E’ ormai un anno dal 24 febbraio 2022, dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. E ancora la narrazione prevalente non si schioda dall’assunto che c’è un aggressore e un aggredito. Il che è vero. E l’aggressore è Putin. Su questo non ci piove. Ma perché invece di insistere su questo assunto, diciamo pure scontato, nessuno parla o prova a fare pressioni in direzione di un negoziato e quindi della pace, insistendo al contrario nell’invio di armi all’Ucraina? E’ ovvio e altrettanto scontato che l’invio di armi sempre più sofisticate, potenti e anche sempre più offensive e non solo difensive alle truppe di Kiev, non induce alla trattativa, non favorisce tregue, ma di sicuro aumenta il numero dei morti tra i soldati russi, anche, ma soprattutto tra gli ucraini, perché, aldi là di ciò che ci raccontano i media mainstream, sul campo è questo ciò che succede. E l’escalation delle forniture fa aumentare anche il rischio di allargamento del conflitto e del ricorso alle armi nucleari…
E anche nel PD c’è chi comincia a dire che si parla troppo di armi e troppo poco di negoziati. Lo ha fatto due giorni fa Graziano Del Rio, ex capogruppo ed ex ministro. Mi pare abbia ragione. “Questa strada è una manna per le industrie belliche occidentali, ma non per i cittadini, né gli ucraini aggrediti, né gli altri europei che pagano il prezzo della guerra”, scrive la giornalista Barbara Spinelli. E a me sembra una verità lapalissiana.
Ma i media mainstrem non ce la dicono. Come non ci dicono altre cose. E così come accusano di filoputinismo chiunque provi, anche sommessamente a orsi delle domande, accusano di diffondere fake news anche grandi giornalisti che raccontano verità diverse, magari scomode. E’ successo per esempio al Premio Pulitzer Seymour Hersh, il giornalista americano che rivelò al mondo la strage di My Lay in Viet Nam o i retroscena dell’uccisione di Bin Laden e le torture nel carcere di Abu Ghraib,il quale l’8 febbraio scorso ha svelato chi è stato a far saltare i due gasdotti russi Nord Stream nel giugno 2022: ovvero il governo Usa, aiutato da Norvegia e Svezia. “Fu un atto di guerra preparato molti mesi prima del 24 febbraio ’22, e scatenato non solo contro Mosca, ma anche contro la Germania e contro i rapporti energetici Europa-Russia (uno degli obiettivi è facilitare la dipendenza Ue dal gas liquefatto Usa)”, scrive ancora Barbara Spinelli che fa notare come questa notizia sia stata occultata da giornali, siti web e tv, ma anche da Facebook, che l’ha segnalata come fake news.
Hersh è accusato di nascondere le fonti. Sappiamo che fine farebbero queste ultime, se venissero rivelate: la fine di Snowden e Assange (ne abbiamo parlato il 4 febbraio scorso anche a Chiusi in un incontro con la giornalista Stefania Maurizi).
Ed è di oggi la notizia che a due giornalisti italiani freelance che dal 2014 seguono il conflitto in Ucraina, dieci giorni fa, mentre erano di ritorno dal fronte di Bakhmut dove hanno realizzato un reportage per Rai 3, il ministero della Difesa ucraino ha notificato la sospensione degli accrediti giornalistici. Si chiamano Andrea Sceresini e Alfredo Bosco. I loro servizi sono stati pubblicati da Rai, LA7, Mediaset, il manifesto, la tv tedesca Rtl, l’Espresso, il Fatto Quotidiano, le Figaro Magazine, la Croix, e altre testate).
«Da dieci giorni aspettiamo un interrogatorio del Sbu, i Servizi di Kiev e ci è stato tolto l’accredito. E circola la voce, pericolosa in piena guerra, che saremmo ‘collaboratori del nemico’» dicono i due reporter. “Nessuna notizia dalla nostra ambasciata, né dalla Farnesina” dicono ancora Ceresini e Bosco che hanno raccontato la loro vicenda al Manifesto. Insomma la famosa e celebrata democrazia ucraina sembra avere più paura dei giornalisti che dei russi.Il sospetto è che alla radice del ritiro degli accrediti giornalisti che ovviamente impedisce ai due reporter di muoversi liberamente, vi sia la loro esperienza di lavoro giornalistico nelle repubbliche separatiste che, come centinaia di altri loro colleghi, hanno visitato più volte a partire dal 2014.
Sceresini e Bosco spiegano: “I nostri servizi dell’epoca riguardavano – tra le altre cose – il business delle miniere illegali gestite dai leader filorussi, la presenza in loco di volontari di estrema destra, anche italiani, e le faide interne ai governi delle repubbliche non riconosciute di Donetsk e Lugansk. Parallelamente – avendo peraltro ottenuto un apposito tesserino dell’Sbu – in quegli anni abbiamo ovviamente visitato il fronte anche sul lato ucraino, nella convinzione che quel conflitto, all’epoca dimenticato, andasse raccontato a tuttotondo e nel modo più onesto possibile”.
