MONTEPULCIANO, VINCE ANGIOLINI PER 2 VOTI. L’AMAREZZA DI PIZZINELLI. E ANCHE STAVOLTA IL PD LE PRIMARIE LE PERDE

lunedì 11th, marzo 2024 / 11:34
MONTEPULCIANO, VINCE ANGIOLINI PER 2 VOTI. L’AMAREZZA DI PIZZINELLI. E ANCHE STAVOLTA IL PD LE PRIMARIE LE PERDE
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MONTEPLCIANO – Che potesse profilarsi una vittoria al foto finish  alla primarie del centro sinistra era stato pure preventivato. Ma che uno dei due vincesse per 2 voti: 910 a 908, no. Praticamente come quando fischiano un fuorigioco per un gomito oltre il difensore. Avevamo scritto che Angiolini era più forte nelle frazioni e Pizzinelli nel centro storico. Ma il sostanziale pareggio, con vittoria all’ultimo respiro non era preventivabile. Ha vinto il sindaco  uscente Michele Angiolini. E quindi sarà lui il candidato del centro sinistra alle amministrative di giugno. Ma la sua è oggettivamente e non solo per quei miseri 2 voti di scarto, una “vittoria mutilata”, perché l’esito del voto dice che Angiolini ha vinto abbastanza agevolmente in tutte le frazioni, ma ha perso e di brutto nei due seggi del centro storico. Nelle frazioni Angiolini ha totalizzato 688 voti, Riccardo Pizzinelli, lo sfidante, 249, differenza 439 voti a favore del primo. Nel centro storico Angiolini 222, Pizzinelli 659, differenza 437 a favore del secondo.

Come il Visconte di Italo Calvino, Michele Angiolini sarà una candidato “dimezzato” perché non ha solo mezzo “popolo delle primarie” schierato con il suo competitor, ma anche mezza città che gli ha voltato clamorosamente le spalle. Soprattutto il cuore pulsante della città. Quella che sta lassù sul colle poliziano e nel 2023 ha acconto quasi 400 mila turisti…

Ma l’esito delle primarie racconta anche altro. Racconta per esempio: 1)  che le frazioni sono sempre alla fine quelle che fanno vincere o perdere; 2) che il Pd le primarie di solito le perde, a Montepulciano come altrove. Perché il Pd a Montepulciano puntava su Pizzinelli, non su Angiolini, altrimenti lo avrebbe ricandidato senza passare dalle forche caudine delle primarie e perché a votare c’è andata poca gente: 1.825 elettori, meno della metà di quanti votarono per il centro sinistra alle comunali del 2019, quando vinse Angiolini. Per vincere di nuovo a giugno ci vorranno almeno altrettanti, se no sarà dura.

Ma il Pd e il centro sinistra le primarie le ha perse perché il voto fotografa e consegna una città divisa e un cenro sinistra diviso. La stessa dichiarazione, pubblicata a caldo dallo sconfitto Riccardo Pizzinelli sulla sua pagina fb non sembra aprire ad una fase conciliante e di unità:  “Siamo all’epilogo di questo percorso. Alle primarie di domenica 10 marzo, un gruppo di belle persone con l’appoggio di un partito di gente per bene, il PSI, e di una grande addetta stampa, Valentina, non ce l’ha fatta, forse per due voti, forse per uno, ma le regole sono regole e il risultato è che non mi vedrete in lizza per le prossime amministrative di giugno. Può gioire chi ha cercato di diffamarmi per tutto questo periodo, i falsi ambientalisti, il popolo saccente del web, i burocrati incalliti che hanno tremato per due mesi pensando di perdere il loro potere. Adesso più nessuno li disturberà. Mi dispiace anche per i poteri forti, perché non avranno più il loro paladino. Soprattutto, mi dispiace tanto per le 908 persone che sono venute in una giornata ventosa e piovosa a dare il loro voto. A loro dico grazie! Il maggior cruccio è però per il territorio e per Montepulciano per i quali avevo tante idee, ma non le potrò proporre o realizzare. Purtroppo il sistema ha preferito andare in una direzione che, devo dire, potrebbe portarlo a sbattere e questo non è bello. Detto questo sono stato in una coalizione e non la rinnego, quindi vi dico di votare e votiamo il centrosinistra, sperando che qualcuno impari da tutta questa vicenda. Per me, vi confesso, è stato un grande successo, riprenderò la mia vita e la mia professione, con accanto degli amici meravigliosi con i quali ho condiviso un’avventura stupenda che, come ho detto altre volte, auguro a tutti di poter vivere. Dopo questa esperienza posso dire di avere molta più stima in me stesso; stavolta senza modestia posso dire che mi sono davvero piaciuto. Grazie di nuovo a tutte e a tutti!”.  

