IL LARS ROCK E LE IMPRESE DI BRUGNARO: QUANDO LE COSE BUONE FANNO CRESCERE SOCIETA’ E TERRITORIO
CHIUSI – Ho letto con attenzione la riflessione fatta da Marco Lorenzoni sui due eventi dell’ultimo week end: il Lars Rock Fest al parco della Rimembranza di Chiusi Scalo e la serata organizzata presso l’Azienda Agricola San Giobbe, dal suo amministratore dott. Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. Condivido le riflessioni di Lorenzoni sia sull’uo che sull’altro evento. Aggiungo che dopo 10 anni, il festival rock chiusino ottiene ogni anno sempre più consenso di pubblico, per l’ottima musica che propone, ma la manifestazione, non è solo questo. E’ anche evidentemente, un modello di aggregazione, un momento importante di socializzazione intorno al quale si crea un clima positivo, si respira aria buona. Un evento insomma in cui i tanti giovani coinvolti mostrano oltre alla voglia di proporre musica, anche il bisogno di dedicarsi e impegnarsi insieme, per qualcosa di concreto e utile a tenere viva la comunità… Tra l’altro tutto ciò, fatto con allegria e passione, ma anche con ottima organizzazione.
Sono d’accordo anche sulla lettura che primapagina ha dato dell’evento organizzato da Luigi Brugnaro nel cuore della Valdichiana, tra i laghi di Chiusi e Montepulciano, in mezzo ai campi della sua tenuta che è una stalla modello per l’allevamento della Chianina, razza da carne pregiata conosciuta in tutto il mondo… Luigi Brugnaro è sì il sindaco di Venezia, ma ormai non è più un “corpo estraneo” rispetto a questo territorio. E non solo perché ha rilevato porzioni importanti di terreni agricoli tra Chiusi-Chianciano, il Lago Trasimeno e la Valdichiana propriamente detta. Non è un corpo estraneo, ma una presenza imprenditoriale rilevante che ha investito e sta investendo molto in questo territorio, che ha ridato vita e produttività, con criteri innovativi, a terreni che rischiavano l’abbandono o erano già ampiamente lasciati al loro destino… Ha messo in piedi un grande allevamenti con oltre 2000 capi bovini nel luogo più adatto e più vocato, cioè dove quella razza è nata ed è tipica… Tra l’altro la Valdichiana, terra della Chianina, che si estende da Chiusi fino all’Arno nei pressi di Arezzo, lungo l’asse del Canale Maestro della Chiana è una zona umide tra le più importanti d’Italia e un’area agricola di grandissimo pregio a cavallo tra Toscana e Umbria, in cui si producono vini eccelsi e olii altrettanto eccelsi.
Ma non solo Brugnaro ha investito nel basket, la squadra di Chiusi che disputa il campionato di A2 porta il nome e lo stemma della sua azienda agricola, con essa Chiusi è tutte le settimane sulla Gazzetta dello Sport, su Tuttosport, sui canali televisivi tematici, gioca contro squadre di città importanti come Torino, Udine, Verona… Con la squadra della San Giobbe il nuovo palasport di Chiusi ha trovato un utilizzo al massimo livello possibile… Insomma anche il basket è un valore aggiunto per la città e per il territorio.
Qualche anno fa la giunta comunale di Chiusi stipulò un patto con il sindaco di Venezia per creare un flusso di turisti tra Venezia e Chiusi. Quel patto è rimasto finora lettere morta, ma adesso che Brugnaro ha maggiori e più variegati interessi di allora nel territorio, penso che potrebbe e dovrebbe essere rilanciato. Nell’interesse del territorio e dello stesso Brugnaro che ha rilevato un albergo storico con ristorante stellato, nei pressi del casello autostradale… Quando fu pensato e firmato il patto Chiusi-Venezia (o Chiusi-Brugnaro) i tempi forse non erano maturi. Adesso potrebbero esserlo.
Quello che intendo dire, insomma è che presenze come quelle di Luigi Brugnaro nella zona dovrebbero essere viste come un valore aggiunto, come una opportunità, come figure che hanno costruito cose importanti lavorando a testa bassa e coinvolgendo fortemente i suoi collaboratori.
Il territorio, inteso anche come politica, istituzioni, mondo economico, a mio avviso, dovrebbe fare il possibile per integrare al meglio con figure come Brugnaro, dovrebbe provare a lavorarci insieme. Le grandi, immense, risorse di cui dispongono imprese come quella di Brugnaro, in un clima di collaborazione e sinergia, possono fornire linfa vitale per l’economia locale, ma anche basi nuove e più avanzate su cui progettare il futuro… Mi auguro che questa riflessione fatta a voce alta trovi altri contributi, per un ragionamento complessivo che ci faccia guardare al futuro con più ottimismo. Guardando con attenzione e profondità a tutto ciò che di buono, robusto e innovativo il territorio propone… Di aziende importanti ormai lanciate anche su mercati internazionali ce ne sono. E non tutti ne hanno percezione. Allo stesso tempo credo sia fondamentale fare nostro il il concetto che chiunque mostri disponibilità e interesse a investire nel territorio, questi debba sentirsi bene accolto e supportato. Ovviamente nel rispetto delle regole.
