CITTA’ DELLA PIEVE: COMINCIA IL TOTO-ELEZIONI. LUCIA FATICHENTI CANDIDATA DEL PD?

mercoledì 05th, luglio 2023 / 15:46
CITTA’ DELLA PIEVE: COMINCIA IL TOTO-ELEZIONI. LUCIA FATICHENTI CANDIDATA DEL PD?
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CITTA’ DELLA PIEVE – Mentre la città del Perugino è immersa nel clima delle celebrazioni per il V centenario della morte del grande pittore, con una mostra che è evento nazionale, e mentre comincia a respirare aria di Palio, nei meandri della politica si comincia anche a parlare delle elezioni amministrative del 2024. La prima domanda che si sente circolare in giro è “Risini si ricandida?”, la seconda è “se sì, con chi?” E nessuna delle due è una domanda oziosa perché la coalizione civica che lo sostenne nel 2019  adesso c’è e non c’è e non si capisce bene cosa sia. Quindi il dubbio è legittimo.

La Lega che all’epoca fu lo sponsor politico di riferimento dell’operazione non ha più i numeri di 4 anni fa. Fratelli d’Italia, che ugualmente sostenne Risini, era poca cosa e adesso invece ha drenato consensi alle altre formazioni di centro destra. Berlusconi è morto. Il M5S sostenne il sindaco e all’epoca era al governo con Salvini, adesso a livello nazionale è all’opposizione del governo Meloni e flirta con il Pd…

Il quadro insomma è un po’ diverso da quello del 2019. Con la cura Tesei (Lega) la sanità umbra naufragata negli scandali sotto la gestione Marini-Pd non è migliorata, anzi. A Città della Pieve l’ospedale non è stato riaperto, quello di zona non è mai nato…

La domanda numero 3 che si sente aleggiare nell’aria alla Pieve è “Risini può candidarsi con il Pd?” I vertici locali del Pd dicono di no. Ma qualche abboccamento probabilmente c’è stato. Come è normale che sia nell’epoca della politica fluida. D’altra parte Fausto Risini non è un uomo di destra, ha avuto trascorsi nel Pds-Ds anche con ruoli dirigenti. Si è trovato contromano, ma non è considerato un “nemico del popolo”.

Ma un’ipotesi Risini candidato sindaco del Pd e del centro sinistra rimane comunque un’ipotsi labile assai. Quasi fantapolitica. Ad oggi almeno. Più avanti si vedrà.

Circola invece con una certa insistenza, sia a Città della Pieve centro che nelle frazioni, serbatoio di voti principale del Pd, un’altra ipotesi di candidatura per il Pd che avrebbe del clamoroso: Lucia Fatichenti, vicesindaca di Risini che nel settembre 2022 si dimise sbattendo la porta. Anche lei con trascorsi a sinistra. E residenza a Po’ Bandino.

Quanto ci sia di vero non si sa, ma, di sicuro, anche in questo caso qualche passo è stato fatto. Forse qualcosa di più di un semplice “abboccamento”, tant’è che all’interno del Pd, dell’attuale gruppo consiliare e soprattutto nell’elettorato di centro sinistra si sono scatenate anche reazioni contrarie piuttosto accentuate. C’è insomma chi ritiene che candidare una persona che 4 anni fa sparò ad alzo zero sulle amministrazioni precedenti, sulla Regione, sul Pd non sarebbe una grande idea e che darebbe l’impressione di un partito che non sa che santo votarsi e che premierebbe il trasformismo, la politica delle pedine intercambiabili.

Per la verità quello di Lucia Fatichenti non è il solo nome che aleggia come possibile sfidante di Risini (ammesso che il sindaco s ricandidi). Uno è quello di Carmine Pugliese, assessore alla cultura con Fausto Scricciolo, ancora molto presente nel campo culturale nel centro storico. Poi Marco Cannoni, segretario comunale del Pd e vicesindaco sempre con Scricciolo. Infine Maria Luisa Meo che l’assessore alla cultura lo fece con Manganello mentre con Scricciolo era all’opposizione.

Ma l’ipotesi più clamorosa e suggestiva che circola (ancora per la verità molto sottotraccia) è quella di un ritorno in campo di Palmiro Giovagnola, “Re Palmiro”, sindaco dal 1990 al ’99, poi vicepresidente della Provincia e presidente di Banca Centro, ormai fuori dai giochi, ma ancora “in tiro”.

A 70 anni più che il “re” Giovagnola potrebbe fare il traghettatore per riportare il Pd al governo della città e creare intorno a sé e alla sua esperienza, una squadra di persone motivate, un gruppo dirigente per gli anni a venire. Questo però solo nel caso di una candidatura condivisa e sostenuta dal Pd e dal centro sinistra. Non come ipotesi “civica” sganciata dai partiti. Giovagnola forse la tessera del Pd nemmeno ce l’ha, ma crediamo non abbia nessuna voglia di mettersi a fare il capopopolo. Se invece a chiamarlo a dare una mano fosse il Pd forse un pensierino ce lo potrebbe fare.

Manca meno di un anno al voto. Ma ancora siamo alle battute iniziali, le squadre si studiano, non hanno ancora cominciato a giocare sul serio. Le prime palle sono finite in tribuna.

m.l.

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