CHIUSI, TUTTO PRONTO PER IL LARS: TRE GIORNI DA LEONI ALL’INSEGNA DEL ROCK. QUELLO BUONO

mercoledì 05th, luglio 2023 / 18:13
CHIUSI, TUTTO PRONTO PER IL LARS: TRE GIORNI DA LEONI ALL’INSEGNA DEL ROCK. QUELLO BUONO
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Ci siamo quasi: Chiusi si appresta a vivere la sua “tre giorni da leoni”. Il villaggio ai giardini pubblici dello Scalo è quasi ultimato. La musica sta per cominciare. E non sarà musica qualsiasi. Parliamo di rock signori, di quello vero, di quello buono. Di quello che non è facile ascoltare in una cittadina di 8.000 abitanti a cavallo tra Umbria e Toscana con la città più vicina a più di 50 km.

Parliamo del Lars Rock Fest che è stato presentato in Comune stamattina e che quest’anno celebra la X edizione, due sono saltate causa covid (ma gli organizzatori si inventarono comunque lo Zal Fest, rassegna minimal su due piazze, Chiusi e Castiglione del Lago con artisti di nicchia ma tutt’altro che banali). Saranno tre serate belle piene, con 8 band: tre la prima sera, tre la seconda e due la terza. Roba robusta dicevamo. un gruppo dell’Irlanda del Nord, due italiani, uno tedesco (piuttosto noto), uno austriaco, uno inglese e due americani, di cui uno da considerarsi un gran colpo.

Ingresso rigorosamente gratuito. Di festival rock ce ne sono tanti in giro nella penisola, di festival gratuiti anche, a decine, “ma di festival gratuiti con la qualità del Lars ce ne saranno 4 o 5 in tutta Italia”… Il direttore Marek Lukasik, questa cosa la dice con orgoglio e con orgoglio racconta che The Brian Jonestown Massacre, la band di punta di questa edizione 2023, che arriva dalla California e viene di rado in Italia, ha scelto Chiusi e il Lars proprio per questo aspetto, facendo pure un buon prezzo agli organizzatori. C’è gente nel mondo del rock e soprattutto nel mondo del rock indipendente caro al Lars, che alla musica gratuita e fruibile da tutti ci tiene… The Brian Jonestown Massacre chiuderanno la rassegna domenica 9 luglio. Dopo i Moonwallks altra band psych rock made in Usa.

Il resto della line up vede venerdì 7 luglio  gli italiani “Leatherette” (post punk jazzy) e Wake Up in the Cosmos (psych garage rock) prima degli irlandesi And so i watch you from afar. Sabato 8  invece sul palco ci saranno gli inglesi Scrounge (post punk), il duo austriaco Molly (shoegaze/post punk) e l’iconica band tedesca The Notwist, nota per l’album Neon Garden (2001) universalmente riconosciuto come un capolavoro: gemere indie rock con approcci elettronici, ma anche sonorità “krautrock” e malinconicamente pop…

Il Lars Rock Fest rimane dunque ancora una volta fedele alla linea (quella che predilige il post punk, sia d’antan che di più recente estrazione).

Ovviamente come sempre il festival chiusino organizzato dal GEC (Gruppo Effetti Colaterali)= che quest’anno metterà in pista circa 200 volontari, non sarà solo Rock, ma Rock e tutti i suoi fratelli intesi come letteratura ed editoria,  indipendente, con Open Book (4 presentazioni di libri con gli autori: tra gli altri Doriana Tozzi e Davide Morresi, Marianna Branca, Giuseppina Borghese, Maya Di Leo e Vera Gheno), arti figurative con il laboratorio di graffiti dell’artista Pocho; spazio per bambini, corsi di yoga; mercatino del vinile e di oggettistica varia e naturalmente birreria, bar e stand gastronomici con piatti tipici locali e non solo, comprese pietanze vegetariane e vegane (tutto rigorosamente plastic free ed in versione green ed ecocompatibile…)..

Oltre al rock c’è dunque un festival nel festival che è happening dalle 17,30 del pomeriggio a notte fonda, con possibilità per chi arriva da fuori di fare escursioni e tour turistici a Chiusi e nei dintorni. Da qualche settimana le strutture ricettive sono sold out. Al turismo normale che a Chiusi si vede poco, ma c’è, si aggiunge anche il popolo del Lars che invaderà per tre giorni quello che i ragazzi del Gec chiamano “il paesello rock”. E la definizione è simpatica, ma non del tutto appropriata, perché Chiusi è una cittadina piccola e periferica, ma non è un paesello. E’ una città a tutti gli effetti, è stata una “capitale” non solo ai tempi lontanissimi degli etruschi, ma anche dopo con i romani e i Longobardi. Ha vissuto momenti cruciali della storia, quella con la S maiuscola nel ‘500, nel ‘700, nell’800 e nel ‘900 e nonostante tutte le sue difficoltà, sotto l’aspetto culturale ha ancora oggi una vitalità e un back ground sedimentato che molte realtà delle stesse dimensioni e caratteristiche, nei dintorni e in altre parti d’Italia, neanche si sognano. Non a caso il Lars Rock Fest, in dieci edizioni, è diventato non uno dei tanti festival rock italiani, con qualche nome importante in cartellone, ma uno dei più apprezzati per specificità e qualità della proposta musicale e della formula organizzativa.

Ha fatto e fa bene il Comune di Chiusi a puntarci molto e a metterci dei soldi. Sono soldi ben spesi. Perché producono cultura, alimentano e tengono vivo il giacimento, fanno promozione e aiutano il turismo, favorendo l’arrivo a Chiusi di una tipologia di turisti diversa da quella classica che viene per gli etruschi, per le catacombe o per il buon mangiare.

E a proposito di buon bere e buon mangiare, nel week end successivo Chiusi (questa volta centro storico) ospiterà “Slow Beer”, evento all’insegna delle birre artigianali targate Slow Food, organizzato da produttori, ristoratori, operatori commerciali, Terzieri e associazioni cittadine… Siamo a luglio, se farà caldo ci sarà modo di farvi fronte…

m.l.

Nelle foto: la conferenza stampa in Comune di oggi

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×