GEOTERMIA E CENTRALE IN VAL DI PAGLIA: UN DOCUMENTO DEL PD

venerdì 24th, giugno 2022 / 12:17
GEOTERMIA E CENTRALE IN VAL DI PAGLIA: UN DOCUMENTO DEL PD
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SAN QUIRICO D’ORCIA – Mentre continuano le “lettere aperte” a Enrico Letta, da parte di cittadini che hano deciso di “metterci la faccia” nella battaglia contro la centrale geotermica le Cascinelle, è di questi giorni la pubblicazione di un documento sulla geotermia del Partito Democratico dell’Amiata Senese-Val d’Orcia.

Si tratta di un testo articolato in cu la geotermia non viene demonizzata, ma definita una risorsa da gestire e governare. Il Pd affronta anche gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, alla sostenibilità sociale e a quella economica e istituzionale. Parla anche della concertazione da attivare come processo democratico e del problema delle concessioni da rivedere…

Insomma un tentativo del partito di maggioranza nel territorio di uscire dall’angolo, di proporre un approccio alla questione diverso dal no a prescindere perché l’Amiata e la Valdorcia hanno già dato… Ma non è nemmeno un sì a prescindere. Anche il Pd qualche problema di compatibilità se lo pone. Forse è anche un tentativo di offrire al segretario nazionale e deputato senese Enrico Letta una scialuppetta di salvataggio dal fuoco di fila cui è stato sottoposto in queste settimane con le lettere aperte dei cittadini che sostengono la linea dei comitati.

Ecco, qui sotto il testo integrale del documento Pd (le frasi in grassetto sono nell’originale):

L’energia è un bene primario per il benessere, la libertà e lo sviluppo, non solo economico, della società. L’indipendenza energetica di una nazione è garanzia di ricchezza, ma soprattutto di indipendenza politica, come da sempre sappiamo e come specie in questo tempo constatiamo.

Il fluido caldo geotermico (acqua, liquida e/o vapore, gas e altri vapori) che si nasconde nelle profondità del nostro territorio è una fonte energetica autoctona, “domestica”, che non solo è rinnovabile, ma anche affidabile perché non soggetta, come altre, ai capricci meteorologici e all’alternarsi del giorno e della notte. Riteniamo quindi necessario utilizzare la risorsa geotermica nei limiti di ciò che è ragionevolmente possibile sia come calore da utilizzare in loco sia come energia elettrica da riversare nella rete nazionale, per metterla a disposizione di tutto il popolo italiano. Geotermia sì o no è un falso problema che distoglie dall’affrontare seriamente la vera questione; il come la geotermia deve essere governata, ovvero progettata, finanziata, realizzata e gestita.

Un problema, ancora non completamente risolto in Amiata, che esige una risposta politica discriminante ad un quesito che qui, sia pure troppo grossolanamente e duramente, semplifichiamo in questi termini: l’Amiata è terreno da colonizzare e sfruttare, in cui la popolazione e le sue esigenze sono considerate un peso da sopportare, o l’Amiata, pensata insieme come terreno e popolazione, è una risorsa di cui la nazione non può fare a meno e a cui la nazione è riconoscente?

Noi ci battiamo perché, prima il Partito democratico locale e nazionale, poi Regione e Stato scelgano il secondo corno della questione!

Le ragionevoli limitazioni all’utilizzazione della geotermia sono dettate dal contemporaneo e armonico soddisfacimento della sostenibilità ambientale, sociale, economica, istituzionale. Se i benefici della geotermia sono per tutta la nazione italiana, i problemi di sostenibilità riguardano soprattutto il territorio dove è presente la risorsa, per cui è necessario trovare un equilibrio accettabile tra interessi nazionali e locali, secondo i principi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà. 

Lo sviluppo equilibrato ed armonico dell’utilizzazione della fonte geotermica nel rispetto di ogni sostenibilità richiede di contemperare esigenze diverse e talvolta opposte, soppesando costi, rischi e benefici di diversa natura e quindi difficilmente paragonabili, sia a livello locale che regionale e nazionale.

Ciò non può avvenire se non in ambito istituzionale-politico, attraverso gli strumenti dell’informazione corretta e completa, della partecipazione responsabile alla ricerca del bene comune e non dell’interesse privato, della democrazia istituzionale che nella maggioranza identifica l’ultimo decisore a patto di aver prima analizzato e discusso con rispetto e apertura le posizioni della minoranza, a cui spetta sempre il controllo esigente degli atti di governo.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE – Il fluido estratto non è “pulito”, è rinnovabile solo se il “campo geotermico” è sapientemente coltivato e non sconsideratamente sfruttato, può avere da luogo a luogo caratteristiche chimico-fisiche diverse, così come diverse possono essere le strutture geologiche dei campi: si richiedono allora soluzioni tecnologiche diverse per garantire contemporaneamente l’ottimale efficienza di utilizzazione e l’ottimale riduzione dei rischi per la salute e per l’integrità dell’ambiente.

