IL CONSIGLIO APERTO SU TRASPORTI E ALTA VELOCITA’: CONSENSO SULLE RICHIESTE AL GRUPPO FS, MOLTI NO ALLA STAZIONE IN LINEA. IL PD SI INCARTA SUL “NI” E A CHIUSI RESTA SOLO

IL CONSIGLIO APERTO SU TRASPORTI E ALTA VELOCITA’: CONSENSO SULLE RICHIESTE AL GRUPPO FS, MOLTI NO ALLA STAZIONE IN LINEA. IL PD SI INCARTA SUL “NI” E A CHIUSI RESTA SOLO
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CHIUSI – Sabato 14 si è tenuto a Chiusi un Consiglio Comunale aperto sul tema dei trasporti e quindi dell’alta velocità. Una iniziativa importante, non usuale, che ha visto la partecipazione dell‘assessore regionale toscano Baccelli, del senatore Silvio Franceschelli, di una venticinquina di sindaci e amministratori locali non solo della Valdichiana, ma anche dell’Amiata (compreso il versante grossetano), della Valdorcia e della vicina Umbria, rappresentanti del Patto Territoriale, delle Camere di Commercio, esperti del settore, e di un buon numero di cittadini. Formalmente era un Consiglio comunale aperto al contributo di chiunque avesse voluto partecipare, di fatto si è trattato più di un “convegno” sul tema proposto. Probabilmente con l’intento di dare forza alla linea del Comune di Chiusi e del partito di maggioranza (il Pd).

Se la cosa dovesse essere valutata come Consiglio Comunale, Gianluca Sonnini dovrebbe preoccuparsi e non poco. Infatti il sindaco di Chiusi che ha fatto gli onori di casa e ha usato come punto di partenza e traccia della discussione la mozione approvata il 30 novembre scorso, ha incassato un consenso pressoché unanime sulla lista di richieste avanzate al Gruppo Fs circa l’adeguamento della Chiusi-Siena, il rafforzamento nell’immediato delle fermate AV alla stazione di Chiusi (aumentandole e rendendole fisse per tutto l’arco dell’anno), la bretella Tuoro-Castiglione del Lago, la “lunetta” di Sinalunga per il collegamento con la linea che porta ad Arezzo; il miglioramento e aumento degli Intercity, l’adeguamento dei collegamenti stradali sia verso Siena che verso Perugia a partire dallo sfondamento della Pievaiola da Piegaro verso Po’ Bandino… Ma sull’argomento più spinoso, quello della stazione in linea deve registrare anche un coro di NO piuttosto robusto.

Per quanto riguarda il Consiglio comunale infatti si sono espressi in maniera nettamente contraria i rappresentanti delle due opposizioni Lucia Lelli e Massimiliano Barbanera e pure il gruppo Possiamo recentemente uscito dalla maggioranza. Ma (e questo Sonnini non lo può ignorare) hanno detto NO alla stazione volante anche Bonella Martinozzi per il M5S e Marco Nasorri di Sinistra Civica ed Ecologista, due forze che ancora fanno parte della coalizione che lo sostiene.

In pratica a mantenere una posizione se non favorevole, quantomeno “possibilista” sulla stazione in linea è rimasto, a Chiusi, solo il Pd. Non solo:  Nasorri nel suo intervento ha anche messo in evidenza – come abbiamo fatto più volte anche noi su queste colonne – come le varie richieste di adeguamento delle strade e delle infrastrutture e servizi ferroviari, avanzate nella citata mozione, sono di fatto in contraddizione con l’ipotesi della stazione in linea, perché la stazione in linea le renderebbe tutte inutili e superate… Insomma a Chiusi su questa questione il Pd rischia di trovarsi in minoranza, se non lo è già.

Si è capito dalla insolita seduta di sabato che la politica o meglio il Pd e gli amministratori Pd sono in sostanza quasi tutti favorevoli all’ipotesi della stazione in linea, con annesso casello A1, a Salcheto, nel comune di Montepulciano (tra Montallese e Acquaviva per intenderci), o quantomeno favorevoli a partecipare al tavolo tecnico allestito dal Ministero e alla discussione in atto sull’ubicazione, non escludendola a priori. si è capito che le Camere di Commercio vanno nella stessa direzione, ma non si esprimono sul luogo; si è capito che il Patto Vato punta ad accreditarsi come ente di riferimento per la progettazione di area…  Ma si è capita anche un’altra cosa. Questa: chi si intende di trasporto ferroviario, magari per averci lavorato una vita, invece la stazione in linea la vede non solo come un errore e uno spreco inutile, ma anche come un’opera difficilmente realizzabile e senza basi concrete in termini di utenza e di connessioni, facendo notare, dati alla mano, che non migliorerebbe il servizio al territorio né farebbe risparmiare tempo di percorrenza, se non pochissimo,  rispetto alle stazioni di Chiusi e Arezzo (ma anche Terontola) già idonee allo scopo. Meglio se mai lavorare sulla linea, sulla velocità dei treni, sul numero e il cadenzamento delle fermate…

Interventi in questo senso sono stati pronunciati, con sfumature diverse, ma non troppo, dal Prof. Stefano Maggi dell’Università di Siena, da Enrico Mancini ferroviere in pensione di Terontola, da Marcello Fallarino, segretario del Pd della Valdichiana ed ex ferroviere anche lui, così come da Alfio Anselmi e Fabrizio Talozzi, ex macchinisti (Talozzi anche istruttore) ed ex assessori entrambi al comune di Chiusi negli anni ’80-90. Talozzi si è detto favorevole a partecipare al Tavolo ministeriale, ma la la stazione volante l’ha demolita,  pezzo a pezzo, già sulla carta. Come gli altri. E Fallarino, Talozzi e Anselmi sono esponenti del Pd. Come Paolo Scattoni docente di Urbanistica alla Sapienza in pensione, anch’egli contrario, il quale ha chiesto che il Consiglio Comunale depenni la previsione della stazione in linea dal Piano Strutturale… Richiesta ripresa da Lucia Lelli di Chiusi Futura.

