CITTA’ DELLA PIEVE, IL PD SCEGLIE UNA DONNA E DI SINISTRA: SARA’ SIMONA FABBRIZZI LA CANDIDATA A SINDACO. SI RICUCE LA COALIZIONE PRE-RENZI
CITTA’ DELLA PIEVE – Non sappiamo se il segretario del Pd Mario Fattorini si sia affacciato alla finestra e abbia pronunciato la fatidica frase “Nuntio vobis gaudium magnum: habemus papam!”. Ma alla fine il papa c’è. Il conclave del Pd, lungo, faticoso, estenuante, dopo aver bruciato 4 o 5 cardinali papabili, ha deciso. Non senza malumori, colpi bassi, minacce di vendetta e mal di pancia con fughe improvvise alla toilette e la decisione è di quelle forti. Per nulla scontata. Un cambio di passo, di rotta. Uno squarcio nel velo di nebbia che ha avvolto la pre-campagna elettorale i vista delle amministrative. E la notizia è doppia, anche tripla o quadrupla: 1) il Pd ha dunque e finalmente il suo candidato a sindaco; 2) il papa è una “papessa” e potrebbe essere il primo sindaco donna di Città della Pieve; 3) non è espressione del Pd, ma di una forza alleata, più marcatamente di sinistra; 4) nessuno dei componenti la giunta uscente sarà ricandidato, segnando così una totale discontinuità, mentre la coalizione che si profila sembra ricucire alcuni strappi di 5 anni fa.
Il nome della “papessa” è quello negli ultimi giorni è circolato com maggiore insistenza, ovvero Simona Fabbrizi, 45 anni, origini pievesi, segretaria provinciale di Sinistra Italiana. Una figura “politica”, non un tecnico, o un esponente della cosiddetta società civile, per strizzare l’occhio al tanto decantato “civismo”. La sua candidatura sarà sostenuta dal Pd, da Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e – almeno dall’esterno, pare – anche da Maria Luisa Meo, leader e capogruppo di Pieve di Tutti, che da lista e gruppo consiliare diventa “osservatorio-laboratorio politico”.
Una chiara svolta a sinistra, con rottamazione dei rottamatori del 2014. Probabile che il Pd abbia deciso di appoggiare la candidatura di Simona Fabbrizzi, proposta da Sinistra Italiana e Rifondazione, più per necessità e mancanza di alternative in casa propria che per forte e robusta convinzione, ma alla fine poco conta. Alla fine conta sempre il risultato. Si ricompone quindi uno schieramento si sinistra-centro ampio e plurale, almeno come spettro di posizioni.
Il Pd esce così da un pericoloso isolamento, ritrova alleati che aveva perduto nel 2014 e che ha rischiato pure di ritrovarsi contro e in concorrenza alle prossime comunali. Perché se l’accordo non fosse andato in porto, probabilmente Rifondazione e Sinistra Italiana avrebbero presentato comunque una loro lista con Simona Fabbrizzi candidato a sindaco. Ma se il Pd trova – come abbiamo scritto in altri articoli – una scialuppa di salvataggio e quindi a possibilità di giocare la partita, l’operazione e la candidatura Fabbrizi ridanno oggettivamente fiato, visibilità e spessore anche alla sinistra a sinistra del Pd, che riconquista un proprio ruolo non solo di stampella, ma di indirizzo e di strategia.
Una cosa però il Pd l’ha chiesta e ottenuta. Che Simona Fabbrizzi sia affiancata in una sorta di “ticket” come si dice adesso, da un suo esponente, uno di quei “candidati per un giorno” che sembrava bruciato del tutto e che invece si mette a disposizione come numero 2 della lista. Si tratta di Michele Croce, 40 anni, vicino al mondo dei Terzieri e anche all’area cattolica.
Il resto della squadra è tutto da costruire. Ma il primo tassello adesso è al suo posto. Anzi i tasselli a posto sono due. Non è poco.
