IL CONSIGLIO APERTO SU TRASPORTI E ALTA VELOCITA’: CONSENSO SULLE RICHIESTE AL GRUPPO FS, MOLTI NO ALLA STAZIONE IN LINEA. IL PD SI INCARTA SUL “NI” E A CHIUSI RESTA SOLO
CHIUSI – Sabato 14 si è tenuto a Chiusi un Consiglio Comunale aperto sul tema dei trasporti e quindi dell’alta velocità. Una iniziativa importante, non usuale, che ha visto la partecipazione dell‘assessore regionale toscano Baccelli, del senatore Silvio Franceschelli, di una venticinquina di sindaci e amministratori locali non solo della Valdichiana, ma anche dell’Amiata (compreso il versante grossetano), della Valdorcia e della vicina Umbria, rappresentanti del Patto Territoriale, delle Camere di Commercio, esperti del settore, e di un buon numero di cittadini. Formalmente era un Consiglio comunale aperto al contributo di chiunque avesse voluto partecipare, di fatto si è trattato più di un “convegno” sul tema proposto. Probabilmente con l’intento di dare forza alla linea del Comune di Chiusi e del partito di maggioranza (il Pd).
Se la cosa dovesse essere valutata come Consiglio Comunale, Gianluca Sonnini dovrebbe preoccuparsi e non poco. Infatti il sindaco di Chiusi che ha fatto gli onori di casa e ha usato come punto di partenza e traccia della discussione la mozione approvata il 30 novembre scorso, ha incassato un consenso pressoché unanime sulla lista di richieste avanzate al Gruppo Fs circa l’adeguamento della Chiusi-Siena, il rafforzamento nell’immediato delle fermate AV alla stazione di Chiusi (aumentandole e rendendole fisse per tutto l’arco dell’anno), la bretella Tuoro-Castiglione del Lago, la “lunetta” di Sinalunga per il collegamento con la linea che porta ad Arezzo; il miglioramento e aumento degli Intercity, l’adeguamento dei collegamenti stradali sia verso Siena che verso Perugia a partire dallo sfondamento della Pievaiola da Piegaro verso Po’ Bandino… Ma sull’argomento più spinoso, quello della stazione in linea deve registrare anche un coro di NO piuttosto robusto.
Per quanto riguarda il Consiglio comunale infatti si sono espressi in maniera nettamente contraria i rappresentanti delle due opposizioni Lucia Lelli e Massimiliano Barbanera e pure il gruppo Possiamo recentemente uscito dalla maggioranza. Ma (e questo Sonnini non lo può ignorare) hanno detto NO alla stazione volante anche Bonella Martinozzi per il M5S e Marco Nasorri di Sinistra Civica ed Ecologista, due forze che ancora fanno parte della coalizione che lo sostiene.
In pratica a mantenere una posizione se non favorevole, quantomeno “possibilista” sulla stazione in linea è rimasto, a Chiusi, solo il Pd. Non solo: Nasorri nel suo intervento ha anche messo in evidenza – come abbiamo fatto più volte anche noi su queste colonne – come le varie richieste di adeguamento delle strade e delle infrastrutture e servizi ferroviari, avanzate nella citata mozione, sono di fatto in contraddizione con l’ipotesi della stazione in linea, perché la stazione in linea le renderebbe tutte inutili e superate… Insomma a Chiusi su questa questione il Pd rischia di trovarsi in minoranza, se non lo è già.
