CHIUSI, NASORRI SPIEGA LE RAGIONI DELLE DIMISSIONI DA COORDINATORE DEL CENTRO SINISTRA. E ANCHE I PODEMOS ALZANO LA VOCE

venerdì 20th, maggio 2022 / 11:44
CHIUSI, NASORRI SPIEGA LE RAGIONI DELLE DIMISSIONI DA COORDINATORE DEL CENTRO SINISTRA. E ANCHE I PODEMOS ALZANO LA VOCE
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CHIUSI – In un articolo del 3 maggio scorso, nel quale si dava notizia delle dimissioni di Marco Nasorri da coordinatore della coalizione di centro sinistra che sostiene il sindaco Sonnini a Chiusi, dimissioni tutte politiche e non certo per problemi diversi, scrivevamo “Marco Nasorri probabilmente spiegherà a breve, di suo pugno, cosa lo ha spinto a dare le dimissioni da coordinatore della coalizione di centro sinistra, ma l’impressione è che la causa sia proprio la deriva bellicista e decisamente atlantista del Pd e del governo Draghi e l’assenza di reazioni in loco”.

Ecco le spiegazioni, di pugno, da parte dell’ex coordinatore sono arrivate. Il disagio per la “deriva bellicista e atlantista” del Pd c’è, ma non è l’unico motivo delle dimissioni. Ci sono anche ragioni più strettamente locali, alcune diciamo così di orientamento (la questione ella stazione i linea per l’alta velocità), altre di metodo (il raporto con la popolazione).

Ecco il testo inviato alla stampa da Marco Nasorri:

Con la rinuncia a coordinare il Centrosinistra  per Chiusi ho posto una questione politica all’interno della coalizione. Dopo cinque mesi dalla costituzione del Coordinamento appare evidente che non tutti credono nel ruolo di questo organismo. Ci sono state difficoltà nel portare avanti un confronto approfondito su cose realmente importanti e, soprattutto, nel fare sintesi e prendere le decisioni. In questo modo non si aiuta il lavoro amministrativo e non si costruisce quell’idea di rinnovamento che è alla base del progetto politico del Centrosinistra.

Se qualcuno della coalizione ritiene che il Coordinamento debba essere un luogo per incontrarsi ogni tanto e scambiarsi qualche informazione sull’attività amministrativa lo dica chiaramente. Se, invece, l’intento è quello che ci siamo dati fin dall’ inizio occorre meno autosufficienza, una impronta politica più incisiva e maggiore disponibilità per condividere le scelte. Veniamo da due anni di pandemia, da una lunga crisi economica e Chiusi ha la necessità di risposte concrete e innovative. E’ essenziale ritrovare un ruolo nel territorio,  un  confronto vero per affrontare i temi fondamentali e non subire i condizionamenti del passato. Ci sono aspetti politicamente rilevanti da affrontare.

Prendiamo la vicenda della stazione in linea. Sappiamo che c’è una spinta di alcune realtà e della Regione per costruire una nuova infrastruttura in linea sulla Direttissima. Una spesa di decine di milioni di euro per una struttura inutile   che dividerà l’area per la sua collocazione e penalizzerà ulteriormente la stazione di Chiusi.

La coalizione e, soprattutto, il partito di maggioranza  avrebbero dovuto creare condivisione e sinergie all’interno della Valdichiana e della vicina Umbria  su una proposta alternativa da portare nelle sedi in cui si prendono le decisioni. Una proposta che prevedesse l’utilizzo della stazione di Chiusi per la fermata di treni Alta Velocità. Invece c’è stata troppa timidezza. La  discussione avvenuta nel Coordinamento  è rimasta priva di sbocchi, senza la possibilità di determinare una  concreta iniziativa politica. Se non riusciremo a sostenere un progetto di rilancio per la stazione di Chiusi, in funzione di collegamenti adeguati per Firenze e Roma e per alcune fermate di treni Frecciarossa, oltre che  per un potenziale polo logistico il territorio subirà un ulteriore marginalizzazione.

Il tutto ovviamente andrebbe visto in un contesto di investimenti sulle strade e sui tratti ferroviari toscani e umbri  per una mobilità integrata ferro-gomma di una parte dell’Italia centrale.Le risorse del PNRR costituiscono un’ occasione irripetibile, ma occorre determinazione capacità di agire in un ottica di progetti di sistema. Se la politica e le istituzioni chiusine non recuperano un protagonismo nel territorio subiremo lo spostamento di importanti servizi della mobilità verso altre realtà, come anche I nuovi strumenti urbanistici della Valdichiana fanno intravedere, con la conseguente perdita della storica centralità infrastrutturale, rispetto ad un’ampia zona interregionale.

