusione delle influenze stagionali è ostacolata dagli anticorpi prodotti dall’organismo per combattere le influenze stagionali degli anni precedenti, anche se ogni anno diverse l’una dall’altra. Non essendoci invece anticorpi per il Covid 19, né cure, ci sono rischi di contagio altissimi. Attualmente il numero dei contagiati raddoppia ogni 2,6 giorni. E’ facile comprendere come gli ospedali non avrebbero posti disponibili per i ricoveri e ancor di meno per le terapie intensive. Già adesso, in Lombardia, sono stati approntati protocolli per decidere chi deve essere preferito nella terapia intensiva. Il criterio è la speranza di vita residua. Ecco, di fronte a tutto ciò, c’è chi ancora si ostina a minimizzare. Mi sono chiesto come sia possibile, e mi sono dato queste risposte, delineando il profilo di alcuni atteggiamenti tipici.
1) Il superficiale – fatalista. Si informa poco e ritiene che tutto sia affidato al caso. Pertanto non pensa di dover cambiare troppo le abitudini.
2) C’è chi è bastian contrario a prescindere. A lui non la si racconta. E’ vero tutto ciò che va contro l’opinione comune.
3) Il contestatore del sistema e dei media. E’ persona istruita e impegnata politicamente che contesta il sistema socio-economico e i media, ritenuti tutti al servizio del capitale e quindi non attendibili. Ha canali informativi alternativi.
4) Lo scettico-diffidente nei confronti della scienza, in questo caso della scienza medica, ritenuta al servizio esclusivo delle lobby farmaceutiche. In passato è stato anche vicino alle posizioni no vax. Adesso un po’ meno.
5) Il negazionista. In psicologia il fenomeno della negazione è definito come il processo psicologico di difesa di fronte ad un evento che provoca dolore e/o angoscia a livelli non tollerabili dalla propria psiche, e pertanto negato.
6) Infine c’è il tipo più pericoloso: lo stupido. E in questo caso, com’è noto, non c’è medicina.
Nonostante sicuramente ci siano stati, ci siano e ci saranno errori ed eccessi comunicativi della politica, dei media e della scienza, non abbiamo altra scelta al di fuori di quello che ci viene suggerito dalla scienza medica, deciso dalla politica e raccontato dai media. Possiamo aggiungere solo del sano buon senso. Dobbiamo cambiare abitudini per un periodo di tempo, si spera il più breve possibile, oltre che per proteggere noi stessi e i nostri cari, anche per responsabilità nei confronti della comunità di cui ognuno di noi fa parte.
P.S. E’ notizia di poco fa che la Regione Toscana ha inviato in Lombardia 9 ambulanze per spostare alcuni pazienti in terapia intensiva da ospedali lombardi a ospedali di altre regioni. Quando tutto sarà finito mi auguro che non ci sia bisogno di ricordare alle Regioni a trazione leghista che nessuno ce la può fare da solo, neanche i più forti.
Raffaello Battilana
Sono daccordo con Raffaele Battilana,in tutto ! Spero che anche lui concordi che i tagli alla sanità non andavano fatti.Spero che anche lui ammetta che non assumere medici e infermieri sia stata una mossa sbagliata e demagogica. Risparmiamo su tutto ma non su Sanità, trasporti,telecominicazioni ( al di là che la RAI andrebbe privatizzata per quanto costa ).
Sono daccordo con Raffaele Battilana ma…… il P.S. se lo poteva risparmiare !
C’è uno studio della Fondazione Gimbe di Bologna (Formazione e ricerca in ambito sanitario) che quantifica le minori risorse destinate alla sanità negli ultimi 10 anni in 37 miliardi con 70.000 posti letto in meno. E si sta rivelando un danno molto grave. Anche se, per onestà, bisogna ricordare che sono stati anche gli anni della più grande crisi economica. Con conseguente calo drastico del PIL e delle entrate. E,sempre per onestà, va detto che nessun paese può pensare di tarare il suo servizio sanitario su numeri tipici di una pandemia mondiale. Detto questo è ovvio che molte priorità andranno riviste. Ed anche certe idee di autonomismo non solidaristico che contraddistinguono in particolare due delle regioni più colpite. Così come bisognerà smetterla di demonizzare le tasse, senza le quali la sanità pubblica non può funzionare. Ed anche di strizzare l’occhio al concetto stesso di evasione fiscale.
Ormai si sente e si scrive di tutto. C’è chi dice che è un virus costruito. Alcuni dicono dagli USA altri dalla Cina C’è poi la presidentessa dell’Associazione Italia-Cuba che afferma che Cuba ha fornito alla Cina una medicina che sta risolvendo il problema. Altri affermano che un antiartritico abbia effetti eccezionali. Ci sono come in questo caso medici che affermano che non è quasi niente e altri che è la fine del mondo. Poi il tutto è condito da fake news. Tutto è possibile. Ho deciso di non impiegare più di tanto del mio tempo per seguire tutto questo flusso di notizie più o meno plausibili. Sto deguendo le direttive e da una decina di giorni me ne sto a casa. Ho fatto eccezione per una visita all’ufficio postale per rinnovare la mia postepay. Se sto a casa qualche libro lo dovrò pur leggere. Ho sostituito le mie passeggiate con un tapis roulant.
