E’ MORTO MARIO TRONTI TEORICO MARXISTA E DELL’OPERAISMO ANNI ’60-70, A LUNGO DOCENTE ALL’ ATENEO SENESE
È morto Mario Tronti, docente all’Università di Siena per una trentina d’anni. Filosofo e teorico della politica, esponente di spicco dell’operaismo degli anni ’60-70. Aveva ormai superato la novantina. Per quelli della mia generazione fu un punto di riferimento, perché come molti di quella generazione stava nel Pci, ma da “irregolare” con un occhio attento a quanto si muoveva alla sinistra del Pci, soprattutto negli ambienti operai.
Insieme a Raniero Panzieri fu tra i fondatori della rivista “Quaderni Rossi” da cui si allontanò già nel 1963 per fondare un’altra rivista: Classe Operaia, della quale fu direttore. Nel 1981, con l’avallo di Enrico Berlinguer diede vita alla rivista Laboratorio Politico. Ed era in quel periodo che a Siena teneva lezioni interessantissime. Erano gli anni che avevano visto le lotte dell’autunno caldo (1969), la comparsa del terrorismo rosso, la stesura dello Statuto del Lavoratori approvato nel 1970, ma anche la contrapposizione prima tra Pci e Psi poi tra Pci e movimenti “estraparlamentari”.
In quegli stessi anni a Siena insegnavano anche Stefano Merli, storico vicino prima al Psiup poi al Pdup; Roberto De Vita, sociologo, leader dei Cristiani per il Socialismo; Marcello De Cecco, economista Pci e, come assistente anche Giovanni Senzani, uno dei capi delle Br. Da un certo punto di vista l’ateneo senese era un piccolo ombelico di quel periodo.
La sinistra allora era un corpo vivace, robusto, che non parlava con voce univoca, ma parlava, ascoltava, rifletteva, litigava. Mario Tronti era una figura autorevole, un pensatore, un “elaboratore teorico” che cercava di mettere insieme teoria e prassi, rinnovando il pensiero marxista tradizionale che mostrava la corda di fronte all’esplosione di nuove sensibilità e nuovi “bisogni” . Sensibilità e bisogni portati anche dalla grande contestazione del ’68: il femminismo, l’egualitarismo, la partecipazione, la cultura di massa, l’ecologismo.
Tronti è stato anche deputato Pds.
“Con Mario Tronti scompare un intellettuale raffinato, in costante ricerca, che ha dato un contributo molto profondo alla sinistra italiana ed europea. Le sue riflessioni, sempre percorse dal dubbio, le sue analisi, mai banali, ma anche il suo impegno politico intenso e diretto rappresentano un patrimonio da non disperdere”. Così ha scritto la segretaria del Pd Elly Schlein. E per una volta sono d’accordo con lei.
A disperderlo ci hanno pensato e ci pensano diversi dirigenti del PD e sarebbe bene che la base come sempre da più di 25 anni muta ed a capo chino che accetta tutto, se ne rendesse conto di chi abbiano fatto il gioco questi signori che hanno inviato al governo prima dell’Italia ed anche della Regione, mandando al governo del paese coloro ai quali dicono di opporsi.Purtuttavia regnano, dispongono e ci dicono dopo aver governato tanti anni che quasi quasi si meravigliano che l’attuale governo faccia gli interessi delle classi di coloro ai quali preme mantenere.Se ritornassero quelli come Tronti e non senz’altro quelli come Senzani,vedrebbero oggi che i loro votanti di una volta sono tutti in fila in processione che cantano inni alla Madonna con la candela accesa.Che sia la ” libertà bellezza” non è cosa nuova perchè quella sui comportamenti individuali nel dopoguerra c’è sempre stata, ma per chi ha conosciuto quei tempi dagli anni ’60 in poi,credo che almeno un risolino sarcastico gli possa passare per la bocca ragionando su certi spettacoli.Ma lo si sà, l’italia questa è…..e quando se ne renderanno conto sarà sempre tardi.
Mario Tronti era una delle stelle brillanti dell’Università di Siena. In quel periodo potevi frequentare, a italianistica, le lezioni di Franco Fortini, Antonio Prete (uno dei più importanti leopardisti dell’epoca), Romano Luperini (Letteratura contemporanea), Giorgio Agamben e Aldo Rossi (filologia), Gianni Scalia (Letteratura Italiana); a filosofia trovavi Alberto Olivetti, Giuseppe Prestipino, Tronti, Natali (filosofia antica), De Angelis (filosofia teoretica; Enrico è uno dei massimi traduttori di Adorno); nel dipartimento di lingue trovavi Ferruccio Masini (Tedesco), Ginevra Bompiani (Inglese), Caterina Graziadei (Russo); a economia avevi De Cecco (un monetarista di prima grandezza), a giurisprudenza trovavi Antonio Scialoja (diritto privato), Di Vita (sociologia) e Stefano Merli (diritto del lavoro), a medicina trovavi Zappella e Frezzotti, a matematica Paolo Pagli. Per quanto piccola, l’Università di Siena aveva un’offerta formativa di prima qualità. Ero legato a Mario Tronti da un grande affetto. E’ stato un grande insegnante