Un ulteriore aspetto riguarda la necessità di recuperare un dialogo con la città e quindi uscire dalle stanze,  dalle discussioni  tutte interne. Nell’ambito culturale, al pari di altri settori, opera un sistema associativo e tante competenze che meritano di essere coinvolte e ascoltate per coglierne  i bisogni e le aspettative. Avevamo organizzato alcuni incontri con le associazioni del mondo della cultura, ma atteggiamenti timorosi e interpretazioni pretestuose hanno fatto annullare l’incontro. Non siamo riusciti neppure a fare un consiglio comunale con un documento condiviso dai consiglieri di maggioranza sulla drammatica guerra in Ucraina e sul clima bellicista che sta percorrendo l’Italia e l’Europa. Le motivazioni che sono alla base della decisione presa non hanno intento polemico o di disimpegno.  Occorre, tuttavia, una riflessione schietta per superare i limiti e risolvere le questioni aperte, compresi gli equilibri politici all’interno della coalizione e dell’amministrazione che, se lasciati irrisolti, possono zavorrare il progetto politico e programmatico, votato dalla maggioranza dei cittadini e al quale tutte le componenti dell’alleanza hanno contribuito”.

Insomma non c’è una “crisi di maggioranza”, ma un certo malumore sì. E delusione pure. Nasorri questo non lo nasconde.

Sulla stazione in linea l’ormai ex coordinatore del centro sinistra la pensa esattamente come noi. Ci fa piacere. La battaglia da fare è quella per utilizzare e valorizzare la stazione di Chiusi, potenziando se possibile le fermate del Frecciarossa e gli altri servizi e non cedere un millimetro su questo, perché una stazione in linea, anche se fosse a Montallese, significherebbe non solo uno spreco inutile, in termini generali, ma anche mettere una pietra tombale sulle possibilità di tenuta e di rilancio della città.

Il “disagio” di Nasorri fa il paio con quello esternato di recente anche dai Podemos con un comunicato sulle questioni dello spostamento del mercato settimanale e dei contributi pubblici alle associazioni per eventi e manifestazioni.

In un commento all’articolo di primapagina sulla nota di Possiamo, Luca Scaramelli, leader politico del gruppo rincara addirittura la dose: “Possiamo si è reso convinto promotore dell’alleanza di centro sinistra che amministra Chiusi, certo che in questo modo potesse dare il proprio apporto politico e di idee per il futuro di Chiusi. Nonostante l’ottimo risultato elettorale, siamo l’unica forza politica della coalizione oltre al pd, ad aver eletto dei consiglieri, siamo rimasti esclusi dalla giunta comunale. A dimostrazione che non eravamo interessati alle poltrone, senza batter ciglio, abbiamo continuato a dare il nostro apporto, tanto negli incontri della coalizione che nell’attività istituzionale con i nostri due consiglieri. Con questo comunicato abbiamo però voluto denunciare l’uso di metodi che non ci appartengono, decisioni senza il necessario confronto.
Sembra che il nostro comunicato non sia piaciuto a qualcuno, che abbia cercato di chiarirlo personalmente con singoli appartenenti a Possiamo, i colloqui in camera caritatis non fanno parte del nostro modo di essere, se c’è necessità di chiarire, Possiamo e sottolineo tutto Possiamo è a disposizione”.

Anche Scaramelli pone, piuttosto drasticamente, una questione quantomeno di metodo. Non solo: commentando la manifestazione per la pace di sabato scorso, organizzata da primapagina insieme a Possiamo, Sinistra Italiana, Sinistra Civica ed Ecologista e Movimento 5 Stelle, lo stesso Scaramelli scrive: “Bella iniziativa, la seconda a Chiusi, grazie a Primapagina che di questa guerra, fin da subito, ha parlato in maniera non scontata e fuori dal coro. Credo sia questa la strada per rimettere insieme i cocci delle diverse anime della sinistra, per rendere più forte la voce di chi non si uniforma al pensiero dominante, contro chi ci vuole sudditi obbedienti, contro chi teme chi pensa e si fa un’opinione propria.” La strada giusta per rimettere insieme i cocci della sinistra, dice Scaramelli. Solo che a quella manifestazione il Pd non c’era. Il messaggio è chiaro. Nei panni di Sonnini e della sua giunta, qualche riflessione cominceremmo a farla. Il clima dentro la coalizione di maggioranza non sembra proprio idilliaco. E sono passati solo 7 mesi. L’impressione, dall’esterno, è che dentro la coalizione più d’uno si stia rendendo conto che il problema non era Bettollini o solo Bettollini.

m.l.

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