CHIUSI SCALO, LO STREET FOOD RIEMPIE LA PIAZZA
CHIUSI – Basta poco, ci hanno girato anche un film con questo titolo, a Chiusi. Basta poco per animare un paese, una piazza, una comunità che fa fatica a ritrovarsi e anche ad uscire di casa. Sono bastate tre giornate con con una decina di bancarelle da street food per riempire Chiusi Scalo come ai vecchi tempi. La tre giorni proposta da Chiusinvetrina E Comune in piazza Garibaldi ha indubbiamente avuto successo. Merito anche dello schermo gigante per vedere le partite degli Europei di calcio, ma soprattutto della voglia di star fuori e starci insieme ad altri. E anche – data l’occasione – di assaggiare e gustare cose non proprio usuali da queste parti come il panino con il lampredotto tipico dell’area fiorentina e vera star della kermesse, un cartoccio di pesce fritto, gli arrosticini abruzzesi, gli arancini e i cannoli siciliani o un panino con la picanha, che è carne di manzo alla brace che si fa in Sudamerica con un po’ di grasso in più rispetto ad un hamburgher o ad una tagliata di Chianina…
Qualcuno si è lamentato per un po’ di fumo delle braci, per gli odori un po’ forti delle fritture, ma alla fine vedere finalmente il centro dello Scalo pieno di gente ha riempito anche il cuore a molti. Il cuore e non solo, perché oltre agli ambulanti dello street food, tutti molto soddisfatti (anche al di là delle proprie aspetattive), hanno lavorato anche altre atttività. Perché quando la gente circola guadagnano un po’ tutti, compresi i ristoranti che soprattutto nella serata di domenica hano lavorato probabilmente più che tutte le altre domeniche.
L’iniziativa insomma ha funzionato. Ed è sicuramente da riproporre. Magari cercando di aumentare l’offerta e un po’ anche la qualità complessiva. In giro si trovano kermesse di street food con prodotti e pietanze Igp, Dop ecc. con grande attenzione e rigore sulla regionalità e stagionalità dei dei piatti proposti. Una cosa è il cibo da strada e una cosa il cibo da fiera. Su questo gli organizzatori possono senz’altro lavorare. E potrebbero coinvolgere anche gli operatori e produttori locali, che in qualche occasione – vedi Slow Beer – hanno proposto anche loro panini o piatti da strada basati sulla cucina locale (pesce di lago per esempio)…
Quindi buona la prima. L’estate 2024 non è ancora cominciata, che sia buon segno?
Magari anche per la settimana dei ruzzi sfruttare la piazza, anziché mangiare sotto un tendone di plastica in un parcheggio