26 GIUGNO ’44: CHIUSI HA CELEBRATO IL SUO GIORNO PIU’ BELLO

lunedì 26th, giugno 2023 / 21:49
26 GIUGNO ’44:  CHIUSI HA CELEBRATO IL SUO GIORNO PIU’ BELLO
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CHIUSI – Oggi Chiusi ha celebrato la sua liberazione dal nazifascismo. Sono passati 79 anni da quei giorni fatidici del giugno 1944, ma mantenere viva la memoria è importante. Ed è importante che il Comune, ovvero l’istituzione democratica rappresentativa dei cittadini, lo faccia in maniera ufficiale, ma senza prosopopea, senza retorica. Con un occhio a quel passato che sembra lontano, ma non lo è  poi così tanto  e un occhio al presente, alla guerra che sta insanguinando l’Ucraina e alle tante altre guerre sparse nel pianeta. La lezione di quei morti del  ’44, evidentemente non l’abbiamo ancora assimilata.

La cronaca racconta che questa mattina una delegazione del Comune (sindaco Sonnini e assessore Mattia Bischeri e addetto stampa Fabio Nofroni) insieme all’Anpi (Stefano Bistarini) a Primapagina (Lorenzoni, Lanzani) e allo storico Giulietto Betti ha fatto visita al  War Cemetery del Commonwealth di Foiano della Chiana dove sono sepolti circa 220 militari dell’esercito britannico, 13 dei quali caduti a Chiusi tra il 22 e il 26 giugno ’44, tutti sudafricani, per lo più di origine scozzese, ma anche alcuni “afrikaners” di origine olandese, tutti volontari e tutti giovanissimi tra i 19 e i 25 anni…

Leggere l’età di quei ragazzi, sulle lapidi fa sanguinare il cuore: 19, 20, 21, 24…  Uno era un ricognitore, uno un carrista… Tre li hanno sepolti insieme con le lapidi attaccate perché i loro nomi sono certi, ma i resti non erano riconoscibili… Rimasero uccisi il 22 giugno nella zona delle attuali Scuole Medie…

Rendere omaggio ai liberators, a quei ragazzi venuti da lontano a morire per la nostra libertà è un atto doveroso, di memoria e di rispetto. A Chiusi la battaglia la persero: nel teatro morirono in 40, altri 75 rimasero feriti, alcuni morirono poco dopo…  Più di 100 lasciarono la pelle a Chiusi e altri nei giorni successivi sulle colline di Gioiella e Pozzuolo, a Castiglione del Lago, a Montepulciano, a Torrita, Sinalunga, Foiano… Ma gli Higlanders di Città del Capo erano un’avanguardia, l’armata britannica stava arrivando e i tedeschi della Herman Goering (anche loro tutti volontari, giovanissimi e agguerriti) furono costretti ala ritirata, che lasciò sangue, lutti e macerie…

Nel pomeriggio dopo la deposizione di corone a tutti monumenti e lapidi ai caduti a Montallese, Macciano, rione Carducci, Chiusi Scalo (Stazione e piazza Garibaldi), al Cimitero di Chiusi Città e nel centro storico, sono state apposte tre pietre d’inciampo una davanti al teatro a ricordo dei caduti nella battaglia corpo a corpo che lì dentro si combatté e altre due in via Porsenna nel punto preciso in cui i nazisti per pura ferocia uccisero due chiusini inermi  di 70 e 79 anni. Uno dei due fu schiacciato con un carrarmato contro il muro.

Le tre pietre d’inciampo sono state proposte dalla sezione Anpi, e come ha ricordato il presidente Fausto Pacchieri, sono state realizzate con il metallo di un bossolo di proiettile sparato da Città della Pieve sulla città d Chiusi…

Sempre con l’accompagnamento della Filarmonica Città di Chiusi, la cerimonia celebrativa si è laddove sorgeva la vecchia Porta San Pietro. Il sindaco ha scoperto un pannello informativo che ricorda come la porta su fatta saltare in aria dai nazisti in ritirata Nel pannello figurano anche tre foto della Porta com’era prima e come si presentava dopo l’esplosione.

Chiusi il 26 giugno del’44, giorno della liberazione della città dai nazifascisti, poteva solo contare i morti, i feriti, i dispersi e i danni causati dalla battaglia e dai cannoneggiamenti e bombardamenti precedenti: più del 90% degli edifici del centro storico era lesionato… Una città in ginocchio, che però grazie ai soldati sudafricani e ai partigiani riuscì a liberarsi dall’occupazione nazista e dall’oppressione della dittatura fascista.

Il sindaco Sonnini ha ricordato e sottolineato come data del 26 giugno segni anche il rapporto di riconoscenza e di amicizia con la Repubblica del Sudafrica ed ha auspicato che il prossimo anno, nella ricorrenza dell’80°anniversario Chiusi e gli altri comuni celebrino la liberazione con una grande iniziativa…

In questo ci trova senz’altro d’accordo. Intanto è stato bello celebrare oggi quello che per Chiusi è stato forse “il giorno più bello”. Peccato per chi ha avuto altro da fare.

m.l.

 

 

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