G come GERONTOCRAZIA
Il principio di riorganizzazione sanitaria sembra basarsi unicamente sul numero di persone dai 65 anni in su. La rubrica di oggi si interroga sull’efficacia di una politica ironicamente definita “gerontocratica”.
L’Umbria, come il resto dell’Italia, sta invecchiando, ce lo dice l’ISTAT. Uno dei modi per calcolare il tasso di invecchiamento è l’indice di vecchiaia, ovvero un rapporto demografico di coesistenza, definito come il rapporto percentuale tra la popolazione in età anziana (65 anni e più) e la popolazione in età giovanile (meno di 15 anni), calcolato al 1° gennaio di ogni anno. Ebbene, al 1° gennaio 2022 l’indice di vecchiaia dell’Umbria era 222,8 (187,6 quello italiano). Per semplificare, in Umbria nel 2022 c’erano 222,8 anziani (oltre 65 anni) ogni 100 giovani (minori di 15 anni).
MEGLIO UNA RSA CHE IL PRONTO SOCCORSO
Qualche anno fa ci è capitato di interloquire con un politico e un dirigente dell’Azienda USL Umbria 1. Alla nostra richiesta di riavere un pronto soccorso vero a Città della Pieve, cosa per cui il comune di Montegabbione aveva fatto un ricorso al TAR e lo aveva vinto (tralasciamo il vergognoso ricorso dell’Azienda USL Umbria 1 al Consiglio di Stato che ha cancellato la sentenza del TAR con una sentenza quantomeno discutibile), entrambi espressero un pensiero simile: tenetevi stretta la Residenza Sanitaria Assistenziale perché tutti invecchiamo, mentre del pronto soccorso (almeno per i codici rossi) durante la vita c’è una bassa probabilità di aver bisogno. Una sorta di primato della gerontocrazia?
NON SI PUÒ AVERE TUTTO DAPPERTUTTO
È lo stesso discorso fattoci da altri politici: non si può avere tutto dappertutto. In base a questo ragionamento il distretto sanitario del Trasimeno è stato gradualmente svuotato di servizi e soprattutto di diritti. Ci risulta che uno dei principi fondamentali su cui si basa il Servizio Sanitario Nazionale dalla sua istituzione nel lontano 1978 sia l’equità: a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute. Per curiosità, gli altri due principi fondamentali sono l’universalità, ovvero l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione, e l’uguaglianza, ovvero i cittadini devono accedere alle prestazioni sanitarie senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche.
LOTTERIA
Ma torniamo ai nostri tecnici e politici. Noi come comitato suggeriamo loro di assegnare i vari reparti ospedalieri con una lotteria, così un distretto potrebbe avere la cardiologia, un altro la diabetologia e cosi via. Beh, poi magari si potrebbero spostare gli abitanti da un comune all’ltro: chi soffre di cuore verrà spostato nel distretto dove c’è la cardiologia, ecc.
Non sarebbe perfetto?