Si è capito dalla insolita seduta di sabato che la politica o meglio il Pd e gli amministratori Pd sono in sostanza quasi tutti favorevoli all’ipotesi della stazione in linea, con annesso casello A1, a Salcheto, nel comune di Montepulciano (tra Montallese e Acquaviva per intenderci), o quantomeno favorevoli a partecipare al tavolo tecnico allestito dal Ministero e alla discussione in atto sull’ubicazione, non escludendola a priori. si è capito che le Camere di Commercio vanno nella stessa direzione, ma non si esprimono sul luogo; si è capito che il Patto Vato punta ad accreditarsi come ente di riferimento per la progettazione di area… Ma si è capita anche un’altra cosa. Questa: chi si intende di trasporto ferroviario, magari per averci lavorato una vita, invece la stazione in linea la vede non solo come un errore e uno spreco inutile, ma anche come un’opera difficilmente realizzabile e senza basi concrete in termini di utenza e di connessioni, facendo notare, dati alla mano, che non migliorerebbe il servizio al territorio né farebbe risparmiare tempo di percorrenza, se non pochissimo, rispetto alle stazioni di Chiusi e Arezzo (ma anche Terontola) già idonee allo scopo. Meglio se mai lavorare sulla linea, sulla velocità dei treni, sul numero e il cadenzamento delle fermate…
Interventi in questo senso sono stati pronunciati, con sfumature diverse, ma non troppo, dal Prof. Stefano Maggi dell’Università di Siena, da Enrico Mancini ferroviere in pensione di Terontola, da Marcello Fallarino, segretario del Pd della Valdichiana ed ex ferroviere anche lui, così come da Alfio Anselmi e Fabrizio Talozzi, ex macchinisti (Talozzi anche istruttore) ed ex assessori entrambi al comune di Chiusi negli anni ’80-90. Talozzi si è detto favorevole a partecipare al Tavolo ministeriale, ma la la stazione volante l’ha demolita, pezzo a pezzo, già sulla carta. Come gli altri. E Fallarino, Talozzi e Anselmi sono esponenti del Pd. Come Paolo Scattoni docente di Urbanistica alla Sapienza in pensione, anch’egli contrario, il quale ha chiesto che il Consiglio Comunale depenni la previsione della stazione in linea dal Piano Strutturale… Richiesta ripresa da Lucia Lelli di Chiusi Futura.
Anche tra i sindaci intervenuti nessuno ha detto “la stazione in linea non s’ha da fare”, lo spiraglio del “ma anche” (per noi va benissimo la stazione attuale di Chiusi – e quella di Arezzo – ma se proprio la vogliono fare, che si faccia a Salcheto…”) se lo sono lasciato aperto quasi tutti. Anche Matteo Burico di Castiglione del Lago, Giulio Cherubini di Panicale, Fausto Risini di Città della Pieve che però hanno pigiato molto sulla idoneità della stazione di Chiusi e sui collegamenti anche stradali tra Chiusi e l’area del Trasimeno e la città di Perugia… Collegamenti che una ipotetica stazione in linea in mezzo alla campagna vanificherebbe, costringendo a pensarne altri verso la nuova stazione e non più verso Chiusi…
Abbiamo scritto “quasi tutti”, perché il sindaco di Cetona Roberto Cottini non si è allineato al mantra generale e ha detto chiaramente che la stazione in linea già c’è ed è quella di Chiusi. Anche Andrea Marchetti di Chianciano è apparso più interessato ad altre battaglie, come quella per un treno diretto da Chiusi all’Aeroporto di Fiumicino. Si pensi che con lo sfondamento della Pievaiola e un collegamento Chiusi-Perugia copribile in 25 minuti, si potrebbe arrivare all’aeroporto di S.Egidio in 40 minuti…
Quindi il coro “Rivendichiamo la stazione a Montallese” come ha scritto ieri La Nazione (che poi più che Montallese sarebbe Salcheto nel comune di Montepulciano), non c’è stato. C’è stata al contrario una dicotomia netta fra le elucubrazioni della politica e la concretezza di chi conosce la materia e sa come si muovono i treni…
E si è capito (Mancini, Talozzi, Maggi, Anselmi.. lo hanno spiegato benissimo) che è un’utopia pensare ad un aumento dei treni Intercity, se la politica delle Fs sarà ancora quella di privilegiare l’Alta Velocità su tutto il resto.
Alcuni (il presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Grazi, per esempio) hanno cercato, nel perorare la causa della stazione in linea a Salcheto, di dimostrare come pochi altri luoghi hanno la caratteristica peculiare di vedere vicinissime la linea direttissima per l’Av, la linea Chiusi-Siena e l’Autostrada del Sole… Vero. Ma tra queste non c’è connessione alcuna. Le connessioni e il casello andrebbero creati. Alla stazione di Chiusi ci sono già una a fianco all’altra la linea Chiusi-Siena. quella Firenze-Roma con binario dedicato all’AV, ci sono già le autolinee per Chianciano-Montepulciano, per Siena, per Perugia, ci sono i Taxi, a pochi metri agenzie di noleggio auto, banche, posta, alberghi, ristoranti, bar, posteggi, supermercati ecc… Senza spendere un euro per creazioni ex novo.
