CITTA’ DELLA PIEVE, 5 DONNE FUORI SCHEMA. UN BELL’8 MARZO A PALAZZO DELLA CORGNA
Ieri, domenica 6 marzo presso la Sala Grande del Palazzo della Corgna di Città della Pieve, in occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, le associazioni La Rosa, Arcinote e Libera Università di Città della Pieve, con il patrocinio del Comune, hanno dato voce al genere femminile proponendo pensieri ed opere di cinque grandi scrittrici che hanno animato il panorama letterario del novecento.
Attraverso le riflessioni e le considerazioni del Prof. Francesco Ricci, scrittore e critico senese, sono state condivise le meditazioni di Simone Weil, Antonia Pozzi, Alda Merini, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, gocce di memoria che nel corso del tempo sono diventate testata d’angolo per il percorso di emancipazione della donna all’interno della società.
Definite donne di lotta e di verità, ognuna di loro ha combattuto contro un nemico preciso che aveva come unico obiettivo il loro annullamento; sono state donne che attraverso il loro grido di ribellione, la loro indignazione, non hanno subito la vita, ma si sono riscattate lasciando verità spendibili nel tempo visto che non c’è niente di conquistato per sempre.
Cinque scrittrici dunque che hanno spaziato dalla narrativa alla politica, dalla sociologia alla poesia, dalla psicologia alla teologia; cinque donne che hanno mostrato la loro potenza rivoluzionaria senza tacchi a spillo e rossetto, ma utilizzando le loro idee come unica arma di autoaffermazione.
Chiaro, trascinante, moderatamente critico, Francesco Ricci veste i panni del narratore autentico, dirottandoci nell’universo femminile e facendone cogliere le molteplici sfaccettature. Attraversa con lucidità e garbo la vita di Simone Weil, la sindacalista francese che ha voluto vivere la condizione operaia dal di dentro andando a lavorare per un periodo alla Renault; tocca la poetica morbida ed innamorata della lombarda Antonia Pozzi che si è imposta contro il potere autoritario genitoriale nei confronti dei figli; coglie il male di vivere tra le righe di Alda Merini che utilizza il verso come via di fuga da una realtà effimera e beffarda.
Ci svela che la vera lotta di Elsa Morante è stata per vedere riconosciuta la sua identità di donna e di scrittore. Natalia Ginzburg invece spende la sua voce in favore della lotta partigiana, la sua rivolta contro il fascismo la porta fino in parlamento come esponente del Partito Comunista Italiano, un impegno civile, il suo, fatto di idee contro il regime e di attivismo politico dove la scrittura diventa, come la definisce lei, “Il mio mestiere”.
Un dibattito in divenire quello di ieri a Città della Pieve, un invito costante a mantenere sempre alta la guardia affinché si arrivi sempre di più a parlare di persone piuttosto che di uomini e donne.
Le musiche dei fratelli Mancuso, precedute da una presentazione di Lorenzo Mancuso, hanno accompagnato i versi di Alda Merini che hanno segnato la fine dell’incontro.
I riflettori restano comunque accesi su una questione sempre aperta, ovvero quale è il ruolo della donna oggi nella nostra società? La parità di genere è stata effettivamente raggiunta? Le coscienze sono veramente cambiate affinché tutti possano avere le stesse opportunità? Oppure la donna può concorrere in tutti i settori della vita pubblica, alla pari degli uomini, solo se sacrifica la propria sfera privata?
La lettura e la letteratura aiutano come sempre a fare chiarezza e a plasmare le coscienze più fertili rendendole consapevoli di quanto sia profondamente umano, nobile e decisamente sano munirsi di pensieri belli per affrontare la vita e cambiare le cose, soprattutto di questi tempi… indifferenti, cupi e globalmente bastardi.
Paola Margheriti