passeggiare in campagna, se non si è in quarantena o in isolamento volontario si può. E fa anche bene, forse…
X Raffaele Battilana. C’è anche una settimata categoria, che dice cose molto sensate,ma in mezzo a quelle sensate spesso dimentica la critica che l’informazione da cui dipende il nostro modo di pensare nel nostro mondo sia prodotta, controllata e veicolata,non solo da precisi criteri di informazione rispondenti alle libertà liberali(anche se ultimamente qualche discostamento c’è stato da queste soprattutto nel complesso mediatico),ma partorite e regolate e tenute sotto osservazione in modo che non deviino dagli effetti destinati a prodursi,mostrando così che l’interesse del sistema sia quello del controllo e di indirizzo e della perpetuazione degli scopi finali dello stesso.Penso sia chiaro questo o no ? Tale sistema è portatore neutro di interessi oppure si crede che solo il buon senso possa aiutare in questi frangenti emergenziali ? Meglio averlo che non averlo di sicuro ma insieme al buon senso io credo che occorrerebbe- per non ricadere negli errori del passato- tener presente quella continuità storica e politica per la quale oggi siamo arrivati ai punti che vediamo, purchè logicamente si vedano. Pur rimanendo nell’ambito che nel caso di grandi tragedie come è questa del Coronavirus, mi chiedo-ma non tanto per misuare con il metro dei confronti e da lì trarrre delle regole generali- ma perchè la visione nostra,tutta occidentale mi sembra che sia rispondente proprio a valutare ipercriticamente certi aspetti ma a dimenticare copiosamente quanto abbiano pesato nella storia di molti paesi le pressioni ed i condizionamenti occidentali, affinchè quelle società che una volta erano dominate ”dai diavoli bianchi” siano divenute nel tempo società con fondamentalità socialiste o socialisteggianti ma con una grande propensione a tenersi lontano dalle libertà liberali che a loro storicamente sono state sconosciute con la maniera di come noi oggi le concepiamo, ma che di noi abbiano accettato la tecnologia e l’impiego di questa all’interno delle loro società,comprimendo anche la vita di centinaia di milioni di individui e spesso abdicando alle finalità che al tempo della loro creazione si erano proposti i dirigenti.Tutto questo è stato possibile nel campo dell’accettazione del capitalismo innalzato a massimo sistema produttivo, fruendone delle conseguenze ma nello stesso tempo comprimendo le libertà individuali ed anche sociali, proprio quelle che sono servite per lungo tempo nel dopoguerra ad innalzare il livello di vita di quelle popolazioni.C’è da dire che per una completa valutazione di tutto questo ci sarebbero da scrivere enciclopedie ma se guardiamo alla loro storia noi oggi stiamo trascurando quanto abbiano pesato su di loro le nostre potenzialità di dominio e di rapina perpetrate almeno almeno in tre secoli andando a ritroso.Allora diventa veramente difficile stabilire un metro unico di misura che nella normalità è stato fatto sempre a nostra misura occidentale e quasi mai addentrandosi nei periodi che hanno dovuto sopportare,non solo direttamente a causa nostra ma anche per quel mondo che noi avevamo creato intorno a loro per avere la totale libertà di fare i padroni in casa loro(ed i tentativi ci sono stati più volte in maniera plateale e profonda, senza nascondere nulla e non sono mai nemmeno oggi finiti ) proprio per farli saltare dall’interno. Ed è chiaro che oggi anche all’occhio del popolo italiano da una parte appaiono come una grande ”caserma-prigione” dove i prigionieri quando protestano(parlo di Hong Kong per esempio ) sventolino la bandiera americana sotto i lacrimogeni della polizia cinese ma nello stesso tempo quelli stessi che scendono in piazza se ne fottono della storia che hanno avuto quando chi sparava su di loro in Cina eravamo noi meno di un secolo fa.E ne sono morti a centinaia di migliaia.Ecco perchè spesso diventa difficile giudicare se non si ha una visione globale delle vicissitudini toccate a quel mondo e di quanto abbiano pesato sugli eventi, poichè è inutle dirselo ma oggi loro sono in un certo modo a seconda di quello che sono stati ieri.Se si tende a giudicare senza tale metro si rischia di avere un comportamento metodologico oggettivamente errato e che può influenzare negativamente anche le nostre idee,su noi stessi ed anche su di loro, ed anche le nostre relazioni odierne nella modernità.Lo Stato Autoritario, proprio perchè è autoritario risolve molto più velocemente i problemi(in questo caso questo della crisi del coronavirus)perchè mette in campo una forza di coesione la quale per noi è sconosciuta,inapplicabile,ma non perchè siamo più somari di loro ma siamo più naturalmente animali più anarchici, individualisti e ricercanti il bene nostro immediato invece che progettarlo ed immaginarlo per il futuro.Risultato?: Che le crisi degli altri non ci insegnano quasi mai nulla e che continuiamo a produrre delle reattività dove l’impiego di forze ed energie alla fine risulta altamente insoddisfacente per i motivi predetti, per la burocrazia sotto la quale debbono passare tutti i momenti di svolgimento degli interventi, perchè in una società fatta a comparti come la nostra,la concezione liberale o liberistica che dir si voglia,s’incarica di far rispettare le libertà individuali e coniugarle con quelle sociali ma che invece considera come un ostacolo il frapporre burocrazia che chiama asfissiante,senza la quale il più forte che è al nostro interno e che comunque pesa, avrebbe mano libera per diventare ancora più forte, costruendo leggi e regole fatte per lui ed a scapito della socialità.Ci potrebbe essere il più onesto degli imprenditori a portare avanti piani di realizzo di opere pubbliche , ma fino a quando la sua logica che compia un certo comportamento per questioni di profitto lo sosterrà, fino a tal momento lui metterà in atto il suo sistema che lo garantisca da eventuali estromissioni e continuerà la sua attività.L’imperialismo non è solo esclusivamente economico, ma è anche politico ed ecco perchè si debba misurare tutto col metro che consenta l’equilibrio delle libertà individuali e di quelle sociali.Cosa questa che stà sfuggendio di mano all’interno di quelle società ma in eugual misura anche all’interno di quella nostra occidentale dove si annunciano all’orizzonte il degrado e la dipendenza semprepiù marcata a forme di interventi generati non solo da guerre ma anche da crisi che non avevamo conosciuto negli anni ’70 ai tempi delle decolonizzazioni e mai come questa del Coronavirus destabilizzante come non lo sono state altre.Ebola, Sars,Mucca Pazza,Crisi finaziarie varie e profonde dopo il terrorismo e successive guerre che ne sono derivate anche dopo l’11 Settembre 2001,….allora è giusto o no ragionare per ”massimi sistemi” se uno voglia farsi un minimo in più di chiarezza dentro la propria mente? Che segno è tutto questo? Forse sarebbe bene se incominciassimo a pensare che questo nelle sue componenti essenziali e globali sia figlio prodotto dal sistema che abbiamo noi creato e voluto imporre al resto del mondo passo dopo passo e che mai abbiamo smesso di percorrere tale strada e questo non è davvero il frutto di un matto che si sveglia al mattino e che comincia a dar fuori di testa.Ogni considerazione viene di conseguenza.Non mi sembrerebbe poi poi tanto insensata come nota al punto n.7 e che possa essere molto trascurabile.E non mi si venga a riconoscere che tutto questo non sia verità oggettiva dicendo nello stesso momento che questo dove viviamo noi sia il massimo che il sistema possa garantire e che dal momento che non ci sono stati periodi migliori si dovrebbe convenire giocoforza che con questo siamo obbligati a convivere.Perchè alla fine la maggior parte della gente arriva a tale conclusione non accorgendosi di diventare complice, ma parecchi ci arrivano anche con la consapevolezza di diventarlo.In genere questa è la categoria(la ottava) che guarda caso crede di salvaguardarsi a vita dagli sconquassi e rema per consolidare sommessamente quello che esiste non perchè sia cattiva o malefica o abbia chissà quale demerito, ma perchè ormai la mente gli è stata pienata da concetti che sembra elaborare ma che in effetti non elabora in una prospettiva rivolta al futuro e l’unica via che vede è sempre quella più vicina a ciò che ritiene siano le proprie esigenze, pensando così di tenersele sempre più strettamente vicine.Una battuta scherzosa- ma poi poi mica tanto visti i frangenti dove versiamo tutti quanti-e che in finale mi si consenta: nella cabala napoletana viene identificato con un numero: il 71 ! E l’Italia ne è piena.Li abbiamo visti scendere le scalette della Stazione Centrale di Milano di corsa l’altra sera, anche se per motivi diversi dalle convinzioni espresse sopra, ma la materia e la pasta sono quelle.