Secondo quanto riferito loro da fonti governative italiane, i giornalisti italiani bloccati in Ucraina in queste condizioni sarebbero “sette o otto”. A questo punto un’altra domanda a me sorge spontanea, non so a voi: è giusto e normale che un paese come l’Italia – che nella propria Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali – continui a mandare armi ad un paese, sì aggredito, ma che blocca e censura i giornalisti italiani che fanno il loro lavoro?
Marco Lorenzoni
Nella foto (Fanpage.it) un carroarmato ucraino
Mi sembra che codesto metro di giudizio (se sia giusto o meno inviare armi ad un paese che blocca il lavoro di giornalisti italiani…) sia il risultato-non sò come trovare le parole ma forse quelle che più gli si avvicinano siano quasi quelle ”di una masturbazione mentale” da parte di chi se lo possa chiedere.E se lo chiede come ce lo possiamo chiedere tutti noi perchè usiamo i metodi della democrazia nella quale
” ogni voce debba avere spazio” e su questo non ci piove. Ma il fatto di cui si parla(se sia giusto o meno inviare armi perche non permettono il lavoro a giornalisti e fotografi) è una condizione che secondo me non deve meravigliare perchè in epoca di conflitti totali e di guerre totali come è quella dell’Ucraina ogni paese stringe le proprie maglie e non permette a nessuno di dire quella che è la verità e chi tenta di farlo viene vissuto come forte elemento di disturbo. Figuriamoci poi in una guerra mediatica come questa perchè al di là dei bombardamenti questa -bisogna intendersi- è una vera e propria guerra mediatica.Ed è guerra mediatica -e basterebbe riflettere su un dato essenziale- che è quello che a noi viene fatto vedere solo un lato della situazione che è solo quella di coloro che sono al fronte o delle popolazioni ucraine che si rintanano sottoterra per paura di essere colpiti da missili, non escluso il lato perennemente PIETISTICO CHE VIENE FATTO VEDERE, come se dall’altra parte del fronte non vi sia la sofferenza della gente che ha sopportato per anni una guerra civile. E’ qui la menzogna e l’uso dei media che è un uso esclusivamente di parte e che nello stesso tempo denigra totalmente a cominciare dalle istituzioni repubblicane e dai suoi rappresentanti politici di governo attuale ma anche di quelli passati una guerra in cui non è davvero facile dire chi abbia ragione e chi abbia torto per il semplice fatto che non viene detto che la guerra non è iniziata nel febbraio 2022 ma ben 8 anni prima e non si è mai fermata.Questo non viene detto, lo si sà ma non viene detto ed il metro di analsi della situazione quindi -e non mi stancherò mai di ripeterlo-è quello che sia è possibile concepire un paese dove non ci sia opposizione alla guerra dopo le sofferenza che questa ha portato. Sono tutto un popolo di eroi che volontariamente hanno imbracciato il fucile ? E’ un insulto all’intelligenza umana tutto questo e ricordiamoci che vige la legge marziale, che gli uomini sono stati coscriitti da un governo pieno all’inverosimile di corrotti e la guerra mediatica è anche intorno a questo concetto.Fanno invece vedere i russi che scappano e che vanno all’estero o nelle altre repubbliche confinanti per sfuggire alla coscrizione di Putin, fanno vedere le file di macchine che varcano le frontiere per scappare dalla Russia e dalle sue maglie d’acciaio della polizia. Se fosse un sistema di coscrizione riguardo a questo problema si pensa che il governo russo faccia fuggire così facilmente i propri cittadini ? Chi ha un po’ più di anni di me oppure chi ha letto un po’ di storia della seconda guerra mondiale si dovrebbe ricordare che una gran parte della vittoria russa su tedeschi quando si giuocava tutto e ripeto SI GIUOCAVA TUTTO, e che avveniva per ordine di Stalin ai commissari del popolo del bolscevismo russo, era quello di sparare liberamente e senza alcun processo su chi durante gli ordini d’assalto si rifiutava di uscire dalle trincee quando davanti c’erano le mitragliatrici spianate dei panzer tedeschi. Qundi la bestialità della guerra che- come dice giustamente Marco Lorenzoni- ”è una montagna di merda”, lo è anche nei confronti di quelli che dalle nostre televisioni vengono dipinti come eroi. Ci fanno vedere solo quelli, lo avete capito oppure bisogna spiegarvelo ancora una volta dove ha sede la menzogna della supposta democrazia ? Quella menzogna che è stata portata a riempire MEDIATICAMENTE IL MODO DI RAGIONARE DI ”CHI SIA L’AGGRESSORE E CHI L’AGGREDITO” QUANDO C’ERA IN CORSO UNA GUERRA DI ANNI ED ANCHE UNA GUERRA CIVILE CON MIGLIAIA DI MORTI CHE PREPARAVA UNA CONDIZIONE DI ACCERCHIAMENTO E CHE E’ DIVENUTA UN PUNTO DI FORZA PER FAR SALTARE GLI EQUILIBRI INTERNI DELLA RUSSIA ? Poi siamo noi quelli che mettiamo l’accento sul fatto che i diritti all’integrità territoriale degli stati non debba venir violata ma che allo stesso tempo teniamo ben