La conoscenza di ciò che avviene nel sottosuolo non è mai esente da errore; quindi, deve esser individuata con prudenza la potenza massima ottenibile da un territorio, valutandone la geografia (geologia, clima, demografia, tessuto produttivo, estetica, capacità di diluizione ed assorbimento delle sostanze nocive) e dimostrando alla popolazione di adottare margini di sicurezza elevati.

Il principio di precauzione impone di non accontentarsi mai delle tecnologie esistenti, ma di perseguire processi di innovazione volti a migliorare continuamente i sistemi di sicurezza e di protezione ambientale. Data per scontata l’osservanza dei limiti imposti dalla legge (ben rispettati dagli attuali impianti), la logica deve sempre essere quella di rendere i possibili danni tanto bassi quanto è ragionevolmente possibile. L’efficacia dei sistemi ingegneristici deve essere controllata e dimostrata nella pratica dell’esercizio quotidiano e ogni promessa di miglioramento deve essere contemporaneamente validata con i fatti, specie se la si accompagna con una richiesta di aumento della soglia di potenza.

Quando le tecnologie sono nuove o sono state usate prima solo con fluidi di caratteristiche chimico-fisiche diverse o in strutture geologiche meno sensibili, è necessario monitorarle con particolare attenzione e prudenza, finanche ricorrendo a impianti pilota.

SOSTENIBILITA’ SOCIALE- La sostenibilità ambientale ha una immediata ricaduta sulla sostenibilità sociale, perché salvaguarda la salute della popolazione (da tenere sotto continuo controllo) e tutte le attività sociali, culturali e produttive che per ben svilupparsi pretendono un ambiente incontaminato.

La popolazione interessata deve essere adeguatamente informata e formata a tutti i livelli, con processi partecipativi, con scuole specialistiche e/ con borse di studio ad hoc per i suoi studenti universitari che dimostrano di frequentare con successo corsi di studio utili alla geotermia.

Solo così la popolazione può essere consapevolmente motivata a condividere volentieri con tutta la nazione i benefici derivanti dalle risorse del proprio territorio.

Cercare e trovare occasioni di lavoro diretto o indiretto, anche a livelli progettuali e dirigenziali, in attività collegate alla geotermia e al suo indotto, farebbero di quelle persone le attente protagoniste della utilizzazione di una risorsa che sentono giustamente loro.

La presenza della geotermia e il modo di governarla devono essere occasione di crescita sociale, qualitativa e quantitativa, e non causa di insanabili conflitti e di spopolamento.

SOSTENIBIITA’ ECONOMICA – Le perforazioni, le apparecchiature richieste per la sicurezza e la salubrità, la coltivazione prudente del campo geotermico, la ricerca e l’innovazione tecnologica richiedono capitali non trascurabili. La redditività di un pozzo è economicamente rischiosa e la sua vita è a volte inaspettatamente breve, perché può essere messo fuori uso da tante cause; l’importante è assicurare la rinnovabilità del bacino geotermico da cui i vari pozzi attingono.

Il mercato non è in grado di valutare l’importanza dell’indipendenza energetica e politica, così come della privazione della risorsa subita da un territorio a beneficio di altri territori e di un impatto ambientale mai completamente azzerabile. Per questo è necessario un intervento finanziario riparatore fuori mercato, le cosiddette “compensazioni” politicamente decise. È bene che queste siano sia dirette (per esempio facendo pagare meno l’elettricità e/o il teleriscaldamento geotermico alle aziende che cercano di incrementare l’occupazione, alle associazioni di volontariato, alle famiglie in ristrettezze economiche, ecc.) sia indirette (per esempio attraverso interventi idro-geologici, viabilità, infrastrutture digitali, strutture sanitarie e/o finanziando le amministrazioni comunali affinché possano spendere per i loro territori, purché, noi aggiungiamo, dimostrino imparzialità, oculatezza e onestà negli interventi).

L’incentivazione dello Stato è per noi giusta e necessaria qualsiasi sia la tipologia di impianto, eccetto nei casi in cui le tecniche usate siano espressamente giudicate non ottimali per preservare le sostenibilità che vogliamo siano garantite. In quel malaugurato caso, però, contemporaneamente dovrebbe intervenire una qualche articolazione dello Stato per imporre le modifiche necessarie.

Le attività economiche collegate ad altre risorse naturali, culturali, artigianali del territorio non devono essere messe in discussione dallo sviluppo geotermico; anzi…!