Il sindaco uscente Fausto Scricciolo non l’ha presa bene. E sul suo profilo facebook ha pubblicato un amaro “commiato” nel quale ammette di aver sperato in un ripensamento da parte del partito, difende l’operato suo e della sua giunta, le scelte fatte, rispedisce al mittente le accuse di aver causato un arretramento di Città della Pieve sul piano economico e turistico, di aver svenduto l’ambiente e l’ospedale, rivendicando al contrario la bontà di certe operazioni che hanno consentito di mantenere comunque in piedi dei servizi essenziali.
Ma Scricciolo chiude la porta anche a qualunque illazione su una sua possibile lista alternativa e personale. “Finisce qui”, scrive nel suo post che così si conclude:
“… in tutta l’Umbria sarò uno di quei pochissimi sindaci a non ricandidarsi dopo il primo mandato. Debbo scontare le ruggini delle primarie di cinque anni fa, le lotte intestine e tante altre colpe che prima o poi mi/ci verranno spiegate. Ci fermiamo qui e non ci ripresentiamo perché non avrebbe senso una terza lista civica con due competitori già schierati, non c’è spazio, non c’è più soprattutto la fiducia di chi e in chi speravamo di trovare riscontro e sostegno. Ora possiamo solo prendere atto delle scelte fatte. Ci dispiace per noi e per voi, purtroppo occorre nella vita anche farsi una ragione di come vanno le cose. A noi non interessa un posto al sole, non abbiamo interessi personali da coltivare e perseguire, ritenevamo di essere una risorsa, gente onesta, seria, laboriosa, determinata, che si metteva a servizio della propria comunità. Quando ho capito che non c’era il necessario sostegno ho fatto un passo indietro sperando, ad onestà del vero, in un ripensamento che non c’è mai stato. Questa esperienza politica, per me e per chi ha combattuto e l’ha condivisa fino in fondo con me, si chiude qui, con amarezza per tanti versi, ma anche con la soddisfazione di poter concludere convinti di aver dato il massimo per far bene, confidando che chi ha creduto in noi lo abbia apprezzato”.
Fausto Scricciolo dunque si chiama fuori, insieme a tutti i componenti la sua giunta. Probabile che il Pd un passaggio e un tentativo per verificare se qualcuno degli assessori e consiglieri uscenti è “recuperabile” lo farà. L’esito anche in questo caso non è scontato.
Quando si cambia strada e cavallo, dal punto di vista umano c’è sempre qualcosa che rimane sul terreno. La politica non è un pranzo di gala, a volte è una partita feroce. Le svolte sono spesso dolorose, anche se necessarie. Fausto Scricciolo – lo dice egli stesso e lo avevamo scritto anche noi – paga le scorie delle primarie del 2014 e anche il cambiamento del quadro politico generale dentro e fuori del Pd.
Adesso però per la neonata o rinata coalizione di centro sinistra (dove il centro è un Pd che vuol tornare a dire cose di sinistra) c’è da affrontare la campagna elettorale e vincere le elezioni, per non consegnare il Comune di Città della Pieve alla destra fascio-leghista salviniana o ad un “civismo” ibrido e trasversale che è storicamente di destra. Che è per lo più contro chi c’era prima, mai per costruire qualcosa, che è revanscismo e antipolitica più che proposta strategica alternativa.
L’operazione unitaria a sinistra, con Simona Fabbrizzi e Michele Croce a Città della Pieve riecheggia quella che sta portando avanti a Castiglione del Lago il candidato Pd Matteo Burico che proprio oggi ha presentato la sua coalizione che vedrà insieme 5 liste: quella del Pd, quella di Progetto Democratico, della sinistra radicale (Prc, Mdp Art.1, Sinistra Italiana), oltre alla Lista Burico 2019 e Alleanza Popolare per Castiglione del Lago.
Nel paese lacustre però si vota con il doppio turno. Anche se Burico spera di farcela al primo. A Città della Pieve no.
Nella città del Perugino vince chi prende un voto in più degli avversari. E al momento l’unica lista in campo, oltre a quella del centro sinistra imperniata sul Pd, sembra essere quella che sarà capeggiata da Fausto Risini. Lista civica che potrebbe e dovrebbe avere l’appoggio delle forze di centro destra, della Lega e del Movimento 5 Stelle, oltre ad alcuni dei promotori del Manifesto dei 26. Finora però nessuno si è esposto ufficialmente. E questo lascia oggettivamente Risini a bagnomaria… Se centro destra, Lega e 5 Stelle non si presenteranno in proprio, sarà la prova che appoggeranno Risini, cercando di battere Pd & C.
