ALTA VELOCITA’: COMITATO SAVA, GIANI, CECCARELLI, SCARAMELLI… QUANTE CONVERSIONI SULLA VIA DELLE CHIANACCE

ALTA VELOCITA’: COMITATO SAVA, GIANI, CECCARELLI, SCARAMELLI… QUANTE CONVERSIONI SULLA VIA DELLE CHIANACCE
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CHIUSI – San Paolo è rimasto nella storia per la sua conversione sulla via di Damasco. Forse aiutati dal clima natalizio alcuni noti personaggi negli ultimi 30-40 giorni sono rimasti “folgorati” e si sono convertiti sulla via della Chianacce. O sul Raccordo Autostradale 6, la Siena-Bettolle-Perugia, luoghi meno esotici e fortunatamente anche meno martoriati di Damasco.
Non appena il Tavolo Tecnico presso il Ministreo dei Trasporti ha indicato in Creti-Farneta il luogo più idoneo in cui costruire l’ipotetica Stazione AV Media Etruria, i primi ad essere rimasti “folgorati” sono stati quelli del Comitato Sava di Arezzo, che spingevano forte per Rigutino e, quando la scelta è caduta su Creti, hanno cominciato a dire “allora meglio niente!”
Poi a cambiare opinione, posizione e registro è stato lo stesso Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, anche lui convinto assertore di Rigutino: “A Creti sarà una colata di cemento per costruire non solo la stazione, ma tutto quello non c’è, ovvero posteggi ecc… Meglio pensarci bene e puntare sulla valorizzazione dell’esistente. Cioè sulle stazioni di Chiusi e Arezzo. Se Giani fosse un ginnasta parleremmo di capriola o salto mortale carpiato con avvitamento a sinistra… Benvenuto tra noi, presidente Giani!” scrivemmo su queste colonne dopo la folgorante conversione.
Dopo Giani anche Vincenzo Ceccarelli si è “ri-convertito” alla Opzione Zero. Chi è Vincenzo Ceccarelli? E’ ‘ex assessore ai trasporti della Regione Toscana in carica dal 2013 al 2020. Prese il posto del chiusino Ceccobao, che dopo aver fatto il lavoro sporco per conto dell’Ad delle Fs Moretti (chiuse una quindicina di stazioni) fu sbolognato dall’allora governatore Enrico Rossi. Ceccarelli venne a tutte le inaugurazioni del Frecciarossa, venne pure alla inaugurazione ella stazione dopo il restyling del 2017 costato 7 milioni di euro, sembrava l’amico numero uno di Chiusi (e di Arezzo, la sua città), finché nel novembre 2022 se ne uscì vantandosi di aver inventato lui la Media Etruria e di aver portato il suo partito, il Pd, su quella strada. Adesso dopo l’indicazione a favore di Creti, anche lui fa marcia indietro: “meglio niente, puntiamo su quello che c’è”. Accogliamo anche Vincenzone nel gruppo dei contrari alla stazione in linea.
Tra l’altro, non è più assessore, ma capogruppo, quindi un ruolo non secondario.
Non è finita, stessa conversione a U sulla Siena-Bettolle-Perugia per il suo colega di consiglio regionale Stefano Scaramelli, che si è battuto da sempre per la stazione in linea (preferibilmente a Salcheto-Tre Berte) e adesso invece torna a proporre l’utilizzo e la valorizzazione delle stazioni esistenti, proponendo anche il treno ibrido diretto Siena-Chiusi-Roma, che cosentirebbe un collegamento più rapido dalla città del Palio alla Capitale, valorizzando anche i nodi di Chiusi e Sinalunga.
Infine i sindaci della Valdichiana Senese che tornano a chiederee più treni, non solo l’AV, a Chiusi e interventi per migliorare il servizio sulla Siena-Chiusi.  I sindaci hanno sempre detto “valorizziamo Chiusi”, aggiungendo però un “ma anche” o “in atttesa di”… che significava sposare la scelta della Stazione in Linea tanto che l’hanno inserita come previsione nel Piano Strutturale Intercomunale…
Una serie di folgorazioni e conversioni, sia pure tardive, di questa portata non si vedeva dai tempi della predicazione di San Francesco e Fra’ Dolcino, per non andare troppo indietro fino a Santa Mustiola…
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. La politica è fatta anche di queste cose. Adesso molti dei vecchi “nemici” di tutti coloro che si sono battuti e ancora si battono contro la stazione in  linea e per la valorizzazione degli scali esistenti, stanno sposando quelle stesse posizioni. Per noi di questo giornale, per il Comitato Opzione Zero, per alcune forze politiche e movimenti è indubbiaente una vittoria. Non ancora definitiva, ma significativa.
Ma c’è chi in questo ambito non intende fare sconti e sottolinea i ritardi e le ambiguità pregresse. I Podemos di Chiusi per esempio. I quali scrivono:
Scaricata la stazione di Salcheto (per cause di forza maggiore), l’amministrazione comunale si accorge che bisogna puntare sulla stazione di Chiusi. Potrebbe essere troppo tardi! Sarebbe stato meglio fin dall’inizio puntare su un unico cavallo, invece di mantenere una posizione equivoca quanto ambigua. Tutti gli strumenti amministrativi e politici dovevano essere utilizzati sin dall’inizio a sostegno della nostra stazione, a partire dall’ approvazione del piano strutturale d’area. Non si può non vedere la contraddizione di chi, da una parte apriva la strada con atti formali ad una nuova stazione in linea , in competizione diretta con Chiusi, e dall’altra ora rincorre a parole un risultato ormai sfumato.
