CASTIGLIONE DEL LAGO, SCIOPERO DI 2 ORE DEI LAVORATORI COOP. SI TEME CHE LA FUSIONE CON COOP TIRRENO PORTI A CHIUSURE E PERDITA DI POSTI DI LAVORO

CASTIGLIONE DEL LAGO, SCIOPERO DI 2 ORE DEI LAVORATORI COOP. SI TEME CHE LA FUSIONE CON COOP TIRRENO PORTI A CHIUSURE E PERDITA DI POSTI DI LAVORO
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UN COMMENTO ALLA SITUAZIONE DEL’EX SINDACALISTA CGIL VASCO CAJARELLI

CASTIGLIONE DEL LAGO – Qualche settimana fa su queste stesse colonne davamo conto delle preoccupazioni dei lavoratori e di alcune forze politiche, il Pd per esempio, circa la fusione per incorporazione di Coop Centro Italia con Coop Tirreno. Preoccupazioni riguardanti il futuro del magazzino e delle strutture di Coop Centro Italia, ma anche per il mantenimento dei liveli occupazionali e dei posti di lavoro nel territorio. Ebbene, l’11 febbraio scorso le maestranze della sede e del magazzino di Castiglione del Lago si sono riunite in assemblea con i sindacati Cgil e Uil e hanno deciso di indire uno sciopero di 2 ore per giovedì 20 febbraio. L’astensione dal lavoro sarà dalle 8.30 alle 10,30 con presidio fuori dalla stessa sede di Castiglione del Lago.

“Nonostante le nostre ripetute richieste – spiegano le organizzazioni sindacali –, l’azienda non ha ancora fornito il piano industriale relativo alla fusione per incorporazione con Unicoop Tirreno. Con questa iniziativa vogliamo informare l’opinione pubblica della condotta dell’azienda e richiedere con forza il piano industriale e le ricadute occupazionali che l’applicazione dello stesso avranno sui lavoratori e su tutto il territorio locale. La fusione per incorporazione – ricordano Filcams Cgil Perugia e Uiltucs Uil Umbria – sposta la sede legale e amministrativa in provincia di Livorno e rischia di indebolire la presenza nel territorio della cooperativa. Per queste ragioni, consapevoli che Coop Centro Italia rappresenti un patrimonio di tutta la comunità, chiediamo il sostegno delle istituzioni e invitiamo al presidio tutte le forze politiche e sociali della regione, auspicando che la mobilitazione favorisca un cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti e degli amministratori di Coop Centro Italia, che sino a ora sono stati evasivi”.

Insomma il processo di fusione si annuncia come una operazione non indolore. Il termine “evasivi” usato dai sindacati per definire i dirigenti della cooperativa la dice lunga sul fatto che la preccupazione sia forte e i rapporti tra le parti tutt’altro che idilliaci. Molti però, anche sui social, ritengono la mobilitazione forse tardiva, come a dire che si prova a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.

Riportiamo di seguito, il commento alla situazione, pubblicato da Vasco Cajarelli che è stato sia dipendente di Coop Centro Italia, sia, in seguito, sindacalista della Cgil e alle ultime elezioni regionali umbre era candidato in una delle liste del centro sinistra in appoggio a Stefania Proietti. Cajarelli ricorda nel suo post anche la scissione avvenuta nel 2022 della componente toscana, con la perdita di 29 punti vendita.

È una lunga storia
Sono stato dipendente per 41 anni di questa azienda,sono entrato con la gioia e l’ orgoglio di chi lavorava in una azienda diversa perché era una cooperativa, questa diversità molto presto è scomparsa. Sono anni che questa realtà è in declino,scelte sbagliate sui piani industriali,scelte sbagliate sui piani finanziari hanno ridotto questa che era un fiore all’ occhiello per il nostro territorio e per tutta l’ Umbria una Crisi senza fine. Le scelte sbagliate di questi anni, sono stati avallati da un sistema politico e sociale incapace di opporsi che ha determinato una crisi infinita e come gli ho detto in trattativa,”hanno fatto sì che i dipendenti coop debbano andare a fare la spesa all’Eurospin”, il peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità è sotto gli occhi di chi vuole vedere. Le esternalizzazioni, la perdita dei 29 negozi della bassa Toscana (quelli con maggiore redditività), i piani industriali tutti saltati, sono stati accettati o digeriti con il beneplacito di tutti, senza esclusione! La perdita di occupazione nel territorio è stata drammatica e peggio sarà con le scelte che stanno facendo.Oggi tutto è più complicato,ma è del tutto evidente che il piano industriale presentato rappresenta l’ ultima “mazzata”al territorio del Trasimeno e all’ Unria. Va assolutamente impedito che il centro direzionale esca da questo territorio, l’ assessore regionale deve convocare l’ azienda e chiedere che ciò non avvenga,il sindacato insieme a tutta la collettività del territorio Deve mobilitarsi,due ore di sciopero si fanno per solidarietà non per una battaglia così rilevante. Deve finire la complicità con questa realtà,praticata ampiamente,fino al punto che i giornali trattano con omertà e mi hanno impedito queste mie dichiarazioni. Continuo a pensare, come proposto da anni , che l’ unica soluzione credibile è l’ unificazione con Unicoop Firenze, anche perché in alternativa procedendo nell’unificazione con coop Tirreno è la somma di due debolezze, e come è noto, non produce una forza. Interrompere il declino di questa realtà vuol dire cambiare radicalmente il destino che gli hanno assegnato, quando abbiamo portato il centro direzionale della Coop a Castiglione del lago abbiamo fatto tre giorni di sciopero per evitare di andare in altri territori, e il sottoscritto ha preso una querela da parte della sovrintendenza perché impediva la realizzazione della palazzina, oggi facciamo due ore di sciopero perché la chiudono… La Coop è patrimonio nostro non di chi la dirige!!!!
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