Anche tra i sindaci intervenuti nessuno ha detto “la stazione in linea non s’ha da fare”,  lo spiraglio del “ma anche” (per noi va benissimo la stazione attuale di Chiusi – e quella di Arezzo – ma se proprio la vogliono fare, che si faccia a Salcheto…”) se lo sono lasciato aperto quasi tutti. Anche Matteo Burico di Castiglione del Lago, Giulio Cherubini di Panicale, Fausto Risini di Città della Pieve che però hanno pigiato molto sulla idoneità della stazione di Chiusi e sui collegamenti anche stradali tra Chiusi e l’area del Trasimeno e la città di Perugia… Collegamenti che una ipotetica stazione in linea in mezzo alla campagna vanificherebbe, costringendo a pensarne altri verso la nuova stazione e non più verso Chiusi…

Abbiamo scritto “quasi tutti”, perché il sindaco di Cetona Roberto Cottini non si è allineato al mantra generale e ha detto chiaramente che la stazione in linea già c’è ed è quella di Chiusi. Anche Andrea Marchetti di Chianciano è apparso più interessato ad altre battaglie, come quella per un treno diretto da Chiusi all’Aeroporto di Fiumicino. Si pensi che con lo sfondamento della Pievaiola e un collegamento Chiusi-Perugia copribile in 25 minuti, si potrebbe arrivare all’aeroporto di S.Egidio in 40 minuti…

Quindi il coro “Rivendichiamo la stazione a Montallese” come ha scritto ieri La Nazione (che poi più che Montallese sarebbe Salcheto nel comune di Montepulciano), non c’è stato. C’è stata al contrario una dicotomia netta fra le elucubrazioni della politica e la concretezza di chi conosce la materia e sa come si muovono i treni…

E si è capito (Mancini, Talozzi, Maggi, Anselmi.. lo hanno spiegato benissimo) che è un’utopia pensare ad un aumento dei treni Intercity, se la politica delle Fs sarà ancora quella di privilegiare l’Alta Velocità su tutto il resto.

Alcuni  (il presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Grazi, per esempio) hanno cercato, nel perorare la causa della stazione in linea a Salcheto, di dimostrare come pochi altri luoghi hanno la caratteristica peculiare di vedere vicinissime la linea direttissima per l’Av, la linea Chiusi-Siena e l’Autostrada del Sole… Vero. Ma tra queste non c’è connessione alcuna. Le connessioni e il casello andrebbero creati. Alla stazione di Chiusi  ci sono già una a fianco all’altra la linea Chiusi-Siena. quella Firenze-Roma con binario dedicato all’AV, ci sono già le autolinee per Chianciano-Montepulciano, per Siena, per Perugia, ci sono i Taxi, a pochi metri agenzie di noleggio auto, banche, posta, alberghi, ristoranti, bar, posteggi, supermercati ecc… Senza spendere un euro per creazioni ex novo.

C’è chi ha provato ad ammantare la questione con argomentazioni “di sinistra” come il richiamo alle pari opportunità tra i territori, tra le grandi città e la provincia profonda, tra le aree a grande flusso e quelle interne dove il flusso è molto minore, ma non si capisce come mai l’uguaglianza e le pari opportunità le garantirebbe la stazione in linea e non le stazioni di Chiusi e di Arezzo adeguatamente servite… Attenzione: parlando di Chiusi e Arezzo non parliamo di una ipotesi, ma di una cosa già esistente, già testata, che già funziona.

Secondo noi il Consiglio Comunale aperto che si è tenuto sabato 14 avrebbe avuto un peso maggiore e più clamore se da lì fosse uscita una posizione netta e unitaria sulle varie richieste, ma anche sul NO (senza se, senza ma e senza anche) alla ipotetica stazione in linea in mezzo al nulla. Perché, diciamolo, anche Salcheto non è New York… E una colata di ferro, catrame e cemento a meno di un km da un’oasi naturalistica (il lago di Montepulciano) non ci sembra una grande pensata.

A proposito dell’ubicazione, qualcuno sabato ha ricordato che ad oggi le stazioni in linea funzionanti sono due: la MedioPadana nei pressi di Reggio Emilia e quella di Afragola nell’hinterlandoi di Napoli, entrambe hanno dai 2 ai 3 milioni e mezzo di abitanti come bacino di utenza. La MedioEtruria ne avrebbe al massimo (molto massimo) 500.000, ma la stima è ottimistica. Più realistico pensare a 200 mila. E’ vero che la politica dei trasporti e della mobilità in un paese civile non può basarsi solo sul parametro costi/ricavi, e anche i cittadini delle aree meno popolate e più periferiche hanno diritto a poter usufruire dei servizi e dei treni veloci, ci mancherebbe. Ma per l’utenza del territorio, le stazioni di Chiusi e Arezzo, su cui sono stati spesi milioni di euro solo 5 anni fa, e sono adeguate allo scopo, sono sicuramente sufficienti. Meglio concentrare gli sforzi sulle altre richieste, quelle sì, tutte sacrosante. Ma solo in funzione di Chiusi. Se nasce la stazione in linea (dovunque nasca) molte di quelle opere e adeguamenti non serviranno più. Della Chiusi-Perugia che adesso potrebbe trovare attuazione, per esempio, non sentiremo più parlare…

m.l.

 

 

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