Ad oggi si profila comunque una battaglia a due tra Fausto Risini e Simona Fabbrizzi. Entrambi con un passato di segretario locale del Pds-Ds, pur non essendo nessuno dei due del Pd.
Le battaglie a due sono sempre molto incerte. Un po’ perché i numeri sulla carta danno i due schieramenti molto vicini, un po’ perché nell’uno contro uno possono determinarsi spostamenti imprevisti, possono verificarsi piccole e grandi vendette, agguati, faide di taglio medievale… E perché ognuno dei partiti e movimenti più o meno storici presenti su piazza può mettere sul piatto pacchetti di voti a chi offrirà di più in termini di garanzie future, anche all’ultimo momento. La politica è fatta anche di queste cose. E il civismo non ne è immune. Tutt’altro.
m.l.
Conosco Simona da anni, anche se da tempo ci siamo persi di vista. E’ una persona seria e competente, appassionata della politica vissuta con spirito di servizio. Un grande augurio.
Marco, “tornare a dire cose di sinistra” potrebbe non bastare; ci vogliono fatti e, per quelli, ci vuole tempo. Le chiacchiere, seppur di sinistra, le porta via il vento. Un progetto “di sinistra” esiste? Che si fa domani, se si vince, di aree verdi, di aree “naturalmente” commerciali – con edifici nuovi accanto ai vecchi capannoni che stanno crollando e son stati abbandonati dagli antichi marchi -; quanto suolo si consumerà; quanti spazi pubblici verranno sacrificati ad appetiti privati per pochi soldi; quanta salute dei cittadini verrà barattata con gli euro di antenne e concessioni? Come vedi, ci sarebbe spazio per più di un progetto e di una strategia. O basterà riverniciare i programmi di coalizione del 2010 per trovarsi con la coscienza a posto? Non conosco questa candidata, che mi dicono bravissima (e non ho motivo di dubitarne), ma potrà bastare la buona volontà a riaprire il pronto soccorso, ad asfaltare le strade (che si rinnovano per una corsa ciclistica, ma non per le esigenze dei cittadini che pagano le tasse), e via e via.
Non so se basterà, non so nemmeno se sia la scelta giusta (al di là della persona, naturalmente). E se il Pd e gli altri alleati saranno in grado su supportare l’operazione con idee e persone all’altezza. Ma mi sembra quantomeno una “presa d’atto” che serviva (e serve) un po’ di coraggio. E secondo me una alternativa fascio-leghista, appoggiata dai 5 stelle e ammantata di civismo garantisce anche meno. Il revanscismo di certa di certa destra (in qualunque modo si vesta o si camuffi) somiglia molto a mio parere al sentimento del “piccolo borghese arrabbiato e incattivito” di cui parlava Gramsci, indicandolo come il primo passo verso le cose peggiori…
X Lorenzoni. Si ma dal momento che si scomoda Gramsci mi verrebbe da pensare che il mondo attuale intorno non sia quello delle masse incolte che avevano come riferimento la speranza per il socialismo.Ben diversa è la situazione,e dentro a tale situazione si rispecchiano almeno per il momento le incongruenze manifestatesi all’interno del PD nazionale dopo l’elezione di Zingaretti dal momento che gli si vorrebbe affibbiare i contenuti di sinistra.Certo, sono tutti buoni a dire adesso che quelli renziani non erano contenuti di sinistra,ma si dice dopo che l’acqua è transitata sotto i ponti tutta questa roba.Le affinità sul piano nazionale che dicevo, anche se è una analisi tagliata beninteso con l’accetta, riguarda proprio il PD che ha eletto Zingaretti a proprio segretario e le figure del Presidente come Gentiloni e dell’altra figura Serracchiani. Qui secondo me c’è il bisogno che occorra uscire dall’imbraca ed avvicinarsi alla sinistra ed allora occorrerebbe recidere i vincoli con queste figure altrimenti si rimanifesteranno e riusciranno fuori le stesse contraddizioni di prima.E’ questione solo di tempo.Vi sembra sinistra un partito del genere con un segretario