CITTA’ DELLA PIEVE: MARIA LUISA MEO ROMPE IL SILENZIO. SI PROFILA UNA LISTA CIVICA DI SINISTRA (MA CON O SENZA PD?)
CITTA’ DELLA PIEVE – All’assemblea pubblica su Pronto Soccorso avanzato e ospedale unico promossa dal Comitato per il Diritto ala salute, sabato scorso, Fausto Risini, unico candidato ad oggi in campo, in vista delle amministrative del 26 maggio, ha provato a fare un po’ di campagna elettorale e si è dovuto beccare le giuste rampogne degli organizzatori, per il tentativo di piegare a proprio vantaggio una iniziativa senza connotazione politica e ha dovuto abbassare mestamente e orecchie, da parte del partito di maggioranza ancora nulla trapela.
Nel frattempo due le novità degli ultimissimi giorni: il leader della destra pievese Lorenzo Berna ha fatto sapere che questa volta non si candiderà, che starà fermo un giro… Il che lascia intendere, anche se Berna non lo dice espressamente, che potrebbe sostenere la lista capeggiata da Risini. Perché è stata la destra a cercare Risini e a spingerlo a candidarsi in una “ipotetica” lista civica alternativa al potere costituito. E questa pare essere, al momento, anche la linea del Movimento 5 Stelle.
L’altra novità è rappresentata dalla “rottura del silenzio” da parte di Maria Luisa Meo, capogruppo di “Pieve di Tutti”, che proprio oggi ha diffuso un comunicato:
“Da tempo all’interno del gruppo-lista civica “Pieve di Tutti” sono maturate posizioni articolate che non consentono più una visione unitaria. In questa situazione il capogruppo in Consiglio Comunale, Maria Luisa Meo, in assoluta indipendenza e fino al compimento del mandato, continuerà a rappresentare e onorare quei cittadini che cinque anni fa hanno sostenuto il progetto “Pieve di Tutti”. Inoltre, per non disperdere l’esperienza acquisita e per riaffermare il valore dell’impegno verso la comunità, dopo la fase elettorale, “Pieve di Tutti” si trasformerà in un Osservatorio-Laboratorio Civico caratterizzato dallo spirito originario di autonomia . Gli obiettivi sono di dare un apporto di studio, valutazione delle problematiche, ricerca politico-culturale. Uno spazio libero di approfondimento, aperto a tutti i contributi, obiettivo, capace di dare dinamismo di idee e di contribuire allo sviluppo collettivo”.
Non è esattamente un ritiro sull’Aventino di Maria Luisa Meo, ma poco ci manca. Di sicuro è una presa d’atto dello sparpagliamento di Pieve di Tutti (una buona parte ha firmato il manifesto dei 26 per una lista civica, qualcuno sta affiancando Risini…) e anche una presa di distanze dal listone “tutti contro il Pd”.
Pieve di Tutti resta in campo, ma come associazione culturale, osservatorio-laboratorio e non come Lista elettorale.
Tutto questo, senza che la stessa Meo lo dica, autorizza a pensare che possano esserci sviluppi a sinistra. Con o senza il Pd. Ovvero tra la sinistra a sinistra del Pd, la stessa Meo, un po’ di società civile e coloro che non vogliono arrendersi al sovranismo e alla deriva fascio-leghista, o al nulla dei 5 Stelle. Chiaro però, che a questo punto il Pd non può tirare troppo la corda. Non può attardarsi ulteriormente in diatribe tutte interne e personalistiche, ma deve fare un passo avanti. E aprire le porte e le finestre, se non vuole rimanere isolato e con il cerino in mano…
Una lista civica di sinistra con un Pd derenzizzato, Sinistra Italiana, Rifondazione, Maria Luisa Meo e un po’ di società civile può giocarsi la partita, con qualche chance di vittoria. E riprendere fiato anche a livello politico, non solo amministrativo.
Risini è figura storicamente di sinistra, ma in questo frangente sarà il candidato della destra. E dei 5 Stelle. Non della sinistra. La sinistra diffusa e il Pd hanno una sola carta da giocare: quella di mettersi insieme, unire le forze, le idee, le sensibilità e provare a resistere, rilanciando, non arroccandosi nel proprio fortino.
Pare che nei prossimi due-tre giorni il Pd scioglierà i suoi nodi. E magari proporrà ai potenziali alleati una candidatura condivisa. Se non lo farà, toccherà alla sinistra diffusa presentare una candidatura propria e tentare la difesa strenua del Comune dall’assalto della destra.
Quello di Simona Fabbrizzi potrebbe essere il nome che mette d’accordo tutti. Ma non è l’unico.
L’importante – dicono tutti gli interessati – è non perdere altro tempo e non traccheggiare ulteriormente.
A Città della Pieve (come altrove, ma forse più che altrove) c’è bisogno di un nuovo “Rinascimento”, di figure capaci di uscire da una concezione dell’amministrazione solo ragionieristica e tecniscista, serve un recupero della politica, del dibattito, della capacità di scegliere da che parte stare… Serve il recupero di una visione strategica, di un pensiero lungo, non una nuova “rottamazione”. In questo senso affidarsi a sensibilità femminili potrebbe essere un segnale forte, dirompente. Il segnale di discontinuità vero verso una stagione di arretramento su molti fronti se non su tutti. Tutto questo non significa gettare la croce addosso a Scricciolo. Ma solo prendere atto che la sinistra pievese deve uscire dalle secche di un periodo complicato e dal deposito di scorie delle primarie 2014.
m.l.
Per esempio sarebbe stata positiva anche la candidatura di Barbara Paggetti.
Ha esperienza e ha lavorato bene sulla solidarietà e l’inclusione
O Carmine perché no?
Il Pd sembra intenzionato a chiudere l’esperienza della Giunta Scricciolo. Quasi cancellarla. Quindi sembra improbabile in un quadro del genere qualsiasi candidatura che faccia riferimento a quell’esperienza.
La “Barbarina”…
in 5 anni è riuscita a perdere un tale patrimonio di voti che non la augurerei candidata nemmeno al peggior nemico…
Io credo che la situazioni come quella di Città della Pieve, che non conosco a fondo, così come per esempio Torrita, dove è nuovamente candidato un sindaco che è stato sonoramente bocciato dai cittadini nel referendum sull’unione con Montepulciano, o di tanti altri comuni, siano figlie del nulla generalizzato che la politica ha prodotto in questi anni.
I luoghi della politica sono stati svuotati e di fatto è stato lasciato in mano tutto alle amministrazioni comunali, nel migliore dei casi, spesso a “sindaci/podestà”, convinti che bastasse dire “ci penso io” e che amministrano con un rapporto esclusivo nei confronti dell’interlocutore o del questuante di turno. Gli slogan e la propaganda hanno sostituito il confronto, il dibattito e i momenti di crescita sociale, non c’è da sorprendersi dunque se alla vigilia delle elezioni ancora non ci siano candidature e programmi per programmare il futuro dei nostri territori.
https://www.primapaginachiusi.it/2019/03/citta-della-pieve-il-pd-sceglie-una-donna-di-sinistra-sara-simona-fabbrizzi-la-candidata-sindaco-si-ricuce-la-coalizione-pre-renzi/