Con tutto il rispetto, Carlo, io non ho capito quasi niente di quello che hai scritto. Mi dispiace, ammetto i miei limiti. Non ho nemmeno capito se addossi la colpa del coronavirus al “sistema capitalistico”. A me sembra di aver capito che tutto è nato dal mercato di Wuhan, dove vengono commercializzate varie specie di animali vivi,e questo ha favorito il passaggio di specie dagli animali (forse i pipistrelli) all’uomo.
Te Lorenzoni ti consideri in una delle 6 categorie che descrivi o sei fuori? Domando non faccio polemica. Aggiungerei però una settima categoria, chi ha studiato anni e anni per diventare virologo o chi più modestamente ha fatto qualche esame di microbiologia e malattie infettive costretto adesso a sentire i virologi laureati all’università di Facebook o di wikipedia che fanno gli esperti confondendo magari i virus con i batteri.
Chiedo scusa direttore, distrattamente ho pensato che l’articolo fosse il tuo. Pongo la stessa questione all’autore dell’articolo.
Ho riletto l’articolo e onestamente non capisco dove cerchi di farmi passare per esperto virologo. Anzi, ho detto proprio che l’allarme della maggior parte dei virologi veniva sottostimato anche da laureati in Medicina (compresa l’ormai famosa uscita della Prof.ssa Gismondi del Sacco di Milano). Visto che non ci conosciamo, e mi viene richiesto, io appartengo alla categoria di chi crede nelle competenze e cerca di attenersi scrupolosamente a quanto disposto dalla autorità sanitarie e politiche.
Ho cercato rileggendo l’articolo, ma non ho trovato il punto in ui si scrive batterio invece che virus. Conosco l’autor e sono sicuro che se c’è stato errore è stato una distrazione. Detto questo credo che abbia delineato una casistica del tutto cedibile e il senso dell’articolo è proprio quello del richiamo ad ascoltare gli esperti.
La mia era una considerazione di tipo generale verso gli esperti dell’ultima ora.
Grazie Paolo.
Al di là del problema sanitario,che è enorme,si presenta un altro grosso problema . Il problema economico. Approfittando del crollo in borsa dei titoli dei nostri gioielli,compreso MPS,( ricordiamoci che l ‘ Italia è la prima nazioni in europa per i risparmi detenuti dai cittadini, ricordiamoci anche che il 70 % del debito pubblico é detenuto dagli stessi Italiani, investito in titoli di stato)ci saranno sicuramente squali,tipo Rotchild, Soros,Arnaud,qualche oligarca Russo,i potentati Tedeschi,i soliti emiri Arabi che approfitteranno per fare man bassa di titoli per accaparrarsi i nostri migliori gioielli e mettere le mani sulle nostre tecnologie e potenzialità.
Ora dico,ma il ” genio ” Conte o il ” so tutto io ” Gualtieri o il ministro Patuanelli faranno qualcosa di concreto o continueranno a cantare ” bella ciao ” in questo caso ” belli ciao ” ?
Il governo Cinese,ha ” approfittato “del ” vairus, detto alla di Maiese ” e del crollo della borsa Cinese e in particolare dei titoli detenuti da stranieri,per ricomprare tutto, con un esborso calcolato in qualche centinaio di miliardi di dollari. I Cinesi calcolano che la ” spesa ” sarà ripianata in due tre anni,con gli utili delle stesse industrie ricomprate ! Sembra che per loro il ” vairus ” sia stata una manna dal cielo ! ( sembra )
Speriamo in uno slancio dei nostri governanti ( certo l ‘Italia economicamente non è la Cina) e che,in qualche modo mettano riparo all’ eventuale emorragia ! Sembra che questo ” vairus ” sia fatto apposta per metterci in ginocchio e per mettere ancora più in ginocchio la nostra economia ! Purtroppo !
Comunque eventualmente, a noi rimarranno le famose ” rotazioni dei porti ” e le risorse della Boldrina ,che pagheranno le ” eventuali ” pensioni !
Ma detto questo,l ‘ europa,fra le tante cose presieduta da un Italiano,che cosa sta facendo per noi ? Come ci sta aiutando ? È sempre stata prodiga di consigli,che non sono economicamente valsi a nulla se non ad affamarci, e ora che cosa fa ?
Ci deride e impedisce l ‘ ingresso in parlamente ai nostri onorevoli !
Sta forse cantando il ” de profundis, del salmo penitenziale di David ” nei nostri riguardi ?