Pizzinelli invita a votare per il centro sinistra a giugno, ma lo fa quasi a denti stretti (è comprensibile, umano), parlando del suo “cruccio” di non poter portare avanti i progetti e le idee che aveva in mente e parla anche di “sistema” che  “ha preferito andare in una direzione che, devo dire, potrebbe portarlo a sbattere e questo non è bello”.

Quindi il centro sinistra si appresta ad affrontare la campagna elettorale con Michele Angiolini come front man anche stavolta, ma con una coalizione e un partito di maggioranza relativa divisi e lacerati da una battaglia interna che è già stata un “gioco al massacro” (come volevasi dimostrare e come avevamo anche noi più vlte segnalato) che potrebbe lasciare strascichi. In politica la somma non fa mai il totale e nonostante l’invito di Pizzinelli, non è scontato che i suoi supporters ed elettori alle comunali votino per Agiolini. Non è scontato per niente. Soprattutto alla luce di una sconfitta per 2 voti e una vittoria schiacciante nel centro storico.

Viene da chiedersi come mai il Pd e i suoi alleati abbiano deciso di sottoporsi a questa conta fratricida esponendosi a prevedibili divisioni e contrapposizioni che ora sono già diventate lacerazioni difficili da ricucire. Mancano tre mesi al voto per il sindaco e il Consiglio Comunale. Ora anche gli avversari sanno che il centro sinistra a Montepulciano non è (più) un muro compatto, inattacabile e difficile da buttar giù, ma appare – se parliamo di muri – più simile a quello di Collazzi che un anno e mezzo fa è franato a valle perché qualcuno che doveva operare per ripulirlo da piante infestanti e renderlo più sicuro, lo ha scalfito alla base togliendogli il terreno d’appoggio…

Pd & C. si sono insomma picconati da soli. Riccardo Pizzinelli è arrivato ad un soffio dall’impresa che riuscì ad Andrea Rossi nel 2009, ma è caduto proprio sul traguardo. E in questo tipo di partite la prestazione e il bel gioco contano poco, conta solo vincere. E infatti non ha detto che si metterà a disposizione della coalizione, ma che tornerà alla sua vita e alla sua professione. Che, tradotto è come dire “not in my name”. La prima lacerazione causata dalle primarie di ieri è questa. E non è cosa da poco.

Michele Angiolini proverà a recuperarlo? Per ora non sembra:  “Un ringraziamento a tutti coloro i quali hanno esercitato ed espresso il loro diritto di voto e a Riccardo Pizzinelli per i contributi di idee scaturiti in queste settimane di incontri. A chi accetta di mettersi a disposizione per il bene e la crescita del proprio paese occorre solo dire grazie”. Il commento a caldo, sullo sfidante, del sindaco uscente e vincitore delle primarie, finisce qui. Un grazie di circostanza, magari anche sincero, ma nessuna “apertura” per un eventuale coinvolgimento futuro di Pizzinelli e di chi lo ha sostenuto.

Vedremo anche come reagirà il Psi, partito che ha proposto Pizzinelli. “Grazie di cuore a quelle 908 elettrici ed elettori che si sono recati a votare Riccardo, riconoscendo in lui quella figura di grande spessore culturale e competenza, che sono alla base per essere definito un buon sindaco. Due voti di scarto sono proprio una inezia, ma la democrazia è questa, e faccio quindi i complimenti al candidato che ha prevalso, augurandogli la vittoria alle amministrative di giugno”. Così Luciano Garosi, esponente di spicco del Psi poliziano. Anche lui si ferma ai ringraziamenti e ad un laconico augurio ad Angiolini (senza peraltro neanche nominarlo) per la vittoria delle elezioni a giugno. Nel linguaggio spesso criptico della politica più che un augurio, sembra un “e adesso arrangiatevi!”

Insomma l’eredità lasciata al centro sinistra dalle Primarie di ieri somiglia più a quelle case che uno si ritrova quando muoiono i genitori e che sono piene di crepe e di magagne, né vendibili, né abitabili… Un debito più che un guadagno.

m.l.

nella foto:  Ricardo Pizzinelli, sconfitto sul filo di lana.

 

 

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