FRECCIAROSSA CANCELLATO, SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI?
“Perché hanno tolto la fermata del frecciarossa a Chiusi? Semplicissimo! Perché costava a Trenitalia 3 milioni l’anno e la Regione Toscana pagava zero euro. Rimane il Frecciarossa a Perugia perché la Regione Umbria lo finanzia con 2,5 milioni di euro e quello a Orte dove la Regione Lazio ne paga 2,8. Pagare moneta, vedere cammello”.
Ecco la regione della cancellazione della fermata. Secondo chi? secondo l’assessore regionale umbro Enrico Melasecche, che così ha risposto su facebook ad un articolo di primapagina.
Forse Melasecche semplifica un po’. E il linguaggio che usa non è proprio istituzionale, ma una cosa è certa: alla Regione Umbria seguono il dibattito sulla questione e seguono ciò che scriviamo su Primapagina.
E’ vero che la Regione Toscana non ha mai messo un euro sulla fermata di Chiusi. Che è sempre stata considerata solo “turistica” e “a libero mercato” cioè basata sui biglietti e non su un contributo regionale di compartecipazione.
Come abbiamo scritto più volte, è singolare che la fermata sia stata mantenuta (a libero mercato) negli anni della pandemia, con mobilità limitata e posti a sedere dimezzati e sia stata tolta proprio nell’anno della ripresa, per di più dopo la sensazionale scoperta archeologica di San Casciano che sta già richiamando visitatori al “Bagno Grande” (anche se i Bronzi riemersi dopo 2000 anni sono esposti per ora al Quirinale, non in loco) e nella stagione della grande Mostra sul Perugino in programma a Città della Pieve, dal 2 luglio al 30 settembre. Evidentemente Trenitalia mette in circolo treni “turistici”, ma del turismo se ne frega, perché li toglie quando ci sono eventi di richiamo. D’altra parte anche l’assessore Melasecche non si è preoccupato molto di far arrivare visitatori a Città della Pieve, che è Umbria…
Sul fatto che le regioni Umbria e Lazio compartecipino con cifre sostanziose al mantenimento delle fermate di Perugia e Orte e la Toscana no, vale la pena ricordare ancora una volta (lo abbiamo già fatto in altri articoli) che nel 2021, proprio in occasione dell’inaugurazione della fermata del Frecciarossa e dell’Hub vaccinale, il Governatore Giani, a Chiusi si dichiarò pronto a considerare la possibilità di intervenire finanziariamente come Regione Toscana per mantenere la fermata e renderla fissa per tutto l’anno e non solo da giugno a dicembre.
Non lo ha fatto. E forse dopo che già nel 2022 Trenitalia soppresse la fermata a settembre, la questione poteva essere ripresa e messa sul tavolo… Si preferì far intervenire Letta e Verini, che in realtà la fecero ripristinare a partire dal 1 di ottobre, fino al 6 gennaio…
I Comuni hanno mai discusso con Giani e con l’assessore Baccelli della possibilità di prevedere un intervento regionale? Se sì, cosa ne è uscito? Giani è sempre dello stesso avviso del 2021, cioè è ancora pronto a considerare l’eventualità di mettere sul piatto un contributo regionale?
Poi, certo si può discutere di questo, del fatto che le Regioni debbano pagare a Trenitalia un servizio dovuto ad aree periferiche, per metterle in connessione con i grandi centri.
L’Umbria era partita, nel 2018 (vedi questo articolo) con un contributo regionale di 1,3 milioni pagato dalla Regione con una partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Ora a quanto dice l’assessore Melasecche il contributo è più che raddoppiato. Ma il Frecciarossa Perugia-Milano-Torino l’alta velocità la rende ad Arezzo, fino alla città del Saracino viaggia sulla linea lenta.
All’epoca la fermata a Perugia, unita a quella che entrò in vigore l’anno dopo a Chiusi sembrava aver scongiurato l’idea bislacca della Stazione in Linea tra Firenze e Roma. Non è andata così, adesso a Chiusi la fermata è stata cancellata e l’assesssore Melasecche punta anche lui deciso sulla Medio Etruria, che egli vorrebbe a Farneta. L’utilizzo di Chiusi non lo ha mai preso in considerazione.
Ricordiamo che molti, a Perugia, criticavano il fatto di dover pagare coi soldi dei cittadini il biglietto agli utenti (pochi) del Frecciarossa e apprezzavano al contrario la scelta fatta dal 2019 per Chiusi della fermata “a mercato”, senza spese per la collettività.