X Niccolò Martinozzi.Hai fatto la probabile e speriamo irrealizzabile fotografia della situazione.Ma penso anche una cosa proprio in occasione di questa condizione che tenta di tenerci subalterni ed è questa:Tu parli di un mondo che soggiace a dei principi che sono quelli del mercato, della domanda e dell’offerta per il quale si possa sperare che il valore di un bene a seconda da quale punto di vista lo si guardi(domanda od offerta/venditore e compratore) possa subire oscillazioni,meglio conosciute come oscillazioni di mercato. Ora io non sono affatto un economista e posso anche sparare cazzate a destra ed a manca, ma proprio per mettere al ” sicuro” il debito pubblico e che non diventi carta straccia,io credo che occorrerebbe intervenire da parte governativa ed in concerto con l’europa sulla blindatura dei titoli di stato che adesso sono il massimo credo della garanzia per i cittadini,oltre a quello che esiste da parte della banca europea che compra i titoli emessi dagli stati(cosa che sta già facendo da anni) ma una forma che ” tecnicamente” non sò definire,ma che possa essere inattaccabile e basata non sulla ricchezza ed il confronto di una nazione(per esempio confronto con i bund tedeschi che è un confronto restrittivo perchè in quel rapporto ci stà dentro tutto ma ci stà dentro anche l’artifizio di un confronto ineguale) su quel valore che esprimono. Se a fronte di tali titoli esiste un debito di prestito che lo stato è tenuto a rimborsare dopo tot.anni diciamo che tali titoli riassommano in se la volontà e l’istinto e la fiducia da parte di chi li sottoscriva che quel capitale non possa essere eroso col tempo.Entrerebbero qui in ballo discorsi sul tasso di interesse, inflazione e simili,ma altre nazioni non europee-lo si ricordi questo- per esempio avevano eliminato dalla loro moneta il concetto di inflazione e di diminuzione del valore.Ai tempi dell’URSS per esempio.Poi è chiaro quando quella nazione si è aperta al mercato i titoli di stato erano carta straccia,ma nel mercato interno la moneta funzionava.Sembra una cosa utopica questa che ho detto ma ricordiamoci che il valore di un bene in qualsiasi parte del mondo è rappresentato dalla quantità di ”sacrificio” che il singolo è disposto a fare per venirne in possesso e quando questo corre il rischio di ridursi in carta straccia secondo me occorre blindare tale possibilità da parte dell’autorità preposta.Questo non significa che i debiti debbano essere azzerati ma significa poter prendere tale occasione che ci si presenta oggi per costruire di concerto agli altri paesi non solo dell’europa ma del mondo, una piattaforma ”paritaria” che consenta a tutti i paesi (di poter vivere a diversi livelli di quantità e di qualità di vita) indipendentemente dalle differenze che si hanno relative alla ricchezza delle nazioni e delle risorse contenute nel loro sottosuolo e del loro potenziale industriale.Quasi un nuovo New Deal insomma. Mi rendo conto di quello che stò dicendo perchè sarebbe un annullamento quasi completo delle regole che fin’ora ha sostenuto il mondo e le relazioni fra stati e le relazioni all’interno delle economie e sembra chiaramente essere questa una cosa buttata là,che possa venir fatta e realizzata solamente a livelli di costrizione globali dove si abbia la forza di convincimento politico-materiale anche di stati verso altri stati. Una cosa che è impossibile realizzare anche nel medio periodo con i mezzi che abbiamo adesso e che troverebbe senza meno la resistenza di nazioni ricche che dovrebbero cedere parte delle loro ricchezze ad altri e tutta la sovranità ad un consesso di stati per farle amministrare in maniera da non aver squilibri.Una cosa del genere oggi fà ridere al solo pensarla, ma fa ridere perchè noi consideriamo solo un aspetto del problema che è proprio quell’aspetto di natura sociale ed economica che ci consente oggi nella pur precaria realtà di galleggiare ancora sopra il resto del mondo e di non affondare.( si pensi al piccolo progetto di Banca Africana ipotizzata da Gheddafi per esempio e se non fosse stato un concetto basato su una realtà da sviluppare ed approfondire pure quello…. ).Ma osserviamo che come si vede il fortino occidentale inizia a cadere e questo lo si deve tener presente, non per furbizia ma per senso di onestà intellettuale che riconosca che non possa essere chiamata sfortuna o casualità il fatto di venire al mondo in una realtà più povera e diversa dalla nostra.La storia del nostro mondo occidentale-sarò ripetitivo- è una storia costante di rapina al terzo mondo e tale rapina ha fatto nei secoli lievitare le differenze soprattutto in materia economica con gli stati a noi soggetti allo scambio ineguale-e non dobbiamo mettere in dubbio che le sorti del mondo se non si attuano variazioni alle economie dei paesi soprattutto in quelli più ricchi ed occidentali-dovranno confrontarsi con tale problema ed anche con queli che saranno terrificanti anche per noi e quando saremo a confrontarci con paesi che hanno nel loro territorio 8 fusi orari del tipo Russia,Cina, India e che hanno nel loro sottosuolo le risorse di materie prime le più grandi e cospique del mondo allora probabilmente penseremo alla nostra limitatezza nel presente e nel futuro.Pensate che le multinazionali non spingano i governi per metterci le mano in barba agli interessi di quei popoli oppure pensate che le stesse siano istituti di carità e di compassione? E’ uno scenario immaginato fosco lo sò, ma non mi sembra evitabile se si permane in questo regime di confronto gli uni con gli altri anche perchè a questi punti ci siamo arrivati proprio perchè abbiamo battuto i sentieri che abbiamo percorso fin qui. Le trasformazioni specialmente di questo genere sono rivoluzioni per il genere umano e si devono affrontare in maniera progressiva sia nel tempo sia nella loro natura non perdendo di vista il benessere e le speranze di felicità di tutti gli uomini.E bisogna entrare in una convinzione tutti- ed è questo il messaggio che ci lancia questo nuovo fatto del virus- ed è quello che nessuno può essere felice da solo.Questa idea non è ” sublimazione dei pensieri” ma il risultato dell’osservazione critica della realtà per la quale il mondo non può andare avanti come lo è stato fin’ora.E’ certo che ci saranno delle resistenze a cedere spazi di ricchezza e spazi di sovranità ma credo che occorra essere sempre lucidi che ci saranno ritorni all’indietro e proteste sociali ma tutto questo non dovrebbe far altro che far ritornare le persone a decidere i loro destini e non a delegare ad altri le nostre vite,il nostro benessere ed il nostro malessere come si è fatto fin’ora.
Di sicuro l’11 Settembre ha cambiato le nostre vite sotto il profilo soprattutto della sicurezza esistenziale, questo che sta accadendo adesso è molto più impattante nelle nostre vite e ci mostra che i concetti con i quali siamo andati avanti fin’ora portano alla fine alla catastrofe economica, fisica della terra ed anche dei singoli appartenenti alle nazioni,che abituati a fruire dei mezzi e dei sistemi usati fin’ora non pensano a cosa ne possa conseguire da quel tipo di sviluppo.Fin’ora abbiamo solo preso, credo che possa essere giunta l’ora che occorra rendere quel surplus che abbiamo utilizzato.Tutto questo si chiama in un modo lo si voglia riconoscere o meno ma è l’utilità della decrescita felice.Ed è l’unico percorso a noi riservato non solo dalle condizioni che dovremo affrontare ma anche da quelle che ci verranno imposte, se vogliamo continuare a vivere.
Carocarlo,quello che voglio dire è ,l’Europa guarda alle nostre migliori industrie,e alle nostre banche,alle nostre banche perché vogliono arrivare ai risparmi degli Italiani ! Il resto è retorica !
La peggior banca a livello europeo e mondiale si chiama Deutsche Bank,se fosse Italiana sarebbe già saltata da molto tempo ma, la Germania può aiutarla noi le nostre banche no ! Due pesi due misure !
Noi in Europa non contiamo più nulla !
Io sono per l ‘Europa ma non questa !
Considera che abbiamo il presidente ( mamma mia ) Sassoli,abbiamo Gentiloni che sono lì avendo ricevuto un 18% di consensi alle ultime Europee ! Dovrebbero curare i nostri interessi come hanno fatto Tajani e Draghi perché ricordati che a salvarci fu Draghi non quell’ inetto chiacchierone di Monti che fra le tante cose bisogna continuare a mantenere e, dopo di lui la moglie e,dopo la moglie i figli !
Bisogna reagire e non farci sottomettere,tutti a darci lezioni! L’Italia ha fatto quello che voleva l’ Europa,economicamente, e i risultati ?
Allora le loro direttive tanto giuste non sono state ! Vedremo ora con il ” salva stati ” quello che succederà!
Non bisogna cedere sovranità come richiesto e detto dal peggior presidente della repubblica dopo Scalfaro,Napolitano !