C’è chi ha provato ad ammantare la questione con argomentazioni “di sinistra” come il richiamo alle pari opportunità tra i territori, tra le grandi città e la provincia profonda, tra le aree a grande flusso e quelle interne dove il flusso è molto minore, ma non si capisce come mai l’uguaglianza e le pari opportunità le garantirebbe la stazione in linea e non le stazioni di Chiusi e di Arezzo adeguatamente servite… Attenzione: parlando di Chiusi e Arezzo non parliamo di una ipotesi, ma di una cosa già esistente, già testata, che già funziona.
Secondo noi il Consiglio Comunale aperto che si è tenuto sabato 14 avrebbe avuto un peso maggiore e più clamore se da lì fosse uscita una posizione netta e unitaria sulle varie richieste, ma anche sul NO (senza se, senza ma e senza anche) alla ipotetica stazione in linea in mezzo al nulla. Perché, diciamolo, anche Salcheto non è New York… E una colata di ferro, catrame e cemento a meno di un km da un’oasi naturalistica (il lago di Montepulciano) non ci sembra una grande pensata.
A proposito dell’ubicazione, qualcuno sabato ha ricordato che ad oggi le stazioni in linea funzionanti sono due: la MedioPadana nei pressi di Reggio Emilia e quella di Afragola nell’hinterlandoi di Napoli, entrambe hanno dai 2 ai 3 milioni e mezzo di abitanti come bacino di utenza. La MedioEtruria ne avrebbe al massimo (molto massimo) 500.000, ma la stima è ottimistica. Più realistico pensare a 200 mila. E’ vero che la politica dei trasporti e della mobilità in un paese civile non può basarsi solo sul parametro costi/ricavi, e anche i cittadini delle aree meno popolate e più periferiche hanno diritto a poter usufruire dei servizi e dei treni veloci, ci mancherebbe. Ma per l’utenza del territorio, le stazioni di Chiusi e Arezzo, su cui sono stati spesi milioni di euro solo 5 anni fa, e sono adeguate allo scopo, sono sicuramente sufficienti. Meglio concentrare gli sforzi sulle altre richieste, quelle sì, tutte sacrosante. Ma solo in funzione di Chiusi. Se nasce la stazione in linea (dovunque nasca) molte di quelle opere e adeguamenti non serviranno più. Della Chiusi-Perugia che adesso potrebbe trovare attuazione, per esempio, non sentiremo più parlare…
m.l.
Anche a noi ci è apparso fuorviante l’ articolo pubblicato sulla Nazione di ieri, per questo abbiamo pubblicato il comunicato che segue. INFORMAZIONE O VELINE?
Il Pd riesce a mistificare la realtà grazie a “giornalisti” compiacenti.
È vero che durante il consiglio comunale di sabato gli esponenti del Pd hanno mantenuto la solita ambiguità: cioè dicono di investire nelle strutture esistenti e lavorare per l’Alta velocità alla stazione di Chiusi, però dicono anche che se si fa la nuova stazione la vogliono a Montallese. Tra l’altro raccontando una bugia, perché nel piano strutturale la località scelta è nel comune di Montepulciano.
Dal titolo sembrerebbe che ci sia stata unanimità nella richiesta di una nuova stazione dell’AV, invece, per fortuna, sono state molte e ben argomentate le voci critiche e contrarie a tale ipotesi.
Con questo personale politico e amministrativo rischiamo di perdere altro tempo dietro a una chimera, inutile e costosa.
noto che anche su questo argomento le posizioni di primapagina e del gruppo Possiamo continuano a coincidere e coincide pure la “lettura” di quanto avvenuto sabato scorso alla seduta del Consiglio Comunale aperto. Prendo nota con piacere. Noto anche che nessuno, neanche tra i pasdaran della stazione in linea, ha rilanciato una riga sull’evento organizzato dal Comune di Chiusi. Che stiano cominciando a riflettere?
Più che iniziare a riflettere, io avverto che sempre più si trovano a corto di idee, per tentare di tenere in piedi i loro propositi. A loro lo sviluppo e il riequilibrio dei territori, in armonia con l’ambiente, non interessa. A loro interessa mettere le mani sui denari pubblici. Il PRNN, deve aver messo in moto appetiti smisurati. La cantieristica come quella che dovrebbe mettersi in atto per fare una nuova stazione, finanziata con i soldi di Pantalone, rende molto politicamente. Magari sono gli stessi, che urlano allo squasso dei bilanci pubblici, se si devono aumentare le pensioni di 10 euro al mese. Sostenere la necessità della realizzazione di una nuova stazione per l’A. V. ad appena 8 chilometri da quella perfettamente funzionale di Chiusi città, è da dementi nella migliore delle ipotesi. Io comunque propendo per l’altra ipotesi: quella della disonestà intellettuale.
