FESTIVAL ORIZZONTI: CHIUSURA CON UN CLASSICO RIVISITATO. DA ANDROMACA AD OGGI ALLA FINE E’ CAMBIATO POCO
Ultima tappa del Festival Orizzonti, domenica sera 6 agosto, tutta all’insegna della classicità.
Andromaca di Euripide è andata in scena alle 21:30 in piazza Vittorio Veneto (Il Prato); uno spettacolo de I sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica, con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano.
Un festival che si chiude con un ritorno alle origini quindi, dopo tante pieces sulla contemporaneità.
Lo spettacolo dei Sacchi di Sabbia ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo, mostrandoci una Grecia insolita e piena di humor che ripercorrere gli episodi accaduti dopo la guerra di Troia filtrati dall’intelletto dei membri della famiglia di Neottolemo, figlio del valoroso Achille.
Quattro attori sul palco decisamente abili nella mimica e nella dialettica danno vita ad un escalation esilarante di dialetti tosco-partenopei che definiscono i personaggi e vengono utilizzati come espediente per coinvolgere emotivamente il pubblico rendendo accessibili e leggeri temi e soggetti altrimenti elitari.
Una farsa azzeccatissima a tratti surreale della tragedia di Euripide dove Andromaca e gli altri personaggi, come tradizione classica vuole, sono tutti interpretati da uomini e vestiti con una tunica bianca.
L’unica donna dell’equipe, Giulia Gallo, commenta le azioni e guida gli spettatori nella comprensione di ciò che accade. La troviamo nel ruolo del coro che tiene sapientemente le fila dialogando con Andromaca, Erminone, Peleo (interpretati da Enzo Iliano), Molosso e Menelao (Giovanni Guerrieri).
Con Massimiliano Civica la tragedia si fa commedia, la classicità si fa prossima all’epoca contemporanea ricordandoci che alla fine le dinamiche che tengono su il mondo sono pressappoco sempre le stesse: i viaggi, gli amori, le gelosie i tradimenti, gli inganni, le guerre; le mode cambiano ma l’eterno susseguirsi dei meccanismi che tengono in piedi l’alternanza dello stato vita-morte sono simili nel tempo.
Una rivisitazione anomala dell’Andromaca quella di Civica e dei Sacchi di Sabbia che allontana il senso del tragico tanto caro ai Greci indispensabile a catturare l’essenza della natura stessa.
La caducità, il dolore, la morte vengono esorcizzati da una sorta di reportage tipico del calcio minuto per minuto. Neottolemo muore e le fasi di questo evento sono scandite secondo il ritmo di una partita di calcio.
La morte si fa sketch, scenetta comica, risata pura, è priva di dolore. E’ un atto pubblico e decisamente nazional-popolare. Il tragico tipico della letteratura greca sfocia nella banale superficialità della spettacolarità occidentale.
Un’opera interessante quella che ha concluso il Festival Orizzonti, che ci sbatte in faccia la piattezza verso la quale siamo diretti lasciandoci sempre più alle spalle l’armonia, la grazia, il senso del bello e del sacro che per secoli hanno animato la cultura classica.
Saremo sulla strada giusta? Mah chissà, tutto dipende da che cosa vogliamo fare della nostra libertà e dal destino.
Sì, esatto. Libertà e Destino, due entità intrinsecamente legate, anch’esse molto care ai Greci ma questa è un’altra storia, un altro viaggio, un altro studio; entrambi portarono gli Achei a vincere la guerra di Troia, noi invece spippoliamo con il virtuale…. Verrebbe quasi da ridere. Stiamo a vedere cosa accadrà.
Paola Margheriti
Purtroppo è già accaduto.Con la ” libertà ” a fare da esca.