Ora è il momento di pensare a noi se non vogliamo fare la fine della Grecia !
La prolissità si sta configurando più come una scusa che un limite inevitabile di chi scrive. Se si è coscienti del limite si può studiare per porvi rimedio. Commenti più lunghi dell’articolo vengono ignorati o letti con superficialità.
X Battilana. Non c’è nessun problema se non hai compreso,figurati….la mia prolissità l’ho sempre ammessa e senz’altro è evidente a tutti,ma credo che questa non possa essere un ostacolo a dover comprendere il significato di ciò che uno scrive.
Per Paolo Scattoni.Ho anche notato che spesso ai lunghi commenti si risponda con parzialità di analisi di ciò che si è letto.Anzi è quasi sempre così, poichè quasi sempre alle motivazioni addette nei commenti lunghi o brevi,si risponde con altrettanti e più brevi commenti,mentre le storie che si portano in evidenza hanno spesso mille sfaccettature. Ora, posto che non occorra lo scrivere romanzi, la tipologia dei miei interventi è sempre costantemente quella di cercar di far comprendere da dove possano venire i ragionamenti,corretti od errati che siano.Credi proprio che la risposta in tal caso che ha fornito per esempio Battilana dopo aver letto il chilometrico ed esteso intervento mio possa essere veramente quella che non abbia compreso nulla come dice? Con tutta franchezza,pur rimanendo ferma beninteso la prolissità che ho messo in atto scrivendo quell’intervento come in altri,io credo di no ! Ha capito invece benissimo.E non credo di essere fesso nè io nè tantomeno il nostro comune amico Battilana,che dice di non comprendere e che anzi scende a domandarmi espressamente che se intenda io che il virus sia provocato dal capitalismo…..Credo che invece che questi siano tempi duri proprio perchè le menti abituate a disquisire spesso non sopportano di essere spostate a ragionare su altri binari dai quali si arriverebbe a vedere che la realtà potrebbe forse essere anche diversa dai principi che si sostengono.Personalmente quando ho contrariato qualcuno con i miei discorsi ho sempre risposto cercando di spiegare e mai con scorciatoie,facendola anche lunga certamente,ma in maniera almeno esaustiva affinchè si domandassero se le cose che dicevo fossero vere e plausibili e più che altro lontane da disonestà intellettuali.Ma vedo che è una metodologia che non viene più compresa da chi una volta la comprendeva.Sono io che non mi sono aggiornato tenendo presente che il mondo sia cambiato e che si preferisca quasi un ”tutto e subito” anche negli aspetti politco-valoriali oppure sono gli altri che sono divenuti reattivi e che non sopportano più certi discorsi ai quali il mutare delle condizioni ha fatto abbracciare nuove teorie? Io-e ti prego di credermi- ho sempre risposto nello spirito che il mio modo di pensare fosse concepibile anche per altri, quasi in una funzione didascalica dal momento che la gente legge ed assimila ciò che legge(è troppo superbo da parte mia pensare cosi ? Forse si, forse no, chissà…).Si potrebbe aprire un bel dibatttito che porterebbe forse a far vedere che alla base di tutto questo esista sempre la vecchia questione degli interessi e della loro dirimenza che interessano direttamente la vita delle persone e che andrebbero tenuti presenti..O è passato incartapecorito anche questo ? E da qui si potrebbe proseguire.
xCarlo Sacco Se non vuoi essere letto continua così.
Perchè invece di dire così non dai un tuo giudizio di merito sul fatto che la gente allora sia posseduta da superficialità, disinteresse, svogliatezza e disinteresse a leggere ? Tale disinteresse è l’anticamera per far passare il non spiegarsi il perchè delle cose nella nostra grande superficialità che vediamo intorno, ma mai lo hai criticato tale fatto anzi scantoni quando lo devi criticare, e come te anche molti altri per finire dicendo che non capiscono ciò che scrivo.Eppure credo di aver detto bene sull’esempio del comune amico Battilana che dice di non aver capito.Avete capito tutti e due molto bene invece ciò che ho detto, forse detto in maniera contorta ed estemporanea, ma la risultante è intellegibile a tutti coloro che abbiano un minimo di cultura e voi non siete in basso su tale scala ma un bel pezzo in sù invece, perchè non è da voi il non capire.Ditelo ad altri magari questo ma non a me per favore.Hai riportato le statistiche che dicono che dopo 4-5 minuti di lettura la gente si sfianchi,non mettendo in evidenza non la negatività di chi non sopporti l’impegno di pochi minuti a cercar di capire le ragioni dell’altro ma invece il limite di chi scrive.Codesta è l’anticamera che giustifica culturalmente lo status odierno, di come la gente sia abituata a rispondere con le faccette che ridono o con le dita rivolte verso il basso e via dicendo,perchè è lì che si arriva od ancor peggio anche talvolta quando lo si reputi opportuno anche a bleffare,scantonando e trovando altre ragioni.Un mondo di automi che spesso non si spiegano nemmeno le ragioni della provenienza delle cose.Perchè? Forse- consentimelo-nemmeno tu che sei una persona istruita non ti accorgi o sottovaluti il danno al quale è sottoposta la gente ed invece di ricercarne le cause e sforzarti a dire che sia statistica il fatto che ”le persone non leggono 5 minuti in più di ciò che sia reputato normale” credi per questo che sia meglio che non si parlasse delle ragioni profonde che portano a certi comportamenti che vediamo oggi.E certo che poi inevitabilmente da questo si vada a parare nei cosiddetti”massimi sistemi” ma chiaramente pensi che quelli non interessino a nessuno anche se le cause che si subiscono dipendono da questi e da come la gente li possa interpretare.Ma è uno dei mali odierni il non far vedere tutto questo.Ce ne sono già tanti di mali odierni ma questo è uno di quelli più negativi secondo me ed ho cercato di spiegarlo riferendomi al binario che non piace percorrere perchè porterebbe da una parte che spesso ci piace che resti nebulosa.Qui si entrerebbe in altri livelli di discussione che non sono di mio interesse e dove non mi sento di aver diritto di entrare e mi cheto.
Per Carlo Sacco. Siccome continui a citarmi dicendo che faccio finta di non capire, da amico ti dico che non capisco davvero. Già una volta ti ho detto, forse offendendoti anche, che i tuoi interventi sono troppo lunghi, contorti, ridondanti e spesso fuori tema, perché di qualunque cosa si parli, tu ci spieghi che tutto il male del mondo (anche gli asteroidi?) dipende dal sistema capitalistico . Ti avevo anche sommessamente invitato, senza nessuna arroganza, a rileggerli prima di inviarli e a non superare un certo numero di righe prefissate. Tra l’altro ti è stato detto in tutte le salse. E da persone diverse e di diversa estrazione. Forse vorrà dire qualcosa. Continuare a dire che la la gente non ti legge perché non vuole sentire punti di vista difformi da quello prevalente, o che non legge perché superficiale e indottrinata dal sistema mediatico dominante (dal quale solo pochi eletti sarebbero immuni), è una giustificazione che non tiene.Tra l’altro ti assicuro che così continuando rendi un cattivo servizio alla cause o alle cause che sostieni perché la gente non ti legge.