X Renato. Approvo, anche perchè il contesto è formato ormai da ectoplasmi i quali non scalfiti da nulla proseguono ininterrotti i loro propositi che poi non sono altro che i loro interessi. Una riflessione sarebbe utile fare su cosa e su come siano avvenute le rivoluzioni storiche che ci hanno preceduto quando si esaminano le parole di qualcuno che più di un secolo e mezzo fà disse: ”solo una rivoluzione può cambiare questo stato d cose” e questi di cui si parla la rivoluzione siamo sicuri che non la vogliono nè la desiderino, ecco anche uno dei motivi per i quali si possono permettere tutto questo.Pochi furbi che passano allì’occhio dell’opinione pubblica di fare l’interesse pubblico e dei territori, pochi coscenti che si possano mettere di traverso solo con discorsi, ed in mezzo una pletora di ectoplasmi fatti con lo stampino ed usati e cresciuti sotto la garanzia delle ”libertà individuali” e che credono che queste possano perdurare all’infinito ed estendersi ancorpiù anche a loro ed ai loro figli. Ciò che massimamente richiedono è ”il consumo” quello che ancor oggi si chiama sempre di più ”il feticismo delle merci”. Da questo si comprende CHI abbia vinto in italia e CHI sia che lo abbia permesso, fermo restando che chi ne ha avuto utilità da tutto questo ha sempre nel tempo fatto così non abiurando ai suoi intenti. Infatti se si parla proprio di ”intenti” CHI li abbia abiurati è proprio la sinistra o detta impropriamente tale, lasciatasi abbindolare e via via portata per i capelli sopra le problematiche consapevolmente da parte delle sue dirigenze fino all’ultimo militante ad essere scalata dal centro ed assumendone via via le caratteristiche più peculiari, affinchè le si rompessero le ossa.Ma così facendo le ossa si sono rotte a tutta la società che offre riparo a chi possieda e scopre alla pioggia le classi più deboli, mentre intorno è tutto un ”magna magna”. E sono pochi, anche coloro che a proposito dell’ onestà intellettuale si salvano. E allora domandiamocelo il perchè le rivoluzioni che sono avvenute nel passato riguardavano- con caratteristiche diverse legate ai tempi- di certo gli stessi identici motivi e la natura di tali motivi.Incominciarono a dirci che ”il conflitto fra le classi” non esisteva più e che era una invenzione di coloro che volevano sovvertire le istituzioni ed adesso in forme diverse sempre questi di cui si parla sostengono politiche che in maniera variegata negano con ogni mezzo la facoltà che ha la gente di potersi opporre alle loro decisioni.E allora, se la gente è impermeable alla ”rivoluzione” alla fine è bene che sappia che saranno ”ca… della gente”. Io caro Renato mi sarei anche stancato dopo quasi mezzo secolo di politica attiva e militante ( difatti è dal 1985 che non sono iscritto più a nessun partito della sinistra )-fatta soprattutto nelle città dove ho lavorato- di vedere per mezzo dei suoi uomini che le politiche applicate siano solo quelle delle parole al vento ben sapendo che sono proprio quegli uomini i diretti responsabili del suo sfacelo.Ricordo ai lettori che le parole prese a prestito da Edmund Burke che ho riportato per scritto poche settimane fa in uno dei miei interventi su questo giornale e che parafrasando quell’autore dicevano che ” tutto ciò che è necessario per il trionfo del male è che gli uomini supposti di bene non facciano nulla” siano parole sempre e continuamente attuali. E allora si pensa che me ne possa dolere qualcosa se questa sinistra sprofondi quando penso che in massima parte i suoi uomini abbiano venduto anche la mamma ad una socialdemocrazia che è tutto fuorchè una socialdemocrazia dove esiste il trionfo della scalata sociale, dell’incompetenza ed ancordipiù della disonestà intellettuale come la definisci tu Renato ? Proprio ieri il nazionalista e destrorso premier dell’Ungheria Viktor Orban ha detto direttamente in relazione agli scandali che hanno coinvolto il Parlamento Europeo:” occorre eliminare la palude che esiste a Bruxelles”.Difficile dargli torto anche se si pensa che lui lo spinga tale pensiero per volerne strategicamente approfittare,ma la ragione per fargli dire questo la sinistra gliela fornisce in continuazione se si vada a vedere ed a enumerare coloro che in Italia giuocano a