Lino Pompili
Buono il ragionare di Lino Pompili in merito alla presenza del sindaco di Venezia e imprenditore, oramai naturalizzatosi in questo territorio dell’Italia di mezzo, del valore aggiunto che senza dubbio con il suo fare, ha dato a questo territorio toscano, ma anche un po’ umbro. La voce turismo e le necessarie infrastrutture ad esso collegate, sono rimaste un po’ in ombra, non solo nell’agire di Luigi Brugnaro, ma anche da tanto tempo di molte Istituzioni locali, della politica. Sì su questo versante, si è pensato e agito a mio modo di vedere, più sotto l’asfittica visione campanilistica dei singoli territori, che non come una politica d’area vasta. Risultato che quello che avevano fatto gli Etruschi tremila anni fa, unire Perugia a Chiusi, oggi si è rimasti fermi alle loro mulattiere, magari asfaltate. Ecco ragionare di turismo a Chiusi, e collegarlo al turismo di Venezia è certamente importante, ma perché non collegarci anche Perugia? I flussi turistici vanno agevolati al massimo e per farlo occorrono infrastrutture adeguate, sia sul piano ricettivo, che ci sono, sia soprattutto sul versante della mobilità. Creare una sinergia attorno alla questione infrastrutturale della Perugia Chiusi, tesa alla realizzazione di un collegamento che superi l’attuale mulattiera, sarebbe assai importante per tutti, anche per Venezia.
Due domande dirette e veloci sig.Renato. La prima riguarda la casetta dove si possa pescare per realizzare tali infrastrutture, perchè a nominare le necessità e quello che si dovrebbe fare tutti sono buoni.La seconda è il perchè lei non si firmi con nome e cognome come si firmano tutte le persone.Dico questo perchè rimanere dietro pseudonimi-secondo me-mostra la titubanza od il timore che si ha ad esprimere le proprie idee diritte o sbagliate che possano essere.Ormai è del tempo che lei insiste a mettere solo il nome nei suoi interventi,ma questo comportamento sottintende il timore di essere additato dalla politica che comanda la baracca e forse- me lo consenta- nella sua immaginazione alla paura di apparire.Il chè già di partenza la fà candidare a non avere tanta credibilità al di là della verità o meno delle cose che esprime.E questo è un vizio ricorrente delle persone che se ne guardano bene da criticare in genere i piatti dove mangiano perchè ritengono questi degli strumenti che portino l’acqua alle appartenenze. Non si inventa nulla dicendo così, solo le dico che la trasparenza e la verità ed in fondo anche la libertà di esprimere un giudizio qualsiasi esso sia, si scontrano sempre con l’arretratezza sociale.Faccia lei.A me non capita perchè da perdere o da guadagnare non ho nulla e mi sento libero di dire cose anche con la paura di sbagliare e mi firmo sempre Ma a quanto sembra codesto modo di fare non è proprio comune a tutti ma per qualsiasi cosa venga detta, lei non ha un momento minimamente pensato mai che fosse anche sminuita dal fatto e che perda di valore per non far sapere cosa lei ne possa pensare ? Le società segrete un tempo non mostravano il nome ed il cognome atto a far si di essere identificato e secondo me non è una buona presentazione di se stessi soprattutto dal punto di vista della attendibilità.Se volessi sà quante ne scrivo di lettere come la sua che lodano cert’uni e che magari disprezzano ciò che altri dicono? E’ un costume arretrato e medioevale, degno dei consessi mafia style o almeno che denotano il timore e non la riservatezza-badi bene che quest’ultima è altra cosa-non presente in queste questioni,bensì la paura di poter perdere qualche futuro dividendo a chi politica la fà e la eserciti intesa come dovere di ogni cittadino ad essere messo in discussione.Punto, non c’è altro anche se non condivido una riga di quello che ha scritto ,ma che rimangono idee personali come del resto quelle di tutti.
Chiedo scusa per errata corrige.Leggi nella prima riga ”cassetta” al posto di ”casetta”.
Ben vengano nel nostro territorio toscano , Chiusino queste illuminate imprenditorialita’ .Auspico che si realizzi per Chiusi quello che esprime il logo della San Giobbe Basket.Un sano Vigore ripotenzi il nome di questo Nostro povero paese avvilitosi nel tempo perché pochi troppo pochi lo hanno veramente amato e ci hanno creduto .In pochi veramente hanno investito su Chiusi con CREDO ed AMORE.Alcuni sono stati dissuasi….con un criterio di giudizio che , poi, si è dimostrato fallace.