STOP WAR! L’UNICA SOLUZIONE E’ IL… CUSCINETTO

martedì 01st, marzo 2022 / 17:03
STOP WAR! L’UNICA SOLUZIONE E’ IL… CUSCINETTO
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Dal suo profilo facebook il nostro amico e collaboratore Alessandro Lanzani (il medico dei tamponi sospesi a Milano) avanza una ipotesi di soluzione per la crisi Russia-Ucraina che possa porre fine alla guerra ponendo le basi per un futuro di pace in tutto l’est Europa. La chiama “Pillow peace”. Ovvero la pace… cuscinetto.

Lanzani parte da un assunto: “La proposta definitiva per assicurare pace e prosperità ai popoli del mondo deve necessariamente rompere gli schemi che ci hanno portato a questo punto, le vecchie logiche usa/URSS e nato/Russia sono totalmente inadeguate per garantire la pace. Occorre pensare in modo nuovo. La pace degli stati cuscinetto. Ancora più breve la pace cuscinetto. Pillow peace”.
Che vuol dire? Semplice: vuol dire creare “un cordone di stati totalmente demilitarizzato da armi strategiche: missili aerei e carrarmati. Le cosiddette armi letali”. E qui si spiega meglio entrando nel dettaglio:
La Finlandia é già neutrale;
La Bielorussia attualmente filorussa deve demilitarizzare;
L’enclave russo a sud delle repubbliche baltiche deve essere demilitarizzato.
Lettonia Estonia e Lituania via dalla Nato.
Ucraina demilitarizzata.
Moldavia demilitarizzata.
Crimea Donetsk e Lugansk repubbliche indipendenti riconosciute da tutti e demilitarizzate.
Forza congiunta di ispettori UE-Russia per garantire il rispetto degli accordi.
Area cuscinetto di libero commercio e transito per tutti”.
Secondo Lanzani “è fondamentale che i pacifisti veri accoppino l’utopia al pragmatismo. E la pace cuscinetto può essere una base di partenza per tutti, singole persone, popoli e leader che abbiano davvero a cuore i destini del mondo”. Ne abbiamo parlato per telefono. E ci siamo detti che potrebbe essere davvero la soluzione ideale. L’unica in grado di garantire pace e sicurezza a lungo nel continente. Ma ci siamo anche chiesti “come mai se ci arriviamo noi, che non siamo analisti di politica internazionale e questioni militari, non ci arrivano i ministri, i capi di stato maggiore, i presidenti del consiglio europei?” Cos’è che impedisce di arrivare una soluzione del genere?
Sottovoce ci siamo anche detti “troppa grazia Sant’Antonio”. All’inizio potrebbe bastare anche fare dell’Ucraina uno stato cuscinetto, smilitarizzato, ma libero e indipendente come la Svizzera e la Svezia… lasciando alle repubbliche del Donbass di decidere con chi vogliono stare. Senza ingerenze e forzature come ci furono nel 2014… Ovviamente tutto ciò accompagnato dal ritiro immediato dei Russi dall’Ucraina e dalla cessazione delle ostilità.
Mentre con Alessandro Lanzani discutevamo di questo, sapendo bene che il nostro parere conta meno di zero e sposta zero, sui social è comparso un post di Tommaso Fattori, ex consigliere regionale Toscano della sinistra a sinistra del Pd, uno che non conta molto neanche lui, ma un po’ più di noi forse sì:
“Che fare?” si chiede Fattori (citando Lenin, forse non a caso). La risposta che si dà è questa e non è molto distante dall’idea di cui discutevamo con Lanzani.
“La follia è dilagante, c’è chi si augura la guerra termonucleare globale, chi sostiene l’invio di armi ai belligeranti (e l’Italia è fra questi), chi si riarma fino ai denti “ma per costruire la pace”, come la Germania. Siamo in mano ad una classe politica inadeguata, composta da apprendisti stregoni e ignara dell’ABC della diplomazia, che ci sta portando a tutta velocità in una situazione pericolosissima.
Ecco invece le caratteristiche fondamentali di un accordo di pace fattibile e percorribile, nell’ottima sintesi proposta da Lucio Baccaro (direttore del Max Planck Institute for the Study of Societies):
1) Mosca cessa immediatamente le ostilità e si ritira oltre confine.
2) L’Ucraina accetta di rimanere neutrale e di non perseguire l’adesione alla NATO.
3) La sicurezza dell’Ucraina è garantita da una coalizione internazionale che coinvolge tutti i membri del consiglio di sicurezza dell’ONU tranne la Russia.
4) A tempo debito, i referendum popolari si svolgeranno sotto supervisione internazionale a Donetsk, Luhansk e Crimea, se rimangono in Ucraina, se diventino parte della Russia o se diventino indipendenti.
5) Le dure sanzioni economiche continuano fino al ritiro totale di Mosca. Per quanto possibile sono presi di mira contro gli oligarchi piuttosto che contro la popolazione russa.
6) I Paesi UE fermano tutti gli impegni di inviare armi e aprono le loro frontiere a tutti i profughi ucraini, con un’equa distribuzione tra i paesi dell’UE (favorendo il ricongiungimento familiare, se necessario).
7) I fondi che i governi occidentali hanno stanziato per scopi militari, ad esempio i 100 miliardi messi a disposizione dal governo tedesco, vengono immediatamente reindirizzati dall’assistenza militare all’assistenza umanitaria e alla ricostruzione postbellica in Ucraina.
8 ) L’UE stabilisce un NextGenUkraine per la ricostruzione e il benessere economico dell’Ucraina e lo finanzia con un debito comunemente garantito.
9) L’UE e la comunità internazionale si impegnano a trasformare l’Ucraina in una nuova Svizzera neutrale e in un miracolo economico.
Ecco, tra la Pillow Peace di Lanzani e il “che fare” di Fattori sono più i punti di contatto che le divergenze. Tutto ciò sembra a anche una soluzione percorribile e ragionevole, accettabile da tutte le parti in causa. La politica invece , sia in Italia che nel esto d’Europa sembra andare in direzione ostinata e contraria. Sembra andare invece che verso la ragionevolezza, verso l’escalation dello scontro. Verso una follia collettiva pericolosissima. Su questo ha perfettamente ragione Tommaso Fattori. Forse – ci siamo detti anche questo, con Lanzani – solo se queste cose cominciano a chiederle le piazze, le piazze piene di gente, c’è speranza che qualcuno cominci a pensarci. Ma con le bombe che cadono e i paesi occidentali d’Europa e d’oltre oceano che mandano armi per alimentare i conflitto, invece che lavorare per spegnerlo, il temp stringe. C’è da augurarsi che in Russia la piazza, cioè la gente metta in minoranza Putin e lo costringa a fermarsi, ma allo stesso tempo c’è da augurarsi che le nostre piazze inducano i nostri governati democratici ad una maggiore cautela e ad una politica più ragionevole e meno asservita a chi freme per mostrare  muscoli…
m.l. 
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