scacchi col sole in doverosa compagnia con gli arboscelli della ex democrazia cristiana specialmente nel sud italia. Anche perchè l’acqua di quella palude è stata immessa e portata specalmente da nazioni come gli StatiUniti e l’Inghilterra che sono quelli che usano l’Ucraina come clava verso la Russia mandandole le armi più sofisticate ed ospitando gli ufficiali dell’esercito Ucraino (non lo si dimentichi che una decina di giorni or sono hanno celebrato con cerimonie pubbliche il nazista Banderas a Khiev e parlo dell’esercito ufficiale ucraino non di una serie di torturatori di bergen belsen….) E allora di cosa parliamo di sinistra che manda le armi e che esegue per fila e per segno le direttive degli Stati Uniti e dell’Inghilterra tutta unita col governo della Meloni che per accattivarsi il SI di Biden ha detto prima di essere eletta e con la consapevolezza che lo sarebbe stata, che avrebbe anche lei inviato le armi all’Ucraina anche se al popolo italiano per disposizione di questo Parlamento e del precedente non si faccia conoscere quali e quante armi siano inviate e tutto rimane top secret in un assordante silenzio dello stesso popolo che non si cura nemmeno di insistere per sapere a cosa e per cosa servano i suoi soldi ? Le altri nazioni europee lo comunicano ai loro parlamenti, noi no! Ma di tale perchè l’accrocco dei partiti che sostenevano Draghi è silenzioso?. Ed allora quando dico che siamo stati e continuiamo oggi più che mai ad essere i servi più fedeli degli interessi degli anglo-americani chiudendo gli occhi su tali argomenti anche a costo di passare meritatamente per l’epiteto di ”servi sciocchi” credo di aver proprio ragione.Ed i servi sono coloro che sotto il tavolo del padrone campano delle briciole che cadono dalla sua tovagliam ed è bene saperlo e dirlo a chi oggi parla di ”nuova dignità”.
Io non credo che i signori che hanno sfilato sabato al consiglio comunale “aperto” abbiamo idee o voglia di riflettere ma solo l’arroganza politica di imporre una cosa che non ha nessun senso. Proprio per questo hanno cercato di sviare l’argomento da un punto di vista tecnico, perché se si discute su questo piano non c’è bisogno neppure di iniziare a parlarne, sostenere la stazione in linea è un’offesa al buon senso ed ha una sola spiegazione facilmente comprensibile se si pensa che è un’opera che muoverebbe decine di milioni.
Le cose non sono 14 come si suol dire…., ma 2. Dico così perchè arrivato a questi punti il fatto che viene preso in esame non assume il colore razionale che possono assumere vie di mezzo nel giudizio che se ne dà, ma rispetto alla massa di soldi che si dice che debba essere impiegata per la costruzione di una stazione in linea ed alla sua utilità per gli anni a venire, credo che il discorso che ne esca il più razionale possibile, sia quello che viene fuori dalla penna di Luca Scaramelli.E se questa è la verità allora le considerazioni che sono da fare sono quelle che ho già scritto antecedentemente su questo Post e che riguardano i meccanismi che la politica mette in azione e predispone affinchè il beneficio che se ne riceverebbe ricada in un raggio molto corto e cioè in casa propria, indipendentemente se alla conduzione di certe realizzazioni sul terreno possano essere riferimenti politici di destra o di centro,sinistra e non parlo di sinistra perchè la sinistra non esiste più da diverso tempo ma esistono valutazioni eposizioni personali o di piccoli gruppi che hanno affiancato nel tempo anche l’establishment.Fra l’altro una considerazione credo che sia da farsi ed è quella che tutta questa fretta indirizzata a tale problema non spronerebbe forse il ragionamento che sarebbe stato meglio che fosee stata indirizzata verso il trasporto locale e gli investimenti che richiede per ottemperare alle necessità di un territorio dove in passato hanno agito ” forbici da pota” di ogni tipo e di ogni colore ? Cosa si risponde al pendolarismo di fronte ad una scelta del genere di una stazione in linea il cui costo si aggira sui 50 milioni di euro che tradotti in lire vogliono dire 100 miliardi ?Questo per chiarire meglio alle persone più anziane che leggono l’ordine di grandezza della spesa.Qui si insiste con una metodologia che và sfatata ed è quella