UN ANNO SENZA “IL FIORANI”. UN VUOTO CHE PESA

lunedì 11th, marzo 2024 / 12:34
UN ANNO SENZA “IL FIORANI”. UN VUOTO CHE PESA
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CHIUSI – Oggi è un anno che se ne è andato Luciano Fiorani. E’ stato un anno duro. E la presenza e le intemerate di Luciano sono mancate. Parecchio.  Sono mancate a chi gli era amico e lo frequentava, come me. Ma credo siano mancate a tutti. Perché non c’era discussione politica, culturale, ambientale su cui “il Fiorani” come lo chamavamo tutti, non partecipasse dicendo sempre la sua, un po’ pontificando, un po’ smadonnando contro la frequente e sempre più evidente pochezza del dibattito e delle argomentazioni. Soffriva come molti, anche lui, il declino di una cittadina che quando ci venne a vivere e al avorare, alla metà degli anni ’70, era tutta un’altra storia.  Come me e come altri non si rassegnava a questa deriva verso il nulla. O il molto poco. Come se il nulla e il poco fossero ineluttabili e destino comune delle cittadine di provincia, lontane dalle metropoli e dai grandi flussi, ma con tutti i vizi, le magagne, i problemi delle metropoli.

Non vedere più il Fiorani passare per Piazza Dante o via Manzoni in bicicletta, con la maglietta gialla, mi è sembrato in questi 12 mesi un “buco” nella vita di tutti i giorni. Era uno dei pochi della nostra generazione che usciva sempre, anche la sera dopo cena. Cosa che fanno in pochi ormai. Due passi, una pedalatina con la bici da passeggio, un caffè e due chiacchiere che quasi sempre diventavano quattro, poi quaranta, poi quattrocento. Fare le due era un attimo… Un po’ di politica, un po’ di Fiorentina (due mondi che le “madonne” le farebbero dire a chiunque, anche ai santi), un po’ di ciclismo, ma tanto per tirare tardi anche disquisizioni sul vino, il cibo, i libri, i film… Sulle cose belle e su quelle brutte che si incontravano camminando: un albero potato ad minchiam, un marciapiede sconnesso, un lampione spento… Poi accorgendoci che stavamo facendo come gli “umarel” che guardano i cantieri ci mettevamo a ridere sulla vecchiaia incipiente.

Il Fiorani non ci è arrivato alla vecchiaia, se ne è andato un anno fa alla soglia dei 72, che non sono certo tanti. Anzi per andarsene sono pochi. Sono convinto che in questo anno lo avremmo trovato a dare una mano alla battaglia contro la stazione in linea e per valorizzare quella di Chiusi. Che lo avremmo visto, con noi, alle iniziative per la pace, contro la guerra in Ucraina e contro il genocidio a Gaza. Oggi riderebbe del risultato delle regionali in Abruzzo e delle Primarie del centro sinistra a Montepulciano… Anzi sono convinto che là dove si trova adesso sarà lì che smadonna sull’inconsistenza di certi politici come il presidente dell’Abruzzo che non sa dove sia la sua regione (ha parlato di tre mari), ma anche di quelli che dovrebbero rappresentare l’alternativa e non ci riescono perché sono ugualmente inconsistenti, sorriderebbe della fine del M5S che è stato l’ultimo partito cui si era avvicinato. Caro Luciano, ci hai giocato un brutto scherzo un anno fa. Qui non ci si abitua all’assenza. Io, ogni volta che passo in Piazza Dante guardo giù verso via Mazzini, per vedere se ti vedo spuntare con la bicicletta…  Lo so che non succederà. Ma mi viene spontaneo farlo. Ed è un modo per tenere a bada il vuoto e… le madonne.

m.l.

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