Con il suo commento l’assessore umbro Melasecche ci dice, in maniera piuttosto tranchant, che “per vedere cammello bisogna pagare moneta”. Questo è il mercato bellezza, sembra volerci ricordare. Lui evidentemente paga contento. Coi soldi degli umbri.
E così come vale la pena ricordare a Giani ciò che affermò a Chiusi nel 2021, ci sembra opportuno ricordare anche che nel marzo 2022 (meno di un anno e mezzo fa) i sindaci di Chiusi Sonnini e di Città della Pieve Risini lanciarono l’idea di un comitato dei sindaci della Valdichiana e del Trasimeno per aprire un confronto con le rispettive Regioni sui temi delle infrastrutture e della Perugia-Chiusi.
L’idea la lanciò Risini e Sonnini si disse d’accordo, precisando ““Noi puntiamo al mantenimento dell’alta velocità sulla stazione di Chiusi. Se per qualche motivo dovessimo perdere questa battaglia, ci acconteremmo della stazione in linea a Montallese, ma solo come ultima ratio, e sarebbe comunque una sconfitta…”.
“A Chiusi- sosteneva Sonnini – la stazione per l’alta velocità già c’è e non si devono spendere altri soldi, RFI ci ha speso 7 milioni di euro nel 2018 per adeguarla allo scopo. Si può discutere di un progetto che costerebbe altri milioni di euro per guadagnare al massimo 5 minuti rispetto alla fermata a Chiusi? I soldi sarà bene spenderli per ammodernare le reti, per avere servizi migliori… “.
La posizione di Sonnini è riportata in un nostro articolo del 17 marzo 2022. A parte l’accontentarsi della stazione in linea a Montallese che secondo noi resta il peccato originale, per il resto il sindaco di Chiusi diceva in sostanza ciò che abbiamo sempre detto anche su questo giornale. E quello che adesso sostiene il Comitato Pro Stazione di Chiusi-Chianciano, al quale Fausto Risini ha pure aderito… Quell’articolo si concludeva con un timore: “che sull’altare della “Media Etruria” adesso possa essere sacrificata anche la fermata del Frecciarossa a Chiusi nel periodo giugno-dicembre attiva dal 2019… Lì si parlava di furia iconoclasta (a livello locale) verso tutto ciò che aveva realizzato Bettollini. Ma al di là di questo spetto politico, la “profezia” si è puntualmente avverata. E non ci voleva di essere scienziati per capire come sarebbe andata a finire.
m.l.
Non ci sono ragioni, argomentazioni razionali per sostenere il NO alla Perugia Chiusi. Infatti in tutti questi decenni, la questione di questo collegamento che porterebbe solamente ulteriori vantaggi per entrambe le Regioni, è sempre riaffiorata. Nel 1950 si realizzò il primo tratto Perugia Tavernelle. Poi smantellato mettendo sul tavolo argomenti davvero artificiosi, come quello della poca utenza. Quel tratto per dimostrare tutte le sue potenzialità sotto il profilo turistico e produttivo industriale, doveva come da progetto approvato dallo stesso Ministero, proseguire fino a Chiusi. Sarebbe divenuto un breve corridoio assai funzionale ai passeggeri più di quei due giri dell’orto, rappresentati dalle attuali strade ferrate, via Arezzo via Orte e non un cul de sac. Purtroppo la politica molto spesso guarda e tende a soddisfare con molto più interesse agli appetiti, e le mire ambiziose dei politici. Arezzo e Orte dove dovrebbero sorgere le due fantasmagoriche stazioni in Linea, rispondono perfettamente a quegli interessi inconfessabili sopra citati. Il primo è il collegio elettorale del Presidente della Toscana Giani, il secondo è quello dell’Assessore Melasecche. Perugia il suo isolamento storico, pazienza.
Bravo Renato, solo una battuta.Tu hai definito quei due giri dellì’orto chiamando in causa Orte ed Arezzo.E’ vero quanto tu dici quando tu definisci tale situazione un ”cul de sac” ed io per rimanere in rima ti dirò che- viste le condizioni di chi decide in Toscana ed in Umbria-che per uscire da tale ” cul de sac” ci vorrà ”un sac de cul”. Ma noi del ”Comitato per la valorizzazione della Stazione di Chiusi-Chianciano Terme ce la mettiamo tutta e speriamo che la gente inizi a seguirci come stà già succedendo e che per la politica questo debba suonare come un allarme !
La stazione medio etruria è una grande cavolata se si fa per interessi forti interessi indicibili la attuale linea puo servire molto bene chiusi e citta della pieve tutto il resto è fuffa .Poi pensare che gli umbri accettano le crete è davvero dememziale