SOSTENIBILITA’ ISTITUZIONALE– La sostenibilità istituzionale-politica è il corollario, ma anche il presupposto indispensabile per affrontare e assicurare tutte le altre sostenibilità. La sua architettura è ben disegnata dalla Costituzione della Repubblica Italiana, ma non è sufficiente per ispirare fiducia nella popolazione: il comportamento di tutte le istituzioni, dei partiti, dei sindacati è fondamentale.

Senza credibilità conquistata con i fatti non si va da nessuna parte, se non allo scontro muro contro muro.

Ci sarà sempre chi di fronte a un SI dirà NO e viceversa, ma questo non è un problema, anzi: i conflitti servono a migliorare purché non siano distruttivi. Nell’affrontare la questione geotermica ci aspettiamo conflitti anche nel nostro partito, sia a livello locale, che regionale, che nazionale; spetta a ciascuno di noi renderli costruttivi. Cercheremo una sintesi, ma in ogni caso dovremo prendere una decisione chiara ed efficace che tenga più possibile conto dei pareri e delle esigenze di tutti, senza con questo cadere nella paralisi, consapevoli che all’elaborazione politica spetta il compito di inquadrare i bisogni sociali in un orizzonte spazio-temporale più ampio di quello in cui si muovono normalmente i vari portatori di interessi.

La concorrenza nel libero mercato dovrebbe (almeno in teoria!) garantire prezzi giusti, qualità elevata, controllo reciproco, ma in geotermia c’è in Italia, almeno fino ad oggi, il monopolio di un grosso Ente privato, anche perché, e va a suo onore, possiede un complesso di conoscenze, di esperienze tecniche, di risorse finanziarie che scoraggia altri operatori. Invero, un’altra azienda concessionaria si è ultimamente presentata in Amiata con un progetto tecnologico già sperimentato con successo in alcune località europee. Intende azzerare i rilasci di sostanze nocive reimmettendo nel sottosuolo, con le dovute cautele, tutto, invece che in parte, il fluido estratto. Bene, ma finché il progetto non verrà realizzato non si può certo parlare di concorrenza!

In questo quadro, il controllo istituzionale, politico e sociale ha da essere ancora più attento, deciso, consapevole del proprio dovere e potere, esente da ricatti e blandizie.  Motivati da queste oisservazioni, ci soffermiano a fare alcune ossrvazioni su due strumenti di controllo istituzionale-politico che a nostro avviso, è urgente attivare contemporaneamente.

CONCERTAZIONE GENERALE SULLA GEOTERMIA – In Toscana, il 20/12/2007 fu stipulato, dopo un iter faticoso ma produttivo, il protocollo di intesa “Accordo generale sulla geotermia” tra il Presidente della Regione, l’Amministratore Delegato di Enel, 15 sindaci, 5 Presidenti di Comunità Montane e 3 Presidenti di Provincia.

È indispensabile, vincendo la tentazione di prendere decisioni sbrigative a scapito della partecipazione, dare nuova vita dopo quindici anni ad una procedura simile nella logica, per la formazione di un tavolo ufficiale permanente di carattere politico-tecnico intorno al quale si possano sedere tutti i soggetti istituzionali interessati.

Compito del tavolo sarebbe quello di recepire e diffondere informazioni, suggerire soluzioni (anche al parlamento e al governo nazionale) e monitorare il comportamento di tutti gli attori coinvolti nell’utilizzazione della geotermia.

Principi e regole dovrebbero essere quanto più possibili unitari nella Regione Toscana, ma sufficientemente flessibili da tener conto delle oggettive diversità che ci sono tra le varie zone geotermiche, in particolare tra la zona storica e la zona amiatina. La peculiarità del territorio amiatino (caratteristiche idro-geologiche e naturalistiche, maggiore urbanizzazione e complessità economico-produttiva) impone un minor impatto ed una maggiore prudenza, sia dal punto di vista della ricerca che della produzione.

CONCESSIONI– La richiesta del Presidente Giani di assicurare un ruolo più partecipe per la Regione Toscana sulla gestione delle concessioni geotermiche e migliori ricadute socioeconomiche per i territori che le custodiscono è per noi coerente e congruente con la nostra richiesta al Presidente Giani di avere una più partecipata concertazione sulla geotermia all’interno della Regione.

In nome della rapidità di avere nuovi investimenti e nuove regole in ambito geotermico, rapidità particolarmente importante nell’attuale quadro politico ed energetico internazionale, i concessionari potrebbero anche essere prorogati, se lo desiderano, ma le condizioni di concessione devono essere riviste per dare alle istituzioni politico-amministrative più potere di controllo su quelle attività dei concessionari che possono influenzare la sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) che la Regione ha il dovere di garantire ai propri territori geotermici, di concerto con le istituzioni locali.

 

 

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