Una riflessione lapalissiana accompagnata da una prova alla quale ti invito.Guarda la tempistica di lettura del tuo ultimo intervento,prendi l’orologio e cronometra il tempo che ci vuole per leggerlo, poi passa ad un mio intervento qualsiasi(lo sò che sono molto più lunghi degli altri lo si vede e lo si sente) e guarda la differenza.Se tale differenza eccede i 5 minuti con la stessa velocità di lettura, andiamo amichevolmente a cena e sei mio ospite.Questo per dirti che quando parlo di stanchezza ad impegnarsi da parte dei lettori io questo lo ritengo un sintomo la cui ragione l’ho già espressa.Perchè invece di redarguirmi(cosa che accetto senza volertene di certo perchè ci conosciamo da più di mezzo secolo ormai….) non dici nulla contro coloro che non vogliono ” cimentarsi in tali fatiche sovrumane” di leggere quando vedono che l’articolo(perchè è un articolo e non un libro) richieda loro 5 minuti in più?(Perchè di 5 minuti si tratta e non altro )Altra cosa è il capire,ma credevo come sono sicuro di dire la verità che gli strumenti tu ce li abbia.Allora a cosa si deve la tua reattiva risposta? Al fatto che ti abbia citato chiamandoti in causa come dici ? Non credo,anche perchè mi permetterai il gusto della sana polemica come ce la siamo permessa tutte le altre volte credo….io invece credo che come la maggior parte delle persone,l’esprimere certe idee tocca a tutti il fondo delle nostre insicurezze,anche esistenziali.Oh, ce le ho anch’io e mica ne sono scevro, ma forse sono di altra natura quelle relative alle idee chiamiamole di fondamentalità relative alla posizione politica ed al confrontarsi col mondo, ed è chiaro che sono idee espresse personalmente quindi hanno un valore personale anche quando ci si riferisce all’oggettività della realtà.A parte l’esagerazione estremizzata che fai quando dici che il coronavirus dipenda dal capitalismo cosa che avrei lasciato intendere io,ma noto sempre in te-permettimelo- il risentirti quando si parla di capitalismo, come se questo non esistesse e fosse da te accettato come una normalità e chi ne rilevasse i limiti e le negatività fosse fuori dal mondo oppure come se tale sistema non fosse per la maggior parte la causa dei nostri squilibri.Sò bene che un altro sistema non l’hanno ancora inventato e che con questo ci si debba convivere,ma questo non vuol davvero dire che uno debba essere verso questo talmente protettivo da risentirsi quando si possa mettere in discussione.E credo che tu lo faccia ogniqualvolta si evochi tale questione come massimo sistema,arrivando perfino a dire che tu credi nella competenza.Mi dovresti dire chi è che non ci creda nella competenza, visto che nel mondo dove viviamo non mi sembra proprio che la competenza sia promossa e/o salvaguardata da tale sistema economico, anzi…..tutto il contrario purtroppo.Bene, ognuno di noi ha i propri limiti senz’altro,ma semprepiù spesso oggi credo che viviamo in un contesto dove i paragoni con la realtà tengano sempre meno conto di aspetti valoriali che vengono sopravanzati da quelli che di valoriale hanno ben poco,mentre noi imperterritamente non sappiamo più riconoscerli perchè frastornati da quelli che noi crediamo essere contenuti appunto valoriali e che secondo me ne sono volutamente lontani.Troppo difficile a capire che parliamo del sistema che regola il pensiero a seconda del modo in cui ci procuriamo da vivere? Ma sembra invece che non lo si capisca o meglio che non lo si voglia capire. Sarà forse errato e non lo si capirà perchè lo si ritenga errato ? Me lo sono sempre chiesto ma più che il tempo passa ( 74 anni non sono proprio pochi)ma ti dico francamente che mi si rafforza l’idea per la quale il ritenerlo errato non faccia altro che far corrispondere tale fatto ai nostri interessi.Ho paura che se avessi sbagliato in tale giudizio penso che avrei campato oltremodo totalmente in maniera inutile, per me stesso e per gli altri.
Ho accettato il tuo invito e ci ho messo 4 minuti, ma credimi, ho faticato. Quello che non riesco a capire è perché dovrebbero essere gli altri a sforzarsi per capire quello che scrivi e non invece tu che faciliti la lettura con interventi brevi. Il tuo atteggiamento è simile a quello di un commerciante che invece di vendere quello che gli richiede la clientela, propone sempre lo stesso prodotto perché è convinto che sia il migliore. Penso che un commerciante così chiuderebbe presto il negozio. Comunque sulla lunghezza mi arrendo . Alzo le mani. Però almeno ci ho provato. Per tua opportuna conoscenza ti comunico che personalmente sono molto critico nei confronti di questo capitalismo, in particolare di quello anglosassone. Che 10 persone detengano una ricchezza pari a quella di 3,5 miliardi di uomini e donne sparsi nel mondo ritengo sia cosa immorale e pericolosa dal punto di visto economico e politico. Sono a favore di tutte le politiche di riduzione delle disuguaglianze e di aumento della progressività delle imposte. Credo che questo sistema sia migliorabile. Molto. Ma mi interessano le proposte di miglioramento delle condizioni di vita nel suo complesso,come quelle dell “capitalismo progressivo” di Stiglitz (che in Europa si chiama socialdemocrazia), o dell’economia civileo di qualunque altra proposta che coniughi la ricerca dell’uguaglianza non disgiunta dalla libertà. Mi infastidiscono invece le critiche fatte in none di un impianto ideale che aveva una sua validità prima della terribile esperienza sovietica. Che continuano imperterrite come se non ci fosse stato il 1989. E non credo nemmeno che si tratti di un errore di applicazione di teorie giuste. La dittatura del proletariato l’ha pensata e proposta Marx. Dove il comunismo è andato al potere ha prodotto scarsità di beni, limitazione delle libertà e appiattimento in basso. Solo in Cina ha prodotto una significativa crescita della ricchezza, ma anche lì con restrizioni alla libertà che a me, nato in una democrazia occidentale, non piace. Punto. La teoria poi che tutti abbiano un sistema concettuale che dipende esclusivamente dalla sua collocazione nel mondo produttivo (cioè una sovrastruttura mentale che dipende in modo deterministico dalla struttura dei rapporti materiali di produzione) mi sembra non tenere conto di altri fattori che influenzano il modo di pensare di ognuno di noi: la cultura, la fede religiosa, i valori, la costituzione psicologica. Del resto erano tanti gli operai che votavano Democrazia Cristiana, per fare un solo esempio. E’ proprio vero che a forza di stare con gli zoppi si impara a zoppicare! (Ovviamente è una battuta perché ho fatto la stessa cosa che rimprovero a te. Sono stato eccessivamente prolisso, e me ne scuso).