che guarda diciamolo pure larvatamente a sinistra ed un presidente e tutto uno stuolo di persone legate al mondo etico politico della ex Democrazia Cristiana?.La carta di presentazione è Zingaretti ma dietro c’è tutto un apparato che ha capito bene che deve interessarsi di cosmesi se vuole sopravvivere.E forse ci sta riuscendo perchè come vediamo dalle cifre quello che conta è quanto alla gente gli viene fatto percepire.E pensare che sono proprio da tali settori che proviene la protesta che l’italia si stia avvitando su se stessa.Risiamo alle solite.Chi pensava dentro di se che il cane mollasse l’osso si sbagliava di grosso,Zingaretti o Fabbrizzi o non Fabbrizzi di turno.Oggi l’unica e plausibile via per coloro che immaginano che lo sviluppo sia quello che hanno percorso antecedentemente è quella di vestire la sinistra e fare atti politici di centro sinistra e centro destra alternativamente.Tu mi dirai.” Aspetta, fallo governare e analizziamo le sue decisioni (Zingaretti) ed i suoi risultati e non occorre fare il processo alle intenzioni”. Ok ma i presuppposti perchè si ricada in quel pantano ci sono tutti e se fosse stato per loro( ”establishment margheritato”) avrebbero durato anche con Renzi.Solo che si scopriva l’impresentabilità e non il contenuto di quella politica, perchè il contenuto gli sarebbe andato anche ad hoc.
Ed allora una riflessione credo che possa essere d’obbligo:” dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
Sono d’ccordo,infatti la lista concorrente va con Fratelli d’Italia e Lega Salvini,questa ,bene o male,con la sinistra ed i civici.
X Remo. Si può dire di tutto come ho anche detto io, ma faccio una ulteriore lapalissiana riflessione: chi vince governa, ed allora facciamoli governare e giudichiamo dagli atti. Altro non c’è, perchè le contraddizioni al proprio interno ce l’hanno tutti.Ma della critica credo che ce ne possa essere bisogno, soprattutto quando si mette in cattiva luce un partito e si dice che sia alla canna del gas e poi gli si dia un salvagente dal quale poterlo issare sulla nave e riprendere la rotta anche con quello stesso a remare.Che operazione è ? Certamente che poi non esiste oggi come oggi un partito che possa governare da solo ma per governare si necessita di alleanze.E sono le alleanze a definire la direzione di marcia che chiaramente non può essere univoca ma in detta direzione pesano i vari pesi e rapporti di forza dei partiti stessi, delle loro rappresentanze e delle loro condivisioni o meno all’interno delle alleanze. Si scopre l’acqua calda che sia così ma mi si permetta di essere ancora una volta dipiù dubbioso verso colui che abbisogna del salvagente ed il vero POTERE DAL QUALE NESSUNO PRESCINDE è l’evidenza che vi sia la manifestazione di uno ” sciame di api intorno all’alveare.”Ronzano ronzano e col ronzare contribuiscono a costruire la diga che prima spesso avevano criticato anche aspramente. Ed allora di fronte a tali spettacoli io dico appunto: lasciamoli governare se andranno al potere e vediamo quello che producono.Ma poi da coloro che prima li criticavano aspramente e che ora rischiano di far parte dei massi di quella diga messi uno sull’altro per non far sfuggire l’acqua non è che sarà tanto ben accetto il mugugno se si verificasse, perchè queste situazioni mi sembra di averle già riviste in passato, sia a livelllo locale chè nazionale. Ed allora come recitava un vecchio proverbio che gettava l’acqua addosso a tutti o quasi: ”parecchi si fermano sempre troppo presto dopo i pensieri giusti; da qui le grandi difficoltà che sono nel mondo”. Anche perchè ” cambiare” è un verbo difficile a coniugarsi ed il suo uso volutamente improprio, permette a parecchi di galleggiare ed anche di far finta di spingere per il cambiamento, ben sapendo che dopo si ritorna ad un altro giro di giostra, con