LA CRISI DI GOVERNO E LA FINE DEL “CAMPO LARGO PD-M5S”… E ADESSO A CHIUSI CHE SUCCEDE, SI TORNA A GIOCARE NEL CAMPETTO?
CHIUSI – Una settimana dopo Boris Johnson cade anche Draghi. E due. Lo schieramento bellicista, quello dell’invio di armi ad oltranza agli ucraini, perde i pezzi… In Italia ora tutti si affannano a dire che c’è tempo fino a mercoledì 20, per rattoppare lo strappo e rimettere in piedi la baracca, per arrivare fino alla fine della legislatura, nella primavera prossima… Ma intanto il premier le dimissioni le ha date e anche se alla fine la pattuglia 5Stelle tornerà sui suoi passi e voterà la fiducia lo strappo c’è stato, la maggioranza di unità nazionale ormai è, al massimo, una fotocopia sbiadita e sgualcita di quella che era un anno fa e la caduta di Draghi è anche la fotografia impietosa della crisi della politica, dell’assenza della politica, della pochezza della politica…
Il Pd che con il segretario Letta dice che Draghi va salvato e che bisogna riportare a bordo i 5 Stelle, anche solo una parte… Ma forse già pensa al voto. In ogni caso sembra essere saltata, con la divergenza di posizioni e atteggiamenti tra Dem e M5s, anche la “prospettiva strategica” del campo largo del centro sinistra…
Un campo largo che a Chiusi è stato sperimentato con le comunali del 4 ottobre 2021, quando il Pd ha cambiato il sindaco e ha allargato la maggioranza alle forze alla sua sinistra (Podemos e Sinistra Civica ed ecologista) e ai 5 Stelle. La novità fu sbandierata anche a livello locale come una “scelta strategica”, come un “laboratorio politico apripista” da prendere a modello anche a livello regionale e nazionale.
Oggi, a meno di 10 mesi dalle elezioni del 2021, il “modello politico” Chiusi è già naufragato, da un pezzo: il coordinatore della coalizione Nasorri si è dimesso per divergenze politiche due mesi fa, Possiamo e 5 Stelle hanno preso posizioni sulla guerra e sull’invio di armi all’Ucraina diverse da quelle del Pd, anzi i Podemos hanno anche manifestato malumori sulla gestione dei rapporti interni all’alleanza… Insomma una implosione in tempi ancor più rapidi di quanto si potesse immaginare un anno fa. Ora la crisi di governo e le fibrillazioni tra M5S e Pd a livello nazionale rendono ancora più evidente il fallimento di un disegno che aveva basi labili…
Ieri sera alla festa de l’Unità, scambiando quattro chiacchiere coi militanti Pd impegnati negli stand, la frase più benevola sui 5 Selle che ci siano sentiti dire è “sono degli irresponsabili”. A nessun che sia venuto il minimo dubbio che invece avessero ragione loro, e non Draghi… Che il fatto che il premier non abbia voluto riferire al Parlamento su quante e quali armi l’Italia abbia inviato in Ucraina e a chi le abbia effettivamente inviate non è un fatto di poco conto… Per il “popolo Pd” gli irresponsabili sono oggi solo i 5 Stelle. E anche questo mette di fatto una pietra tombale sull’alleanza strategica lanciata un anno fa…
A Chiusi, oggi, la segretaria Simona Cardaioli che vede sgretolarsi tutto il castello di carta che aveva costruito in vista delle comunali 2021, ha chiamato alla Festa il segretario Provinciale Pd Andrea Valenti, per un “fuori programma” proprio sulla crisi di governo e le prospettive per l’Italia e per il Pd. Un tentativo di mettere una toppa sul disastro politico che è stato combinato. In un certo senso però Chiusi ha fatto davvero da “laboratorio politico”, ha messo cioè in evidenza, prima delle dimissioni di Draghi, che il disegno strategico era fallace, che il “campo largo” in realtà era un campetto che quello del prete a confronto è San Siro. Ha messo in evidenza che le alleanze non si costruiscono a tavolino, solo per mostrare una discontinuità con il passato, e che se le costruisci a tavolino, senza basi solide e condivise, durano quanto un gatto in tangenziale…
Non sappiamo cosa dirà Valenti al popolo Pd di Chiusi. Noi, nei suoi panni alzeremmo le mani, scusandoci per i danni arrecati. Dopo una cosa del genere forse si potrebbe anche ricominciare a ragionare sul che fare…
Se il Pd continuerà invece a parlare di campo largo, ma con l’atteggiamento di chi ha le chiavi del campetto e vuol decidere chi gioca altrimenti porta via il pallone, beh… la discesa è segnata. Col rischio che il Pd non solo tornerà a giocare nel campetto, ma giocherà anche da solo. E’ triste giocare da soli. Come è triste sentire i big della politica dire “abbiamo tempo fino a mercoledì”. Sembra una scena di certi film americani in cui un comitato e qualche avvocato d’assalto cercano di salvare un condannato a morte, a pochi giorni dall’esecuzione già fissata… Di solito finisce che nonostante tutto il condannato viene giustiziato…
m.l.