X Battilana.Allora mi scuso innanzitutto con te per la lunghezza ma il tuo intervento la richiede.Come vedi non mi smentisco.Iniziamo col fatto che io non debba vendere nulla poichè scrivo solo perchè il confronto sia letto e faccia vedere idee diverse e la gente possa valutarne il grado d’importanza soprattutto oggi.Solo per tale motivo e ti prego di crederni che non è un qualsiasi motivo di prevalenza.Sarebbe assurdo. Perchè se anche le idee è giusto che siano anche sottoposte al cambiamento, questo avvenga dal confronto democratico e non dall’imposizione di un commerciante che resti lì fermo e che attenda che i clienti vengano a lui per comperare il suo prodotto.Se quel commerciante è convinto che il suo prodotto sia migliore questo dipende da che idee si è fatto guardando il mondo e la qualità dei prodotti in circolazione,ammesso che chiaramente si possa sempre sbagliare e quest’ultima cosa la deve sempre tener presente sennò chiude.Punto. Per il tempo della lettura mi sembrava che fosse una questione facile ad intendersi ed è strano che tu abbia faticato come dici a leggere in più per 4 minuti perchè mi sembrava che fossero tutte questioni facilmente intellegibili.Quanto alla critica che fai del capitalismo le posizioni che esprimi e le verità di cui tu parli credo che oggi possano essere comuni quasi a tutti,alla stragrande maggioranza delle persone semprechè queste non facciano come il commerciante che dici tu e stiano nell’inamovibilità sentendosi ”deus ex machina”.Capisco anche ciò che auspichi ma come lasci intendere ”auspicheresti’che è nell’analisi logica del verbo auspicare la seconda persona coniugata al CONDIZIONALE. E tale condizionale secondo me sorge perchè tu nella tua analisi sembra che dia peso al tempo ed alla storia ma in effetti poi arrivato ad un certo punto affretti le tue conclusioni,evitando di considerare il peso delle contraddizioni in positivo ed in negativo che ha prodotto il capitalismo nel mondo e proprio nella storia e come queste abbiano condizionato il percorso umanao.Il mondo se lo osservi è un globo ed il regime economico, politico e sociale che vi regna nella maggioranza dei casi è solo uno, e solo quello ha regnato indisturbato per secoli producendo negli uomini un modo di pensare,ma anche contraddizioni.Contraddizioni che hanno fatto sì che nella storia siano variate le velocità dei popoli di essere padroni del loro destino.La decolonizzazione per esempio è durata perlomento 150 anni ma degli effetti li ha prodotti e tale decolonizzazione da quali argomenti è stata inspirata? I suoi effetti si riscontrano in maniera massiccia anche oggi, nell’economia, nella politica, nelle relazioni umane.Chi l’ha aiutata e favorita il capitalismo ? Allora vedi che anche se questo è uno solo dei motivi che debbano essere tenuti presenti, io credo che pensare che il capitalismo possa essere modificabile come auspichi corrisponde al fatto di avere una visione che si scontra con la natura di tale sistema.Il capitalismo cambia ma cambia scegliendo i motivi per i quali domani potrà riaffermarsi molto più di prima, conquistare domani ciò che è stato costretto a lasciare oggi o ieri.La sua storia da secoli questa è e adesso in chiave moderna non ha mai modificato i suoi princìpi, nessuna società l’ha mai fatto ne mai lo farà,ma quando le condizioni sono cambiate esse stesse l’hanno dovuto fare attraverso scossoni totali,ma poi come avrai considerato il capitalismo ha ripreso la sua attività di conquista,che si scontra oggi con la limitatezza di risorse del pianeta e con il principio che mi sembra che tu sostenga che i cambiamenti se ci debbano essere debbano essere accettati senza mettere a repentaglio il principio dominante delle classi.In effetti dici il contrario ma nello stesso tempo fai come tutti e metti la testa sotto la sabbia per non vedere che il capitalismo si organizzi per recuperare quanto ha perso, e questo succede tute le volte che per una sommatoria di motivi e di equilibri molli l’osso. O ritieni che queste condizioni non ci siano più e siano scomparse? Ma non credo poichè dici che il 10% delle persone sul pianeta detengono il 60% -70 % delle risorse e della ricchezza. Allora a tutto questo processo come ci siamo arrivati ? Sotto quale sistema che ci ha comandato di vivere in questo modo- reputandoci noi anche fortunati di essere nati nel cuore di detto sistema- dove entri in un supermercato e trovi 20 generi diversi dello stesso prodotto, rientri in casa e se vuoi ti fai una doccia calda ed apri il rubinetto per farla? Lo sai o no che quel 60%-70% non lo può avere quanto hai letto or ora? Allora vedi che diventa obbligatoria la considerazione di poter capire che nella nostra analisi la storia vada considerata? Negli ultimi 150 anni sono successe le cose che non sono successe negli ultimi 400-500 anni e quindi il capitalismo ha cambiato la faccia del mondo,se non altro per la conoscenza dei problemi ma se non si dà importanza a questi, si ritorna nella solita diatriba capitalismo-socialismo oppure ancora peggiore di capitalismo restrittivo a difesa del fortino asssaltato dal terzo mondo.Siamo più di 7 miliardi e ciò che hai detto mi trova d’accordo,ma caro Raffaele non mi sembra che se debba venire un cambiamento questo è difficile crederlo che possa venire dai paesi dove è il cuore del capitalismo, perchè è proprio questo che crea le condizioni per poter indirizzare anche la gente ed anche i regimi politici del terzo mondo ad emulare il capitalismo.In una ristrettezza e limitatezza di risorse la strada non è quella di ”mors tua vita mea” con la quale il capitalismo si è organizzato per la sua politica di rapina al resto del mondo perchè questo porterebbe ancor più compressione anche nel nostro emisfero.Allora se ci sarà un autorità generale e mondiale che saprà mettere al proprio posto ed avere la forza prima di tutto politica e la compatezza per farlo cambiare il sistema produttivo capitalista ed appunto obbligarlo a cambiare se stesso( col minimo delle scosse ma la vedo dura) forse sopravviveremo come razza umana, altrimenti sarà la negazione della vita per miliardi di persone perchè la terra non potrà più servire a dar da mangiare a tutti,avere le risorse alle quali potranno accedere tutti.Ed in un mondo interconnesso come oggi se stanno male in Rodhesia alla fine stiamo male anche noi, e non è questo intendiamoci un principio di credo religioso anche se possa sembrarlo.Tu dici- proprio perchè non consideri nè il tempo nè la storia e credo che tu faccia una piccola analisi, limitata sia nel tempo sia nello