CHIUSI, LA POLITICA SCOMPARSA: L’OPPOSIZIONE “FUTURISTA” UNICA PRESENZA ATTIVA

venerdì 24th, giugno 2022 / 18:02
CHIUSI, LA POLITICA SCOMPARSA: L’OPPOSIZIONE “FUTURISTA” UNICA PRESENZA ATTIVA
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CHIUSI – Negli ultimi 10 anni l’ìopposizione a Scaramelli e Bettollini l’hanno fatta prima la Primavera e Rita Fiorini, poi i Podemos e il M5S. La destra non c’era, sia nel 2011 che nel 2016 non riuscì neanche a entrare in Consiglio. Oggi le due liste di minoranza sono una di matrice centrista (diciamo pure area Italia Viva) e una di matrice civica, con venature destrorse. Una delle due consigliere di Chiusi Futura, Francesca Capuccini infatti era (è ancora?) la referente locale della Lega, l’altra, Lucia Lelli non aveva fatto mai politica in precedenza, se non con il Comitato Aria durante la bagarre sul carbonizzatore. Votava 5 Stelle…  Anche Massimiliano Barbanera a Claudia Iagher, i due della lista civica renziana non avevano esperienze politiche pregresse alle spalle. Al momento sembrano fare un po’ fatica a trovare una loro dimensione.

La cosa singolare – più volte rimarcata su queste colonne, dopo le elezioni del 2021 – è che le due forze di opposizione della passata legislatura, adesso sono entrambe nella maggioranza, insieme a Pd e Psi.

In questi primi 8 mesi e mezzo di mandato, la lista Barbanera si è vista e sentita pochissimo. Non ha mai alzato i toni e sembra non avere le phisique du role dell’opposizione. E non si sa neanche se esista ancora come “rassemblement”, se si riunisca per decidere la linea da tenere o se i due consiglieri siano ormai abbandonati a se stessi. Diciamo che per ora sembrano aver preso il posto della lista Fiorini dei tempi di Scaramelli, con l’ex preside però un po’ più combattiva, pur essendo anche lei di formazione e cultura democristiana, quindi tutt’altro che barricadera.

Da ottobre ad oggi invece quelli di Chiusi Futura, almeno come attività consiliare si sono fatti valere un po’ di più, hanno presentato almeno qualche decina di interrogazioni e qualche proposta che poi ha ottenuto successo come quella dell’istituzione del question time… ultimamente hanno posto la questione del chiosco del teatro rimasto chiuso, delle stazioni di ricarica delle e-bike mai entrate in funzione, hanno chiesto spiegazioni sul trasferimento dell’azienda Cascina Pulita da Montallese alla zona industriale delle Biffe e sui finanziamenti comunali ad eventi e associazioni, hanno chiesto le barriere antirumore lungo la ferrovia (linea alta velocità e linea normale), hanno acceso i riflettori su alcune situazioni di degrado o di mancata manutenzione e pure sulle puzze che ammorbano Chiusi scalo di note.

Nulla di trascendentale, né tantomeno nulla che faccia pensare ad un “progetto politico” di respiro più ampio, all’obiettivo di conquistare il Comune la prossima volta… ma almeno sul piano dell’ordinaria amministrazione la compagine “futurista” qualche traccia l’ha lasciata. A dire il vero non solo più dell’altro gruppo di minoranza, ma anche della stessa maggioranza, dove il Pd sembra aver messo il silenziatore a tutta la compagine, con i Podemos e Sinistra Civica ed Ecologista che mordono un po’ il freno e cominciano a pentirsi dell’operazione entrista di un anno fa, ma che ancora tengono il punto e restano diligentemente e lealmente al loro posto.

Non sappiamo se i “futuristi” chiusini si ispirino a Filippo Tommaso Marinetti, e ai vari Balla, Boccioni, Carrà e Severini (che era di Cortona come Gaetano Gliatta, uno dei principali animatori della lista) e abbiano in animo di “ammodernare” la città, come i futuristi del primo ‘900 volevano ammodernare l’arte, la letteratura e anche la società in genere, confidando molto nel progresso tecnologico, nella velocità, nel rombo dei motori…

Non intendiamo dire che i “futuristi” chiusini di oggi siano fascisti, o bellicisti e guerrafondai come lo furono alcuni dei futuristi veri, nel ventennio… D’altra parte anche tra i futuristi di allora i Italia e in Europa, c’era una corrente di sinistra, tendenzialmente anarchica, ma anche attratta e vicina al bolscevismo russo, vedi Majakovskj.  Forse non è un caso che il front man della lista alle comunali, Massimo Tiezzi, si sia dimesso alla prima seduta del Consiglio, per poi aderire al Partito Comunista di Marco Rizzo…

Li chiameremo “futuristi” per brevità, non per specifici richiami a quella corrente culturale, ma solo perché la lista elettorale prima e  il gruppo consiliare poi rispondono alla denominazione “Chiusi Futura”. Non se ne avranno a male, speriamo.

Del resto anche quelli di Possiamo li abbiamo sempre chiamati “i podemos”, perché Possiamo e Podemos hanno lo stesso significato e il richiamo alla formazione spagnola di Pablo Iglesias veniva fin troppo facile…  Anche la squadra di calcio della Asd Città di Chiusi, su queste colonne l’abbiamo battezzata “Gli autarchici”, per via della scelta di schierare solo giocatori del posto o cresciuti nelle squadre del posto.

Il problema però, in questa fase, a Chiusi (ma non solo a Chiusi) non il nome delle varie formazioni, quanto piuttosto una politica asfittica, che nella migliore delle ipotesi (l’attivismo dei “futuristi” per esempio) rimane nell’ambito del piccolo cabotaggio, dell’ordinaria amministrazione, del “controllo” al minimo sindacale sull’attività della giunta, senza pensieri lunghi, senza respiro politico, senza una prospettiva di “cambio”…

Va detto altresì, che Podemos e M5S hanno deciso, un anno fa, di passare dall’opposizione all’alleanza con il Pd e quindi alla maggioranza per contare e incidere di più nelle scelte. Finora, ad occhio e croce pare abbiano inciso poco o niente, però. E forse non solo perché non hanno ottenuto nemmeno un assessore.

NELLA FOTO: alcuni esponenti di Chiusi Futura seduti al bar… come Ardengo Soffici, Severini e Papini a Firenze nei primi del ‘900 

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