CITTA’ DELLA PIEVE, IL PD LANCIA MARCO CANNONI. MA E’ SOLO

martedì 20th, febbraio 2024 / 15:16
CITTA’ DELLA PIEVE, IL PD LANCIA MARCO CANNONI. MA E’ SOLO
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CITTA’ DELLA PIEVE – Domenica scorsa si è svolta una iniziativa del Pd locale per la presentazione al pubblico del candidato a sindaco (del Pd), in vista delle prossime amministrative di primavera. E il candidato è – come già anticipato, anche su queste colonne – Marco Cannoni, segretario dell’Unione comunale del partito ed ex vicesindaco nelle legislatura di Fausto Scricciolo. L’ultima a guida Pd.

C’era gente nella sala delle Muse di palazzo della Corgna e per il Pd questo può essere un buon segnale. Ma non c’erano alleati. E questo invece è un segnale meno buono. Perché il “centro sinistra” al momento è il Pd. E basta. Non è chiaro nemmeno se ad appoggiare Cannoni ci saranno quelli di Sinistra Italiana, che espressero la candidata di coalizione Simona Fabbrizi alle elezioni del 2019. Per il resto, al momento zero carbonella.

A Città della Pieve il “frente amplio” che si sta delinenando per esempio a Perugia e a Castiglione del Lago, con Pd, M5S e sinistra Italiana e altri al momento non c’è. C’è sul tavolo un candidato del Pd, appunto Marco Cannoni, 39 anni, moianese, ma non c’è una coalizione.

Al momento di candidature sul tappeto ce n’è anche un’altra: quella di Lucia Fatichenti, con una lista propria. Poi dovrebbe esserci, anche se non è stata ancora né ufficializzata, né annunciata, quella del sindaco uscente Fausto Risini.

Lucia Fatichenti era la vice di Risini, poi a metà percorso ha lasciato la compagnia sbattendo la porta. Non è un mistero che abbia provato (o sperato) di avere l’appoggio del Pd, ma non l’ha trovato e dunque correrà in proprio. Non è chiaro cosa faranno la destra e il M5s che nel 2019 appoggiarono più o meno apertamente Risini.

La destra dove potrebbe esserci un rimescolamento di voti con travaso dalla Lega e Forza Italia a Fratelli d’Italia dovrebbe rimanere fedele al sindaco attuale appoggiandolo di nuovo. Il M5S non è più quello del 2019 che era strutturalmente destrorso, adesso è “scremato” dell’elettorato di destra, passato armi e bagagli con Giorgia Meloni e ciò che ne rimane potrebbe sì rimanere con Risini, magari ottenendo un assessorato o due, ma potrebbe anche alla fine “allinearsi” ai vertici umbri e appoggiare Cannoni o come estrema ratio, Lucia Fatichenti, sposando la causa del “civismo” puro e semplice.

Ovvio che, con il sistema elettorale vigente nei comuni sotto i 15 mila abitanti, con tre liste in campo sarebbe avvantaggiata, per forza di cose, quella del sindaco uscente che tra l’altro sta facendo un “finale di partita” piuttosto vivace con lavori a go-go e progetti a medio termine che fanno pensare alla voglia di fare il bis e restare in sella altri 5 anni per finirli quei progetti…

Vedremo come evolverà la situazione. In questo quadro, la riconquista del Comune da parte del Pd (e del centro sinistra se il Pd riuscirà a trovare qualche alleato) non è impossibile, soprattutto se riuscirà a coinvolgere e mobilitare le frazioni, ma non sarà semplice. Tutt’altro. Non per colpa di Cannoni, ovviamemente, ma della… solitudine. Il Pd alle ultime elezioni politiche è risultato minoranza rispetto alla Lega anche a Moiano ex “piccola Stalingrado” dove ancora c’è una Casa del popolo e si fanno le feste de l’Unità…

Oggi la Lega non è quella del 2019 o del 2022. Ma c’è il “fenomeno Meloni” che potrebbe arginare l’emorragia del partito di Salvini. E il fatto che il Pd non riesca ad andare a patti non solo con i 5 Stelle, ma neanche con Sinistra Italiana, con i comitati ambientalisti e con i vecchi socialisti è una fotografia impietosa.

Mancano 4 mesi al voto. Un p0′ di tempo per aggiustare gli equilibri c’è. Da vedere se c’è anche la volontà di farlo.

m.l. 

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