che lo sviluppo non possa essere rappresentato e passare per le spese inutili quando esistono altri problemi di costi per procurare produttività, lavoro e quindi redditualità alle famiglie.Dico questo perchè tale sciagurata visione che è divenuta parte integrante di chi faccia capo alle decisioni, rende i cervelli della maggioranza delle persone acritici e pronti ad accettare tutto quanto la politica prospetti e che diciamolo francamente-prospetta quando ormai ha già deciso-salvo poi ringambarsi quando la gente scende in strada e protesti mettendo in evidenza l’inutilità dello scempio sconsiderato delle risorse economiche. E’ questo che deve finire,ossia la progettazione e la realizzazione delle cose e delle strutture inutili dal momento che con una spesa che non è certo quella che sembra ipotizzata si possa mettere in uno stato di funzionalità normale una struttura che già esiste e che rende al paese di Chiusi ma anche ai limitrofi nel soddisfacimento dei servizi resi ad pubblico servito in un area molto vasta.Abbiamo visto in altre zone d’italia cosa hano reso le cattedrali nel deserto ed a chi hanno fatto comodo e quindi quali interessi abbiano soddisfatto.Questo è il succo della questione ed è più propriamente la tipologia dello sviluppo come venga intesa.I cittadini soprattutto di Chiusi sono avvertiti perchè anche questo si crede che dia spazio alle critiche-e quante volte le abbiamo sentite- che hanno usato il termine ”signor no”, termine usato da coloro che dai ”signorsi genuflessi”(parlo anche del mondo mediatico di sicuro)hanno fiancheggiato le idee di una politica che per i territori è stata devastante ma che nello stesso tempo ha ingrassato i portafogli degli amici degli amici di sempre e cioè più propriamente di coloro che intendono da sempre usare il sistema di ”Francia o Spagna purchè se magna”, e siccome sappiamo bene che ”pecunia non olet”non è questione nè di destra nè di sinistra nè di centro ma è questione di mero interesse pubblico..Allora, siccome è questo ciò che abbiamo di fronte, io credo che dovremmo tutti rizzare le antenne e predisporci in maniera critica con attenzione ma non dimenticando la risolutezza e se serve anche a far sentire la presenza della gente che dissente da tali decisioni che contrabbandano l’utilità.Fin’ora tali decisioni sono state affrontate tenuto conto del rispetto delle parti e della democrazia, credo che occorra pretendere dalla politica altrettanto adeguato rispetto per coloro che hanno idee diverse e probabilmente anche idee più soddisfacenti per l’interesse pubblico.Dico così perchè chi non perde di vista i soldi secondo me è al centro di interessi inevitabili che remano affinchè si arrivi a determinare i propri progetti che con l’interesse pubblico la maggior parte delle volte non hanno nulla a che spartire.E’ questo metodo che deve cambiare diversamente la realtà che si afferma è quelle del mondo che abbiamo intorno e per rendersene conto non ci vuole un grande sforzo intellettuale.Basta vedere i conti pubblici dove si è raschiato il fondo del barile, le colate di cemento che hanno devastato il territorio soprattutto dell’Umbria accanto al nostro e l’insipienza dei sindaci del territorio quali ultimi agenti di una politica accentrata ed autoreferenziante che nel recente passato hanno accettato e promosso tale politica anche guardando alla chimera del rimpinguamento delle casse comunali da tributi, balzelli e tasse e che ancor oggi si ritrovano vuote e che sottraggono energie economiche all’impiego nei bilanci verso cespiti culturali dai quali dovrebbe partire il tanto osannato a parole vero sviluppo. I cittadini facciano argine a tutto questo, specialmente coloro che non posseggono risorse per mandare i loro figli a studiare e lavorare all’estero,-che sono i più come numero- perchè è questo il territorio dove soprattutto i loro figli dovranno vivere ed affrontare la vita, che indubbamente sarà diversa da quella della mia generazione che viene dall’immediato dopoguerra diversamente sarà validata quella famosa scritta sul muro da me fotografata nel centro di Rieti qualche anno addietro e che ancora da qualche parte conservo in archivio, dove stà scritto ”Italia, da un popolo di lotte ad un popolo di lotterie”.