CITTA’ DELLA PIEVE, IL PD CERCA IL CANDIDATO SINDACO. INTANTO SINISTRA ITALIANA E M5S SI MUOVONO INSIEME
CITTA’ DELLA PIEVE – Questi sono giorni in cui la gente pensa al Natale, ai cenoni, ai regali, agli addobbi, non alla politica. Però le elezioni amministrative si avvicinano e allora, nonostante il clima natalizio qualcuno prova a portarsi un po’ avanti con il lavoro. A Città della Pieve il Pd e il centro sinistra vorrebbero provare a riconquistare il Comune, perso nel 2019 ad opera di Fausto Risini, ma ancora stentano a trovare il bandolo della matassa e un nome su cui convergere come candidato/a a sindaco. Al momento in pole position pare ci sia Marco Cannoni, segretario comunale del partito, già vice sindaco ai tempi di Fausto Scricciolo (2014-2019) che però sarebbe un po’ riluttante. Qualcuno ha provato a riportare in pista Re Palmiro Giovagnola, sindaco dal 1990 al 1999, poi vicepresidente della Provincia e presidente di Banca Centro. Ma adesso Giovagnola non è più iscritto al Pd. C’è chi mugugna per questo e anche sul fatto che sarebbe un “ritorno al passato” e non sarebbe certo una “faccia nuova”, per di più già oltre i 70 (è del 1953, ma Risini ha un anno di più). Ci sono stati inoltre dei “rumors” circa una possibile candidatura di Carmine Pugliese, ex assessore alla cultura con Scricciolo e Cannoni e animatore dell’associazione culturale Arci Note, ma anche questa ipotesi sembra superata dagli eventi e soprattutto accantonata dallo stesso Pugliese. Il quadro insomma è ancora fluido e nebuloso. E in questo quadro si registrano anche “movimenti” fuori dal Pd. In quell’area che potrebbe essere il famoso “campo largo” del centro sinistra. Giovedì 21 Dicembre, infatti i rappresentanti provinciali e di territorio del Trasimeno-Pievese di Sinistra Italiana ed una delegazione del Gruppo Territoriale Movimento 5 Stelle del Trasimeno, si sono riuniti a Perugia per un primo confronto proprio in vista della amministrative.
Il “focus” dell’incontro – spiegano i due movimenti – è stato l’avvio di un dialogo teso alla organizzazione di iniziative comuni su temi generali ed anche per possibili convergenze nelle prossime elezioni amministrative locali. Sul primo tema si è concordato positivamente al fine di attivarsi su questioni centrali, ma ancora troppo poco dibattute, come il disagio giovanile in Umbria, il Piano rifiuti Regionale, la proposta del centro destra governativo di “autonomia differenziata”, le questioni sociali e di assistenza sanitaria; sul secondo tema, le prossime scadenze elettorali, si è espresso un comune giudizio relativamente alla necessità di rafforzare, nell’orizzonte locale, il ruolo delle due organizzazioni politiche (Alleanza Sinistra Italiana/Verdi e M5S), attualmente non valorizzato rispetto all’azione svolta a livello regionale e nazionale, anche attraverso la richiesta alle altre forze progressiste e realtà associative, di istituire nell’immediato un Tavolo di confronto, che superi le logiche degli incontri bilaterali. Si ritiene infatti cruciale recuperare, programmaticamente, le ragioni di un importante territorio come quello del Trasimeno Pievese, a cavallo tra 2 Regioni e le 2 Province umbre, a serio rischio di marginalizzazione e spopolamento,sopratutto giovanile.
Nel testo si legge tra le righe una critica neanche troppo velata all’atteggiamento del Pd che ha privilegiato “la logica degli incontri bilaterali” rispetto ad un confronto collettivo intorno ad un tavolo unitario e largo. Non è una presa di distanze, quanto piuttosto un invito (almeno così pare) ad allargare il tavolo e la discussione e considerare TUTTI i possibili interlocutori. La novità, per Città della Pieve potrebbe essere rilevante, perché un M5S disponibile a ragionare con il centro sinistra non si è mai visto; nel 2019, per esempio, appoggiò la lista Risini, insieme alle forze del centro destra. Quanto sia rimasto in piedi a livello locale del M5s non è chiarissimo. Di sicuro l’onda lunga del 2014-2018 è scemata. Ma il partito di Conte può catalizzare un certo voto di opinione, soprattutto di elettori non propriamente autoctoni (e a Città della Pieve sono parecchi) e può dunque rappresentare un fattore decisivo. Che si schieri da una parte o dall’altra potrebbe insomma non essere ininfluente ai fini della vittoria elettorale. Il Pd avrà voglia di ascoltare aggiungere qualche posto a tavola?
M.L.
Tessere una lode a Carmine Pugliese di questi tempi non è cosa difficile a farsi, sia per la competenza dimostrata durante la sua passata funzione di assessore alla cultura sia per la sua ampiezza di vedute nei confronti dell’inquadramento dei problemi,cosa questa che non tutti in politica e dentro il PD hanno saputo dimostrare localmente. Pur non conoscendone direttamente i motivi non sono rimasto sorpreso del suo diniego all’accettazione.Dico questo perchè se non erro Carmine Pugliese è napoletano e per chi conosca un po’ più da vicino la cultura e l’etica che i napoletani hanno soprattutto nei confronti della politica,non tanto quellqa con la ” P maiuscola ” di una vlta fa, ma soprattutto di quella attuale e di come agisca questa nei confronti degli uomini e delle forme associative della politica stessa, che si rivela per portatrice da qualsiasi angolo la si guardi di una buona carica di detrimento valoriale, -se mi è permesso dirlo- ritengo che il sentimento prevalente sul probabile designato che possa scaturire dal suo interno sia quello che reciti con buona dose di realismo ”accà nisciuno è fesso”.E cioè si mostri la tendenziale volontà a non farsi coinvolgere in politiche stantie,obsolete e di nessuna efficacia soprattutto verso il sociale.La sua capacità critica accompagnata alla sensibilità innata a riconoscere da lontano quali possano essere i suoi campi di battaglia preferiti che possano recare sicure vittorie e sicura qualità delle iniziative, rimane nettamente evidenziata e la conseguenza è stata quindi quella di porsi in una zona franca e non interessata al proprio coinvolgimento.Molti potranno pensare che tutto questo non dipenda dalla ”napoletaneità raffinata ” del soggetto in questione ma io qualche dubbio lo avrei,anche e non solo per il semplice motivo di guardare al futuro in modo confortante per un servizi pubblico che non mi sembra che fin’ora sia stato sconvolgente al punto di poter cambiare andazzo anche a Città della Pieve nonostante gli stanziamenti effettuati con la campagna sul ”Perugino”.