spazio sia nelle ragioni, eppure sei una persona laureata,che ha studiato e lavorato-(ma te lo dico senza nessun volontà di offesa credimi): ”…dove il comunismo è andato al potere ha prodotto scarsità di beni, limitazioni di libertà,appiattimento vertso il basso”….Dillo al resto del mondo tutto questo allora dove tutto ha funzionato con le teorie del capitalismo ed anche quelle più brutali.Certo,noi nel cuore del sistema non le abbiamo conosciute tali limitazioni nè di libertà, tantomento di consumi, tantomento di appiattimento generale, ma non osservi una cosa importante che è quella che l’accumulazione dovuta alla rapina sistematica del terzo mondo si è concentrata nei secoli via via soprattutto al nostro interno e che ci ha fatto disporre di enormi ricchezze dalle quali sono nate la conoscenza, la tecnologia, il benessere, ed alla fine lasciamelo dire esplicitamente anche il consenso politico al sistema perchè se fossero mancato questo con tutte le altre in elenco sarebbe stata una precondizione condizione da Russia 1917 ma che invece è stata in maniera inequivocabile ristretta al nostro mondo che vediamo ancor oggi.Per il resto del mondo è stato lo sfacelo più totale perchè su quelle debolezze storiche di quei popoli si è volutamente e cognitivamente impostato un sistema di rapina alleandosi con i ceti sociali che dall’interno a quei popoli li comandavano.Quando si organizzavano e cercavano di ribellarsi venivano schiacciati con ogni mezzo anche con le stragi più efferate e con le guerre fino ai giorni nostri che continuano. Allora, lo salvi un sistema così e pensi che possa avere al proprio interno la volontà di cambiare?Ha conquistato il mondo perchè ha eliminato tutti coloro che lo potevano contrastare sia con la violenza diretta sia con quella indiretta insinuiandosi a creare le condizioni per le quali fosse un sistema di comando e di intervento in tutti i sensi non a favore del popolo e delle genti ma a favore di una ristretta oligarchia che oggi si è trovata a mostrare la faccia della volontà dello sviluppo contrapposta a quella della repressione quando si mette in pericolo il proprio dominio e lo gestisce obbedendo alla sua più forte prerogativa che è quella che le classi abbienti diventino sempre di meno ma sempre più ricche ed i poveri sempre di più e sempre più poveri.La tua critica a chi avrebbe voluto cambiarlo dovrebbe riguadare gli errori che sono stati fatti da parte di coloro che si ripromettevano certe speranze ma che sono stati sottoposti all’attrito con l’esterno per non re-inventare un nuovo capitalismo hanno pagato il concetto del ”socialismo in un paese solo” che non poteva affermarsi certamente.Sarebbe lunga Raffaele la storia ma nelle tue critiche che non mi trovano affatto d’accordo con il divenire e lo svolgersi della politica ed anche dell’etica odierne vedo che ad essere arrampicato in un fortino speri così di dimostrare che la storia si possa cambiare perchè il capitalismo prenda coscenza dei suoi limiti. Ti smentisce il fatto che siamo arrivati in questa situazione e condizione e che stiamo accorgendoci che il sottosviluppo di altri si ripercuote anche su di noi e che volendo o nolendo il nostro è un capitalismo dal volto umano per noi ma per quegli altri 6 miliardi non è dal volto umano, anzi è il contrario.. Quel Marx che tieni a debita distanza l’aveva detto ben 170 anni or sono, prima delle due guerre mondiali che se ci pensi sono state provocate proprio dal capitalismo per rimettere nella direzione che voleva la prua della nave.Scusa ancora per la lunghezza,spero che tu
abbia un lenzuolo per asciugarti il sudore e la fatica che ti costerà il leggermi.Ma se non sono 5 minuti saranno 7 o 8 ma cambia poco. Ah manca la risposta sulle libertà ma mi accorgo di farla troppo lunga e quindi concluderò con l’osservare un principio sperando che da questo tu ne possa ricavare qualche considerazione più equilibrata e che tenga conto di più cose e non solo di qualcuna a tuo piacimento la cui mancanaza ti possa far scatenare il terrore.Scusa se mi rivolgo a te in questi termini ma talvolta mi dai proprio tale sensazione.In un mondo dove le condizioni dell’esistenza si misurano perlopiù col denaro che uno possiede dovrai ammettere credo che il concetto della libertà si misuri a seconda di tale potenzialità dalla quale possa scaturire la quantità di bisogni che il singolo possa soddisfare. per coloro che possiedono quindi è libertà, per tutti gli altri a scalare la libertà diminuisce a seconda dei bisogni veri che non possono soddisfare.Ed allora La Russia molte volte richiamata come stato dittatoriale(quali sono stati i suoi sviluppi nel tempo? 1917,guerra, stalinismo e pugno di ferro interno ed esterno,fronteggiamento del capitalismo ed implosione). La rivoluzione delle idee dentro il capitalismo per immaginare che ci possa essere un sistema nuovo, la coercizione del passato di un sistema socialista reprimente le libertà individuali ma non quelle collettive se uno pensa ai progressi,al lavoro ed anche se pur ai bassi livelli di consumo nei confronti dell’occidente ecc ecc, diventano tutti elementi che nella sottocultura odierna durata per 70 anni il capitalismo dove viviamo si è sforzato con successo che tali idee penetrassero e si estendessero molto più nella coscenza e nella cultura delle masse qui da noi aiutato anche dalla componente religiosa che ha fatto la sua parte in tale contrasto.Ecco allora che molti aspetti che dici secondo me andrebbero riconsiderati ma alla luce di cose che sono sempre esistite nel dibattito politico di tutti questi decenni, dalla fine della guerra ad oggi.Proprio anche in considerazione che nel 1989 sia caduto il muro di berlino sul quale il capitalismo ha capito di poter allungare la propria vita proprio perchè aveva una prateria sconfinata davanti a se stesso. Ed allora credo sommessamente-come sempre dici te- che l’idea di poter perfezionare e cambiare il capitalismo che è stata pensata anche decenni prima dai partiti socialdemocratici in Europa e nella stessa America, sia una pia illusione, che consapevolmente serve da bastone dove si possa appoggiare per lenire i suoi momenti di crisi e per poi ricominciare la propria indiscriminata fagocitatura di risorse stando ben attento il più possibile ad evitare di far formare le forze che potrebbero decretare la sua fine.E questo è quello che fà, come in fisica quando studiavamo la funzione della pompa aspirante premente.Tu alla fine lo salvi,io no, anche se tutti ci dobbiamo vivere perchè obbligati….e non avrei nemmeno finito…..ma ti saluto.