COLLEGAMENTO PERUGIA-CHIUSI E STRADA DEL FORNELLO: PALMIRO GIOVAGNOLA PARLA DEGLI STUDI DI FATTIBILITA’ DI 20 ANN I FA…
CHIUSI – Ieri, in altro articolo, riferivamo della disponibilità della Provincia di Perugia ad aprire un tavolo tecnico-politico sul collegamento stradale Perugia-Chiusi e in particolare sull’adeguamento della Sp 309 del Fornello o “Moianese“, cioè quei 10 km di tornanti tra Piegaro e Moiano, con attraversamento dell’abitato di Moiano e prima del piccolo nucleo Casaltondo-Palazzolo. Una “apertura” importante quella dichiarata dalla funzionaria Erika Borghesi, consigliera con delega al Servizio viabilità. Come abbiamo scritto anche nell’articolo citato, della questione si parla da anni, ma finora non è stata mai trovata una soluzione. La stessa Amministrazione Provinciale di Perugia se ne interessò avbbondantemente in passato. Precisamente intorno al 2005-2006. All’epoca la Provincia era ancora un ente elettivo, Palmiro Giovagnola, che quando faceva il sindaco di Città della Pieve (1990-1999) noi chiamavamo “Re Palmiro”, della Provincia è stato vicepresidente dal 1999 al 2009. Per un certo periodo con delega anche ai trasporti e viabilità. E infatti ricorda benissimo il lavoro e le elaborazioni che al tempo la Provincia di Perugia mise in campo.
Gli abbiamo rivolto alcune domande in proposito.
Cosa ci puoi dire, sulla base della tua esperienza in Provincia, sul collegamento Perugia-Chiusi e sull’adeguamento della Sp 309 del Fornello?
Posso dire che ci lavorammo un bel po’, come Amministrazione Provinciale, insieme ai sindaci dei comuni interessati, Luciana Bianco di Panicale, Caporali di Piegaro, Fallarino di Città della Pieve. Sono passati quasi 20 anni, si era alla metà del primo decennio 2000…
Furono elaborati dei progetti?
Progetti veri e propri no, studi di fattibilità sì. All’Ufficio Tecnico della Provincia ci sono le carte…
Come Primapagina ne parlammo all’epoca. Se non ricordo male furono prese in esame varie opzioni..
Sì, c’erano tre diverse opzioni. Per la verità non si parlava espressamente del collegamento Perugia-Chiusi, ma quei ragionamenti sul rifacimemento-adeguamento della Sp 309 si inquadravano nel progetto di adeguamento della Pievaiola, che poi è stato in parte realizzato con la Variante di Tavernelle e in un ragionamento tutto umbro per collegare l’area di Perugia e la Valnestore alla “bretella di Po’ Bandino” per poi proseguire verso il Casello A1 di Fabro in direzione sud…
Ma anche verso il casello di Chiusi-Chianciano Terme in direzione nord e, oggettivamente verso il nodo ferroviario di Chiusi…
Sì, oggettivamente, anche se non dichiarato ufficialmente, l’aggancio al nodo di Chiusi era nelle cose, perché di fatto due di quelle opzioni arrivavano proprio a lambire Chiusi e la zona ferroviaria…
Quali erano queste tre opzioni, per la precisione?
La prima riguardava proprio la Sp 309 del Fornello e prevedeva, dopo la Variante alla Pievaiola a Tavernelle, di migliorare il tratto Piegaro-Moiano, sia nella parte iniziale, sia evitando l’imbuto di Palazzolo-Casaltondo e poi Moiano, tagliando fuori i due nuclei abitati e andando a intersecare la SR 71 per poi proseguire verso le due “Bretelle” di Po’ Bandino (la prima nella zona produttiva) e la seconda che porta alla Fondovalle e a Fabro.