celate alla nostra opinione pubblica tutte quelle cause per le quali una politica continua di assalto silenzioso da parte di altri sati posa provocare all’interno di un paese. Attenzione, si parla della Russia e sò benissimo che è uno stato autocratico dove regna una classe di despoti che ha messo mano alle ricchezze che sono nel sottosuolo dell’ex URSS ma da qui a fargli la guerra ed in pochi mesi di organizzare sanzioni capaci di strangolarla ce ne corre e ce ne corre anche dal fatto così plateale di far rappresentare da parte dell’Ucraina il paese aggredito in cerca della propria libertà quando più volte si è tentato di far saltare gli equilibri interni di quel paese sia fornendo mliardi di dollari agli arancioni operazioni poi fallite sia creando situazioni e condizioni che hanno portato all’elezione sull’onda mediatica di un comico divenuto popolare usato da oligarchi ucraini legati agli americani. E allora per concludere non ci si meravigli che 4 o 5 giornalisti siano messi in condizione di non nuocere e zittiti e vedano ostacolato il loro lavoro perchè anche minacciati di arresto se lo continuassero. Queste sono quisquiglie in un paese come l’Ucraina, le NON QUISQUIGLIE sono quelle di essere un paese alla mercè degli Stati Uniti e che lo usano come una clava per cercare di abbattere il potere di Putin.Hanno sembre fatto così gli Stati Uniti nella loro storia politica, sociale e militare, a cominciare dai più grandi paesi dell’Asia, Cina, Vietnam, Indonesia, Filippine, Pakistan. Malaysia, solo per parlare dell’Asia. E dove non gli è riuscito quelli sono divenuti ” stati canaglia”, mentre al contempo non sono statai canaglia quelli con i quali possono commerciare, come l’Arabia Saudita, il Qatar, Il Pakistan e tanti altri degli stati sudamericani che acquistati a suon di dollari alle loro classi dirigenti fanno dormire allo Zio Sam fino ad oggi sonni relativamente tranquilli. Lì in questi stati con i quali possono commerciare la democrazia può attendere. Ed il caso dell’Ucraina è solo uno, quello attuale, ma nel passato il bastone l’hanno usato senza riguardo avverso ”gli stati canaglia”,cercando di ribaltare oligarchie politiche che non sono state legate a loro, sempre mettendo in atto il giuochino della
” democrazia”. Chissà perchè gli stati dove non c’è democrazia e che sono i loro alleat siano tanto protetti anche con le armi da loro ? E’ il caso esemplare dell’Arabia Saudita, vero gendarme del Golfo : 200 miliardi di dollari in armi sofisticatissime a loro ed al Qatar. E allora le loro lezioni di democrazia è bene tenerle lontane e che siano riservate a coloro che ci credono, che come vediamo ci dicono che corriamo il rischio di fare la fine dell’Ucraina davanti all’Orso Russo e che è per questo che bisogna inviare armi, perchè ” l’Ucraina lotta anche per noi….”. Capito su quale sgabello siamo seduti ed è da lì che spariamo sentenze ? Basta sentire i discorsi dela Von der layen quando apre la bandiera azzurra con le stesse insieme a Zelensky chè siamo in primis nel bel mezzo di una guerra mediatica poi in quella della distruzione che producono le armi.E ricordiamoci la storia, quella della guerra della Russia contro la Germania nazista che ha prodotto in Russia 20 milioni di morti fra militari e civili perchè le potenzialità delle armi moderne ne potrebbero produrre un numero assai maggiore ed i morti dai bombardamenti sui civili che sentiamo dalla TV adesso sono qualche migliaio…sempre troppi e sempre terribili e sconvolgenti e fatti pagare alle popolazioni per l’ordine di stato, ingiustamente di certo, ma le proporzioni la dicono giusta su quali siano i termini delle questioni anche e soprattutto quelle militari di questa che è comunque una grande tragedia.E allora se non fanno parlare 4 o 5 giornalisti non ci dobbiamo meravigliare, anche perchè nel campo opposto in Russia esiste la stessa cosa. E allora noi in questo momento rappresentiamo la faccia di una parte sola, mascherata mediaticamente sotto la definizione di ”aggressore ed aggredito”,mentre si dà il caso che l’aggressore quello vero sia quello che manda i soldi e le armi dall’aldilà dell’Atlantico. Ma queste purtroppo sono cose e fatti che nella testa degli italiani non entrano ma entreranno giocoforza quando pagheranno un prezzo in termini di distruzione e di miseria, perchè percorrendo tale strada la fine del viatico è quella che ho detto. Come del resto un esempio è quello di cosa successe nel 1945: che per 20 anni Mussolini era il redentore, poi pochi mesi dopo fu appeso a Piazzale Loreto.Chissà perchè e quale spiegazione esista sul perchè questo non sia avvenuto negli altri stati dell’Europa dove il nazifascismo aveva infierito molto più dell’Italia durante la guerra. Chiediamocelo quale sia la ” pasta culturale” di questo nostro popolo che abbia prodotto tale differenza, sia nel bene sia nel male.