TEATRO, TORNANO IN SCENA I SEMI D’ARTE DI CHIUSI: IL 25 E 26 FEBBRAIO A SARTEANO “BARTLEBY LO SCRIVANO”, REGIA DI FABRIZIO NENCI

venerdì 17th, febbraio 2023 / 11:29
TEATRO, TORNANO IN SCENA I SEMI D’ARTE DI CHIUSI: IL 25 E 26 FEBBRAIO A SARTEANO “BARTLEBY LO SCRIVANO”, REGIA DI FABRIZIO NENCI
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SARTEANO – Sabato 25 e domenica 26 febbraio torna in scena una compagnia storica del teatro locale. Si tratta del Collettivo Semi d’Arte di Chiusi, nato negli anni ’80. La compagnia chiusina si cimenterà con un’opera impegnativa: “Bartleby lo scrivano” di Herman Melville, l’autore di Moby Dick che nell’originale completava il titolo con “una storia di Wall Street”.

Lo scritto fu pubblicato all’inizio anonimamente, in due parti, su una rivista nel 1853, poi nella raccolta The Piazza Tales nel 1856 con modeste variazioni testuali.  Il testo che porteranno in scena i Semi d’Arte è un riadattamento di Francesco Niccolini. La regia è di Fabrizio Nenci, storico mago delle luci che da qualche tempo è passato dalla scenografia anche alla direzione. Lo ha già  fatto con “Sette minuti”, qualche anno fa.

Gli interpreti sono Francesco Storelli (uno dei fondatori del Collettivo), Calogero Dimino, Rossana Rossi, Francesco Pipparelli, Sabrina Rigutini e Walter Rigutini, anche lui uno della prima ora.

L’appuntamento è, come dicevamo per sabato 25 alle  ore 21,15 e domenica 26,alle ore 17,30 al Teatro degli Arrischianti di Sarteano.

Nel testo di Melville il narratore è il titolare di uno studio legale di Wall Street a New York che svolge il proprio lavoro maneggiando con discrezione “i titoli, le obbligazioni, le ipoteche di uomini abbienti” e si descrive come “una persona eminentemente cauta e fidata”. Lo studio ha tre dipendenti, due scrivani e un fattorino, ognuno con caratteristiche diverse e alcune particolari eccentricità. L’attività  va bene e il titolare decide di assumere un nuovo scrivano.  Si presenta Bartleby, una figura decorosa, ma dimessa e piuttosto squallida che a un certo punto si rifiuta di svolgere alcune mansioni sempre con la solita frase “preferirei di no”, fino a smettere del tutto di lavorare adducendo lo stesso motivo: preferirei di no… Ma Bartleby non ha famiglia, né casa,  né amici e abita in quello studio… e diventa una presenza inquietante per lo stesso titolare e per i condomini che lo fanno arrestare. In prigione Bartleby rifiuta ogni aiuto da parte del suo ex datore di lavoro e  rifiuta persino il cibo. “Preferisce non mangiare” e si lascia morire d’inedia…

Ovviamente, essendo il testo del 1800, ogni riferimento o accostamento della piece dei Semi d’Arte allo sciopero della fame in carcere dell’anarchico Cospito,  sarebbe una forzatura. Ma il pensiero non può non caderci… Il bizzarro comportamento di Bartleby è a suo modo una ribellione, interiore e sociale anche, perché non cede alla “compassione” del datore di lavoro, né alle convenzioni professionali.

Lo scrivano di Melville ricorda un po’anche il pianista sull’Oceano di Alessandro Baricco, che decide di morire con la nave su cui ha vissuto e suonato per tutta la vita…

Ben tornati ai Semi d’Arte.

m.l.

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