La seconda prevedeva invece di tagliare da Tavernelle, sotto Panicale, per la zona produttiva Olmini e andare a intersecare la 71 nei pressi di Macchie-Stazione di Panicale, per poi proseguire verso Moiano, Po’ Bandino, e da lì raggiungere Chiusi o, tramite la bretella di Fondovalle, andare verso il casello di Fabro. Questa ipotesi non escludeva una variante stradale che consentisse di non appesantire di traffico a Moiano, sotto la collina de Le Coste. A destra dell’abitato viaggiando in direzione Chiusi per intenderci…
La terza, più complessa e avveniristica, prevedeva di proseguire da Piegaro verso Città della Pieve sulla Pievaiola e con un tunnel sotto Città della Pieve raggiungere Ponticelli e quindi Fabro. Questa era sostanzialmente un incremento della Variante alla Pievaiola e ed era anche l’unica che non aveva come sbocco naturale anche Chiusi.
Forse vale la pena ricordare che in quegli anni, tra il 2004 e il 2009 si parlava anche di altre opere importanti che avrebbero avuto bisogno di una viabilità migliore: l’ospedale unico del Trasimeno che avrebbe dovuto sorgere tra Paciano e Villastrada (località Salticchio), praticamente nei pressi del cavalcaferrovia che dalla 71 porta a Villastrada e a Sanfatucchio sul vecchio tracciato della statale e il Centro Intermodale Merci interregionale che avrebbe dovuto sorgere a Chiusi, con accesso proprio dalla Bretella Po’ Bandino-Fondovalle…
Esatto. Si parlava della Variante alla Pievaiola a Tavernelle, dell’Ospedale Unico e del Centro Merci finanziato dal Patto Territoriale Vato… E si parlava anche della Variante alla Sr 71 a Castiglione del Lago, anche in quel caso per evitare l’attraversamento dell’abitato tagliando a ovest, tra la zona stazione e l’ex aeroporto… Di tutto questo ad oggi è stata realizzata solo la Variante alla Pievaiola a Tavernelle. Il resto è rimasto nelle carte e nei ragionamenti di allora.
Perché?
Perché la politica ha preso altre strade (in questo caso è proprio il caso di dirlo). Le Province sono state azzerate e trasformate in Enti di secondo livello con meno risorse e meno competenze, la Regione ha guardato sempre altrove e forse gli stessi comuni della zona hanno smesso di pressare…
Dal punto di vista economico, si tratta di opere molto costose?
Non sono semplici rifacimenti, sono opere consistenti, da milioni di euro. Richiedono progettazioni accurate e investimenti robusti, ma non sono opere impossibili e risolverebbero un sacco di problemi.
Uno di questi problemi – non possiamo fare a meno di notarlo – è senza dubbio la gran mole di traffico, anche di mezzi pesanti, nel cuore di Moiano. Mentre parliamo davanti a un caffè, sullo “stradone” ne passano a decine. Una processione infinita. Forse, la responsabile del Servizio Viabilità della Provincia di Perugia Erika Borghesi, i sindaci e i consiglieri provinciali farebbero bene ad andare a ricercare le carte e gli studi di fattibilità di cui parla Palmiro Giiovagnola e che giacciono dimenticati in qualche cassetto. Potrebbero essere una base su cui cominciare a discutere se davvero si aprisse un tavolo sul tema..
Paradossalmente l’imminente campagna elettorale amministrativa per la Regione Umbria e quasi tutti i comuni della zona del Trasimeno-Valnestore, potrebbe dare una mano. E se, nel frattempo, Chiusi, Città della Pieve e il Patto Vato riprendessero in mano il dossier Centro Intermodale Merci (magari individuando un’area diversa su cui realizzarlo) anche quello potrebbe dare una spintarella…
M.L.
Vero quello che dice Palmiro,perché rimane tutto sulla carta? La politica di allora è quella di oggi hanno interessi altrove, l’Umbria conta poco, sono dell’avviso che oramai si debba parlare di una regione allargata con le Marche e l’alto Lazio… allora forse..
Ma diamo il via alle parole!!!