Con questa nota sul tema ferrovie-trasporti il gruppo Possiamo rompe definitivamente gli indugi e passa DI FATTO all’opposizione. Fino ad ora era rimasto al “passo di lato” rispetto alla maggioranza che sostiene Sonnini, maggioranza dalla quale i Podemos sono usciti poco più di un anno fa. La presa di distanze dalla giunta e dal gruppo ormai monocoore Pd, a questo punto è netta e senza appello.
Inutile dire che non solo i sindaci, ma anche il Pd di Chiusi e della Valdichiana adesso si trova spiazzato e costretto a inseguire. A giustificare ritardi e titubanze. Il 29 aprile scorso, ad un convegno organizzato dal Pd del Trasimeno a Panicale, la segretaria chiusina Simona Cardaioli, dopo aver dato la notizia della cancellazione della fermata del Frecciarossa, ribadì che “l’unione dei Comuni della Valdichiana senese ha inserito nel proprio Piano Operativo il progetto della stazione in linea Medioetruria a Salcheto, e quella scelta noi la dobbiamo difendere”. Parole testuali.
Nel nostro resoconto del convegno scrivevamo: “tutti gli interventi la stazione in linea (ovunque fosse ubicata) l’hanno bocciata senza appello. “Non se ne deve più parlare”, questo l’assunto uscito dal teatro Caporali di Panicale. Non se ne deve parlare e si deve lavorare per potenziare la stazione di Chiusi, strategica anche per gran parte dell’Umbria e non “alternativa” o in conflitto con la fermata dell’alta velocità a Perugia o con Arezzo… Il mantra di Simona Cardaioli è stato demolito pezzo a pezzo come un castello di Lego… “. E quello era un convegno del Pd.
Comunque adesso che la stazione in  linea a Salcheto-Tre Berte non esiste neanche come ipotesi, che aver sostenuto quella posizione da parte dei sindaci e del Pd (ma non solo) non ha portato alcuna contropartita; ora che anche Giani, Ceccarelli, Scaramelli, il comitato Sava si sono “convertiti” all’opzione zero, come la più razionale (termine usato da Giani), pur senza passare una mano di bianco sulle ambiguità pregresse, forse converrà fare quadrato TUTTI INSIEME per cercare di salvare il salvabile, di spuntare alcune delle rivendicazioni contenute nel “carnet” del Comitato come il ripristino della fermata del Frecciarossa a Chiusi, l’aumento degli IC e regionali veloci (compreso il Treno Ibrido Siena-Chiusi-Roma), la realizzazione del collegamento stradale Perugia-Chiusi tramite variante alla SR Pievaiola nel tratto Piegaro-Moiano; il rilancio del Centro Intermodale Merci… Noi aggiungiamo una verifica sulla fattibilità della bretella Borghetto di Tuoro-Badiaccia per collegare la ferrovia Perugia-Terontola con Castiglione del Lago, quindi con la Firenze-Roma e con Chiusi senza dover arrivare a Terontola; una gestione più oculata e funzionale di molti immobili delle Fs nell’area di Chiusi; un accesso alternativo (o stradale o ferroviario) alla Lodovichi Spa, la fabbrica delle traversine ferroviarie che oggi obbliga Chiusi Scalo a sopportare un “carico” di 80 Tir al giorno com conseguenti pro0blemi di inquinamento, sicurezza e manutenzione delle strade urbane interessate.
Adesso il “fronte” per l’Opzione Zero (utilizzo di Chiusi e Arezzo) è più ampio di sei mesi fa, quando il Comitato cominciò a raccogliere le firme. Adesso il campo è stato sgomberato di alcuni equivoci e di alcuni macigni come l’ipotesi Tre Berte-Salcheto, sebbene restino in campo sacche di irriducibili pasdaran che vedono anche nell’ipotesi Creti-Farneta  una opportunità di ammodernamento e di futuro (i poliziani Chiezzi e Masina pr esempio, il primo fautore di una lista civica per le prossie comunali di Montepulciano e l’altro, ex Forza Italia,ora portavoce di Azione di Calenda)…  Adesso pur senza fare per forza l’amore, si può fare fronte comune con più forza e anche con maggiore peso istituzionale. Adesso con le nuove posizioni emerse in seno alla Regione Toscana, che su Creti avrà voce in capitolo, anche sul terreno autorizzativo, anche la Regione Umbria, anche se di segno politico diverso, potrebbe avere dei ripensamenti e cominciare a riflettere su quei 60 km per andare a prendere un treni in mezzo ai campi della Valdichiana… E’ il momento, forse di riattivare i rapporti con i sindaci del Trasimeno, dela Valnestore e dell’Orvietano che possono trovare nuovi motivi per continuare a sostenere ciò che hanno finora sostenuto.  La partita non è chiusa. Tutt’altro. E’ stato lo stesso Stefano Scaramelli, uno dei convertiti dell’ultima ora, a riferire che nonostante i proclami e le promesse, il Ministro Salvini, sulla Media Etruria non ci ha messo un centesimo, né ha previsto di metterceli e quindi l’indicazione uscita dal Tavolo Tecnico per Creti può rimanere e probabilmente rimarrà lettera morta. Con la Toscana che si defila, l‘opzione Creti nasce zoppa e monca. E in mezzo al nulla. Lì, dalle parti di Farneta non c’è neanche il via vai di pastori che ci fu quel giorno a Betlemme…
Difficile che la creatura sopravviva all’inverno.
M.L.
Nella foto: un particolare della “conversione di San Paolo” del Caravaggio, Roma, Santa Maria del Popolo
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