la differenza che prima i delusi e gli sconfortati hanno dato alle ultime elezioni una spinta politica per il superamento con grande meraviglia ed allarme per l’establishment e chi lo organizzava,mentre adesso mi sembra che le sirene che stanno venendo fuori dall’acqua -una volta raffigurate dalla mitologia come donne bellissime che con coda e pinne di pesce ammaliavano i naviganti- ma che adesso sono ridotte a vecchie megere sempre tenutarie delle chiavi delle stanze dei poteri,cantano per attrarre le barchette-perchè di barchette si tratta-per poterci salire sopra e veleggiare come facevano una volta, e magari se i marinai sono distratti come capita, si metterebbero con loro maximo gaudio anche loro stesse al timone. Proprio cambiamento non mi sembrerebbe, ma è chiaro che non bisogna ipotecare il futuro.Vediamo e giudichiamo essendo però non coinvolti dentro ai fumi emessi dalla loro carbonella ma conservando la capacità di giudizio verso i fatti.Solo così avremo la chiarezza davanti a noi.In fondo le alternative sono poche, anzi o l’una o l’altra e visto come è andata con l’una , che l’altra possa essere peggiore lo si dimostra solo se governa.
di coloro che loro stessi avevano contestato.
Carlo, a me come stanno governando i 5 Stelle e la Lega di Salvini basta e avanza per dire che quella non è la strada ed è meglio attrezzarsi per non farli vincere anche nei comuni. E Zingaretti naturalmente non c’entra un cazzo e non incide… Parlo di Città dela Pieve, C. Lago, Montepulciano ecc…
…ed infatti come al solito ho parlato a sproposito mischiando le pere con le mele vero ? Se a te come del resto a tanti altri non piace come governano bisognerebbe però capire perchè abbiano preso piede in modo tale da divenire il partito di maggioranza relativa.Non è che per caso le ragioni di tutto questo siano contenute nel fatto che le loro fila siano state ingrossate da parecchi che sono trasmigrati verso il governo giallo-verde e che era l’unico modo per non ritornare alle elezioni con la stessa legge elettorale? Poi è chiaro che Città della Pieve, Montepulciano, Castiglione del Lago ed altri che secondo te rischiano di cadere nella rete dei giallo-verdi pensi che siano esenti dalle contraddizioni che ho detto ? Ed allora risiamo sempre lì: la separatezza delle questioni è il modo che si usa quando serve e che fa sì che il tutto sia come il cosiddetto elastico delle mutande che dove lo tiri arriva.Se si dice che manchi un partito organico alla sinistra e poi ci si rifugia in assembramenti per galleggiare e perdipiù senza nessuna autocritica dopo i rovesci elettorali cosa vuoi che ne esca? Anche se ci fossero le migliori intenzioni per ricostruire un partito allo sfascio che abbia connotati di sinistra, con quelle persone che dicevamo prima nelle nuove compagini, che da sinistra sono indifendibili e che la sinistra hanno concorso a spaccarla e che oggi fanno la voce grossa perchè secondo loro difenderebbero i deboli contro le politiche di Salvini se osservassi dall’esterno la situazione mi sembrerebbe di essere in presenza veramente di una armata brancaleone alla quale di notte gli hanno sottratto le armi che usava per difendersi.E che ora grazie soprattutto al grande naufrago la cui unica speranza sia quella di aggrapparsi ai cespugli dell’1 e zero virgola degli altri partitini che prima lo contestavano, per continuare a galleggiare,mi viene da scuotere il capo e se penso che sia questa da sinistra l’alternativa allora è meglio che io stia zitto senza fare congetture come magari fai tu, ed attendere i fatti.Poi ”meglio o peggio”, perchè tu sei sempre quello che poni le domande del ”meglio o peggio” ma che vuol dire? Rispetto a cosa credo che occorrerebbe dire e pronunciarsi anche se fin’ora è il popolo italiano che si è pronunciato mi sembra.Come ho già detto.