STORIE VIOLA: QUANDO IL SALUTO ROMANO PROPRIO NON LO PUOI FARE… BRUNO NERI, L’UNICO GIOCATORE MORTO DA PARTIGIANO

venerdì 20th, maggio 2022 / 17:39
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STORIE VIOLA: QUANDO IL SALUTO ROMANO PROPRIO NON LO PUOI FARE… BRUNO NERI, L’UNICO GIOCATORE MORTO DA PARTIGIANO
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Sono tifoso viola da sempre, da quando ho cominciato a camminare, credo… Poi, più tardi ho scoperto che la Fiorentina è nata nel 1926, lo stesso anno di mio padre. E il primo scudetto lo vinse invece nel ’56. Il 6 maggio, 8 giorni prima che nascessi io, che però ero in leggero ritardo, dicono le cronache familiari dell’epoca. Due segni del destino, diciamo. Mi innamorai, calcisticamente parlando, di Hamrin o della sua figurina. Non ricordo bene. Poi di De Sisti e Merlo, di Pino Brizi e Ferrante, Amarildo e Chiarugi che vinsero il secondo e ultimo scudetto nel ’69. Mi sono sempre appassionato alle storie a tinte viola e tra queste ce n’è una che merita di essere raccontata. E tenuta a mente. E’ la storia di un giocatore che fece un gesto clamoroso e coraggioso, come il pugno alzato con guanto nero di Tommy Smith e John Carlos alle Olimpiadi del ’68. Il giocatore in questione si chiama Bruno Neri. Non un campionissimo.Un terzino destro, un numero 2, che nel calcio di un tempo voleva dire uno di quelli che devono stare dietro a difendere. Nel 1929 Bruno Neri viene acquistato dalla Fiorentina per 10 000 lire. Una bella sommetta per l’epoca. Con la maglia viola conquista una promozione in serie A, nel 1931, facendosi apprezzare particolarmente per le sue doti tecniche e agonistiche. Resta in viola fino al 1936, passando poi al Torino, dove gioca per tre stagioni, fino al 1940: 65 presenze e 1 gol. Ultima partita contro l’Ambrosiana Inter. Complessivamente Neri vanta 219 presenze e due reti in serie A. Fa parte, sia pure saltuariamente della Nazionale di Vittorio Pozzo che vince i mondiali del ’34 e del ’38… Ma non è famoso per questo.

Bruno Neri merita di essere ricordato per un episodio, un gesto clamoroso, appunto. Nel 1931, all’inizio di una partita amichevole della Fiorentina contro l’Admira Vienna per l’inaugurazione dello “Stadio Giovanni Berta” di Firenze (un gerarca fascista) che poi diventerà l’Artemio Franchi, lo stadio “monumento” progettato da Pierluigi Nervi, Neri è l’unico giocatore viola a non alzare il braccio nel saluto romano, per rendere omaggio alle autorità presenti in Tribuna.

La foto di quel momento lo consegna alla storia.

Non aveva simpatie per il fascismo Bruno Neri e con quel gesto non lo nascose. Dopo il 1940 si avvicinò agli ambient antifascisti di area cattolica, grazie ad un cugino notaio a Milano che aveva contatti con Don Sturzo e il futuro presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, poi dopo l’8 settembre ’43 entrò nella Resistenza partigiana, diventando vicecomandante del Battaglione Ravenna con nome di battaglia “Berni”, che era dislocato nella zona compresa tra il campo d’azione del gruppo guidato da Silvio Corbari e a 36ª Brigata Bianconcini, in un’area strategicamente significativa a ridosso della Linea Gotica sull’appenino tosco emiliano. Nel ’44 parteciò come giocatore al Campionato Alta Italia con la maglia del Faenza, la sua città. Cadde combattendo in uno scontro con i nazisti, il 10 luglio del ’44 a Marradi, nei pressi dell’eremo della Gamogna. Con il comandante del Ravenna stava andando a perlustrare una zona in cui doveva avvenire un aviolancio degli alleati… Bruno Neri è “l’unico giocatore che da combattente della Resistenza fu ucciso dai nazisti” così si legge in una speciale figurina celebrativa pubblicata nel 2021.

Dal 1946 lo stadio di Faneza è decidato a Bruno Neri e la città romagnola gli ha dedicato concorso musicale per giovani artisti, sul tema della Liberazione…

Un giocatore della Viola dei primordi, neanche tra i più scarsi visto che vestì anche la maglia azzurra ai tempi di Monzeglio, Orsi, Piola, Meazza e un antifascista coraggioso. Ci volle un bel fegato quel giorno del ’31 a tenere quella mano bassa…

m.l.

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